Perché Plinio l'avesse chiamata "isola sacra" fu per me chiarissimo mentre salivo, sempre più in alto, verso la cima del Pizzo Falcone. Salivo tra il profumo inebriante dei pini e delle piante aromatiche, mano nella mano con mio marito, presenti nel cuore tutti i miei antenati e coloro che sin dai tempi più antichi avevano abitato quei luoghi. Presente e passato erano fusi in quel salire che diveniva pian piano contemplazione ed incanto ad ogni variazione del paesaggio, ogni volta che tra il vento dai profumi intensi si mostravano in basso i fondali limpidi, e le trasparenze variegate della vita marina, le spiagge dai ciottoli bianchi e le nere scogliere. Abbandonato il viottolo fra i cespugli di rosmarino e mirto, ci si inerpicava su per la montagna.
Mio marito coglieva ogni tanto un rametto di erbe aromatiche, ma il passo era sempre constante, la meta ancora lontana. Il punto più alto di Marettimo ci aspettava. Camminavamo in un intenso silenzio per non sciupare quel mistero che si svelava, quell'incanto di cui, senza meriti particolari, eravamo resi partecipi. C'era permesso di ammirare, in questa piccola isola un pezzetto di paradiso terrestre, così come era uscito dalle mani di Dio. Finita la salita più ripida ritroviamo il sentiero. La strada ora è facile, la meta vicina.
La gioia di essere giunti ci sommerge. Essere giunti insieme, questo il dono più grande! Per la prima volta così in alto, siamo trasportati in una realtà di gioia e luce purissima. Non c'è spazio per nessun altro sentimento! In silenzio, per non spezzare l'incanto, scendiamo.
Giunti al paesino il cuore trabocca di tenerezza e gratitudine. Adesso per me il mistero è svelato!
HIERA, l'antico nome dell'isola deriva da "Iera nesos" (Polibio 1,60,3) "Isola sacra", ed il suo nome attuale, mare e timo, pianta onorifica che a Marettimo cresceva abbondante, svela il motivo di tale sacralità. Sospesa nel profumo della sua montagna che, come incenso, eleva un'eterna preghiera di lode, l'isola è circondata dal mare e dalle grotte marine, cattedrali naturali innalzate al creatore.
Dentro le grotte si respira solennità. Personaggi mitologici e sacri quasi racchiusi nella roccia. Suoni e colori, elevano l'anima. Marettimo, isola sacra dunque, sospesa tra mare e cielo, perla delle isole Egadi!
Maria Pia Bevilacqua
Qui a Monterey. Una signora (Anita Maiorana Ferrante) così mi ha descritto questa "isola magica", questa Marettimo che lei visita ogni anno. Mi ha detto che mi sarei innamorata fin dal momento del mio arrivo: - guarda il mare, guarda la chiesa, guarda la gente - mi disse - e non avrai più voglia di andar via. Aveva ragione.
Come reporter ero in cerca di informazioni utili sull'isola e sui racconti dei parenti della gente che oggi vive a Monterey.
Sono riuscita a trovare tutto ciò che cercavo ed insieme ho portato con me un'esperienza che non si potrà mai ripetere (a meno che, forse, quando ritornerò).
Ero accompagnata da un'altra donna americana, anche lei era in cerca della bellezza di quel mare di cui avevamo sentito parlare.
Tuttavia la visita è risultata una sorpresa bella e continua, piena di scorci che non avevo mai visto prima. La nostra guida, Pietro La Porta, sapeva che per poter meglio comprendere Marettimo, avevo bisogno di fare un giro dell'isola in barca.
Dalla nostra partenza dallo scalo nuovo, la vista era incredibile. Non ho mai visto un'acqua così limpida e azzurra e immagino che non la rivedrò mai in nessun altro luogo.
Però non sono i ricordi di ciò che ho visto la cosa più importante che porto con me nel cuore. Sono le memorie della gente.
Ricordo i pescatori, i cugini, i parenti ed amici dai cuori generosi. Con amore ricordo l'ospitalità che mi ha fatto sentire (almeno nei miei sogni) originaria di questa piccola isola. Capisco finalmente la forza di cui tutti parlano, che lega Marettimo a Monterey; capisco come la bellezza di Monterey possa far pensare alla bellezza di Marettimo; capisco perché i Marettimari in Monterey abbiano nostalgia della vita in Sicilia.
Qui a Monterey il mio lavoro è di descrivere ai lettori del nostro giornale una visita a Marettimo e sono certa che sarà quasi impossibile.
Sono molto grata per la generosità ed il calore che ho trovato in tutti quelli che ho incontrato e spero di vedere tutti, nuovamente, molto presto.
Victoria Manley
(cronista de "The Herald Monterey")
|
Trascorrere l'inverno in una piccola isola come Marettimo è un'esperienza che tutti dovrebbero fare. Inoltre è l'unica maniera per rendersi veramente conto dei disagi che la comunità deve affrontare giornalmente per far fronte a situazioni che sulla terraferma sembrerebbero di banale quotidianità.
La comunità che vive a Marettimo è disposta ad affrontare tutte le difficoltà che l'esperienza comporta, per poter mantenere il privilegio di vivere su un'isola, ma non vuole rinunciare ai diritti civili e ai servizi pubblici essenziali, di cui godono gli altri cittadini.
Per questo lo scorso inverno ci siamo impegnati a condurre delle battaglie che, a nostro avviso, sono indispensabili per rendere dignitosa la vita su quest'isola. Ci siamo rivolti alla autorità competenti con lettere e petizioni per i problemi riguardanti la sanità e le sue gravi carenze, così come abbiamo protestato per i tagli al personale dell'ufficio postale, che avrebbero ridotto a sole un paio d'ore l'apertura dello sportello al pubblico e reso impossibile la distribuzione della posta.
Qualche battaglia è stata vinta, per qualcun'altra aspettiamo ancora un riscontro, ma abbiamo ottenuto dei risultati che ci fanno pensare che forse questa è la strada da seguire anche per il futuro.
E' nei nostri progetti affrontare i numerosi problemi che gravano sull'istituzione scolastica nell'isola, argomento molto delicato che nessuno ha mai affrontato con la dovuta attenzione.
Cogliamo l'occasione per ringraziare coloro che hanno (finalmente!) reputato i nostri problemi, come veri e propri rischi per la sopravvivenza dalla comunità stessa.
Un ringraziamento va al governo della Regione Siciliana, per l'istituzione di un ufficio per le Isole Minori che si sta attivando per la risoluzione di alcuni problemi. All'On. Camillo Oddo per aver proposto l'inserimento di un fondo, nel bilancio regionale, per la realizzazione degli eliporti nelle Egadi, e all'On. Maurizio Gasparri per un interrogazione al Parlamento Nazionale sulle carenze sanitarie di Marettimo.
E.A.
UNA SICILIA... "PARTICOLARE" |
Una Sicilia piccola, come piccola deve apparire dalla lontana America, che sta tutta in una mano, una Sicilia di pane che si potrebbe mangiare ma che è così ben fatta che è solo cibo per gli occhi.
Occhi stupefatti, meravigliati e rapiti da tanta bellezza che sta lì in quel "pane" triangolare e tutt'intorno nei luoghi da cui quel "pane" proviene.
Gli occhi e le mani sono quelli di Dan Albert, sindaco di Monterey, in visita in quei luoghi che molti suoi "cittadini" hanno lasciato anni or sono. Il luogo è un tipico locale nel centro storico di Trapani dove si è pensato di allietare la permanenza di Mr.Albert e dei suoi amici (Jack "l'amico di sempre" come ci dirà presentandocelo e le gentili consorti).
Non è stata solo una serata organizzata per degustare i nostri prodotti... sarebbe riduttivo.
Desideravamo che Dan "diventasse" un po' siciliano... che potesse portare nel suo cuore un po' di cultura e di "calore" tipici della nostra amata terra.
Si sa, a tavola diventa tutto più semplice...
Il buon cibo, l'amabile vino, la gradevole musica ed i canti e... il gioco è fatto.
Come per magia, quelle persone che si era incontrati per la prima volta solo poche ore prima, stavano di fatto diventando degli amici.
Così, accantonati i panni ufficiali di sindaco, Mr. Albert ci ha parlato della sua città, terra baciata dal sole come la nostra, e, a sua volta, ha ascoltato incuriosito per tutto ciò che aveva visto (purtroppo poco, dato il tempo a disposizione).
Poi, un breve giro tra le strade di Trapani. Dan ha assistito all'allestimento dei sacri gruppi dei Misteri nella chiesa del Purgatorio: un'esperienza indimenticabile anche per coloro che ben conoscono queste tradizioni.
Chissà se si è riusciti ad offrire una serata diversa ai nostri ospiti, impegnati in serate ed eventi ufficiali in questo loro giro in Sicilia. Tour per ripercorrere le tappe che tanti nostri compaesani si sono ritrovati, con sacrificio e spesso con dolore, a dovere affrontare per raggiungere una nuova terra che prometteva lavoro e guadagni.
Dagli sguardi che i nostri amici avevano il giorno seguente salutandoci, a Marettimo, dopo l'inaugurazione di Piazzale Monterey, la sensazione era quella di essere riusciti nel nostro intento. Arrivederci amici... magari a Monterey!
BUY SICILIAN
|