"Quando
ho incominciato, ho
seguito solo la
mia voglia di stare con i più piccoli e di giocare con loro: non sapevo nulla della «disposizione
vocazionale», del «tratto pedagogico», della «necessità progettuale»
di un animatore!
All'inizio ho
ascoltato solo il richiamo dei ragazzi che cercavano compagnia e
chiedevano attenzione; man mano che crescevano desideravano un dialogo
sempre più personale e coinvolgente. Così ho conosciuto la loro
storia, i
loro genitori, ed ho compreso che anche da questo lontano e sconosciuto mondo
degli adulti sorgevano delle attese.
Ad un certo
punto mi sono accorta che un terzo soggetto mi chiamava: la Chiesa, o - detto
più chiaramente - il «don», o chi fa per lui; addirittura la
Parrocchia intera, impegnata ad animare in Oratorio e a preparare i
ragazzi alla Comunione e alla Cresima...
Quindi
ho intrapreso questa avventura...
Un'avventura la chiamo, perché ha significato molte cose.
Inizialmente mi sembrava quasi
un'opera buona dedicare
il mio tempo e le mie energie agli altri. E, ora
che sto facendo un bilancio, vedo che l'impegno
educativo e' stato
innanzitutto un dono che si è inserito nella mia esistenza per
illuminarne il senso.
Questa gioia incontenibile nata da un incontro sempre più familiare, più rassicurante con il Signore... Ho
nel cuore la fretta irrefrenabile di scuotere volti tristi e vite
deluse, annoiate... Mi
sono accorta che spesso manca qualcosa che sappia rendere la vita bella
e piena. Manca una «bella notizia»!
Non
sono animatrice a titolo personale,
non faccio l'animatrice «in proprio», ma
per mandato di una comunità...
Mi
sottopongo periodicamente a puntuali verifiche, confrontandomi ancora,
come un tempo, con altri animatori. Ma non sono mancati momenti di
sconforto, di solitudine...
E sappi che se
ci proverai anche tu, non ti saranno risparmiate simili esperienze
di fatica e di amarezza. Allora dovrai chiedere a te stesso molta
pazienza, con la fiducia che Dio ama ed educa il suo popolo,
conducendolo anche per vie che a noi non è dato di comprendere e di
conoscere.
Allora affronta
l’avventura educativa anche con un po' di ironia: guarda con umorismo te stesso, ridimensiona l'immagine che ti sei
creato, guardati con occhi misericordiosi... e ti sentirai più libero,
più sincero, meno perfezionista...
Che
aggiungere ancora? Non hai che da scegliere e da partire (o
ri-partire): tu ed io insieme siamo già una comunità, già
possiamo sostenerci vicendevolmente, confrontarci e consolarci. E poi,
sappi che la Chiesa va ben oltre il confine del nostro gruppo: su questa
Chiesa tutta e sul suo Signore, tu ed io possiamo contare!"*
Agli
animatori che hanno ancora voglia di vivere questa avventura...
Parliamone insieme, ogni sabato pomeriggio in Oratorio!
Gli
animatori dell'Oratorio Beato P.G. Frassati
*(tratto
da "Animatori si nasce, educatori si diventa")
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