La
saggezza delle tradizioni
I soprannomi... alias "ingiurie"
(ricerca
dai registri del battesimo) |
L'antico non è valido per quello che è stato, ma per quei valori che riesce a trasmettere al presente.
Con l'esperienza del passato possiamo distinguere quello che è stato utile e quello che può esserlo ancora.
E' saggio guardare al passato con un giusto discernimento.
Sarebbe un gravissimo errore prendere come buono tutto quello che è passato, così pure sarebbe altrettanto sbagliato rinnegare tutto quello che è antico, come se fosse materiale inutile, che merita solo di essere gettato via.
Il passato bisogna confrontarlo anzitutto con i valori perenni: sono questi che danno la vera misura della validità delle varie posizioni e passano al di sopra delle circostanze di tempo e di luogo.
Quello che è bene, è tale in ogni tempo; quello che è male non cambierà mai la sua natura.
Ci sono leggi morali che non invecchiano.
Ci sono esigenze di rapporti umani che non si logorano con il tempo.
Ci sono valori che non tramontano mai.
E' questo l'antico che conta e conserva il suo autentico valore.
Metterlo da parte equivarrebbe distruggere un ricco patrimonio che si dovrebbe poi ricostruire con molta fatica e perdita di tempo.
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D'Angelo Francesco
(1891 - 1966) (detto: "Pamaronna")
"u putiaru soccu avi abbannia"
"Figura insostituibile per la propagazione delle notizie fino agli anni '50, quando i giornali, telefono e volantini non erano diffusi o non esistevano affatto".
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Aurelio Giangrasso con
Felice Incaviglia
(detto: "Mannoia" (1902 - 1976)
"U cani muzzica sempri chiddu sciratu"
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NTA
CASIRIA
Di l'Isula spiantata, affritta pala,
p'u me' disìu 'ncappàsti a stu barcuni:
c'è l'aria e 'u panurarna ch'un t'agguàla,
perciò 'un facisti mancu un bastarduni.
Pi dàriti l'oduri di Fougnana,
ti misi acciancu un bulb'i ciclamìn:
iddu scattau! ...Facisti di mammàna;
ma tu... mancu 'na ciuri!... e tanti spini.
Matina e sira, comu'na giurana,
ti cantu, t'accarizzu, t'abbiviru...
Ma tuttu è persu! Semu a tramuntana!...
'Ntristisci a lu pinzeri di l'anìru,
cerchi d'un t'abbilìri a la stranìa,...
ma smànii e chianci... (propriu comu a mmia!).
Aurelio
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