Commento storico-artistico:
La grande pala d’altare è divisa in due fasce, tenute unite dai soli sguardi: nella parte superiore vediamo l’assunzione di Maria, in quella inferiore quattro Santi cha assistono alla scena.
La parte superiore è di più facile lettura: la Vergine viene sollevata da tre angeli che stanno sotto di lei, un quarto, sulla destra, sembra voler liberare la salita dalle nuvole spingendole lontano. Due giovani angeli stanno teneramente vicino a Maria e sembra quasi che cerchino attenzioni e carezze. Sulla sinistra altri due angioletti fanno capolino da una nube. Cinque cherubini completano le schiere angeliche. I cherubini sono stati qui raffigurati secondo l’iconografia rinascimentale, come testoline infantili alate, ma la tradizione può mostrarli anche come esseri con quattro facce e sei ali.
I Santi della parte inferiore sono più difficili da riconoscere poiché non stringono in mano i loro simboli. Partendo da sinistra vediamo San Pietro, un angelo stringe in una mano le chiavi, una è in terra, e una catena, richiamo alla prigionia di Pietro; Santa Maddalena De’ Pazzi, suora carmelitana, è riconoscibile dalla corona di spine.
Il giovane a fianco è identificabile con San Luigi Gonzaga grazie alla cotta sopra la veste talare e il giglio. Chiudono la teoria un vescovo dalla barba bianca e un ragazzino alle sue spalle che regge in mano tre sfere d’oro; il Vescovo è San Nicola da Bari. Le tre sfere derivano dal racconto agiografico secondo il quale durante la notte di Natale il vescovo avrebbe donato la dote a tre ragazze permettendo loro dunque di sposarsi. Da questo episodio è nato poi Babbo Natale che, vestito di rosso come il vescovo, passa la notte di Natale a lasciare doni. I Santi Pietro, Caterina e Nicola guardano verso l’alto, l’angelo e il servitore di Nicola guardano verso l’osservatore coinvolgendolo e portandolo dentro al quadro a condividere con i Santi la visione della Assunzione di Maria.