pagina 3pagina 3 IL GIORNALINO DELLA SAGRA DELLA PATATA
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C'è che diversi elaborati sono stati prodotti, ma nessuno, per un motivo o per un altro, è riuscito a passare dalla carta al cantiere. C'è che noi, a torto o a ragione, abbiamo pensato che il problema consistesse soltanto nel reperire i fondi necessari e che abbiamo lavorato "con gran rompimento di schiena" per sette anni, forse più, per tirar su soldi da trasformare in muri sacri, in campane e scanni. C'è che tanta gente ha già "pagato" il sogno di una chiesa parrocchiale degna della sua fede e non può, ora, veder svanire tutto in un miserabile uff.
Ecco perché converrà mettere da parte la nostra bella bilancia dai piatti dorati. Ecco perché dobbiamo ritornare a coltivare la terra, a lessare, pelare ed impastare patate fino a spremere, dagli umili gesti di sempre, i genuini sapori della nostra fatica. Ecco perché continueremo ancora ad
asciugare col sorriso sulle labbra il sudore della nostra fronte fino a quando brillerà nei nostri occhi la soddisfazione per la meta raggiunta. Alla fine hai trovato "chi te l'ha fatta fare", "chi te la fa fare" anche quest'anno: è il desiderio di dare senso e compimento ai pensieri, alle parole e agli sforzi di tanti amici; è la voglia di sentirti parte di una comunità che non si limita a vivere la ricchezza del suo rapporto con Dio nell'intimità e nell'individualità della sua coscienza, ma che sa di dover essere anche nel mondo "lampada che splende davanti agli uomini". Però... la fatica è tanta... Tra un boccone ed un buon bicchiere di vino, insieme, con l'aiuto di Dio, anche nelle nostre membra stanche, nelle ossa rotte, ritroveremo la gioia di sentirci un unico Corpo, il coinvolgente entusiasmo di far grande e bella la festa.

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