Edicola marmorea della Pietà
di Jacopo da Montagnana, affresco del IX decennio del XV secolo, firmato sul
petto di San Giovanni con JP,
in basso la scritta: hic tibi monstravi quantum te gratis amavi (qui ti ho
mostrato quanto gratuitamente ti ho amato)
All'interno della chiesa dei Servi, sulla parete ovest,
dopo l'altare di Sant'Antonio, si trova un'edicola architettonica, marmorea, sormontata da
una lunetta interamente decorata a bassorilievo con motivi floreali, a candelabro sui
pilastri laterali. All'interno della lunetta è raffigurato l'eterno Padre affiancato da
angioletti, nell'edicola un Cristo di tre quarti sostenuto dalla Madonna e da San
Giovanni.
L'opera era stata da Venturi (1927) riferita alla stessa
mano della Deposizione conservata nella sagrestia del duomo di Padova, che più tardi il
Berenson identificò con quella di Jacopo da Montagnana. La Furlan legò l'esecuzione
dell'opera alla elezione del pittore come gastaldo della scuola di Santa Maria dei Servi
nel 1489. Più tardi, nel 1984, il Lucco si dissociò da questa ipotesi, datando l'opera,
per confronto stilistico con il Cristo Passo e i simboli della passione della Basilica del
Santo e collocandola attorno al 1485, subito dopo la Pietà di Budapest chiaramente
anteriore. Anche il Callegari paragonerà il Cristo Passo del Santo -l'autore del quale
appartiene al mondo mantegnesco e probabilmente è da identificarsi con Pietro Calzetta-
alla bellissima Pietà di cui quello rappresenta solo un'imitazione formale. Callegari
propone di datare la Pietà dei Servi in data successiva al 1485 anche a causa di un
blasone applicato sotto la mensola dell'edicola, "inquartato con un leone rampante al
primo, tre fasce al secondo e terzo e una figura al quarto, e la sua sagoma è uno scudo
al ferro di lancia", tuttora anonimo. Ma anche lo stile sembra più tardo e vicino
alla Deposizione del Duomo, dove i personaggi, caratterizzati da una forte carica
espressionistica e da una esaltata incisività del segno, dimostrano il medesimo
straziante dolore di fronte alla visione del Cristo morto.
Giuliana Ericani, nel Bollettino Parrocchiale,
Padova, settembre 2001