Il Comune di Trapani fornirà l'acqua necessaria ad alimentare l'acquedotto sottomarino, in cambio, l'Eas dovrà restituire lo stesso quantitativo all'acquedotto trapanese. Si tratta di assicurare 30 litri di acqua al secondo di cui cinque saranno destinati all'aeroporto di Trapani Birgi mentre la rimanente acqua, 25 litri al secondo, verrebbe destinata per le due isole.
"Non appena i funzionari dell'Eas saranno disponibili - dice l'assessore Filippo Grimaldi del Comune di Trapani - sottoscriveremo la convenzione. Fra l'altro abbiamo proposto all'Eas per favorire le Egadi di prendere in carico l'utenza di Erice Casa Santa in cambio dell'acqua che noi dirotteremmo su Birgi. Si tratta - prosegue Grimaldi - di una proposta come un'altra, ma ancora l'Eas non ci ha risposto".
A Favignana, intanto, pochi sono coloro i quali si aspettano un miglioramento con l'entrata in funzione del nuovo acquedotto. Fra l'altro la rete di distribuzione interna risale a circa 20 anni fa, anche se il Comune in parte l'ha rifatta attingendo ai fondi dalla legge regionale per le piccole isole.
A parlare del rifornimento idrico delle isole Egadi s'iniziò intorno agli anni 70 quando l'allora Cassa per il Mezzogiorno iniziò una campagna di ricerca nelle isole, volta al ritrovamento in loco di nuovi fonti d'acqua.
Fu allora che si pensò all'acquedotto sottomarino, mentre per la più lontana delle Egadi, Marettimo, l'acqua doveva essere assicurata dall'entrata in funzione di un dissalatore che ha incontrato gli ostacoli da parte della soprintendenza. Attualmente la situazione idrica di Favignana è peggiorata a causa dell'incremento dell'utenza dovuta all'allacciamento alla rete di distribuzione interna del complesso alberghiero di Punta Fanfalo, del carcere e del presidio militare dell'isola. In estate la situazione diventa difficile per l'incremento dovuto alla presenza di turisti.
Molti i favignanesi che ripiegano in periodi di scarsità idrica al servizio privato di autobotti che si approvvigionano presso i pozzi di contrada Torretta dovranno rinunciare poiché di recente le acque sono risultate inquinate da una discarica abusiva.
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Oltre 265 mila metri cubi di acqua potabile approvvigionati a mezzo navi cisterna dal Ministero della difesa risultano insufficienti a spegnere la grande sete delle Egadi. L'amministrazione comunale di Favignana ha chiesto di recente il raddoppio del quantitativo per fronteggiare l'incremento d'utenza.
Mentre ritarda, per intoppi burocratici, l'entrata in funzione dell'acquedotto sottomarino realizzato dalla Agenzia (ex Cassa) per il mezzogiorno con una spesa di oltre dieci miliardi. L'opera è stata realizzata dalla Scaifal, un consorzio di imprese di cui fanno parte la Crea, la Faro sud e la Sageco. Alla spesa iniziale di nove miliardi si sono dovuti aggiungere ulteriori 512 milioni per la realizzazione di una centralina sussidiaria per elevare la pressione piezzometrica necessaria in fase di collaudo a far arrivare il prezioso liquido nell'isola di Favignana. L'opera già collaudata si compone di 36 chilometri di condotta sottomarina che dalla contrada Birgi raggiunge l'Isola Grande da dove si dipartono i tubi per Punta Bue Marino. La condotta s'innalza poi per Monte Santa Caterina e da Punta Faraglione s'inabissa per raggiungere l'isola di Levanzo a Punta Pesce. A Favignana l'acqua viene accumulata in un serbatoio di 1000 metri cubi ed in altro di 200 metri cubi sulla montagna per creare la pressione necessaria a far arrivare l'acqua nell'isola di Levanzo. A fornire l'acqua per alimentare la condotta sottomarina sarà l'Eas, attuale ente che gestisce l'acquedotto delle Egadi a cui per capitolato l'impresa ha consegnato l'opera sottomarina. L'agenzia per il mezzogiorno provvederà a chiedere alla Regione siciliana l'affidamento per la gestione che con molta probabilità sarà assegnata all'Eas. Ma l'ente acquedotti siciliani non dispone attualmente di una rete di vettoriamento del prezioso liquido fino a Birgi per alimentare l'opera idraulica sottomarina. In pratica si dovrà rivolgere, così come è stato fatto in fase di collaudo, al Comune di Trapani per l'allacciamento alla condotta di Bresciana. In pratica si tratterebbe di uno scambio di acqua.
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