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Marettimo, le cose che contano

di Marco Vitale

Marettimo è un'isola delle Egadi di forte e genuina tradizione marittima (pescatori locali, imbarchi, pesca in Alaska nel tempo del salmone). 
Su queste attività tradizionali si sta innestando un turismo di una certa qualità che non ama solo il mare ma anche l'ambiente genuino ed antico dell'isola e la rara combinazione di un mare splendido con la possibilità di vere escursioni nell'entroterra montagnoso dell'isola, arricchito da una flora di grande interesse. 
L'innesto di questo tipo di turismo sulle attività tradizionali potrebbe consentire una vita serena e lavoro per tutti ponendo un freno al graduale spopolamento, come è successo nei paesini di pescatori della Britannia e dell'Islanda. 
Ma, naturalmente, è necessario che alcune cose importanti siano a posto. Vediamone lo stato delle principali: porticciolo, pulizia, telecomunicazioni, sentieri. 
- Porticciolo
Cosa c'e di più importante per un'isola come Marettimo, di un porticciolo, ben progettato e ben costruito, che protegga abitanti, turisti e mezzi pubblici dalle raffiche di scirocco e di libeccio? E invero è tanto importante che ne sento parlare dal 1968. L' anno scorso, finalmente, i lavori sono incominciati. Si tratta di un prolungamento del molo dello Scalo nuovo, mal progettato e peggio costruito. 
Ma non importa... A qualcosa servirà… Ma, dopo aver speso alcuni miliardi, i lavori sono stati fermati, per le solite ragioni un po' misteriose. 
Forse sono finiti i fondi. Forse la ditta appaltatrice è fallita. Chissà... 
Resta il fatto che il nuovo molo si protende, sgangherato ed incompleto, nel mare, rendendo l'accesso, se possibile, ancora più difficile. Sicché il traghetto, una volta su tre, arriva in prossimità del malo senza attraccare. Troppo pericoloso! - dice il comandante. 
E la gente se la prende con lui. Ma lui che c'entra? E, se tutto resterà così, le prime mareggiate d'autunno inghiottiranno quei miliardi mal spesi, dopo vent'anni di chiacchiere. E la gente sarà sempre più arrabbiata e scoraggiata. 
- Pulizia
Il turismo moderno vuole pulizia per le strade. Forse è una mania, un po' esasperata. Ma questo vuole il turismo moderno. Ed è, forse, per scoraggiare il turismo che il Comune lascia il servizio di pulizia dell'isola in stato di deplorevole abbandono. Ogni tanto dei volontari si danno da fare e ripuliscono l'isola. Quest'anno ci si è, generosamente, impegnato anche un nucleo di giovani della Guardia di finanza. Ma perché, nel nostro Paese, persino la pulizia delle strade diventa un dramma, una cosa straordinaria, una cosa da affidare ai volontari? A cosa serve un Comune se non sa neanche tenere pulite le strade? "Ma anche le strade di Milano sono sporche" ha detto il sindaco. E' vero ed è una cosa triste e vergognosa, segnale del degrado della grande città. Ma a Milano non si vive di turismo. Neanche questa elementare verità capisce il Sindaco delle Egadi... 
- Telecomunicazioni
Marettimo è un'isola civile ed informata. Ogni anno parecchi dei suoi abitanti sono in giro per il mondo, imbarcati, o vanno e vengono dagli Stati Uniti per la pesca del salmone in Alaska. Quindi anche loro hanno ascoltato e sperimentato le meraviglie delle moderne telecomunicazioni. Ma poi, nella loro isola, è raro riuscire a fare una telefonata senza che il collegamento salti una o più volte. 
Il problema e la soluzione sono molto facili. Bisogna spostare una oscena antenna che sconcia il centro del paese, collocata in un posto tecnicamente sbagliato. 
 

E' da anni che se ne parla. Ma non se ne fa nulla. Sicché quest'anno un gran numero di abitanti e di turisti si è deciso a diffidare la Telecom, minacciando ogni più appropriata azione legale "contro la grave violazione dei propri diritti e per il risarcimento del colossale danno turistico già subito. 
Per un servizio fondamentale non possono esistere cittadini di serie A e di serie B". Credo e spero che questa volta non ci si fermi qui. 
- Sentieri
Una delle caratteristiche uniche di Marettimo è la possibilità di straordinarie escursioni che la configurazione montagnosa dell'isola offre. Un' isola dove si può fare del trekking autentico. Negli ultimi anni questa possibilità è stata scoperta da un numero crescente di appassionati di trekking, grazie all'azione di promozione svolta da appassionati di questa attività sportiva. 
Ma anche grazie ad un intervento di recupero dei vecchi sentieri da parte della Forestale, che ha realizzato un'opera di straordinaria qualità ed interesse. 
Gruppi di giovani locali, ben guidati da esperti della Forestale hanno reso accessibili antichi sentieri che tendevano a scomparire, aprendo anche ai meno esperti le meraviglie naturali dell'interno dell'isola. 
Si è trattato di una spesa che ha vera e propria natura di investimento, in quanto ha arricchito il territorio, ne ha aumentato la fruibilità turistica, ha trattenuto sul posto giovani, altrimenti destinati ad andarsene a lavorare altrove, sulla loro isola, per la loro isola. 
Devo dire che ammirando la qualità e l'utilità di questa spesa, spesso mi sono meravigliato chiedendomi: come è possibile un intervento così giusto, così utile per la valorizzazione delle risorse reali? Cosa è successo? Devono essersi distratti! Ed in effetti l'ordine e la normalità sono stati rapidamente ripristinati. 
La corretta azione della Forestale è stata, praticamente, sospesa. Sicuramente, in breve tempo, i sentieri andranno in rovina, i giovani si disperderanno e si perderà questo incipiente avviamento acquisito nel mondo dei trekkisti. 
Vi ho raccontato alcune storie dell'Italia minore, tutte caratterizzate da una precisa volontà di umiliare la valorizzazione delle risorse reali locali. Se ad un gruppo di giovani, fantasiosi economisti, fosse stato assegnato il compito: "simulate un insieme di misure atte ad impedire lo sviluppo e l'occupazione in una zona del Sud", ben difficilmente essi sarebbero riusciti ad immaginare qualcosa di più efficace e coerente. 
Storie di Sicilia, si dirà... No! Storie d'Italia! Solo che in Sicilia si vedono meglio, si capiscono meglio, pesano di più. Forse anche per questo amo tanto la Sicilia: perché mi aiuta a capire. Moltiplicate queste storie per mille e mille storie simili nel Sud e capirete perché esiste la disoccupazione nel Sud e perché continuerà ad esistere, implacabilmente. Capirete perché le elemosine dei Treu peggioreranno la situazione, anche se potranno aumentare i voti al suo partito. 
E questo fin quando non faremo, insieme, una nuova spedizione dei Mille che alla durezza militare di Nino Bixio, al fascino ed alla visione di Garibaldi, non aggiunga la lucidità ed il profondo senso di democrazia reale, per battersi, non contro i Borboni, ma contro gli oppressori "che non sono soltanto a Corte, ma in ogni città, il ogni villa". 
Ricominciamo a parlare di diritti e di doveri ed a batterci per gli stessi, ripartendo dai Comuni. Solo qui si può rifondare la nuova unità d'Italia, come, fortunatamente, in parecchi Comuni si sta facendo. 
Solo questo è federalismo. 
 

Marco Vitale

Editoriale

Isole Minori, luoghi di vita da salvaguardare

La Sicilia, con le sue 17 isole minori, è la regione italiana che ne possiede il più alto numero. Questa enorme ricchezza, sia nel passato ma soprattutto nel presente, non è stata considerata come tale. Spesso questi lembi di terra in mezzo al mare sono stati utilizzati come luogo di reclusione, di restrizioni e solitudine, oltre che come postazioni strategiche di avvistamenti e controlli militari. Non sono mancati neanche i predoni, che sotto la totale indifferenza dei governi centrali, hanno saccheggiato e sfruttato le risorse isolane facendo dei danni irreparabili al territorio, il quale rimane sempre una risorsa limitata ed irriproducibile con la propria "capacità di carico". 
Anche sotto l'aspetto turistico, nella maggior parte dei casi, non vi è stato un corretto sviluppo. Infatti l'atteggiamento preminente sia dell'operatore pubblico, sia dell'operatore privato, ma anche del turista, è stato quello dello sfruttamento senza programmazione e senza alcun limite. Questo soprattutto a discapito delle tradizionali attività economiche di questi luoghi quali la pesca, l'agricoltura, la cantieristica e le maestranze artigianali che in alcuni casi non esistono più. Si aggiunge, inoltre, la mancanza di interventi strutturali ed infrastrutturali che non hanno assolutamente migliorato la qualità della vita delle popolazioni residenti e posto le condizioni per una loro crescita economica. 
Ciò ha comportato spesso la riduzione delle popolazioni residenti soprattutto nel periodo invernale. Si assiste proprio in questi ultimi anni, così come era avvenuto agli inizi del secolo e nel secondo dopoguerra, ad un abbandono definitivo, soprattutto dei giovani, delle isole. 
Questo rappresenta il problema maggiore che bisogna affrontare se si vuole rilanciare e valorizzare questo enorme patrimonio.
 

Bisogna assolutamente mantenere "vive" queste realtà non solo per un paio di mesi, ma per tutto l'anno solare per evitare che diventino degli scatoloni belli da vedere, ma vuoti dentro, senza identità e rappresentatività. L'elemento "uomo" che ama e lavora nella propria isola deve essere messo in primo piano, in quanto esiste in sé un implicito ed innato senso di "presidio del proprio territorio". 
Il modello di sviluppo da utilizzare deve essere quello di esaltare le vocazioni specifiche di ogni isola e valorizzare le attività economiche già consolidate, salvaguardando e utilizzando bene l'ambiente naturale senza, però, abusare di vincoli restrittivi che non fanno altro che mummificare maggiormente queste realtà particolari. Così la pesca locale e la gestione del mare devono avere un ruolo di primo piano in quanto si presentano coerenti allo sfruttamento delle risorse locali. Per far ciò occorrono azioni finalizzate a favorire la raccolta, conservazione, vendita e trasformazione del pescato o la creazione di scuole del mare. Lo stesso discorso vale per la valorizzazione della montagna che in alcuni casi, come per esempio nell'isola di Marettimo, è risultata elemento trainante di richiamo turistico oltre che fonte di reddito e di occupazione. 
Sicuramente quello che può risultare determinante è la creazione o miglioramento di infrastrutture quali quelli di trasporto (come ad esempio porti, eliporti, ecc.), di smaltimento dei rifiuti, di strutture scolastiche, presidi medici o strutture di riunione che hanno un ruolo determinante sia nella crescita delle attività produttive, sia nella fornitura di servizi essenziali alle popolazioni locali. Tutto ciò significa anche dare maggiori e reali attrattive per il turista che, sebbene si rechi nelle nostre isole per la bellezza del mare e per il caldo sole, vuole anche trovare buoni e funzionali servizi, ma soprattutto vuole percepire il caldo e sincero abbraccio di comunità isolane vere, armoniche, compatte. 
 

Luigi Ialuna