NUOVO TESTAMENTO |
Quando i primi cristiani si radunavano per pregare, probabilmente seguivano l'uso ebraico di leggere qualche brano di quello che noi oggi chiamiamo Antico Testamento. In un primo tempo, i discepoli
che avevano conosciuto personalmente Gesù parlavano della sua vita e dei suoi
insegnamenti. Le comunità da loro fondate avevano spesso bisogno di essere
incoraggiate nella vita di fede e istruite su questioni di ordine pratico;
gli apostoli e i loro collaboratori scrivevano lettere con esortazioni e
insegnamenti: si formò così il corpus delle lettere degli apostoli. Nel frattempo, sia
con la morte dei primi missionari, sia con l'espandersi del cristianesimo, si
rese necessario mettere per iscritto le loro testimonianze e tramandare le
vicende della Chiesa nel suo nascere e nel suo affermarsi: nacquero cosi i
Vangeli e gli Atti degli Apostoli. |
I vangeli I quattro vangeli (rispettivamente
di Matteo, Marco, Luca e Giovanni) contengono racconti della vita di Gesù, ma
non sono delle biografie. In realtà essi non riferiscono quasi nulla
dell'infanzia e della giovinezza di Gesù, mentre forniscono dettagliati
resoconti dell'ultima settimana della sua vita. Le vicende di Gesù furono
probabilmente trasmesse oralmente dai suoi seguaci fin dai primi giorni, e i
materiali in base ai quali furono compilati i vangeli circolavano da molto
tempo, prima di assumere la forma scritta. Man mano che la Chiesa andò espandendosi nell'impero romano, la necessità di disporre di testi scritti crebbe enormemente. |
Miniatura
dei quattro evangelisti; illustra un codice che contiene i quattro vangeli,
ed è stata eseguita tra l’XI e il XII secolo. |
Ci sono molti aspetti
di Gesù che i vangeli ignorano: non vi sono descrizioni del suo aspetto
fisico, ne particolari sul suo temperamento; nessuno dei quattro vangeli,
inoltre, fornisce un resoconto giornaliero dei tre anni sui quali si
concentra la narrazione evangelica. L'intento principale degli autori del
Vangelo era di testimoniare la fede in Cristo agli altri, e le notizie su
Gesù servono proprio a questo. I quattro vangeli forniscono informazioni che sono frutto di una scelta: Luca (1,1-4) e Giovanni (20,30; 21,25) affermano espressamente di avere omesso numerose informazioni, delle quali pure disponevano. I vangeli contengono molto di più che non semplici narrazioni: presentano una riflessione matura sul significato della persona di Gesù e raccontano al lettore ciò che può far nascere, rafforzare e perfezionare la fede in Lui. |
Ci rivelano anche alcuni dettagli sugli interessi e sulle preoccupazioni degli autori; ciascun evangelista ha scelto alcuni materiali, e il raffronto delle procedure eseguite può essere utile per la comprensione complessiva del messaggio. |
L’evangelista Marco fa parte delle
illustrazioni di un evangelario scritto in armeno detto “ Evangelario della
Regina Milk” del IX o X secolo. |
La morte di coloro che avevano conosciuto Gesù personalmente rendeva ancora più necessario tramandare e conservare le loro testimonianze. All'epoca in cui i vangeli furono trascritti, la Chiesa si era già ampiamente diffusa anche al di fuori dei confini palestinesi, ma nonostante ciò i testi sono pervasi da segni della cultura ebraica e della lingua aramaica. Queste
caratteristiche, e altre ancora, suggeriscono che gli scrittori dei vangeli
si preoccupassero non soltanto dei loro obiettivi teologici, ma anche della
correttezza storica degli eventi narrati. |
Gli Atti degli Apostoli
Come i vangeli, dei quali condividono numerose caratteristiche, anche gli Atti degli Apostoli, opera dello stesso autore del terzo vangelo, furono scritti sotto forma di "storia con un obiettivo" Si tratta di un resoconto selettivo, che non documenta quindi le azioni di tutti gli apostoli: i primi capitoli riferiscono la storia di personaggi come Pietro e Giovanni, due tra i discepoli più importanti di Gesù; il resoconto si sposta poi su Paolo, che era un convertito della seconda generazione, narrando i suoi tentativi di portare il messaggio cristiano nei paesi e nelle città più importanti dell'impero romano, e quindi il diffondersi del Vangelo "in tutto il mondo" allora conosciuto (Atti 1,8). Le lettere apostoliche
Le lettere scritte
dagli apostoli, o scritte da loro discepoli e attribuite agli apostoli,
secondo un uso corrente nella letteratura antica, sono 21:13 sono attribuite
a Paolo, 2 a Pietro, 3 a Giovanni, una a Giuda, una a Giacomo e una
all'anonimo autore della lettera agli Ebrei. Nell'impero romano non tutti sapevano scrivere, ma le lettere rappresentavano ugualmente un ottimo strumento di comunicazione. Il greco era la lingua utilizzata negli scambi quotidiani, e anche dove affiancava altre lingue, come avveniva ad esempio con l'aramaico in Palestina, era compreso da gran parte della popolazione. Questa situazione fu di grande vantaggio per i primi missionari cristiani, in quanto consentiva loro di utilizzare una sola lingua per comunicare ovunque si recassero.
Le lettere sono state scritte come risposta a problematiche specifiche, ma rappresentano l'unica testimonianza della natura dei dibattiti cui facevano riferimento. In alcuni casi, ad esempio nella corrispondenza di Paolo con la Chiesa di Corinto, sappiamo per certo che all'apostolo erano state inviate lettere contenenti domande specifiche, alle quali egli rispose con le lettere ai Corinzi. Le lettere che gli erano state inviate sono però andate perdute, e Paolo non ci riferisce mai esaurientemente il loro contenuto, che ha creato veri e propri problemi interpretativi. |