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C'è che diversi elaborati sono stati prodotti, ma nessuno, per un
motivo o per un altro, è riuscito a passare dalla carta al cantiere.
C'è che noi, a torto o a ragione, abbiamo pensato che il problema
consistesse soltanto nel reperire i fondi necessari e che abbiamo
lavorato "con gran rompimento di schiena" per sette anni, forse più,
per tirar su soldi da trasformare in muri sacri, in campane e scanni.
C'è che tanta gente ha già "pagato" il sogno di una chiesa parrocchiale
degna della sua fede e non può, ora, veder svanire tutto in un miserabile uff.
Ecco perché converrà mettere da parte la nostra bella bilancia dai
piatti dorati. Ecco perché dobbiamo ritornare a coltivare la terra,
a lessare, pelare ed impastare patate fino a spremere, dagli umili
gesti di sempre, i genuini sapori della nostra fatica. Ecco perché
continueremo ancora ad
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asciugare col sorriso sulle labbra il sudore della nostra fronte fino a quando brillerà nei nostri occhi
la soddisfazione per la meta raggiunta. Alla fine hai trovato "chi te l'ha fatta fare", "chi te la fa fare"
anche quest'anno: è il desiderio di dare senso e compimento ai pensieri, alle parole e agli sforzi di tanti
amici; è la voglia di sentirti parte di una comunità che non si limita a vivere la ricchezza del suo
rapporto con Dio nell'intimità e nell'individualità della sua coscienza, ma che sa di dover essere anche
nel mondo "lampada che splende davanti agli uomini". Però... la fatica è tanta...
Tra un boccone ed un buon bicchiere di vino, insieme, con l'aiuto di Dio, anche nelle nostre membra
stanche, nelle ossa rotte, ritroveremo la gioia di sentirci un unico Corpo, il coinvolgente
entusiasmo di far grande e bella la festa.![](fine.gif)
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