La
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo
Alla sommità della collina, davanti ad un ampio piazzale, oggi da sola, ma un tempo attorniata da case, sorge la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. Il nucleo primitivo dell'edificio (vedi abside semicircolare) risale al sec.XI, ma la sua attuale struttura è del milletrecento. Costruita secondo i caratteri romanici, l'ampia e quasi quadrata facciata si vivacizza con un magnifico rosone
in travertino a raggi di colonnette tortili al cui centro campeggia S. Pietro con il triregno; al centro della base si apre un bel portale in terracotta, costituito da tre archi sovrapposti e adorno di formelle scolpite. Addossata al fianco sinistro e allineata con la facciata, la robusta torre campanaria del trecento si innalza per ventisei metri. |
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L'interno della chiesa, recentemente restaurato, è a due navate divise da due archi ad ogiva, la copertura è a capriate. Alle pareti erano allineati sette altari lignei policromi di stile baroccheggiante: l'altare maggiore dedicato ai Santi Pietro e Paolo contiene una tela, attribuita al patrignonese Martino Bonfini (1564-1636), raffigurante i santi titolari con sullo sfondo Castignano visto da Montalto. Sopra campeggia la Vergine Maria della Misericordia, della terziaria domenicana Maria Lucia Ricci (1698-1789) figlia di Ubaldo Ricci di Macerata, dono di Gaspare Angelini 1756, e incoronata il 14 aprile 1797. A destra l'altare della Madonna del Rosario, fino al 1720 con tela di Simone De Magistris (ora esposta nella chiesa di S. Egidio), che racchiude nella nicchia la Madonna in trono con Bambino. | |
L'altare di S.
Giuseppe restaurato e spostato nella parete opposta perché copriva il
meraviglioso affresco del Giudizio universale (1425).
Questa opera fu fatta fare da [...Cole Trisiclii di Castignano in
suffragio dei suoi morti il 15 del mese di ottobre per mano del maestro
Antonuccio nell'anno MCCCCX...]", maestro che
forse ha lavorato a Loreto Aprutino e a
Offida. L'affresco è da ammirare minuziosamente in tutte le sue parti poiché rivela, "libro di catechesi per analfabeti", la teologia sui novissimi: Il Cristo, passato attraverso la passione e morte, ora con i segni della risurrezione, costituito Signore e Giudice e attorniato dagli angeli, viene nella gloria; gli angeli tubicini svegliano i morti che (in basso) usciti dalle tombe tra fiere dantesche, si presentano, dopo aver attraversato il ponte della prova o del "capello", all'angelo che legge dal "libro dove tutto è scritto" e a S. Michele che le "pesa" davanti a S. Giorgio. Le anime accedono al Paradiso per la porta custodita da S. Pietro e accolte dai tre patriarchi. Alla sommità del palazzo, vestite e servite dagli angeli, danzano tra angeli musici e angeli svolazzanti che gettano fiori. Nel punto più alto del paradiso, alla destra del giudice schiere di beati preceduti dalla Madonna orante. Alla sinistra l'inferno con i dannati che, trasportati con la nave, in quasi bolge dantesche, vengono torturati da diavoli. Sorprende per la nitidezza del tratto i tre personaggi in basso a sinistra: certamente Catone Uticense, portinaio del Purgatorio, che istruisce Dante, riverente, incoraggiato da Virgilio. L'affresco contiene scritte didascaliche in gotico minuscolo, interpretate da P. Antonio Salvi OFM Capp. |
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Sulla parete nord erano allineati tre altari all'inizio della navata laterale, vicino al campanile, resta la trabeazione dell'altare del Presepio con tela di Giacomo Foschi (XVIII sec.); a seguire l'altare di S. Lucia e, dopo la porta della sacrestia, l'altare di S. Antonio Abate con statue in cartapesta nelle rispettive nicchie, ora nella chiesa di S. Egidio. |