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IL BATTISTERO DI
SAN GIOVANNI ALLE FONTI |
Entrando nel Duomo, subito a destra del
portale d'ingresso, una scala ricavata nel contrafforte di facciata immette nell'area
archeologica della Basilica Nova. Scendendo una rampa di scalini si incontrano i resti di
un grande edificio ottagonale: il battistero di San Govanni alle Fonti. |
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San Giovanni alle Fonti è il primo
battistero ottagonale della storia cristiana: il modello ambrosiano verrà poi ripreso in
buona parte dei battisteri dell'Italia settentrionale. Nella simbologia ebraico-cristiana,
infatti, il numero otto vuole ricordare, con i sette giorni della creazione, l'ottavo
giorno, simbolo della Resurrezione e dell'eterna amicizia con Dio. |
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Sembra che proprio il vescovo Ambrogio abbia
scelto per il battistero la forma ottagonale tipica dei mausolei, vale a dire dei sepolcri degli imperatori, perchè i
catecumeni che entravano nel fonte battesimale avessero la sensazione di
"immergersi" in una tomba dove l'uomo vecchio moriva per risorgere come uomo
nuovo. Ne "I sacramenti" Ambrogio scrive: "Come è morto
Cristo, così anche tu gusti la morte... E' una morte, ma non nella realtà d'una morte
fisica, bensì in un simbolo. Quando ti immergi nel fonte, assumi la somiglianza della sua
morte e della sua sepoltura, ricevi il sacramento della sua croce..."
Numerose rilevazioni archeologiche consentono di
attribuire con certezza la costruzione del battistero all'epoca di Ambrogio |
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In questo battistero, il 24 aprile 387, nella
notte di Pasqua, Sant'Ambrogio battezzò Sant'Agostino, l'illustre professore di origini
africane che era stato colpito dalla spiritualità, dalla preghiera e dai canti ispirati
dal vescovo ai fedeli milanesi. Il Battistero di San Giovanni diventa quindi ben presto il
centro della comunità cristiana di Milano perchè qui il vescovo, soltanto nella notte di
Pasqua, impartiva il battesimo ai catecumeni di tutta la città. |
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