Nostra Signora di Le Laus |
La
Santissima Vergine MARIA è stata
spesso la messaggera di Dio presso gli uomini per distoglierli dal peccato e
riportarli all'amore del loro Creatore. Nel corso degli ultimi secoli, essa è
intervenuta a parecchie riprese, in particolare a La Salette, Lourdes e
Fatima ; ma, in precedenza, essa aveva degnato di manifestarsi ad una povera
ragazza delle Alpi, Benedetta
Rencurel. |
Il
16 settembre 1647, Benedetta Rencurel nasce nel piccolo comune di
Saint-Etienne d'Avancon (Alpi del Sud). I suoi genitori sono buoni cattolici,
che vivono modestamente del loro lavoro manuale. Alla nascita di Benedetta,
essi hanno già una figlia, Maddalena ; una terza, Maria, nascerà quattro anni
dopo. Il padre, Guglielmo Rencurel, muore quando Benedetta, piena di vita e
di buon umore, ha sette anni. Per la vedova e le tre bambine, il decesso
provoca la miseria materiale. Non c'è scuola a Saint-Etienne d'Avancon ;
perciò Benedetta non saprà mai leggere ne scrivere. Tutta la sua istruzione
consiste nella predica della Messa domenicale ; vi apprende che MARIA è la misericordiosissima Madre
di Dio, il che fa nascere in lei il desiderio di vederla. A Benedetta, anima
contemplativa, piace pregare a lungo. «Mi chiamo MARIA» Un
giorno di maggio del 1664, la ragazza, che e stata assunta in qualità di
pastora da contadini dei dintorni, custodisce le pecore in un vallone le cui
pendici sono squarciate da brecce che fanno pensare a grotte poco profonde.
Benedetta recita la corona, quando scorge una bella Signora su una roccia,
che tiene per mano un bambino di una bellezza singolare. « Bella Signora ! le dice, cosa fate lassù ? Volete far merenda con
me ? Ho un po' di buon pane, lo potremmo bagnare nella fontana! » La
Signora sorride della sua semplicità, e non dice una sola parola- « Bella Signora ! Non vorreste darmi il
vostro bambino, che mi rallegrerebbe tanto ? » La Signora sorride ancora
senza rispondere. Dopo esser rimasta per un po' con Benedetta, prende in braccio
il bambino e sparisce nell'antro della roccia, dove la pastora l'ha vista
entrare ed uscire a parecchie riprese. Per
quattro mesi, la Signora si lascia vedere ogni giorno e conversa molto
familiarmente con la ragazza. Per
prepararla alla sua futura missione, la educa, correggendone la vivacità e la
rudezza, la testardaggine ed l'attaccamento alle cose ed agli animali.
Benedetta racconta le sue visioni alla padrona, che, di primo acchito, non ci
crede ; però, un bel mattino, la segue di nascosto nel vallone delle Fornaci.
Ivi, non vede la Signora, ma sente le parole che essa rivolge a Benedetta.
Ora, l'apparizione domanda alla pastora di avvertire la padrona dei pericoli
che minacciano la sua anima: «La sua coscienza è in cattivo stato. Che
faccia penitenza ! » Colpita, questa si corregge, riprende a frequentare
i sacramenti e vive molto cristianamente per tutto il resto della sua vita.
Il 29 agosto, Benedetta chiede il suo nome alla visitatrice, e si sente
rispondere : « Mi chiamo MARIA». Ma, nello stesso tempo,
la Vergine le annuncia che le apparizioni cesseranno per un certo tempo.
Infatti, Benedetta, per un mese intero, non vede la Signora ; il fatto che
quest'assenza la priva di consolazioni sensibili, contribuisce a purificarle
l'anima. Finalmente,
una mattina, sul finire dì settembre, la pastora, che ha fermato le pecore e
le capre in riva ad un fiume, scorge di fronte a se la Signora, splendente
come un bel sole. Si affretta a raggiungerla. Ma il vecchio ponte di legno
che attraversa il fiume e inagibile. Attraversa allora il corso d'acqua
aggrappata al dorso di una grossa capra. Arrivata vicino all'apparizione,
domanda : « Bella Signora, come mai mi
avere privata tanto a lungo dell'onore di vedervi ? - Ormai, quando vorrai
vedermi, potrai farlo nella cappella che sì trova in località Le Laus »,
risponde la Signora, indicandole la via da seguire. Il giorno dopo Benedetta
si reca nella frazione di Le Laus e arriva alla piccola cappella. Entra
subito e vede sull'altare la Vergine MARIA
che si congratula con lei perché ha cercato con tenacia senza impazientirsi.
Estasiata di rivedere Nostra Signora, Benedetta è confusa nel constatare la
povertà e la sporcizia del luogo; propone di tagliare in due il suo
grembiule, per metterle una tovaglia sotto i piedi. La Signora le risponde
che tra breve non mancherà nulla ; vi vedrà lini, ceri ed altri ornamenti;
aggiunge che vuol far costruire una chiesa in suo onore ed in onore del suo
figlio prediletto; molti peccatori e peccatrici si convertiranno. Durante l'inverno
1664-1665, Benedetta sale spessissimo a Le Laus ; ogni giorno, vede la
Vergine che le raccomanda « di pregare continuamente per i peccatori ».
Nostra Signora ci fa capire in questo modo che i peccatori si trovano in uno
stato pietoso. Dio è offeso dalle loro colpe, ma vuole prodigar loro la sua
misericordia, che può essere accertata .solo liberamente. La notizia delle
apparizioni si propaga tra i villici, grazie alle veglie, nelle sere
d'inverno. A partire dal 19 marzo (festa di San Giuseppe ), i pellegrini
accorrono a Nostra Signora di Le Laus. Molti hanno ottenuto grazie per sua
intercessione; vanno per confessarsi e prendere la risoluzione di cambiar
vita. Un olio miracoloso Nel
settembre del 1665, un'inchiesta sulle apparizioni di Le Laus viene iniziata
dal vicario generale di Embrun, Antonio Lambert. Questi, dopo aver terminato
l'interrogatorio della veggente, celebra la Messa. E’ presente, quel giorno,
Caterina Vial, una donna gravemente colpita da una malattia nervosa, origine
del ripiegamento de!le sue gambe, in modo tale che le calcagna toccano il
fondo della schiena. I suoi genitori hanno fatto di tutto per guarirla, ma
inutilmente. L'ammalata è stata condotta a Le Laus perché vi facesse una
novena a Nostra Signora. Durante la notte che segue la fine della novena,
essa riesce a stendere le gambe e si sente guarita. La mattina dopo, si fa
portare nella cappella, mentre il vicario generale finisce la Messa. Si grida
a gran voce: « Miracolo ! » Terminata la Messa, il sacerdote interroga la miracolata
ed i testimoni, poi afferma : « Ecco la mano di Dio». Così, il 18 settembre
1665, quando Benedetta compie diciotto anni, le apparizioni ed il
pellegrinaggio sono ufficialmente riconosciuti dall'autorità diocesana e, a
partire dall'ottobre dello stesso anno, ha inizio la costruzione di una
chiesa abbastanza grande per accogliere i pellegrini, sempre più numerosi. Nostra
Signora sì è rivelata a Le Laus come riconciliatrice e rifugio dei peccatori.
Da anche segni per convincerli della necessità di convertirsi. Annuncia
allora a Benedetta che l'olio della lampada della cappella (che arde davanti
al Santissimo Sacramento), opererà guarigioni su quegli ammalati che lo
applicheranno su di sé, a condizione che ricorrano con fede alla sua
intercessione. Infatti, vengono registrate in poco tempo numerose guarigioni
: una bambina ritrova l'uso di un occhio ; una persona è guarita da un'ulcera
alla mano. Ancora oggi si producono miracoli in quelle persone che, fiduciose
nell'intercessione di Nostra Signora, utilizzano devotamente l'olio di Le
Laus. Un'ancora di salvezza Benedetta
si prende a cuore la missione ricevuta dalla Santissima Vergine: quella di
preparare i peccatori a ricevere il sacramento della Penitenza. Pertanto,
incoraggia spesso i due sacerdoti addetti al santuario a ricevere i
pellegrini con dolcezza, pazienza e carità, dimostrando una bontà particolare
per i più grandi peccatori, onde incitarli a pentirsi. « Cristo ha istituito
il sacramento della
Penitenza per tutti i membri peccatori della sua Chiesa, in primo luogo per
coloro che, dopo il Battesimo, sono caduti in peccato grave... A costoro, il
sacramento della Penitenza offre una nuova possibilità di convenirsi e di
recuperare la grazia della giustificazione. In questo sacramento, il
sacerdote, che occupa il posto di Cristo giudice e medico, deve essere
informato circa lo stato del penitente. Di conseguenza, « bisogna che il
fedele, oltre alla consapevolezza dei peccati commessi, la contrizione e la
volontà di non ricadere, confessi i suoi peccati. In questo senso, il
Concilio di Trento dichiarava che era necessario "di diritto divino, che
si confessassero tutti e ciascuno dei peccati mortali "» (Giovanni Paolo
II, Motu proprio Misericordia Dei,
7 aprile 2002 ). Quest'obbligo
non è un peso imposto arbitrariamente ai penitenti, ma un mezzo di
liberazione per ritrovare
la pace del cuore. Se, con il peccato, ci siamo allontanati dal nostro Padre
Celeste, il sacramento della penitenza ci permette di tornare a Lui, di
buttarci fra le sue braccia misericordiose. La confessione è così l'occasione
di un tenero incontro fra il figlio ed il Padre. «
Non è il peccatore che torna a Dio per chiederGli perdono, ma è Dio che
rincorre il peccatore e lo spinge a tornare da Lui », diceva il santo Curato
d'Ars. « Per ricevere il sacramento della penitenza, ci vogliono tre cose,
aggiungeva lo stesso santo: la Fede che ci rivela Dio presente nel sacerdote,
la Speranza che ci fa credere che Dio ci farà la grazia del perdono, la
Carità che ci porta ad amare Dio e che ci insinua nel cuore il rimorso di
averLo offeso ». Benedetta incoraggia altresì i confessori ad avvertire i
penitenti di non avvicinarsi alla Santa Comunione se non dopo una buona
confessione, preparata da un esame di coscienza fatto alla luce dei dieci Comandamenti
e del Discorso della Montagna. Il
compito di Benedetta non è facile; la Vergine le chiede di ammonire le donne
e le ragazze che conducono una vita scandalosa, che le porta talvolta fino
all'infanticidio, i signorotti ingiusti o perversi, i sacerdoti ed i monaci
infedeli ai loro sacri vincoli. Ma la veggente lo adempie convenientemente.
Essa incoraggia i penitenti, avverte quelli che non osano confessare i loro
peccati e li orienta verso un confessore adeguato. « Celebrando il sacramento
della Penitenza, il sacerdote compie il ministero del Buon Pastore che cerca
la pecora perduta, quello del Buon Samaritano che medica le ferite, del Padre
che attende il figlio prodigo e lo accoglie al suo ritorno, del giusto
Giudice che non fa distinzione di persone e il cui giudizio è ad un tempo
giusto e misericordioso. Insomma, il sacerdote è il segno e lo strumento
dell'amore misericordioso di Dio verso il peccatore » (CCC 1465). Benedetta si sacrifica soprattutto per i peccatori e
prega mentre si confessano. Per riparare i loro peccati ed ottenere grazie
per essi, si obbliga a penitenze severe, al punto di compromettere la sua
salute. Un tempo propizio per riconciliarsi Però,
non tutti vedono di buon occhio gli eventi di Le Laus; certi giungono fino ad
attribuire le apparizioni al demonio. Pertanto, si impone una nuova inchiesta
diocesana ; essa convince il nuovo vicario generale, Jean Javelly, della
realtà delle apparizioni. A quelli che si lamentano del fatto che tutti si
recano a Le Laus, risponde: « Non è Benedetta che fa perdere la devozione (
cioè la pratica religiosa ) della nostra Chiesa, sono i nostri peccati che la
provocano: a causa dello scarso zelo e della poca cura che mettiamo a
mantenerla, la devozione si è spostata all'estremità della diocesi. Ben lungi
dal toglierla di lì, dal fare qualcosa contro quella buona e santa ragazza di
cui conosco la virtù, dobbiamo preoccuparci che la devozione non ne esca (
dalla diocesi di Embrun), e cooperare con lei per conservarvela, nel timore
di perderla completamente ». Nella preghiera, come nel suo apostolato,
Benedetta è consigliata senza posa da Nostra Signora : « Coraggio, figlia mia! Abbi pazienza... compi la tua opera di buon
cuore... non provare astio per i nemici di Le Laus ». Anche l'angelo
custode la istruisce : « Quando si è
lieti, tutto quel che si fa è gradito a Dio; quando ci si arrabbia, non si fa
nulla che Gli piaccia ». Fra
il 1669 e il 1679, Benedetta gode il favore di cinque apparizioni di Cristo,
che le si rivela in stato di sofferenza. Un venerdì di luglio del 1673, il
Salvatore, tutto insanguinato, le dice : « Figlia mia, mi mostro in questo
stato affinché tu partecipi ai dolori della mia Passione ». Il Signore GESÙ, infatti, vuol associare al suo
sacrificio redentore quelli stessi che ne sono i primi beneficiari (ved. CCC 618). San Pietro ci avverte: Cristo patì per noi, lasciandoci un
esempio, perché ne seguiamo le orme (1 P. 2, 21 ). Il tempo della
Passione ricorda che sono i nostri peccati che hanno fatto subire a Nostro
Signore il supplizio della Croce. «È chiaro che coloro che si immergono
nell'iniquità e nel male crocifiggono
nuovamente nel loro cuore, per quanto sta in loro, il Figlio di Dio con i loro peccati e lo
espongono all'infamia ( Eb. 6, 6 )
» ( CCC 598 ). Ma, con la sua morte, Cristo
ci libera dal peccato, e con la Risurrezione ci apre l'accesso ad una
vita nuova. Perciò, Pasqua è un tempo propizio per ricevere il sacramento
della Penitenza e riconciliarsi con Dio. "Essa è causa per me della perdita di tante anime!» A
partire dal 1684, il pellegrinaggio di Le Laus raggiunge il suo pieno
sviluppo. Truppe di stanza a Gap si recano in massa a Le Laus. I soldati,
colpiti dalla grazia, si confessano, cambiano vita e diventano i messaggeri
di Le Laus in tutta la Francia ed anche all'estero. Tuttavia, a questo
periodo di successo, succede un periodo di prove e di oscurità. Benedetta
subisce dure tentazioni contro la fiducia in Dio e la castità ; il demonio la
assale anche fisicamente, ma essa, rifugiandosi nella preghiera, resiste. Lo
spirito infernale rivela un giorno il motivo degli assalti : « Essa è causa
per me della perdita di tante anime ! », grida. Sul finire del luglio 1692,
Benedetta ed i sacerdoti di Le Laus sono costretti a rifugiarsi a Marsiglia
per sfuggire all'invasione delle truppe del duca di Savoia che devastano la
regione di Gap. La pace civile finisce coll'essere ristabilita, ma Benedetta
continua ad attraversare prove purificatrici. Infarti, il successore di Padre
Javelly, avversario del pellegrinaggio di Le Laus, nomina due nuovi
responsabili del santuario che dimostrano poco zelo per la cura delle anime,
e fa predicare dal pulpito che Le Laus non è se non un abuso. A partire dal
1700, si vieta alla pastora di parlare ai pellegrini, e minacce pesano sulla
sua reputazione. Tuttavia, Benedetta non rimane senza consolazioni : riceve
spesso la visita della Santa Vergine e del suo Angelo custode, che la
confortano. Per finire, nel 1711, il pellegrinaggio è affidato ad una nuova
comunità, quella dei " Padri guardiani ". Questi sacerdoti si
rivelano essere uomini di preghiera, che inculcano ai pellegrini di Le Laus
la devozione al Sacro Cuore di GESÙ
ed il ricorso a MARIA, rifugio dei
peccatori. Dopo
vent'anni di calvario, Benedetta può esercitare di nuovo la sua missione
nella pace ; una folla di pellegrini si reca da lei. Ma tanta austerità e
tante prove hanno avuto ragione della sua salute. A letto da più di un mese,
riceve il santo Viatico nel giorno di Natale del 1718. Tre giorni dopo, si
confessa e riceve l'Estrema Unzione, con grande consolazione. Verso le otto
di sera, Benedetta dice addio a coloro che la circondano, poi, dopo aver
baciato il crocifisso, con gli occhi rivolti al Cielo, muore in pace e va a
raggiungere in Cielo il suo Sposo GESÙ
e la di lui Santissima Madre MARIA.
La causa di beatificazione della Serva di Dio Benedetta Rencurel, introdotta
nel 1871, è stata recentemente ripresa dalla diocesi di Gap. Dopo essere
stato amministrato successivamente dai Padri guardiani, gli Oblati di MARIA Immacolata ed i Missionari di
Nostra Signora di Le Laus, il santuario è oggi affidato al clero diocesano,
assistito da una comunità di Frati di San Giovanni. Il santuario
di Le Laus è un centro spirituale che, fedele alla sua missione, accoglie i
pellegrini venuti a mettersi sotto la materna protezione di MARIA ed a
ricevere il sacramento del perdono. Chiediamo
alla Madre di Misericordia di rigenerare nei cristiani la stima e la
frequenza di questo sacramento, che è un mezzo privilegiato, istituirò dal
Salvatore medesimo, per ritrovare la grazia dì Dio e la pace dell'anima. Tratto dalla lettera del
mese di giugno 2004 dei Padri Benedettini dell’Abbazia Saint-Joseph de Clairval 21150 Flavigny-sur-Ozerain Francia Sito Internet http://www.clairval.com |