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IL GIORNALE DELLE EGADI - MARZO 1993

Amministrazione Comunale
NON SEMPRE IL SILENZIO E' D'ORO

La crescita e lo sviluppo dell'Arcipelago deve necessariamente passare attraverso le scelte giuste e oculate di un'Amministrazione Comunale attiva e disponibile, pronta ad intervenire nelle piccole esigenze quotidiane, ma soprattutto faro e guida di una cittadinanza che attende impaziente programmi tangibili per costruire ed ipotecare il proprio futuro.
Stiamo vivendo momenti di grande tensione politica, dove partiti, un tempo forti e potenti, adagiati e inerti, ingrassati nella corruzione e invischiati in legami malavitosi, rischiano di essere spazzati via dalla rabbia dei cittadini che, appoggiati dalla Magistratura e attraverso l'arma del voto, stanno facendo piazza pulita di tutto il marcio, parassiti e rami secchi, che avevano fino ad ora succhiato la linfa vitale dell'economia di tutta la Penisola.
Questi avvenimenti, e soprattutto questo desiderio di rinascita che accomuna tutti i cittadini italiani, è particolarmente sentito anche dagli abitanti delle Egadi, che si sono ormai resi conto che il clientelismo e l'immobilismo sono i peggiori errori in cui un'Amministrazione può incorrere. Siamo quindi tutti in urgente attesa che l'attuale Coalizione politica, a distanza ormai di quasi un anno dal suo insediamento, dia prova tangibile della sua esistenza ed esca allo scoperto, dimostrando che, un così lungo periodo di silenzio e riflessione, sia stato fruttuoso per delle scelte utili e intelligenti.
Questa mancanza di peso e di presenza politica raggiunge il suo apice nell'isola di Marettimo, dove non esiste praticamente nessun rappresentante del Comune, e dove lo stesso delegato sindaco, per quanto encomiabili e meritevoli siano i suoi propositi, vive e lavora a Trapani, lontano quindi dalle problematiche quotidiane che travagliano gli abitanti di questa sperduta e disagiata isola.
Lo scollamento fra le istituzioni pubbliche e il cittadino, che si sente abbandonato a sé stesso, porta inevitabilmente ad incomprensioni e ribellioni che creano un clima di tensione, rischiando di alimentare e perpetrare la consuetudine e la convinzione che vuole il politico infischiarsene delle altrui esigenze a beneficio del proprio tornaconto.
E anche se in passato può alle volte essere accaduto, ora la gente non è più disposta a subire in silenzio le angherie o le latitanze dei suoi amministratori. Sull'onda del desiderio di pulizia e chiarezza, chiesto a gran voce da tutta Italia, la popolazione alita sul collo di coloro che si sono impegnati e sui quali ha riposto tutte le proprie aspettative.
Non è il segno politico quello che più importa alla gente comune. In questi tempi di profonda crisi di valori poco importa essere "pidiessini o democristiani".  

  

Quello che l'uomo della strada esige, è sentire al suo fianco la presenza costante e determinata dei suoi amministratori che, spogliandosi di superbia, diano tangibili prove di impegno e buona volontà. Errare è umano e perdonabile soprattutto se in buona fede e nell'interesse collettivo, ma vegetare per evitare di esporsi a giuste critiche, è invece molto più grave e sintomo di scarsa maturità e lucidità.
Ci auguriamo che la nostra nuova Amministrazione non sia affetta da questo morbo e che ben presto il suo religioso silenzio sia rotto da squilli di tromba annuncianti importanti e positive novità per tutti gli isolani in modo da fugare qualsiasi dubbio o sospetto sulle reali intenzioni degli attuali amministratori.
Noi come cittadini, possiamo semplicemente ribadire tutta la nostra disponibilità ad affiancare e promuovere qualsiasi iniziativa presa dai politici indirizzata allo sviluppo e al benessere degli abitanti di queste isole. Ma con lo stesso impegno e la stessa fermezza vogliamo ricordare che è necessario che la crescita di questo Arcipelago non si fermi o si fossilizzi. Sfruttando quelle che sono le sue naturali risorse, nel pieno rispetto dell'ambiente e dei suoi equilibri, queste isole siano tenute nella debita considerazione dai governanti, e che tutte le problematiche che le affliggono, siano finalmente affrontate di petto. Solo la risoluzione degli urgenti problemi interni, oltre a migliorare la vita degli isolani, può finalmente portare ad una giusta valorizzazione di questo splendido Arcipelago. Arcipelago che, conservando, alimentando e difendendo la cultura, la storia e le tradizionali attività a cui sono legati tutti i suoi abitanti, può diventare polo di attrazione e fonte di guadagno per tutti gli isolani. 
 

Alberto Sercia

 


FILI E CAVI DETURPANO MONUMENTI

 
Bisogna stupirsi per lavori pubblici iniziati, eseguiti e quasi terminati a regola d'arte?
A Marettimo sembra proprio di sì! Era da diversi anni che non si vedevano dei lavori pubblici eseguiti correttemene: il basolato che ricopre le ristrutturate strade, della parte nord dell'abitato, dona un tocco di classe alla più lontana delle isole Egadi.
E' doveroso quindi fare alla Ditta appaltatrice un plauso per questi lavori eseguiti magistralmente.
Nella nostra realtà locale trovare una così seria impresa sembra ormai quasi impossibile.
L'unica nota stonata: i cavi telefonici SIP che (se ne sconosce il motivo) non sono stati passati sotto traccia, a differenza di quelli della locale società elettrica.
 

Edicola votiva a S. Francesco di Paola


Cavi che, sconciamente, deturpano i prospetti così come per l'edicola votiva a "Santu Padri", antico monumento marettimaro.
Non si comprende come mai la soprintendenza, sempre attenta all'aspetto paesaggistico delle nostre isole (spesso attaccandosi puntigliosamente a "modelli" di infissi o a "tonalità" di colori di intonaco) non si sia mai accorta dello sconcio delle linee volanti elettriche e telefoniche.
 

V.V.


ARCIPELAGO DELLE EGADI, ULTIMO RIFUGIO DELL'APE SICULA


La vocazione apistica delle Isole Egadi, di cui si hanno testimonianze fin da tempi molto remoti, trova oggi un facile riscontro nel miele prodotto dagli ultimi apicoltori delle isole che con infinita passione e con moderni sistemi di allevamento ancora si dedicano a questa antichissima arte.
Valga un esempio per tutti. Il miele prodotto a Marettimo ha tradizionalmente varcato gli oceani a seguito dei nostri emigranti e ciò è avvenuto fino a pochi anni fa come ci testimonia "Masinu du meli", l'ultimo apicoltore che ha operato con le antiche arnie di ferula storicamente descritte dall'autore latino Columella.
Gli antichi "Apari" usavano allevare le api nei "fasceddi", arnie di ferula; attuavano la transumanza, per procurare sempre fresco ed abbondante pascolo alle api, trasportandole al variare delle stagioni nei luoghi i cui le fioriture si rinnovano. Da: "L'Historia di Trapani" si legge a proposito di Marettimo, allora completamente disabitata, "Sacra fors'anco potria tal isola esser stata chiamata per cagion della gran copia del mele, che dà gentili era con non poca superstizione nei loro sacrifizi adoperato, et e quivi dell'api, per abbondanzia del timo che vi hanno, il cui fiore è sopra d'ogn'altro volentiermente da esse gustato in gran quantità".
(G.F. Pugnatore 1595)
I giovani Apicoltori delle Egadi ripercorrendo le antiche "trazzere" della transumanza, attrezzati con alveari razionali, fanno rivivere l'antica arte dell'apicoltura proponendola come un'attività capace di incidere sull'economia dell'arcipelago.
Recentemente la riscoperta da parte dello scrivente di un testo monografico sull'apicoltura in Favignana, scritto nel 1805 dal naturalista Monticelli T., monaco benedettino, ci mostra come quest'arte avesse assunto a Favignana le caratteristiche di una vera e propria industria, superando sia nelle soluzioni tecniche che nei risultati gli apicoltori tedeschi allora considerati i migliori in Europa.
La natura incontaminata, l'inaccessibilità dei luoghi e la distanza dalla Sicilia, rendono l'isola di Marettimo particolarmente adatta alla realizzazione di un programma scientifico di salvaguardia e selezione dell'Ape Mellifica Sicula.
Questo programma, che si sta realizzando in collaborazione tra l'Università di Brema, l'Ispettorato Forestale, l'Asso-ciazione Provinciale "La Regina", e gli apicoltori L. Parisi, F. Ritunno e V. Vaccaro, unico nel mediterraneo, porterà le Isole Egadi a diventare il serbatoio genetico della razza Mellifica Sicula.
 

Vincenzo Stampa

MONTEREY ANTICA CAPITALE DELLA CALIFORNIA
di Vito Vaccaro

Per generazioni e generazioni, qui sono venuti artisti per dipingere, comporre musica, fare fotografie, scrivere romanzi. E' Monterey a metà circa della costa della California, in una incantevole penisola dove allo scrittore Steinbeck venne l'ispirazione per i suoi romanzi.
In questo tratto di costa americana molti marettimari vivono ormai da anni. Vi sono dei paesaggi naturalistici estremamente avvincenti ma anche tanto diversi tra loro. Il fascino del mare, dirompente su una costa frastagliata, fa da cornice a colline dolcemente ondulate ricoperte di querce e pini marittimi "di Monterey".
La cittadina americana, vanta un passato di notevole interesse storico. Nel 1602, infatti, una spedizione guidata dal famoso esploratore spagnolo Sebastian Vizcaino pose piede sulla penisola e ne esplorò i dintorni rimanendone favorevolmente impressionato. Due secoli dopo Monterey venne colonizzata e divenne in breve il capoluogo della provincia della alta California e un porto di prima grandezza.
Oggi vanta un comodo porticciolo, gremito di barche di pescatori dei quali tanti sono marettimari.
Attualmente lungo il Molo dei Pescatori (Fisherman's Wharf), i turisti si fermano a comprare granchi, gamberetti, calamari, oppure sostano nei tipici ristoranti, come in Cannery Row (antiche fabbriche di pesci in scatola).
Si può essere fieri della scelta dei marettimari che sin dalle prime emigrazioni si stabilirono in questa località.
Forse vedendone la somiglianza con la loro isola o terra di origine.
Il ricordo di Marettimo è rimasto forte.

 

In quella lontana America: quel mare, il porto, la natura, le antiche "Baracche" del "salato". Steinbeck così inizia il suo romanzo "Lungo il fronte del Porto", descrivendo Cannery Row: "Un poema, un odore, un rumore stridente, una quantità di luce, un tono, un'abitudine, una nostalgia, un sogno ".