Prodi a Marettimo
La scorsa estate la nostra isola ha vissuto un importante momento storico grazie alla visita del Presidente della Commissione Europea Romano Prodi che, assieme ai suoi familiari, circa 50 persone, ha trascorso una settimana al "Marettimo Residence".
Di cordialità e simpatia è stata l'atmosfera che in quei giorni si respirava nell'isola. Per niente a disagio i "marettimari" - vista la disponibilità del Professore - hanno spesso trovato l'occasione per scambiare qualche chiacchiera discreta sui tanti problemi di Marettimo. Il Presidente ha incontrato la popolazione in più occasioni, ha visitato il Museo del Mare esprimendo apprezzamento per l'iniziativa, ha voluto conoscere i motivi per cui proprio a Monterey i marettimari hanno costituito una comunità.
A rappresentare la comunità di Monterey Anita Maiorana Ferrante (nella foto con il Presidente) la quale ha colto l'occasione per invitare la massima autorità europea a visitare la cittadina californiana.
Bruxelles 10 ottobre 2000
Carissimi amici,
tornato alla vita di ogni giorno e ai colori grigi di questo ottobre bruxellese porto con me il ricordo della vostra gentilezza, della vostra discreta attenzione e di tanto ammirevole stile isolano.
Marettimo mi è entrata nel cuore e penso proprio che ci rimanga!
Con molta amicizia e sperando di ritornare presto!
Romano Prodi
E' POSSIBILE CONCILIARE BELLEZZE E PUBBLICA UTILITA'? |
Circa due mesi fa è stata installata nel piazzale antistante la scalo vecchio di Marettimo una torre-faro alta 16 m. con in cima tre grossi fari sormontati da una cupola metallica.
L'opera, progettata dal Genio Civile Opere Marittime di Palermo a completamento del progetto di illuminazione dell'antico scalo dei pescatori, ci lascia tuttora perplessi perché, a nostro avviso, sproporzionata nelle dimensioni, sia rispetto al contesto nel quale è ubicata sia rispetto allo scopo per cui è stata installata.
Preoccupati dell'impatto ambientale che il gigantesco fungo avrebbe causato, sovrastando i tetti di tutte le costruzioni del paese e, altresì, dell'inquinamento luminoso dovuto all'intensità della luce che esso emana - luminosità che interessa, principalmente, l'anfiteatro di case che racchiude lo scalo, poiché su queste la torre è addossata e su queste sono puntati due dei suoi tre fari - ci siamo permessi di scrivere all'ente responsabile per chiedere quali motivazioni hanno portato a una scelta così aggressiva per l'ambiente. Abbiamo chiesto se non era possibile ottenere un'adeguata illuminazione della scalo di alaggio con lampioni di dimensioni più ridotte, simili a quelli in stile marinaro piazzati sul molo.
"Lo scalo vecchio di Marettimo è classificato porto di 1º categoria, in quanto porto rifugio di interesse nazionale." - questa la risposta del funzionario incaricato - "Tale caratteristica impone condizioni di sicurezza e gli appositi calcoli illumino-tecnici hanno condotto a ricorrere alla torre faro come unica soluzione efficace... Si ritiene che l'impianto così come verrà realizzato non possa deturpare l'aspetto paesaggistico".
Premesso che riteniamo necessaria l'illuminazione dello scalo vecchio perché utile ai pescatori, gli unici che vi tirano a secco le barche durante le mareggiate, rimaniamo pero dell'opinione che, se oggi le tecniche di illuminazione sono così avanzate da consentire l'illuminazione di piazze e monumenti senza che si notino le fonti luminose, forse anche per Marettimo si poteva fare di meglio.
Un monumento naturale, quale è quest'isola, è giusto che vada difeso da tutto ciò che ne deturpa l'aspetto estetico che è importante al pari dell'utilità e della sicurezza, come oggi viene da più parti riconosciuto.
In fondo è proprio la "bellezza" del posto che attira ogni anno migliaia i visitatori consentendo a una comunità di prosperare sull'isola.
Non faremo altri commenti sulla vicenda ma, poiché ci sembra che, sia i privati che gli enti pubblici, attentino con le loro opere proprio a questa caratteristica, invitiamo i cittadini e gli amministratori a riflettere su quanto esposto.
Elisa Aliotti
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LA STRADA DEL CIMITERO DI
MARETTIMO: UNA GRANDE CONQUISTA |
Sfidando quella che ormai era considerata un'utopia, con la determinazione mischiata a follia che spesso accompagna chi si cimenta in un'impresa impossibile, siamo giunti il 1º novembre scorso alla consegna dei lavori per la strada del cimitero di Marettimo.
Una cerimonia semplice ma toccante, in cui la commozione e l'incredulità per l'evento pervadevano gli animi sia di noi amministratori che della popolazione che ci circondava partecipe. Un sogno che diventava realtà, un'attesa infinita e senza speranza che generazioni di marettimari avevano cullato e inseguito per oltre mezzo secolo, finalmente pronta per essere concretizzata.
Un pensiero correva a tutti coloro che avevano atteso e condiviso nel corso di tutti questi anni il decollo di quest'opera, e che oggi, sepolti nel l'antico cimitero, sentivo spiritualmente vicini, per una gioia che ci accomuna tutti. Nella voce rotta dall'emozione di Vito Vaccaro che esortava la popolazione e tutte le forze politiche alla compattezza per il raggiungimento degli obiettivi prefissati ed il superamento degli ostacoli nell'interesse della collettività, era riassunto lo spirito ed il cammino che sino ad oggi abbiamo seguito e che ci ha condotto, pur attraverso mille difficoltà, al raggiungimento di diversi e sostanziali traguardi.
La strada del cimitero, rimarrà probabilmente il fiore all'occhiello e la soddisfazione più grande che, abbinata al completamento delle opere cimiteriali per le quali esistono già impegni precisi, permetteranno a tutti i nostri defunti di avere una dignitosa sepoltura all'interno di una struttura adeguata, e capiente, collegata al centro urbano da una strada in basole illuminata, comoda e sicura.
In una società variegata e dalle molte velocità, nella quale convivono regione e popoli già proiettati e operanti nell'Europa Unita attraverso le più svariate e sofisticate tecnologie, pure, esistono realtà come la nostra comunità dove ormeggiare la propria imbarcazione e dormire serenamente la notte è impossibile. Una comunità dove spedire o ricevere posta ordinaria è un evento vincolato dalle condizioni marine o dalle decisioni delle Poste Italiane S.p.A. (che, nell'esaltazione di una politica votata al risparmio, garantisce un servizio insufficiente e inadeguato). La nostra società ci bombarda quotidianamente con immagini televisive che mostrano trapianti di arti, organi e miracoli della medicina, mentre i nostri operatori presso la Guardia Medica combattono disperatamente affinché le A.S.L. li riforniscano di aghi, fili di sutura, e tutto l'indispensabile per un minimo soccorso immediato.
In questa nostra futuribile società esiste una flotta peschereccia, dedita alla pesca del pesce azzurro, decimata e sull'orlo del collasso, costretta a percorrere centinaia di miglia e i cui uomini rimangono mesi lontano da casa per un reddito sempre inferiore al sacrificio. Esiste una Riserva Marina punitiva e soffocante che imprigiona nella propria isola; una Riserva il cui progetto, rivisto e corretto, potrà con l'intervento di una oculata gestione comunale, far rivivere e rilanciare quell'economia legata al mare che rappresenta il futuro di Marettimo.
Pur nella ineluttabilità di uno sviluppo esponenziale delle economie del Nord-Est d'Italia, che vanta notevoli tassi occupazionali, traguardo o chimera delle nostre realtà, piccole grandi conquiste come la strada del cimitero, rappresentano momenti fondamentali per un graduale ma decisivo miglioramento della propria vita ed una maggiore fiducia nelle proprie possibilità e nel proprio futuro.
Alberto Sercia
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