LA CHIESA PARROCCHIALE "S.MARIA DELLA NEVE"
Le
notizie più antiche a noi giunte su questa chiesa, le
troviamo sulla bolla di Lucio II(21), del 21 maggio 1144;
qui viene ricordata la chiesa di "S.Maria in Vagilano",
della quale si parla pure in un atto del 14 marzo 1171(22),
conservato in originale su pergamena nell'archivio
capitolare di Rimini. Questa chiesa non si trovava dove è
ubicata l'attuale, perché il sito,come ho detto
precedentemente, era occupato da un castello fino agli
inizi del 1500.
Per tradizione "la si voleva ubicata in Sarzana", come ci
riferisce Don Natale Villa; infatti, proprio in questa
località, vicino ad un complesso rustico di età romana
imperiale con annessa una necropoli e una piccola fornace,
sono venuti alla luce (23) frammenti di sarcofagi di età
romana tardo-imperiale o alto-medioevale. Questi
ritrovamenti confermano una continuità abitativa e la
presenza di insediamenti in questa zona per cui l'esistenza
di un'antica chiesa non è del tutto improbabile, anche se
per il momento rimane solo una supposizione. A conforto di
questa tesi si può tener presente sia quanto riferisce
Currado Curradi(24) riguardo l'antica pieve di "S.Lorenzo
in Bulgaria" (zona Corpolò), sia quanto viene asserito da
Giovanni Rimondini(25) per quel che riguarda la "vecchia
chiesa di S.Giustina"; in entrambi i casi le due vecchie
chiese, rispetto ad oggi, erano ubicate più vicine al corso
del Marecchia, dimostrando che nei tempi più antichi gli
edifici religiosi erano prevalentemente costruiti lungo i
corsi dei fiumi. La nostra chiesa è ricordata ancora nel
1230(26) in una concessione di Mons. Benno, vescovo di
Rimini, in favore dei canonici riminesi. Sin dall'epoca a
cui risalgono le pergamene più antiche, la chiesa risulta
sottoposta alla giurisdizione della pieve di S.Lorenzo a
Monte e vi rimarrà legata sino alla fine del 1700(27),
quando il vicariato, da S.Lorenzo, fu trasferito alla
chiesa di S.Ermete.
L'attuale chiesa parrocchiale venne costruita sul colle
agli inizi del 1500, occupando il posto della vecchia
fortificazione che era stata demolita. Non è da escludere
che, all'interno del castello, esistesse, già da tempo, una
cappella per uso dei proprietari e sudditi della fortezza.
La chiesa venne consacrata il 28 ottobre 1523(28) nella
festa dei Santi Simone e Giuda: aveva tre altari tutti in
pietra: il maggiore era dedicato alla Madonna e gli altri
due, consacrati entrambi lo stesso giorno, erano dedicati
al SS. Crocifisso e a S.Antonio.
Come voleva poi la consuetudine di quei tempi di collocare
nelle chiese le sepolture dei defunti, anche nella nostra
chiesa furono predisposte tre tombe comuni: quella degli
iscritti alla "Compagnia del SS. Sacramento", quella dei
confratelli della "Compagnia di S.Giuseppe" e quella
riservata ai bambini. Oltre a queste sepolture ne
esistevano altre gentilizie, situate sotto il porticato
della chiesa. Queste appartenevano alle famiglie Gudi,
Leonardi, Palazzi, Ermeti, Montanari, Ricci (la più
antica), Burchi e Fusci: quest'ultima, dal 1663, divenne di
proprietà della famiglia Vorabbi.
C'era poi una tomba riservata ai parroci morti in
parrocchia e l'ultimo ad esservi sepolto fu Don Pietro
Nanni, morto il 23 novembre 1842.
Tornando alla chiesa antica, essa aveva l'entrata maggiore
girata di 90 gradi rispetto all'attuale, rivolta quindi
verso la scalinata e preceduta da un piccolo portico. Vi si
accedeva mediante alcuni scalini di pietra i cui resti sono
ancora sparsi attorno alla chiesa.
L'interno era così suddiviso: alla sinistra dell'altare
maggiore c'era l'altare del Crocifisso, eretto il 21 aprile
1726, in sostituzione del precedente del 1523; a destra
l'altare di S.Giuseppe (dal 1773), che inizialmente era
dedicato a S.Antonio.
Nel 1774 fu fatta nuova la balaustra di legno, che fino ad
un paio di anni fa si trovava davanti all'altare maggiore.
Nel 1775 venne rifatta la cornice al quadro della natività
posto alla sinistra dell'altare di S.Giuseppe, ora
S.Francesco. Questo quadro, di autore ignoto, risale al
1600 ed è di un certo interesse storico e artistico. Fu
fatto restaurare presso le belle arti di Bologna nel 1975
e, a detta di un suo competente, questo quadro si inserisce
nella cultura romagnola post-melozziana; il quadro, ad una
ottima qualità artistica, unisce il pregio di una tecnica
raffinata.
Il crocifisso, scultura lignea di autore ignoto del XVI
secolo, secondo una antica tradizione, pare sia stato
ricavato da un ulivo della famiglia Vorabbi, già residente
in quel periodo nel territorio di Vergiano. Prima di essere
posto nella nicchia dell'omonimo altare, si sa con certezza
che (nel 1726), era appeso ad una parete della chiesa. E'
sconosciuta però la data del suo trasferimento sull'altare
maggiore: sta di fatto che, da quel momento, il culto del
SS. Crocifisso divenne più profondo nel popolo che a Lui si
rivolgeva, specialmente nei periodi di siccità, ottenendo
quasi sempre le grazie implorate.
L'ultima processione solenne, avvenne nel maggio del 1954 e
vi parteciparono anche i parrocchiani di Spadarolo e
S.Lorenzo a Monte. La processione fu fatta in occasione di
una gravissima siccità. Sul fatto, Don Armando Zaccagni
racconta: "Partimmo con cielo completamente sereno (ci si
recava al santuario delle Grazie) e, appena ritornati nella
nostra chiesa, cadde la pioggia che fu abbondantissima".
In occasione dell'anno santo del 1826, fu sostituita la
vecchia croce (così descritta da Don Natale Villa: "... una
croce formata da una semplice asta dell'ordinaria
larghezza") con quella attuale. In quella occasione si fece
restaurare anche il crocifisso che, per gli anni, era
contuso e scrostato. Ma, a causa dell'imperizia
dell'artista, gli fu data una mano di "biacca", rovinando
così l'immagine che era di colore bruno tendente al giallo
e tanto commovente da far scrivere che "non potea rimirarsi
con occhio asciutto".
Oggi il crocifisso è ritornato al suo antico splendore dopo
essere stato restaurato da Lino Gattei di Savignano
nell’inverno del 1995 –96.
Nel 1820-21 dal parroco di allora, Don Pietro Nanni e con
il consenso dei parrocchiani, fu eretto il campanile, tutto
in mattoni, dotato di tre campane dal tono: Do, Fa e La
bemolle. Nel 1863, per volere di Don Zannoni, la chiesa fu
dotata di un organo a canne, realizzato dalla ditta Zanni
di Rimini. Questo organo, non più funzionante e gravemente
danneggiato, fu venduto nel 1972 alla chiesa di S.Ermete e
fu sostituito con l'attuale organo elettronico. Il parroco
di S.Ermete, con una cospicua somma ha provveduto a farlo
restaurare e ora quel vecchio organo ha ritrovato l'antico
splendore e fa bella mostra in quella chiesa, diffondendo
le sue note armoniose.
Nel 1879, sempre grazie alla solerzia di Don Zannoni e del
possidente vergianese Pietro Bizzocchi (che vi contribuì
con la somma di settecentocinquanta Lire italiane), la
chiesa fu ampliata e furono costruite due cappelle interne,
una dedicata al SS. Crocifisso e l'altra a S.Giuseppe.
Nell'occasione fu arretrato l'altare maggiore e furono
fatti i due gradini di marmo per questo altare ed un altro
per la balaustra. Dietro l'altare maggiore fu costruita la
nuova sacrestia di forma semicircolare.
Nel 1894 fu restaurato il piedistallo del crocifisso a
spese dei parrocchiani, in memoria della pioggia miracolosa
ottenuta l'11 maggio 1893, dopo aver portato l'immagine in
processione al santuario delle Grazie; non si sa quando
quel piedistallo sia stato sostituito da quello attuale, ma
certamente la cosa avvenne o poco prima o subito dopo il
secondo conflitto mondiale.
Nel 1897, furono acquistati i quadri della via Crucis che
vennero benedetti il 5 marzo di detto anno.
Dopo il restauro interno della navata non sono stati più
appesi.
Il 13 marzo 1894, su richiesta della popolazione, fu
istituita la "Compagnia del SS.Crocifisso", compagnia
tuttora esistente.
Nei primi decenni del 1900 la chiesa, oggi di stile gotico
a capriate scoperte, subì una modifica quasi radicale: fu
distrutto il primitivo portico antistante la porta
principale di accesso; fu costruita, dalle fondamenta,
l'attuale facciata; fu eretta la sacrestia "a fundamentis";
furono ingrandite e modificate le finestre e la porta
maggiore; fu ampliata e fatto pitturare l'interno della
chiesa; fu costruito il piazzale e la strada di accesso.
Nel 1924-25, sotto la direzione dei lavori dell'ingegnere
Leurini e del capomastro Tonino Fabbri, fu fatto il
soffitto al presbiterio, le cornici alle arcate e le
colonnine nel corpo della chiesa.
Negli anni che vanno dal 1927 al 1934, sempre con
l'assistenza dell' ing. Leurini, dalla ditta Fratelli
Vorabbi, furono eseguiti i seguenti lavori: fu abbassato di
oltre mezzo metro il piano interno della chiesa e fu
ricostruito tutto il pavimento a spina di pesce con
mattoni. La cantoria e l'organo, che si trovavano in fondo
alla chiesa, dove ora è ubicata la porta principale, furono
collocati alla destra dell'altare maggiore; fu costruito
l'attuale ingresso alla chiesa, l'attuale portico e le
stanze sul lato destro della chiesa. Fu realizzato il
battistero (in chiesa si era iniziato a battezzare il 31
ottobre 1909: prima l'uso del battistero era un prerogativa
delle pievi e delle chiese dove risiedeva il vicario); fu
costruita l'artistica grotta della Madonna di Luordes ed
infine la chiesa venne internamente decorata da Don
Botticelli, parroco di Camerano. Le statue della B.V. di
Lourdes e di S.Bernadetta furono acquistate il 22 aprile
1922 mentre l'altra statua della Madonna, che era
sull'altare maggiore ed ora si trova nella nicchia alla sua
destra, fu donata da Rosa Rocchi il 3 novembre 1902.
Nel 1938 le tre campane furono rifuse dalla ditta De Poli
di Vittorio Veneto e ne furono rifatte quattro con
intonazioni: Si bemolle, Do, Re e Fa. La consacrazione fu
fatta il 10 luglio 1938, alla presenza di Mons. Vincenzo
Scozzoli, vescovo di Rimini; fungevano da padrini: Luigi
Fantini, Giuseppe Zaghini, Battista Carlini e Francesco
Baietta. Il 27 gennaio 1943 la ditta De Poli, per regio
decreto n.505 del 23 aprile 1942, che per la guerra in
corso, ordinava la raccolta delle campane, ne rimosse due
delle nostre: quella Si bemolle e Re. Queste furono poi
ripristinate dalla ditta Giuseppe Brighenti di Bologna nel
dicembre del 1948, su incarico dell'ufficio "ripristino
campane".
Il 15 ottobre 1962 le teste delle quattro campane, che
erano in legno ormai deteriorato dal tempo, furono rifatte
in ferro. Nel 1956 la signora Teresa Olivieri, vedova
Zannoni, donò una nuova statua di S.Giuseppe, in
sostituzione della vecchia rovinata da una scheggia di
granata.
Dopo il passaggio del fronte della seconda guerra mondiale,
le decorazioni all'interno della chiesa furono ritoccate,
una prima volta nel 1957 dal primo esecutore Don Botticelli
e nel 1972 dai fratelli Piero e Giuseppe Vaccarini.
Nel 1966 furono eseguiti i pavimenti in piastrelle nella
grotta di Lourdes e nella cappella di S.Giuseppe, mentre
nel 1972, con la sovvenzione dei danni di guerra (ottenuti
mediante perizia della ditta Valerio Fabbri ), furono
eseguiti i seguenti lavori: sostituzione di alcuni travetti
e revisione di tutto il tetto; ripristino delle grondaie e
dei tubi pluviali; restauro della guglia del campanile;
sistemazione con bitume di una parte del piazzale e
costruzione dell'impianto di riscaldamento.
Il giorno di Natale del 1987 è stato inaugurato l'impianto
elettrico per il funzionamento delle campane. Agli inizi
del 1992 è stato rifatto l'impianto di riscaldamento e
nell'estate è stato rifatto il tetto; durante il 1994, fra
i vari lavori, sono stati rifatti i finestroni
dell’abside, è stato ripavimentato il portico ed
eseguito il marciapiede antistante il piazzale. E’
stato inoltre restaurato il portone principale, ed infine
rifatto l’altare maggiore, spostando il precedente
sotto il crocifisso. Ora rimane la riverniciatura delle
pareti interne, delle tavelle e delle capriate del tetto.
Prima di concludere questa breve storia della nostra
chiesa, mi sembra importante e doveroso elencare coloro che
nel corso degli anni l'hanno ampliata e abbellita, cioè i
parroci che si sono succeduti nella sua conduzione.
Il primo parroco, di cui si ha notizia, fu Don Francesco
Grandi che la resse dal 1594 (data più antica dei documenti
conservati nell'archivio parrocchiale) al 1601, anno della
sua morte e sepoltura nella chiesa stessa.
Gli succeddette Don Biagio Menghi da Gemmano dal 1602 al
mese di aprile del 1646; venne poi Don Francesco Baldini,
parroco di S.Angelo in Perigliano di Gemmano, che dal 1646
rimase fino al giugno del 1653, anno in cui divenne parroco
di S.Tommaso a Rimini.
Don Orazio Pistolli subentrò nel luglio del 1653 e vi
rimase fino al 23 gennaio 1690, anno in cui morì e fu
sepolto sempre nella chiesa.
Gli succedette Don Pietro Maria Vernani, che vi rimase dal
luglio del 1690 all'agosto del 1704, anno in cui si
trasferì a S.Maria di Scacciano. Venne allora sostituito da
Don Giovanni Antonio Righetti che condusse la chiesa
dall'aprile del 1705 al 2 ottobre del 1721, anno in cui
morì improvvisamente a 57 anni; anche questo parroco fu
sepolto in chiesa.
Dal 30 ottobre del 1721 al dicembre del 1731 ci fu Don
Antonio Tomasi, che poi si trasferì a S.Andrea di
Serravalle; gli subentrò Don Domenico Tonti di Misano, che
dal Gennaio del 1732 rimase nella nostra parrocchia fino al
4 settembre del 1778, quando morì di paralisi; fu sepolto
in chiesa.
Proseguì il ministero un suo cappellano, Don Domenico
Faccini, che resse la chiesa dal 1778 al 29 agosto del 1807
giorno della sua morte. Gli succedette Don Pietro Nanni che
fu parroco dall'agosto del 1807 al 23 novembre del 1842,
data della sua morte.
Nell'aprile del 1843 prese il rettorato Don Giovanni
Zannoni (della stessa famiglia Zannoni che fino a qualche
anno fa risiedeva a Vergiano) e vi rimase fino alla sua
morte avvenuta il 7 settembre 1896; il 15 ottobre dello
stesso anno lo sostituì un suo cappellano Don Natale Villa,
ricordato con il soprannome di "Priton", nativo di
Vallecchio, nel comune di Montescudo. Questi fu parroco a
Vergiano fino al dicembre del 1947 ma continuò ad abitare
nella casa della chiesa fino a quando la morte lo colse nel
1953, il 26 di marzo. Il ricordo di questo parroco è ancora
vivo in quei parrocchiani che lo conobbero; viene ricordato
come un parroco buono e generoso, che pose sempre innanzi a
tutto il bene dei parrocchiani senza mai chiedere niente in
cambio. Da dicembre del 1947 al 20 febbraio del 1952 ci fu
Don Renato Grotti. Forse anche a causa del particolare
periodo storico e politico che tutta l'Italia stava
attraversando, una parte dei parrocchiani di idee politiche
di sinistra entrò in urto con questo parroco. Fu proprio da
quegli anni che la chiesa cominciò ad essere frequentata
sempre meno e, quella di Vergiano, prese la fama di essere
una parrocchia di miscredenti e mangiapreti.
A Don Renato successe Don Armando Zaccagni (di S.Cristina),
che condusse la chiesa fino al 4 agosto del 1990 quando,
per motivi di salute, fu costretto a lasciarla. La morte lo
colse qualche mese più tardi: fu sepolto a Verucchio dove
si era trasferito con il fratello e la cognata. L'attuale
parroco è Don Giampaolo Bernabini di Gatteo.
Nell’ultimo decennio sono stati eseguiti diversi
lavori che hanno cambiato abbastanza il volto della chiesa
e questi vengono riportati di seguito in ordine
cronologico.
1992-93
Sistemazione della saletta posta lateralmente alla cucina
della casa parrocchiale.
1994 Nuovo altare in pietra di S. Marino eseguito da Luigi
Succi di Vergiano.
1994 Nuovo tabernacolo in legno con le sottostanti
formelle, ad imitazione di quelle già esistenti, realizzati
dal restauratore Lino Gattei di Savignano.
1994 Sostituzione dei finestroni dell’Apside. I vetri
sono stati eseguiti in una vetreria di Rimini mentre gli
infissi sono stati costruiti da Giuseppe Fantini di
Vergiano.
1995 Restauro della coppia di quadri del 700, raffiguranti
S. Michele Arcangelo e S. Lucia, da parte di Paolo
Beltrambini di S. Arcangelo.
1995 Realizzati gli scalini in legno attorno al paliotto
dell’altare maggiore da parte di Giorgio Zanchi di
Vergiano.
1995 Risistemata la sagrestia riportando in vista il
vecchio pavimento, coperto da tavole di legno, restaurando
le porte e rifacendo gli infissi alle finestre.
1995-96 Restaurato il Crocifisso da parte di Lino Gattei di
Savignano.
1996 Aggiunto il “toro” agli scalini in pietra
dell’altare maggiore eseguiti da Guerrino Vendemini.
1997 Inizio lavori della cappella della Madonna di Lourdes.
1997 Eseguito un primo affresco, sotto il portico della
chiesa, con raffigurato la Madonna della Neve fra santi con
lo sfondo della Valmarecchia come lo si vede guardando da
quel punto verso Torriana. Dopo varie critiche, bambino
Gesù troppo grosso ecc.., l’artista decide di rifarlo
staccandolo nell’autunno del medesimo anno e
sostituendolo con l’attuale i due affreschi sono di
Giovanni Mazzocchi.
1 novembre 1997 Montato ambone di pietra eseguito su
progetto dell’architetto Stefano Campana di Bellaria.
Le sculture sono di Cecilia Guarnieri mentre la cornice e
stata fatta da Fidelio Basso. Il tutto è stato realizzato e
montato da Guerrino Vendemini di Vergiano.
8 dicembre 1997 Benedetto il battistero in pietra di S.
Marino eseguito da Guerrino Vendemini e scolpito da Fidelio
Basso.
1 gennaio 1998 Montate le quattro formelle sulla facciata
della chiesa realizzate da Fidelio Basso.
1998 Ricavati da vecchi capanni le salette e il portico che
circondano la casa parrocchiale sui lati nord e ovest.
1998 Terminati i due dipinti su tavole in legno
raffiguranti la Madonna e S. Giuseppe eseguiti da Fiorella
Vandi.
Dicembre 1998 Terminato il restauro del paliotto del 700
con raffigurato al centro l’immagine del Crocifisso.
Il restauro è stato eseguito da Giordano Campidelli, questo
è stato collocato sotto l’altare della cappella della
Madonna di Lourdes i cui lavori sono stati terminati.
1999 Ritrovato il quadro della Madonna del pittore
Montanari datata anno 1840.
Era collocata, arrotolata, dietro la stampa della Madonna
di Pompei.
1999 Fatti eseguire i restauri dei seguenti quadri: Diluvio
Universale – S. Biagio – S. Antonio – S.
Mauro Abate.
Agosto 2000 In occasione del primo palio dei ghetti di
Vergiano è stato fatto eseguire il restauro della statua di
S. Antonio da Padova e collocato definitivamente nella
cappella di destra, ex S. Giuseppe. Sempre per questa
occasione la pittrice Fiorella Vandi ha dipinto il palio
che raffigura la facciata della chiesa e alcuni giochi che
facevano parte di quelli presenti nel palio.
2000 Terminati lavori di stuccatura e pittura della navata
e delle due cappelle laterali da Giordano Campidelli.
Rifatti i capitelli e riprese le colonne, da Fidelio Basso,
che lasciavano intravedere sotto l’intonaco gli
anelli di cotto con cui sono state eseguite. Fatti nuovi,
da Giordano Campidelli, i due affreschi, S. Pietro e S.
Paolo e Il battesimo di Gesù, che si trovano nelle due
nicchie poste vicino l’ingresso della chiesa. In
queste erano collocati i due confessionali che poi
modificati nel 1997 si è ricavato un solo confessionale,
quello esistente. Ora al posto di un confessionale è stato
collocato il battistero di pietra.
2000 Eseguito il rosone in sasso nel piazzale antistante il
portico della chiesa. Fatti i marciapiedi in sasso e cotto
sotto i tigli che delimitano il piazzale sul lato sud della
chiesa.
Dicembre 2000 Fatta e montata la nuova sede in legno posta
sull’altare maggiore. Il tutto è stato eseguito da
Giorgio Zanchi di Vergiano.
2001 primavera Montati i 3 ovali, sulla facciata
dell’apside, raffigurante Cristo e due angeli
eseguiti da Fidelio Basso.
2001 primavera Terminato il restauro dell’apside e
ripresi i dipinti della stessa. I lavori sono stati
eseguiti da Giovanna Macchi con la collaborazione di due
assistenti.
Nell’occasione sono stati eseguiti i due dipinti
raffiguranti S. Chiara e S. Benedetto, sempre opera di
Giovanna Macchi.
Al posto delle due immagini, precedentemente c’erano,
delle figure geometriche come quelle che si possono vedere
ancora fra le due.
Risistemata la balaustra a destra in alto
dell’apside, le colonnette sono state fatte nuove.
Luglio 2001 restaurato il mobile che precedentemente era
situato in sagrestia. Ora si dovrà trovare una sua
collocazione.
Luglio 2001 restaurata la pianeta del 700.