San Giacomo della Marca O.F.M
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Conosciuto anche come Giacomo Gangale o Giacomo delle Marche, questo futuro francescano
era semplicemente un ragazzino qualunque. Nacque nel 1393 in una famiglia
povera che viveva a Monteprandone, nelle Marche. I
suoi genitori erano Antonio Gangale e Antonia Rossi, ed il suo nome di battesimo era Domenico,
che viene da "Dominus" e significa "colui che appartiene al Signore”. |
Suo padre morì prematuramente e
Domenico comniciò i suoi studi ad Offida sotto la guida di un suo zio prete che, in
seguito, lo mandò a scuola ad Ascoli Piceno. All'Università di Perugia si laureò in Diritto Civile. Lavorò a Firenze
come notaio ed a Bibbiena come giudice nei processi
di stregoneria. Il 26 luglio 1416, Domenico entrò
nell'Ordine dei Frati Minori nella cappella della Porziuncola, del
convento di S.Maria degli Angeli, Assisi. Prese un
nuovo nome, Giacomo, così come un nuovo abito, che fu confezionato per lui da
S.Bernardino da Siena. Secondo
l'usanza francescana, aggiunse il nome della sua provincia di provenienza:
Giacomo della Marca. Dopo il noviziato all' Eremo delle Carceri, vicino
Assisi, Giacomo studiò per il sacerdozio a Fiesole, nei pressi di Firenze,
avendo come insegnante S.Bernardino da Siena . Divenne prete
a 29 anni e si rivelò un predicatore zelante e gradito al pubblico. E'
difficile ricostruire tutti i suoi viaggi missionari, inclusi quelli
intrapresi con S.Giovanni
da Capestrano,
grande giurista e governatore di Perugia, che era
entrato nell'Ordine francescano all'età di 30 anni, ed è il santo patrono dei
cappellani militari (Ricorrenza: 23 ottobre). Giacomo delle Marche predicò in
molte città della Toscana, delle Marche, dell'Umbria, e viaggiò attraverso
l'Europa Centrale e Settentrionale: Germania, Austria, Svezia, Danimarca,
Boemia, Polonia, Ungheria e Bosnia. Nel 1426, con S.Giovanni
da Capestrano, fu nominato inquisitore contro la
setta eretica "Fraticelli", da Papa San Martino V. Per mezzo secolo, Giacomo si dedicò
alle sue opere spirituali, davvero straordinarie per la quantità di miracoli
e di conversioni che riuscì ad operare. Si autoimpose
severe penitenze, concedendosi di dormire solo 3 ore per notte, indossando un
abito logoro ed osservando sempre il digiuno. Verso la fine della sua vita,
Papa Sisto IV gli proibì di digiunare, perché la sua salute "era di interesse pubblico. Predicò la fede e la penitenza, predicò contro l'usura, attrasse folle immense, convertì eretici e fondò numerosi monasteri. Lo Spirito Santo lo ispirava a parlare con tanta forza ed incredibile successo. Durante il turbolento 15mo secolo, la pace era scomparsa quasi dappertutto, ma Giacomo lavorò instancabilmente come messaggero di pace. Egli apparteneva ai Frati Minori Osservanti, ma riuscì a riconciliare i due rami opposti dei Francescani: i Conventuali e gli Osservanti. Portò la pace fra i cattolici ed ogni
tipo di eretici. Riconciliò nazioni in guerra, città rivali, Guelfi e
Ghibellini e, soprattutto, riconciliò gli uomini con Dio. Oltre a predicare
contro l'usura, Giacomo cercò di aiutare i bisognosi, raccogliendo offerte e
fondando molti Monti di Pietà (Montes Pietatis). Nel
1431, riuscì a promuovere l'unione fra gli Ussiti e la Chiesa. In 1432, il
Ministro Generale dell'Ordine Francescano lo mandò in Bosnia come
"commissario visitatore" per controllare la disciplina dei frati.
Nel 1433, Giacomo prese parte al Capitolo Generale dell'Ordine a Bologna,
dove fu nominato "predicatore ufficiale" da Papa Eugenio IV. Nel
1436, viaggiò attraverso la Boemia, l'Ungheria e l'Austria, fondando numerosi
monasteri. Nel 1437, predicò per promuovere la crociata dell'Imperatore
Sigismondo contro i Turchi. Nel 1438, al Consiglio di Ferrara-Firenze,
Giacomo contribuì a riunire le Chiese dell'Ovest e dell'Est, e poi tornò in
Ungheria. In seguito, riappacificò quest'ultimo
paese con la Boemia: grazie a ciò, l'Imperatore Sigismondo poté entrare a Praga come Imperatore di
Boemia. Nel 1440, Giacomo predicò in
numerose città dell'Italia Centrale e Settentrionale, incluse Osimo
e Loreto
nelle Marche: secondo la tradizione religiosa, mai confermata dalla storia,
la casa natale di Cristo fu trasportata a Loreto dagli angeli. Durante la
Quaresima dello stesso anno, Giacomo predicò a Padova. Il Prezioso Sangue di Cristo
e la morte di Giacomo Nel 1462, come risultato di un sermone predicato a Brescia, egli stesso divenne vittima dell'Inquisizione. Aveva dato una opinione teologica sul Prezioso Sangue di Cristo. Egli aveva asserito che il Prezioso
Sangue versato durante la Passione non era unito alla Divinità di Cristo nei
tre giorni della Sua sepoltura. Il caso era controverso., Giacomo si rifiutò
di apparire dinanzi all'Inquisizione e, dopo vari problemi, si appellò alla
Santa Sede. Venne imposto il silenzio sia agli inquisitori domenicani che a
quelli francescani, e non fu mai presa alcuna decisione. Giacomo morì a Napoli alle 7 di
mattina del 28 novembre 1476, e fu sepolto nella chiesa dell'antico convento
francescano di Santa Maria
La Nova. Viene generalmente rappresentato
come un francescano che mantiene un calice ed un velo. Il suo simbolo è un
calice da cui fuoriesce un serpente: un'allusione ad alcuni tentativi di
avvelenamento da parte degli eretici oppure, meno probabilmente, alla
controversia sul Prezioso Sangue di Cristo. |