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LA PAROLA DEL PARROCO

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MERCOLEDI’ DELLE CENERI


Carissimi,nel nome del Signore iniziamo anche ques’anno il nostro cammino quaresimale con la Chiesa intera.All’inizio di questo cammino voglio ricordare a me e a tutti voi le intenzioni del Signore su ognuno di noi; sentiremo, infatti, spesso durante questo periodo quaresimale la liturgica che ci ricorda che il Signore non vuole la nostra morte spirituale, ma che ognuno di noi si converta e continui a vivere per la sua gloria. La conversione nostra è la gloria di Dio.Con la liturgia noi oggi scopriamo che la conversione è un cammino di ritorno a Lui, il ritorno deve coinvolgere principalmente l’atteggiamento del nostro cuore che abbraccia tutto l’agire umano; la conversione deve partire dall’accettazione del prossimo, al perdono, all’aiuto anche materiale, oltre che spirituale, ecc…L’Apostolo Paolo nella sua seconda lettera ai corinzi con un vero atteggiamento materno ci invita a non lasciar cadere nel vuoto il desiderio di Dio a convertirci, ma a lasciarci coinvolgere dalla sua azione.Il Vangelo, infine, ci indica tre vie per ritornare a Lui:La preghiera, fatta nel silenzio, nell’umiltà, nel nascondiglio, nella confidenza con DioL’elemosina, anch’essa deve partire dal desiderio di aiutare il fratello, senza che in noi ci sia il profondo sentimento di metterci in mostraIl digiuno, che deve essere fatto anch’ esso senza essere notati e lodati dagli altri.Un ultimo pensiero voglio esprimere: domina il segno delle ceneri che benedette saranno sparse sul nostro capo: questo gesto è un invito che a noi fa la Chiesa a meditare che noi veniamo dalla terra e nella terra ritorneremo. Davanti a Dio siamo realmente terra.

GIOVEDI’ DELLE CENERI

Attraverso Mosè, Dio fa conoscere la sua continua disponibilità al perdono, allo stabilire l’alleanza con l’uomo, sempre con l’aiuto e disponibilità dello stesso; non può salvare l’uomo senza la sua stessa collaborazione.Dio mette a disposizione la sua grande bontà e fa scegliere all’uomo: o la benedizione o la maledizione, sarà l’uomo che sceglierà o la sua salvezza o la sua condanna. La quaresima è il tempo più opportuno per riflettere su questo percorso; la sua grazia non ci manca; e la nostra disponibilità? Siamo sinceramente e veramente disposti a salvarci?Nel Vangelo Cristo dichiara la sua disponibilità alla sofferenza mediante la Croce e ci invita a prendere anche noi la nostra croce e seguirlo. Non diciamo, erroneamente, che lui poteva sopportarla, perché figlio di Dio, perché nella sofferenza anche lui sentì, in quanto uomo, la pesantezza della croce.

VENERDI' DELLE CENERI


Con la liturgia odierna la Chiesa ci fa pregare in questo modo:Accompagna con la tua benevolenza, Padre misericordioso, i primi passi del nostro cammino penitenziale, perchè all'oservanza esteriore corrisponda un profondo rinnovamento dello spirito. Il nostro cammino quaresimale non deve coinvolgerci negli atti esteriori, che si compiono anche con una certa frequenza e a volte anche facilità, ma devono coinvolgere il nostro cuore che a volte è molto più duro ad agire con rettitudine. Al profeta il Signore dice di gridare a squarciagola e senza interruzione perchè il Suo messaggio possa raggiungere ogni uomo e convertirsi. La conversione, allora, deve coinvolgere prima e soprattutto il cuore e poi anche le nostre azioni. Nella lettura di Isaia ci viene specificato quali sono le nostre azioni non accette a Dio nel nostro cammino quotidiano.

SABATO DELLE CENERI


La lettura odierna è la continuazione di quella di ieri. Il profeta scende nei particolari, nei campi in cui l'uomo deve esercitare la sua virtù, per essere a Dio gradito. In questo modo egli sarà anche la guida di molti e il restauratore. Allora l'uomo convertito sarà la luce anche per i fratelli ed egli stesso risplenderà con la luce delle sue azioni. Il Signore sarà sempre la sua guida.Nel Vangelo Luca ci narra la chiamata del pubblicano Levi; questi è un peccatore, che non rispetta le leggi e opprime i fratelli, gli scribi e i farisei si scandalizzano del suo agire, un uomo di Dio, come egli stesso si dichiara, non può condividere la sua vita con i peccatori e i pubblicani. Ma Gesù con prontezza e determinazione risponde che proprio per i peccatori Egli è venuto; i giusti sono al sicuro, ma i peccatori per esserlo devono convertirsi e quindi la sua opera si realizza nell'avvicinarli, nel parlare con loro per convertirli.

PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA

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PRIMA SETTIMANA DI QUARESIMA

LUNEDI


Leggendo la prima lettura della liturgia odierna ci sembra che questo brano sia stato scritto proprio per i giorni nostri. Infatti troviamo una serie di consigli,o ammonimenti, molto utili perla convivenza sociale. Oggi, come ai tempi del profeta, notiamo molto arrivismo, odio, presunzione di sapere tutto di tutto e quindi desiderio di sopraffare l'altro; il Signore invece con la parola del profeta ci suggerisce che la convivenza umana ha bisogno di ben altro; essa infatti ha bisogno di comprensione, attenzione, amore...Unica motivazione in questo nostro agire è soltanto il fatto che Egli è il Signore che è in grado di darci l'esempio e istruirci nel buon cammino.Gesù nel Vangelo ci presenta la scena del giudizio universale, del momento in cui ci troveremo di fronte a Lui per essere giudicati e lo saremo soltanto ed unicamente in rapporto all'amore che avremo vissuto. Ciò che avremo fatto al prossimo, lo avremo fatto solamente a Lui.

MARTEDI'

Il Signore deidera che la sua parola, entrando nel nostro cuore, produca lo stesso effetto dell'acqua che scendendo dal cielo irriga la terra e concorre a produrre il frutto. Noi siamo i collaboratori in questocampo.Gesù nel Vangelo insiste sul discorso del perdono, che riceviamo dal Padre e che noi siamo tenuti a darlo anche ai fratelli che ci hanno offeso. E lui ci inserisce questo insegnamento nella preghiera che insegna ai suoi dis

cepoli, desiderosi di rivolgersi al Padre nel modo migliore. Egli, dopo averci fatto dare la lode al Padre, ci fa chiedere il pane quotidiano e ci invita al perdono del fratello come Lui perdona noi, suoi figli.

MERCOLEDI'

L'ascolto della Parola di Dio e l'impegno quotidiano di metterla in pratica ha un grande valore al cospetto di Dio; specie quando il cambiamento di vita è radicale e ci fa passare da uno stato poco sereno ad uno stato molto più sereno che rispecchia la vita che Dio ci indica da seguire.L'episodio della predicazione del profeta Giona parla chiaro a noi: il popolo di Ninive, caratteristico per il suo cammino sbagliato, dopo aver ascoltato la parola del profeta che riportava le intenzioni di Dio si converte e fa penitenza per il suo peccato. E il Signore non colpisce più Ninive con la sua verga.Il grido di Gesù è forte contro i suoi ascoltatori, i quali alla sua predicazione non fanno caso, anzi lo contraddicono con le parole e con le opere, ed allora egli dichiarerà che gli stessi niniviti saranno i loro giudici, perchè hanno creduto e si sono convertiti.

GIOVEDI'

Non sempre il nostro atteggiamento e la nostra vita è guidata da una forte fede nel Signore. Spesso agiamo come se tutto possa dipendere dalle nostre forze, dai nostri amici, dalle nostre ricchezze, dai nostri bei modi di fare, dalla nostra bellezza ecc. ricordando che la nostra fiducia in Dio è la prima cosa che dobbiamo avere per affrontare la nostra vita. Se manca questo abbandono in Dio tutto ci sarà più difficile; attenzione che fiducia in Dio o abbandono in Lui non significa metterci a riposo e aspettare che tutto ci venga dall'alto. L'abbandono in Dio considera anche la nostra forte attività, ricordiamo la parabola dei talenti: il Signore ci dona dei talenti, ma vuole che noi li mettiamo a frutto, la sua opera è silenziosa, profonda ed efficace senza che noi ce ne possiamo rendere conto. La regina Ester non conta sul suo prestigio o sulla sua bellezza, ma sul suo abbandono in Dio. Dio è quel vero Padre che si mostra e agiste nella sua infinita bontà, solo a condizione che noi ci mostriamo veri suoi figli.

VENERDI'

E'facile cercare sempre una giustificazione delle proprie scelte sbagliate e incolpare gli altri per passare da innocenti. Ciò è quello che avveniva al tempo del profeta Ezechiele; ma è proprio lui che con la lettura odierna dice charamente che ognuno di noi individualmente preso è responsabile delle proprie azioni; non si possono accusare i padri per le colpe dei figli, ma i figli devono espiare le proprie colpe, per cui se il giusto si allontana dalla giustizia ne risponderà personalmente davanti a Dio, ma anche se il peccatore si allontanerà dal peccato sarà meritevole del premio che il Signore accorda ai pentiti.Nel Vangelo Gesù richiama i suoi ad essere superiori agli altri, perchè devono dimostrare con le loro opere di fare un cammino diverso, più consono alle loro scelte, hanno scelto Cristo e devono compiere le opere del Padre che lo ha mandato. Nel caso del perdono i suoi discepoli devono offrire il perdono al fratello che ha sbagliato nei loro confronti, e, ovviamente, non debbono negarglielo.

SABATO


Dio fa le sue scelte: Noi non ne conosciamo le motivazioni ma ne constatiamo soltanto le conseguenze. Certamente sono scelte dettate dall'amore di Padre che desidera sempre il bene dei Figli. Da sempre e in modo particolare attraverso Mosè fa conoscere la sua scelta del popolo di Israele come popolo prediletto, che deve condurre un discorso di amore universale e per cui lo stesso popolo deve vivere il suo rapporto con Dio in termini diversi. Dio assicura la sua presenza, ma Israele deve assicurare la sua fedeltà nel suo cammino, che è stato ideato da Dio stesso.Il cammino particolare che Israele deve compiere è quello dell'amore vissuto con un atteggiamento particolare: amore per il prossimo, per il nemico, per colui che ci procura anche del male. Dio è amore, dirà l'evangelista Giovanni, e agisce solo per amore e vuole anche che i suoi vivano e agiscano per amore.

SECONDA DOMENICA DI QUARESIMA

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SECONDA SETTIMANA DI QUARESIMA



LUNEDI'

Leggendo la prima lettura della liturgia odierna ci sembra che questo brano sia stato scritto proprio per i giorni nostri. Infatti troviamo una serie di consigli,o ammonimenti, molto utili perla convivenza sociale. Oggi, come ai tempi del profeta, notiamo molto arrivismo, odio, presunzione di sapere tutto di tutto e quindi desiderio di sopraffare l'altro; il Signore invece con la parola del profeta ci suggerisce che la convivenza umana ha bisogno di ben altro; essa infatti ha bisogno di comprensione, attenzione, amore...Unica motivazione in questo nostro agire è soltanto il fatto che Egli è il Signore che è in grado di darci l'esempio e istruirci nel buon cammino.Gesù nel Vangelo ci presenta la scena del giudizio universale, del momento in cui ci troveremo di fronte a Lui per essere giudicati e lo saremo soltanto ed unicamente in rapporto all'amore che avremo vissuto. Ciò che avremo fatto al prossimo, lo avremo fatto solamente a Lui.

MARTEDI'

Il Signore deidera che la sua parola, entrando nel nostro cuore, produca lo stesso effetto dell'acqua che scendendo dal cielo irriga la terra e concorre a produrre il frutto. Noi siamo i collaboratori in questocampo.Gesù nel Vangelo insiste sul discorso del perdono, che riceviamo dal Padre e che noi siamo tenuti a darlo anche ai fratelli che ci hanno offeso. E lui ci inserisce questo insegnamento nella preghiera che insegna ai suoi discepoli, desiderosi di rivolgersi al Padre nel modo migliore. Egli, dopo averci fatto dare la lode al Padre, ci fa chiedere il pane quotidiano e ci invita al perdono del fratello come Lui perdona noi, suoi figli.


MERCOLEDI'


L'ascolto della Parola di Dio e l'impegno quotidiano di metterla in pratica ha un grande valore al cospetto di Dio; specie quando il cambiamento di vita è radicale e ci fa passare da uno stato poco sereno ad uno stato molto più sereno che rispecchia la vita che Dio ci indica da seguire.L'episodio della predicazione del profeta Giona parla chiaro a noi: il popolo di Ninive, caratteristico per il suo cammino sbagliato, dopo aver ascoltato la parola del profeta che riportava le intenzioni di Dio si converte e fa penitenza per il suo peccato. E il Signore non colpisce più Ninive con la sua verga.Il grido di Gesù è forte contro i suoi ascoltatori, i quali alla sua predicazione non fanno caso, anzi lo contraddicono con le parole e con le opere, ed allora egli dichiarerà che gli stessi niniviti saranno i loro giudici, perchè hanno creduto e si sono convertiti.

GIOVEDI'

Non sempre il nostro atteggiamento e la nostra vita è guidata da una forte fede nel Signore. Spesso agiamo come se tutto possa dipendere dalle nostre forze, dai nostri amici, dalle nostre ricchezze, dai nostri bei modi di fare, dalla nostra bellezza ecc. ricordando che la nostra fiducia in Dio è la prima cosa che dobbiamo avere per affrontare la nostra vita. Se manca questo abbandono in Dio tutto ci sarà più difficile; attenzione che fiducia in Dio o abbandono in Lui non significa metterci a riposo e aspettare che tutto ci venga dall'alto. L'abbandono in Dio considera anche la nostra forte attività, ricordiamo la parabola dei talenti: il Signore ci dona dei talenti, ma vuole che noi li mettiamo a frutto, la sua opera è silenziosa, profonda ed efficace senza che noi ce ne possiamo rendere conto. La regina Ester non conta sul suo prestigio o sulla sua bellezza, ma sul suo abbandono in Dio. Dio è quel vero Padre che si mostra e agiste nella sua infinita bontà, solo a condizione che noi ci mostriamo veri suoi figli.


VENERDI'

E'facile cercare sempre una giustificazione delle proprie scelte sbagliate e incolpare gli altri per passare da innocenti. Ciò è quello che avveniva al tempo del profeta Ezechiele; ma è proprio lui che con la lettura odierna dice charamente che ognuno di noi individualmente preso è responsabile delle proprie azioni; non si possono accusare i padri per le colpe dei figli, ma i figli devono espiare le proprie colpe, per cui se il giusto si allontana dalla giustizia ne risponderà personalmente davanti a Dio, ma anche se il peccatore si allontanerà dal peccato sarà meritevole del premio che il Signore accorda ai pentiti.Nel Vangelo Gesù richiama i suoi ad essere superiori agli altri, perchè devono dimostrare con le loro opere di fare un cammino diverso, più consono alle loro scelte, hanno scelto Cristo e devono compiere le opere del Padre che lo ha mandato. Nel caso del perdono i suoi discepoli devono offrire il perdono al fratello che ha sbagliato nei loro confronti, e, ovviamente, non debbono negarglielo.

SABATO


Dio fa le sue scelte: Noi non ne conosciamo le motivazioni ma ne constatiamo soltanto le conseguenze. Certamente sono scelte dettate dall'amore di Padre che desidera sempre il bene dei Figli. Da sempre e in modo particolare attraverso Mosè fa conoscere la sua scelta del popolo di Israele come popolo prediletto, che deve condurre un discorso di amore universale e per cui lo stesso popolo deve vivere il suo rapporto con Dio in termini diversi. Dio assicura la sua presenza, ma Israele deve assicurare la sua fedeltà nel suo cammino, che è stato ideato da Dio stesso.Il cammino particolare che Israele deve compiere è quello dell'amore vissuto con un atteggiamento particolare: amore per il prossimo, per il nemico, per colui che ci procura anche del male. Dio è amore, dirà l'evangelista Giovanni, e agisce solo per amore e vuole anche che i suoi vivano e agiscano per amore.

TERZA DOMENICA DI QUARESIMA


TERZA SETTIMA DI QUARESIMA

LUNEDI'

La lebbra è il tema dominante di questa liturgia; non però nella sua realtà di malattia che invade il corpo dell'uomo, ma come malattia dello spirito che coinvolge l'uomo nella sua realtà spirituale. Nella comunità cristiana dei primi secoli essa è figura del peccato che pian piano invade tutto l'agire dell'uomo tanto da renderlo schiavo del suo tradizionale nemico e condurlo alla morte, l'allontanamento totale da Dio. Il peccato, infatti, produce nell'uomo un totale allontanamento e la stessa morte, cheè lontananza definitiva da Dio. Dio però ha sempre il potere di intervenire sul male dell'uomo e guarirlo dal suo male anche quando agli uomini sembra impossibile ogni cosa. Il Battesimo è segno di questa guarigione dal peccato, ma dopo il battesimo, Dio continua ad essere presente sempre nella vita dell'uomo per lavarlo e salvarlo dalla morte dello spirito.


MARTEDI'


Il peccato fa sempre da padrone nella quaresima, nel senso che l'uomo si sente sempre peccatore a causa delle sue debolezze, delle sue leggerezze, delle sue scelte sbagliate e cerca in Dio l'unica fonte di perdono e a Lui deve ricorrere se vuole vivere più serena la sua vita. In questo ricorso però deve avere un atteggiamento di umiltà, deve riconoscere la sua debolezza e deve, principalmente, avere fiducia come figlio. Il Padre sempre perdona il figlio,ma questi deve avere anche un atteggiamento adeguato per riconoscere la sua debolezza. Azaria ricorre ad una forma di preghiera che riconosce la gloria di Dio e quindi fa appello solo a questo: il perdono per la Sua gloria.Nel vangelo si ricordo la necessità di perdonare sempre e di non avere un momento di sosta. Perdonare come Lui perdona noi.


MERCOLEDI’




GIOVEDI'



VENERDI'

Il profeta Osea, facendosi ancora una volta portavoce di Dio, esorta intensamente il popolo a ritornare al Signore, perchè solo da Lui gli verrà la salvezza ed allora Israele produrrà ogni sorta di bene. Nel testo si parla di beni mteriali, ma si intende in modo particolare di beni spirituali. Il Ritorno a Lui è sempre una grande cosa, dal momento in cui è Lui stesso ad aspettare l'uomo, che è oggetto del suo grande amore.
Marco nel Vangelo riprende il tema dell'amore verso Dio e verso il prossimo. Quale è il più grande comandamento della legge? gli viene chiesto a Gesù. Ed Egli con autorità risponde che il più grande è il comandamento dell'amore verso Dio e verso il fratello. Questi due comandamenti dell'amore vengono fusi in uno solo, che comprende l'uono e l'altro. Non si può scindere l'amore verso Dio dall'amore verso l'uomo. Chi ama Dio deve assolutamente amare anche il prossimo e viceversa.

SABATO

Acora una volta il profeta è alle prese con un popolo infedele che si serve di Dio solo nel momento del bisogno. Dio lo riprende anche in mdo aspro e doloroso, ma lo fa soltanto per fargli capire lo sbaglio che sta compiendo, perchè la sua misericordia, dettata dall'amore, trionferà ed allora se il popolo eletto si pntirà, la sua misericordia trionferà. Dio comunica attraverso il profeta che egli si compiace più della conversione del cuore che di tutto il resto. La misericodia si rapporta con le opere di bene operate nella sua vita.
E di conversione del cuore parla anche il vngelo, dove viene narrata la parabola del pubblicano e del peccator. Il pubblicano non può essere giustificato dal Signore, perchè la sua preghiera non è sincera, non è quella che vuole Dio, è fatta di disprezzo del peccatore e di vanto di se stesso. Il Signore perdona il peccatore, perchè riconosce il suo stato di peccatore e con cuore pentito chiede perdono per i suoi peccati.

QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA

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QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA
LUNEDI'

Quando Isaia parla ha sempre una parola di incoraggiamento e di sollievo per un popolo che vive momenti di vita sociale e religiosa un pò duri. Il popolo eletto per le sue malefatte vive il dramma dell'esilio e forse lo stesso profeta è tra i deportati in esilio e rivolgendosi ai suoi concittadini li esorta ad aver fiducia nel Signore e a sperare in una liberazione, a condizione che si ravveda dai suoi peccati e ritorni al suo Dio. E' sempre il tema della onversione, quello dominante.
Nel Vangelo, Gesù è il benefattore verso tutti, anche verso coloro che vogliono vedere per credere. Egli non fa distinzione, perchè tutti devono avere l fede nel Signore, suo Padre, e tutti devono poter sperimentare la sua potenza taumaturgica.


QUARTA SETTIANA DI QUARESIMA
MARTEDI'

In una terra secca e arida come la Palestina la presenza dell'acqua è una grande fortuna. Al palestinese era sufficiente un piccolo lembo di terra e un fiumiciattolo per vivere tranquillo nella sua vita essendo la terra molto fertile. I questo ambiente si colloca la visione del profeta nella lettura odierna. Arido il cuore per il proprio peccato, la presenza di un segno di vita, figurato da un piccolo e insignificante ruscello, è tutto per l'uomo che intende vivere la floridezza spirituale. L'acqua di cui parla la visione sgorga dal tempio, il luogo della presenza di Dio, che inizia ad essere presente all'uomo in modo graduale, ma costante; essa aumenta fino ad essere un fiume navigabile e che è in grado di dare all'uomo l'abbondanza per il suo sostentamento. Dio inizia il suo cammino in noi con prudenza, fino ad arrivare a donarsi tutto a noi.
Anche nel vangelo l'acqua è la protagonista della guarigione di un uomo ammalato, quest'acqua è il segno della grazia che Cristo ci dona; la grazia dà la vita all'uomo che ha perso ol peccato l'amicizia di Dio.


MERCOLEDI'
DELLA QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA


Il Signore parla ad Israele mediante il profeta, il quale lo assicura che Dio non si è dimenticato di lui e che lo seguie come un figlio; sidichiara pieno di amore come una madre che non può mai diemnticare il suo figlio e se ciò avvenisse per una madre, cosa molto difficile, Lui, Dio, non si dimenticherà mai del suo popolo che lo considera e lo ama come un figlio. Bisogna però fare attenzione che i tempi di Dio non sono quelli dell'uomo e che non sempre il suo intervento è imediato. La sua costanza nell'attesa lo ricompenserà.
Gesù nel Vangelo ritorna sul concetto che in ogni sua azione è in contatto con la volontà del Padre. Questa sua affermazione non è accettata dai suoi ascoltatori i quali lo dichiarano un bestemmiatore, perchè si dichiara figlio di Dio e perchè dichiara questa intensa unione col Padre.
Gesù non è accettato come Messia e il Figlio di Dio che pure essi attendono.


GIOVEDI'
DELLA QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA


Anche quando il peccato dell'uomo dovesse raggiungere limiti impossibili e inaspettati, anche allora la collera di Dio potrebbe essere superata a motivo della grande misericordia i Dio.
Il popolo di Israele si è prostituito ad altri dei, è andato dietro altri dei che non esistono e che hanno solo creato scompiglio nel popolo eletto,Dio però grazie all'intercessione di uomini giusti ha guardato con benevolenza e gli ha mostrato misericordia. Ieri questa figura fu Mosè, oggi è Cristo; ma anche la chiesa nella sua totalità invoca continuamente la misericordia di Dio sull'operato sbagliato dell'uomo.
Gesù è sempre in lotta coi suoi nemici che non vogliono in nessun modo accettare la sua testimonianza. Non hanno accettato la testimoniana delle opere, quella di Giovanni, e hanno anche rifiutato la testimonianza del Padre. Il loro cuore allora è chiuso alla verità ed è inutile qualsiasi discorso a causa della durezza del loro cuore.


VENERDI'
DELLA QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA

Con la liturgia di oggi siamo arrivati quasi al termine della quarta settimana di quaresima, e oggi ci parla direttamente la Sapienza di Dio, ossia Dio stesso, svelando i pensieri dei malvaggi, i quali non riuscendo in nessun modo a mettere in difficoltà il Giusto, tramano di metterlo a morte inventando false accuse; pensano che in questo modo, con la calunnia, possano mettere in difficoltà il Servo di Dio, ma essi non conoscono i isegni di Dio e il termine che Dio stesso ha posto nel cammino del suo consacrato: non è la morte che mette fine alla sua esistenza, ma la risurrezione del giusto, il potere cioè di essere al disopra di ogni ragionamento umano. Il giusto messo a morte risorgerà e sarà la vera guida della storia umana, perchè invaderà il mondo intero con la sua testimonianza e quella di suoi amici.
Nel tempio, il ricercato Gesù continua ancora a parlare e ad insegnare, ma nessuno gli mette le mani addosso, perchè ancora non è giunta la sua ora. L'evangelista ci fa notare con queste sue affermazioni che tutto è sotto il comando del Padre, il quale come un valido regista è sempre pronto ad intervenire per guidare i fatti della salvezza. Attendiamo anche noi questo momento di grazia.

SABATO
DELLA QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA

Si avvicina sempre più la celebrazione della Pasqua del Signore e con essa la passione che porterà il Signore sulla croce, nel sepolcro e alla risurrezione.
Il nostro pensiero, guidato dalla liturgia, ci porta a vivere questi momenti decisivi della sua passioe. Oggi il profeta Geremia ci presenta la sua mansuetudine, che nella profezia è quella del Messia, con cui accetta la sua avventura di passione e si rimette nella giustizia di Dio o nella vendetta di Dio, perchè sa che Lui non abbandonerà il suo servo fedele. Ma la passione e la persecuzione resta sempre un grave momento da affrontare e da superare con rassegnazione e molto onore.
Giovanni, che stiamo ascoltando in questi giorni, ci riporta le polemiche degli scribi, farisei capi del popolo sulla figura i Gesù e riporta anche la disponibilità di molti a credere in lui. Anche figure importanti in Israele sono sconcsrtate dall'operato del Giusto, per cui fanno le loro scelte, non trovando in lui gravi mancanze contro la legge di Dio.

QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA

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LUNEDI'
DELLA QUINTA SETTIMANA DI QUARESIMA

La vicenda della storia di Susanna è il perno della liturgia odierna. Susanna è una donna bella e promettente sotto l'aspetto umano, ma più bella è la sua figura spirituale che sorpassa molte donne sue coetanee. Lei, sposata e felicemente vivente nelle mura della sua casa, viene tentata da due anziani, che nella loro vita avranno soltanto dato molto fastidio a donne come lei, lei resiste alle loro luinghe anche a costo di dover morire per infedeltà; ma resiste e viene soccorsa dal profeta nel momento della prova; è di fronte ai giudici accusata ingiustamente, ma essa confida nel Signore, che attraverso l'intervento del profeta viene salvata, mentre i suoi ingiusti accusatori vengono condannati per la loro falsità eper il loro peccato.
Gesù è ancora di fronte ai suoi nemici ed ancora una volta si dichiara vera guida e vera via che conduce al Padre, che gli dà testimonianza del suo operato. Il Padre lo onora e lo difende davanti ai suoi nemici.

MERCOLEDI'
DELLA QUINTA SETTIMANA DI QUARESIMA

Mosè, nella prima lettura della liturgia odierna, è ancora una volta alle prese col popolo scoaggiato per il viaggio e che si lamenta contro Dio e contro lo stesso Mosè, il quale, dice, con l'inganno lo ha fatto uscire dall'Egitto per portarlo in una terra deserta, dimenticando quanto Mosè e lo stesso Signore ha compiuto in questo viaggio. La tentazione di adorare i serpenti come Dio è grande ed allora si mette a confrono la potenza di Dio con quella del serpente: Dio salva, il serpente fa morire; per il popolo c'è però ancora la possibilità di salvarsi se guarda al serpente innalzato in mezzo all'accampamento: questi è segno di Colui che sarà innalzato da terra sulla croce e che porterà la salvezza: il Cristo Signore. Non dalla terra viene la salvezza, ma dall'alto.
Gesù ancora una volta ribadisce il concetto che lui viene dall'alto ed è in grado in questo modo di portare la salvezza, che viene da Dio. E' solo lui che salva, perchè è lui il creatore e colui che può salvare ogni uomo dal suo peccato.


MERCOLEDI'
DELLA QUINTA SETTIMANA DI QUARESIMA

L’avventura crudele subita dai tre giovani nella fornace ardente ci porta a riflettere sulle scelte fondamentali dei tre giovani, i quali,neanche di fronte al fuoco, intendono recedere dalle loro scelte di Dio: è meglio morire che tradire chi nella storia personale e cittadina si è mostrato sempre pronto e fedele alle sue promesse. Nel racconto molto importante è anche la fine del racconto: a tale avvenimento anche il re cambia atteggiamento, per cui si riconosce il Dio di Israele come unico e vero Dio, che non bisogna tradire, adorando altri dei.
Nel Vangelo incalza ancora la polemica tra Gesù e coloro che non lo vogliono riconoscere. Gesù parla di libertà, ma essi, dichiarandosi figli di Abramo, si dichiarano già liberi per natura; la libertà che Gesù offre non è quella sociale, politica, ma è la libertà spirituale, la libertà dei figli di Dio è la libertà che scaturisce dall’assenza del peccato. Per Gesù la libertà appartiene soltanto a chi si è dichiarato con Gesù e non con satana, il peccato.


GIOVEDI'
DELLA QUINTA SETTIMANA DI QUARESIMA

Dio ha fatto la sua scelta ed ha proposto all'uomo le sue condizioni, che sono altamente favorevoli a Lui stesso e all'uomo. Dall'uomo vuole rispetto della legge e all'uomo promette la sua protezione. Come vediamo tutto tende alla sicurezza dell'uomo. L'uomo però deve stare attento a non venire mai meno a questa alleanza, rispettando i termini della stessa. Comunque egli sperimenterà questa presenza di Dio anche quando, a causa della sua debolezza, verrà meno all'alleanza. E ad Abramo promette una lunga discendenza. Abramo si prostra per terra alla presenza di Dio e indica la sua adesione alla proposta di Dio: l'alleanza, in questo modo, è rinnovata.
La disputa tra Gesù e i suoi nemici si ricollega alla sua conoscenza del Padre, che non viene riconosciuta da essi. Lo ritengono uno di loro, anche se le sue opere sono diverse e testimoniano la sua intima unione con Dio. E' una verità che essi non riconosceranno mai: un uomo non sarà mai ritenuto figlio di Dio nella misura indicata da Cristo.


VENERDI'
DELLA QUINTA SETTIMANA DI QUARESIMA


La prima lettura di oggi ci riporta un brano autobiografico, che descrive i momenti più difficili della vita del profeta. Egli ha richiamato il popolo per allotanarlo dal castigo divino, ma la sua opera è stata del tutto inutile, perchè il popolo è rimasto nel suo peccato e sta per cedere nelle mani del nemico. Tutto ciò si riverserà sulle vicende personali del profeta, perchè sarà screditato e dovrà soffrire l'esilio e il castigo inflitto dagli uomini, ma egli si appella alla giustizia divina; Dio sarà il suo custode e, anche se i suoi nemici per ora trionferanno, alla fine delle vicende egli trionferà e i suoi nemici vedranno la loro condanna eterna. Il tutto letto nel contesto delle vicende di Cristo, risulta vero: Cristo ha sempreparlato in favore di Dio, ma proprio per questo viene rifiutato, i suoi nemici lo metteranno a morte, ma, per la sua fedeltà a Dio, alla fine sarà l'unico vittorioso per sempre, mentre i suoi nemici saranno nell'ignominia eterna.
Nel vangelo si vive ancora una forte polemica tra Gesù e i giudei. Gesù si dichiara figlio di Dio e i giudei lo condannano proprio per questo motivo. Non può dichiararsi Figlio di Dio, perchè ciò non è possibile e costituisce una bestemmia. Cristo invece lo fa e prevarrà la forza e il complotto dei suoi nemici. Ma Dio è con Lui.

SABATO
DELLA QUINTA SETTIMANA DI QUARESIMA


Il Signore parla per mezzo del profeta Ezechiele e assicura che, dopo la pena sofferta con la deportazione del 586 a.c. a causa delle sua infedeltà, in Israele ritornerà la pace e l'unità del suo popolo. Israele ha capito il suo errore e ha pianto anche il suo peccato; ora potrà ritornare e godere di un tempo di pace, di gioia, di serenità. Dio è con lui e lui dovrà riconoscerlo presente nella sua vita. Dio è il suo salvatore per sempre. E' chiara la lettura profetica di questo brano: l'opera di salvezza che sarà operata da Cristo porterà l'umanità all'unione, alla pace, alla concordia; l'uomo da parte sua dovrà utilizzare tutto ciò rimanendo fedele all'alleanza.

Nel vangelo giovanni riferisce sull'ambiente che si vive negli ultimi giorni di vita terrena di Gesù. La risurrezione di Lazzaro aveva attirata l'attenzione di tutti e i frutti della risurrezione diventavano incontrollabili dai nemici di Cristo, per cui essi sono disposti a tutto, vogliono metterlo da parte, ma con molta delicatezza e prudenza, perchè il popolo è con Gesù.

MARTEDI' SANTO

La voce del servo di Dio risuona continuamente in questi giorni di passione ed oggi mette in risalto la sua chiamata da parte di Dio, il quale lo ha scelto per una missione da svolgere nel mondo intero. Il servo di Dio risponde e si mette a disposizione del Signore e si fa messaggero di pace per tutti. La sua pace raggiungerà tutti i cuori e tutti gli uomini, dal mometo in cui gli eletti, il popolo di Israele, non ha risposto alla chiamata di Dio. Il servo di Dio porterà la salvezza a tutti gli uomini.
Nel vangelo l'evangelista narra gli ultimi momenti della vita con i suoi; quesi momenti sono pieni di misteri: Gesù che annunzia la sua morte e la sua dipartita, gli apostoli che rimangono sbalorditi a questi annunzi, Giuda che porterà a termine i suoi progetti, in seguito gli stessi amici di Gesù scapperanno perchè sono deboli, Pietro che nella sua impetuosità dichiara di non volersi separare dal suo maestro ecc. Tutto questo è il momenti vissuto dal gruppo di Gesù prima della sua passione. Nella prospettiva finale però c'è la Risurrezione dl Maestro che ridarà nuovo impeto e nuova vita ai suoi.


MERCOLEDI' SANTO

Ancora una volta oggi ascoltiamo la testimonianza e la professione di fede del servo di Dio. Egli si dichiara uno sconfitto, perchè i suoi nemici incalzano, ma lui rimane sempre fedele al Signore che lo ha scelto come suo servo; ha sempre fiducia in ciò che il Signore gli ha detto nella sua rivelazione e non si tira indietro nel momento della prova: egli crede che Dio è con lui e che alla fine sarà il vittorioso su tutto e su tutti. Con la sua fedeltà e la sua perseveranza vincerà i suoi nemici.
Nel vangelo odierno il protagonista è Giuda, che complotta ogni cosa, ma il secondo protagonista, quello più importante è Cristo che in un gesto di amore celebra la pasqua con tutti i suoi, anche con Giuda, che egli ama come ama gli altri: forse vuole la sua salvezza? forse vuole sfuggire alla sua ora? ma l'ora della sua passione è già arrivata e Lui, il Maestro, il Salvatore si sottometterà alla volontà del Padre.


GIOVEDI' SANTO

Una liturgi tutta particolare è quella odierna. Vi è la liturgia degli olii che viene celebrata soltanto dal Vescovo con tutto il presbiterio e la liturgia della Cena del Signore che viene celebrata nelle parrocchie o Chiese in cui si celebra ordinariamente il culto. La prima sottolinea la missione sacerdotale in comunione col pastore della diocesi e al termine vengono consegnati ai parroci gli olii per la celebrazione dei sacramenti nelle proprie parrocchie. La seconda rievoca la celebrazione della pasqua ebraica e si protare nella celebrazione della pasqua cristiana. Cristo nell'ultima cena annunzia la nuova pasqua nel suo sangue che sarà sparso in remissione dei peccati. La lavanda dei piedi non è un rito folcloristico, ma è un segno forte di servizio di Cristo all'uomo e un invito ai suoi ad essere sempre pronti al servizio ai fratelli. Come ha fatto Cristo, così dobbiamo fare anche noi. In tutto questo ambiente di amore vi è anche un neo che non possiamo ignorare: la figura di Giuda, la quale, anche se risponde al disegno divino della Passione di Cristo, è anche segno della libera scelta dell'uomo.

VENERDI' SANTO

La Chiesa oggi non celebra l'eucarestia, ma concentra la sua riflessione sulla passione del Signore. Nelle ore pomeridiane i fedeli si riuniscono e ascoltano la parola e la passione del Signore nel racconto dell'evangelista Giovanni.
Cristo è il servo di Dio, su cui si è posata la mano di Dio con la sofferenza e con l'abbandono degli uomini, ma il servo di Dio non si scoraggia e continua ad obbedire per portare a termine il grande disegno di Dio: la salvezza dell'uomo. Il servo sofferente è Cristo che con la sua morte in croce redime l'uomo. Anche noi immedesimiamoci con la Chiesa nella celebrazione di questo mistero, che solo la fede nell'opera di Dio ci può far accettare.

SABATO SANTO


Questo è il giorno del grande silenzio. Il giorno in cui non si celebra eucarestia e si medita sulla croce che ha rednto l'uomo e si vive nell'attesa della risurrezione di Cristo, che deve essere anche la nostra risurrezione. Non si deve perdere la solennità e l'eloquenza di questo silenzio. Anche noi abbiamo fatto l'esperienza della morte col peccato, ed allora sepolti con Cristo dobbiamo con lui risorgere alla vita nuova, alla vita della grazia nella piena fiducia della grazia di Dio e del nostro voler vivere in essa. Mentre ci affanniamo per le cose da preparare per il nostro corpo in questi giorni di festa rivolgiamo anche il nostro pensiero alla vita della grazia e ai beni che non hanno fine.


Parrocchia Cristo Re - Martina Franca (TA) - | sitocristore@yahoo.it

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