La parrocchia     

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La tradizione narra che S. Romano sia stato battezzato da S. Lorenzo e che morì martire per la fede. Si narra che egli fosse il carceriere di S. Lorenzo e che da questi sia stato convertito al cristianesimo.

Nel 1143 il corpo di S. Romano, per volere del papa Innocenzo II fu trasportato da Roma a Ferrara, in una chiesa dedicata al santo. Dal 1806 si trova sepolto nella Cattedrale di Ferrara, sotto l’altare della VII cappella di destra, dedicata a S. Lorenzo.

 

La parrocchia S. Romano Martire è nata negli anni ’70, insieme al quartiere che comprende quella prima periferia di Roma, sorta negli anni del boom della speculazione edilizia per accogliere il flusso di un’immigrazione interna all’Italia proveniente dalle campagne del Lazio e dalle varie parti d’Italia, soprattutto dal Sud.

Il territorio parrocchiale è poco esteso ed ospita più di 15.000 persone.

La parrocchia è cresciuta nel giro di pochi anni. Man mano che sorgevano i palazzi e le famiglie venivano ad abitarli, la parrocchia ha svolto un ruolo di accoglienza e di aggregazione, offrendo la possibilità di incontro e di scambio di relazioni, che sono serviti ad umanizzare il nostro territorio.

Abbiamo tentato di costruire la comunità cristiana a partire dalle nostre case, che devono sempre di più diventare piccole chiese domestiche e cellule di evangelizzazione e di aiuto vicendevole, con una particolare attenzione all’accoglienza dei poveri, delle persone sole, dei minori in difficoltà, e di chiunque vive in situazioni di emarginazione e di sofferenza.

Attraverso l’esperienza delle piccole comunità di palazzo abbiamo la grande gioia di scoprire che alcune famiglie si sono aperte all’ascolto del Vangelo; che nei palazzi in cui si vive quest’esperienza si sono instaurati rapporti di prossimità; che alcune persone si sono ricollegate con la parrocchia, offrendo la propria disponibilità e inserendosi nei vari servizi ecclesiali.

Nell’ambito della solidarietà sociale abbiamo dato il via ad alcune esperienze di attenzione alle varie forme di emarginazione presenti nel nostro territorio: abbiamo una mensa settimanale per i senza fissa dimora, che ci permette un incontro personale con chi vive ai bordi della Stazione ferroviaria con cui siamo confinanti; svolgiamo un servizio di distribuzione vestiario, coperte e generi alimentari di prima necessità; abbiamo un Centro d’Ascolto per rispondere - quando è possibile – alle richieste di medicine, di lavoro, di casa che ci vengono dai nostri fratelli in difficoltà.

Il gruppo “La Cometa” rivolge una particolare attenzione ai giovani portatori di handicap.

Un’altra esperienza di solidarietà che la nostra comunità sta vivendo è quella di una casa famiglia, Ain Karim, che accoglie persone in difficoltà, con una particolare attenzione per le madri nubili e i loro bambini.

Nell’ambito della carità si muovono il “gruppo vincenziano”, con le visite a domicilio, la “Legio Mariae” senior e junior, il gruppo di donatori di sangue Fratres e il gruppo delle “Misericordiae”, che svolge il proprio servizio di assistenza tramite un’ambulanza che è stata donata alla parrocchia da una famiglia del quartiere.

Per quanto riguarda gli adolescenti e i giovani, la nostra parrocchia ha avuto per loro sempre un’attenzione particolare. La loro presenza nell’animazione liturgica è stata sempre di grande festa e gioia. Ci siamo posti l’impegnativo interrogativo di offrire loro delle possibilità di cammini formativi che li potessero aiutare a sviluppare la loro crescita umana e spirituale e potessero coinvolgere quanti più giovani possibile.

In questo contesto, oltre agli itinerari previsti dalla CEI per la preparazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana dei fanciulli e degli adolescenti, la parrocchia ha aperto cammini educativi collegati all’esperienza di gruppi e associazioni ecclesiali:

già dai primi anni di vita parrocchiale l’Azione Cattolica offre un itinerario educativo per le diverse fasce d’età (ragazzi dai 6 ai 14 anni, giovani e un gruppo di genitori) all’interno del quale si cura la preparazione al sacramento della Prima Comunione e della Cresima; un secondo itinerario si collega all’esperienza degli Scout, con vari gruppi: i Lupetti (8-11 anni), il Reparto (11-15 anni), il Noviziato (16-17 anni), il Clan (18-20 anni).

Il nostro territorio è molto vicino all’Università “La Sapienza” e molti studenti vengono da varie parti d’Italia per frequentare i corsi universitari e trovano alloggio nella nostra zona. Anche ai giovani universitari la parrocchia, attraverso l’impegno di studenti gesuiti del collegio del Gesù, offre un itinerario di fede che trova nella proposta degli esercizi spirituali ignaziani il suo momento più maturo;

Le varie realtà giovanili si coordinano e confrontano insieme attraverso la Consulta giovanile, in cui si riuniscono i rappresentanti dei vari gruppi.

Abbiamo registrato il fatto che il sacramento della Cresima viene richiesto da molti giovani verso l’età della maturità, per una libera scelta, o alla vigilia del matrimonio. Pertanto abbiamo istituito un corso di Cresima per giovani-adulti della durata di otto mesi.

Esiste anche un corso di preparazione dei genitori al battesimo dei loro figli  con incontri personalizzati.

C’è poi il gruppo di preghiera “Nuova Luce”, ispirato al Rinnovamento nello Spirito, che nell’incontro settimanale si riunisce intorno alla Parola di Dio.

Con la nascita delle piccole comunità di palazzo e della Caritas parrocchiale ci siamo fatti carico della formazione permanente degli animatori e dei volontari impegnati nei vari campi della carità.

Tutte queste realtà hanno un momento di coordinamento e di scambio che è il Consiglio Pastorale. I rappresentanti dei gruppi, delle associazioni, dei movimenti presenti in parrocchia, insieme ai rappresentanti dei vari servizi (catechetici, liturgici, caritativi), si incontrano periodicamente per un momento di verifica e di progettazione, che è anche un incontro formativo perché ciascuno poi possa farsi a sua volta animatore all’interno delle realtà che rappresenta.

Il Consiglio Pastorale inoltre svolge per la nostra comunità il compito di anello di collegamento con tutte le attività della diocesi o della prefettura, perché la nostra parrocchia non sia isolata, ma sia inserita pienamente nella realtà della Chiesa locale.

Anche se non abbiamo la Chiesa tempio – e di questo sentiamo fortemente la mancanza perché non abbiamo lo spazio adeguato per le celebrazioni liturgiche – la nostra piccola chiesa nascosta tra palazzi e negozi sprigiona un’attrazione formidabile per la presenza di Gesù eucaristia e per la preghiera di quanti tra una spesa e l’altra, o nella fugace visita prima di andare a lavoro o a scuola, pregano davanti a Colui che ci ha riconciliati col Padre e tra di noi.

 

 

                          

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