Commento storico-artistico:
Anche questo episodio trova le sue fonti solo nei Vangeli apocrifi.
Vediamo Giuseppe steso sul letto posto trasversalmente alla scena, in basso a sinistra compaiono gli strumenti del falegname, allusione alla sua professione; ai fianchi del letto ci sono Gesù, il cui sguardo si incontra con quello di Giuseppe, e Maria in triste preghiera. La scena, nonostante si svolga in un interno, come suggeriscono la pavimentazione e la porta, vede in alto i cieli aperti da cui scendono angeli di varie età. Dietro al letto un angelo tiene sollevato il bastone fiorito, simbolo di San Giuseppe che allude allo sposalizio con la Vergine; ai piedi del letto ne è inginocchiato un altro a mani giunte. Un terzo angelo, guarda teneramente San Giuseppe e sorride creando un contrasto stridente con Maria proprio sotto di lui, e tiene sospesa una corona di fiori, annuncio del suo ingresso in Paradiso e spiegazione della sua espressione apparentemente stonata e fuori luogo. A ben guardare, in effetti, la scena è stata sapientemente divisa in due, in basso la parte terrena, la casa, il dolore dei famigliari e degli angeli presenti, gli strumenti da lavoro e la stessa prospettiva con il gradino in primo piano. In alto su di un fondo dorato, mosso da qualche nube c'è il modo celeste degli angeli e della gioiosa contemplazione di Dio nel paradiso. A fare da tramite e ponte tra le due sfere c'è la porta. Dietro alla porta nulla si vede, la porta è segno del passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti e qui abilmente collega cielo e terra. Paradossalmente il mondo dei vivi, quello in basso, è segnato profondamente dalla morte, quella di San Giuseppe soggetto della tela, e dalla staticità, nessuno si muove, non tira neanche vento, tanto che le vesti cadono pesantemente verso il suolo, mentre il mondo dei morti, l'oltretomba, il paradiso, è vivo, movimentato come indica chiaramente il ricco e gonfio vestito dell'angelo. Come spesso accade nell'arte medievale sembra che il pittore ci voglia comunicare che la vera vita è quella eterna che ci attende dopo la morte.