FIUMANA: l?abbazia, il paese e la parrocchia

A nome mio e della Comunit? Parrocchiale

Ringrazio:
L?Amministrazione Comunale di Predappio per la sensibilit? dimostrata nell?apprezzare la nostra iniziativa, riconoscendola valida apporto culturale affinch? le memorie non siano disperse, ma ravvivate e attualizzate.

Don Franco Zaghini per l?impegno profuso nella compilazione di questo strumento


Il Parroco e la Comunit? Parrocchiale


Il libro ? disponibile in parrocchia

L?epoca preromana
Fiumana romana
I primi anni del monastero

L?epoca preromana

?non siamo certo noi che, nelle modeste pagine di un?opera che ha per oggetto un piccolo paese della Romagna, possiamo contestare ci? che illustri luminari hanno decretato, ma almeno per il nostro piccolo paese ci piace fare un?eccezione. Eccezione che potrebbe allargarsi di molto e coinvolgere tutta quella branca della conoscenza umana che vuole tracciare i lineamenti della vicenda umana senza porsi artificiali confini?A voler essere sinceri bisognerebbe arrivare all?alto medioevo, perch? fino all?et? romana non abbiamo una ?storia? ma una serie di notizie, informazioni, dati archeologici che ci forniscono solo alcuni brani di vita; solo partendo da esso, pur con lacune notevoli, si riesce ad individuare una continuit? umana e abitativa che, nella conservazione della memoria consente di considerare unitariamente il paese e i suoi abitanti, permette di effettuare congetture altamente probabili e di giungere cos? a quel basso medioevo dal quale ? possibile partire con una storia pi? precisa.
Nonostante ci? la nostra ?storia? partir? dalla ? preistoria?, perch? consistenti tracce umane si incontrano gi? dai tempi pi? antichi?
Le recenti scoperte di tracce umane nella collina di Monte Poggiolo rimandano a secoli e millenni cos? lontani sui quali la nostra fantasia vacilla, eppure non possiamo ignorare che, venendo chiss? da dove, quando ancora la Padania era una vasta palude ove mare e fiumi non si distinguevano , gli uomini che avevano percorso le creste dei monti, da queste ultime nostre propaggini, prima di avventurarsi nelle insalubri paludi, sostavano per affacciarsi sullo sterminato mare di canne.
Qui avevano posto le loro dimore, qui le loro officine per acconciare le rozze armi per la caccia e la difesa, qui qualcuno ha ricevuto l?ultimo riguardo di una sepoltura diversa da quella degli animali. Gli studiosi dicono che ci troviamo nel Pleistocene inferiore ( 1 milione di anni fa), un ambiente forestale a conifere con pino, abete e leccio, in un clima caldo e umido?
Dall?antico Pleistocene inferiore, con un salto immenso, giungiamo all?et? del bronzo (40 secoli fa) quando le nostre zone si fanno riconoscibili anche per noi posteri; ormai, nella bassa, le acue paludose hanno lasciato emergere qualche poggio o altopiano in cui ? possibile un insediamento? L? dove sorger? pi? tardi San Lorenzo in Noceto, appena a valle di Fiumana, ? stato ritrovato un ripostiglio con oggetti di bronzo: 41 asce di bronzo con margini rialzati, 5 pugnali a lama triangolare e il manico fuso con impugnatura cilindrica ed un? armilla a verga a sezione poligonale e a capi sovrapposti. Alcuni di questi oggetti sono conservati nel museo archeologico di Forl?
Man mano che ci incamminiamo verso i nostri tempi, i ritrovamenti si fanno pi? numerosi. Ecco un pendaglio traforato, rinvenuto proprio a Fiumana, opera di uomini del IX-VIII a.C. ? Insediamenti e altri oggetti ritrovati nella zona di Fiumana vengono datati attorno al VI-IV a.C.

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Fiumana romana

?I romani che si sono affacciati alla nostra regionecon la fondazione di Ariminum(Rimini) dopo la battaglia di Sentino (295 a.C.), progrediscono nella padania dando consistenza ai gi?presenti agglomerati celtici. La via Emilia, dal187 a.C. fu il nastro coordinatore di questi centri. Si affacciano cos? sulla scena i fora , quello di Popilio, di Livio , di Cornelio, di Lepido ed i nomi augurali di Faventia (Faenza), Bonomia (Bologna), Fidentia (Fidenza). Forl? (Forum Livii), assume la sua fisionomia di citt? capoluogo amministrativo all?inizio del secolo che precede la nascita di Cristo?
Veniamo a conoscere, con precisione, la situazione di Fiumana all?epoca romana a motivo di una villa che qualche signore delle citt? vicine vi ha costruito. Certamente la posizione era favorevole. Il fiume Rabbi, dopo essersi fatto strada sui fianchi delle montagne che si dipartivano dalla dorsale appenninica, stava ormai per placarsi nella pianura e cos? le cime delle colline si facevano pi? dolci e rotonde, i passaggi verso le valli pi? agevoli, i terrazzi sui fianchi pi? estesi e dolci e gi? si intravedeva una terra il cui confine era il cielo? Il blocco documentario pi? significativo della Fiumana romana ? la sua villa, riscoperta, nel 1960 dalla dott.ssa Bermond Montanari che ne ha dato interessanti relazioni (G. Bermond Montanari ?la villa romana di Fiumana)? La suppellettile rinvenuta, anche se in condizione di grande frammentariet?, consente di considerare di essere di fronte ad un tipo di abitazione di tono indubbiamente elevato e ricca di comodit? e oggetti di lusso. E? nello stesso tempo azienda agricola e residenza del dominus che dirige e segue i suoi possedimenti e contemporaneamente ne fa la sede per gli otia dopo le fatiche della vita pubblica, secondo il precetto catoniano. I sommari dati cronologici indicano per la villa un periodo di attivit? dal I secolo dopo Cristo fino all? inizio del IV.???
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I primi tempi del monastero

?cercheremo di comprendere lo sviluppo della storia del monastero e paese di Fiumana nel contesto del territorio forlivese nel quale sono inseriti? L?esistenza della villa romana , parla di un complesso insediamento sociale che probabilmente sopravvive,senza soluzione di continuit?, fino ai grandi sommovimenti della guerra gotica e delle invasioni barbariche (sec.VI); dopo c?? il silenzio fino all?XI secolo allorch? si ha la prima memoria del monastero di Fiumana (1045).Due sono le ipotesi possibili: una prima potrebbe essere quella di una radicale cessazione della presenza umana nella zona, fino al Mille; oppure una seconda ipotesi cio? che nella zona di Fiumana si presenta un fenomeno identico a quello delle zone limitrofe: una radicata e diffusa presenza delle propriet? dei grandi monasteri ravennati (S.Apollinare, S.Maria in Porto?) e di quell?arcivescovado. All?epoca delle invasioni barbariche e della concomitante piccola glaciazione, si ebbero spopolamenti delle campagne e gravi dissesti idrogeologici, la citt? di Forl? divenne un cumulo di tuguri e i grandi signori si rifugiarono nella citt? lagunare di Ravenna che aveva visto il rapido bagliore dell? Impero e che era la capitale dell?Esarcato e nel complesso offriva sicurezza. Questi signori lasciarono le terre semiabbandonate, con pochi miseri contadini alla merc? degli eventi e le donarono alle chiese, ai grandi monasteri. Queste donazioni costituivano anche una scappatoia in tempi difficili. Donati i propri beni i vecchi proprietari li ponevano sotto la loro protezione e quella dei potenti Santi cui si riferivano. Al sicuro da rapine e devastazioni ( la potenza di quei Santi e le scomuniche della Chiesa avrebbero costituito un sicuro deterrente). Se ne poteva poi ricevere l?uso e la maggior parte delle rendite, tramite un contratto di enfiteusi: si pagava un tenue canone e di fatto si continuava ad usufruire di quei beni? Sono secoli nei quali ? sufficiente sopravvivere! Le grandi estensioni dei possedimenti ecclesiastici offrono ricchezze che sono tali solo se paragonate alla miseria dei pi? poveri. E i poveri sono talmente poveri la cui povert? non pu? essere descritta e compresa? Come si ? sopravvissuti nella zona di Fiumana? Ci si ? riparati fra i ruderi della vecchia villa, mentre dal monte le acque sempre pi? violente del ?Rapidus?, scalzavano argini e allargavano il loro dominio dove un tempo un po? di pianura aveva permesso qualche coltivazione. Ma bisognava cercare luoghi sempre pi? sicuri? la strada che conduceva alla Pietra d?Appio e su verso Premilcuore, non vedeva solo commercianti o pii pellegrini, ma squadre di banditi e avventurieri che pretendevano di sfamarsi a spese dei poveri contadini della valle. Vita grama, ove non ci si preoccupava di lasciare documenti per i posteri! Anche il cristianesimo, dalla citt? vicina, si allargava nelle campagne, ma ancora con una organizzazione molto sommaria. Esisteva qualche pieve ove maggiore era la presenza dei contadini. La pieve di S.Lorenzo in Noceto era l?estrema propaggine della diocesi forlivese verso la valle del Rabbi? Ma ? con l?et? ottoniana che il profilo delle nostre terre comincia a farsi pi? comprensibile in virt? della maggiore documentazione. Siamo verso il Mille e sembra che si stia per uscire dalle ?tenebre? del medioevo. Mentre le citt? si riorganizzano, la campagna vede l?esplosione monastica? A questo punto diventa plausibile individuare la costituzione del monastero di Fiumana tra i secoli X e XI. Nel 1045 si ha la prima documentazione dell?esistenza del monastero fiumanese. Pochi anni dopo, nel 1068, abbiamo addirittura il nome di un abate:? Ego Bonizio abbas monasterii sancte Mariae quae vocatur in Flumana?. Il monastero di Fiumana gi? nel XI secolo ? una realt? di grande consistenza nel panorama del territorio forlivese. Il documento del 1068, appena citato, parla di uno scambio fra il nostro abate e quello di S.Apollinare Nuovo? L?abbazia quindi non era una piccola costruzione addossata alla collinetta, aggirata in basso dall?ansa del fiume minaccioso, ma una ben scompaginata costruzione, una camera riscaldata ad esclusivo uso dell?abate, evidentemente vi era un calefactorium comune, l?immancabile chiostro, un ospizio per i viandanti, come era prescritto dalla regola benedettina, e possedimenti sparsi per la regione. I possedimenti erano sparsi in un vasto territorio difficile da amministrare; ecco allora gli scambi con terreni pi? vicini? Ma come e quando era sorto il monastero? Si pu? ipotizzare con notevole verosimiglianza che nel risveglio della vita eremitica, che nel forlivese ebbe segni fra i secoli IX ? X, anche nella zona di Fiumana un eremitaggio abbia assunto successivamente la fisionomia di un monastero? Il luogo nel quale il monastero era costruito ? ancora oggi individuabile con certezza, e coincide con la zona nella quale ? ubicata la vecchia chiesa e la parte pi? antica del paese: il fiume che ne costringe le fondamenta, esiste ancora la piccola piazza che costituiva allora (meno oggi) il centro del borgo il quale si stringeva attorno al monastero vero e proprio e, se vogliamo dar credito ad una antica notizia, la chiesa sarebbe stata ricavata da un locale dell?antico monastero; il refettorio? La leggenda, la pi? nobile ma non la pi? fondata, vuole che papa Pasquale II, si fosse formato in questo monastero? cos? come affermava lo storico Sigismondo Marchesi :?L?anno poi appresso (1115) Papa Pasquale, che gi? da monaco Cassinese aveva lungamente abitato fra i Vallombrosani nel Monastero di Fiumana del distretto di Forl?, dove all? hora? stavano et anco di presente hanno ius i medesimi Monaci di Vallombrosa, volendo mostrasi benevolo, e grato ? quella Religione, nobilitolla con amplissimi privilegi d?estensioni, et in oltre cre? Cardinale del titolo di S.Babila, Azo Orgogliosi da Forl? Vallombrosano gi? stato suo compagno in Fiumana; la qual promozione li fece, quando Azo medesimo torn? dalla sacra guerra di Gierusalemme ove contro i nemici della Fede Cristiana aveva coraggiosamente combattuto in compagnia di molti Forlivesi, Ravennati, Faentini e Cesenati ? quali nel fervore della battaglia aveva? fatto animo, accioch? de? nemici riportassero la vittoria??
Negli anni1181 ? 1185 Papa Lucio III concede un privilegio mediante il quale il monastero di Fiumana entra per la prima volta nella documentazione della grande storia. Non si conosce bene il contenuto di questo documento, ma si pensa non possa distanziarsi sostanzialmente da quello successivo di Celestino III, cio? una protezione pontificia accordata ai beni del monastero? nel 1192 con un ulteriore privilegio di papa Celestino III, il monastero di Fiumana viene accolto sotto la protezione apostolica e viene confermata la dipendenza da Vallombrosa? Conosciamo quindi gli effettivi possessi del monastero che sono cos? elencati: La localit? di Fiumana con le sue pertinenze, tutta la pieve di S.Lorenzo in Noceto con le sue decime, le offerte e i diritti che si potevano pretendere sui testamenti degli abitanti di quel territorio plebano, le cappelle o chiese di quella pieve cio? Casafigara,di S.Donato, di S.Cristoforo, di S.Giovanni in Volpinara, di Pozzolo e le sue pertinenze, di Petroniano, di Marsignano, la met? di S.Pietro in Cerreto con la met? delle sue decime e testamenti, la cappella di S.Pietro in Arco, la cappella di Bau,la? cappella di S.Maria in Trizzano, la cappella di Gagliano, di Pablesso, di S.Quirico, di Vergnano, di Rivano, di Alfiano, di Ravaldino, il castello di Monte Vecchio con la sua corte ed appendici, la corte di Noceto, le possessioni di Ravaldino con tutte le loro pertinenze, quelle di Collina, di Rioleis presso il torrente Para, pi? i privilegi concessi dall? imperatore Federico, dai conti di Castrocaro e di Castenuovo, le concessioni fatte dai vescovi di Forl? T. e O. Nelle chiese e cappelle soggette il monastero avr? l?autorit? di presentare il rettore al vescovo che lo confermer? nei ministeri parrocchiali. Il vescovo sar? garante della sua idoneit? spirituale ed il monastero deve assicurarne il sostentamento. Nessuno potr? costruire chiese e cappelle in questi territori soggetti all?abbazia senza il permesso dell?abate. Lascia tuttavia libero il diritto alla sepoltura. Il documento presenta quindi una radiografia estremamente interessante della situazione spirituale, giuridica e patrioniale del monastero; una precisazione dei suoi rapporti con il vescovo e dei suoi diritti.?

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