il gruppo di dopo-Cresima si racconta… |
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“Un foglio
giallo shocking” |
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Villaggio San Francesco 31 ottobre - 1 novembre 2013 1 Luglio – 5 Luglio
2016 |
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Ormai
è diventato un
rito: la tappa invernale di tre giorni del gruppo di
dopo-cresima è La Verna, un posto incantevole che
racconta alcune vicende della vita di S. Francesco. Dopo la sua conversione gli fu
donato, dal Conte di Chiusi, il monte della Verna
(“il monte più santo del mondo”, come si legge sulla
vecchia porta d’entrata del convento) dove passò alcune Quaresime (che non
sono solo quelle prima di Pasqua: ce ne sono altre durante altri periodi
dell’anno) e dove ricevette le stigmate (due anni prima della morte). Nessuno
si potrebbe immaginare quante preghiere e quanti sacrifici dovette fare per poter sentire dentro di sè
l’amore che Gesù provò nel dare la vita per noi. Lassù viveva in meditazione
e solitudine, tanto che non si faceva avvicinare neanche dai suoi confratelli
quando pregava sotto il Sasso Spicco; solo Frate
Falcone, un vero falco, e Frate Leone, il suo compagno e confessore, avevano
questo onore: l’uno lo svegliava per le preghiere notturne, l’altro lo
“teneva d’occhio” e lo aiutava. Durante una di queste meditazioni, fu
addirittura tentato da Satana che voleva buttarlo giù dal precipizio dove si
trovava il Santo. La storia narra che le pareti rocciose si plasmarono, come
se fossero state di cera, per accogliere il Frate dentro di loro. Si racconta
anche che, quando giunse in quei luoghi per la prima volta, fece sgorgare
dalla roccia una fonte per dare da bere all’uomo che lo aveva aiutato ad
arrivarci e che, una volta arrivato, sedutosi sotto un grande albero, gli
uccelli che abitavano quei boschi volarono intorno a lui per salutarlo. Ma quello che è successo al Santo
è un’altra storia… noi vogliamo raccontarvi la nostra storia, vogliamo
raccontarvi di noi. Siamo arrivati verso le 12.30 alla
casa di preghiera con il cortile completamente sgombro di neve… delusione!!
La nostra amata neve, che la prima volta ci aveva costretto a rimanere là un
giorno in più (un segno del Signore??) non era
arrivata con noi. Superata questa prima fase di spiazzamento per
quell’ambiente così diverso da come ce lo
ricordavamo, ci siamo sistemati nelle nostre stanze, accolti calorosamente da
Fra Paolo, di cui parleremo dopo. Nel pomeriggio, Suor Angela ci ha fatto
ripercorrere i passi di S. Francesco, portandoci a visitare il convento e,
anche se ormai dopo tre anni lo conosciamo abbastanza bene, possiamo
affermare con certezza che non ci si stanca mai di sentirsi raccontare tutto
quello che Dio ha da dire attraverso questi luoghi. La sera, dopo una lauta
cena, abbiamo passato un’ora in cappella per
l’Adorazione, cosa che si è ripetuta anche la sera successiva. Entrambe le
preghiere si sono svolte con maggiore partecipazione e sentimento delle altre
che già avevamo fatto anche a Travalle, segno,
questo, del fatto che stiamo cominciando a crescere interiormente e
spiritualmente e a sentire davvero la presenza silenziosa di Gesù dentro il
nostro cuore, una presenza timida, che necessita silenzio e ascolto attento
all’interno e all’esterno. Il giorno dopo, quello centrale e più intenso,
dopo una notte di meritato riposo (ma non per tutti!!),
ha avuto inizio con l’incontro tenuto da Fra Paolo sul tema dell’umiltà. Il
discorso verteva e ruotava principalmente attorno ad una frase di S.
Francesco: “Tanto vali quanto davanti a Dio e non di più”. Il Frate ci ha
ricordato che l’essere cristiani si manifesta anche
nelle piccole cose di ogni giorno più che in gesti eroici e plateali senza
sentimenti (“le gioie semplici sono le più belle” e tutta la preghiera di S.
Damiano, per citare nuovamente il Santo). A tutto questo è seguito un momento
già sperimentato gli anni precedenti: il “deserto”. Ognuno di noi ha
trascorso un’ora in silenzio e meditazione, come novelli S. Francesco,
riflettendo sulle parole e sugli spunti nati dall’incontro precedente.
Purtroppo, o forse per fortuna, non possiamo pubblicare informazioni più
particolareggiate al riguardo in quanto ognuno, come
Maria, serbava, e serba, tutte quelle cose nel proprio cuore. Questa
esperienza è terminata con la S. Messa dell’Epifania, celebrata da Frate Gildo. Finita
la celebrazione siamo rientrati nel clima del ritiro (sostanzialmente nella
moderazione di gesti e parole) e, dopo pranzo, ma prima di salire in cima al
monte, alla Penna, abbiamo dovuto affrontare una tremenda discussione, o
forse un litigio, all’interno del gruppo. Non vogliamo stare a raccontare
cosa ci siamo detti durante questo “chiarimento” perché non sarebbe utile al
fine del discorso, ma vogliamo semplicemente far notare come il Demonio si
sia insinuato facilmente all’interno della nostra armonia e comunione con Dio
per rovinare tutto quello che il Signore aveva costruito fino a quel momento.
Comunque, dopo questa breve burrasca, siamo tornati i soliti di sempre, o
forse con qualcosa di più nel cuore che ci fa continuare ad andare avanti
uniti nel Signore e abbiamo dato inizio alla passeggiata nei boschi per
arrivare, come si è già detto, alla Penna. Dopo una buona mezz’ora di
cammino, dopo aver rivisto il Masso di Frate Lupo, e
dopo aver ammirato nuovamente il paesaggio senza neve, per noi nuovo, siamo
giunti alla meta. Un’intensa emozione ha pervaso il nostro spirito che, a quell’altezza,
si sentiva ancora più vicino a Dio; abbiamo guardato dritto davanti a noi e
quel panorama e una ventata d’aria nuova e pulita ci
hanno depurati fisicamente e spiritualmente dal male e dal dolore: se non
eravamo in Paradiso, ci mancava davvero poco! Con un po’ d’amarezza e
malinconia abbiamo notato che il sole se ne stava andando, anche a causa
della nebbia, e ci costringeva a tornare sui nostri passi, verso il convento.
Come abbiamo già detto, dopo cena siamo stati in contemplazione per l’Adorazione
che, udite, udite, è stata migliore addirittura di quella della sera
precedente: ci sono state lacrime, silenzi, parole
profonde e soprattutto tanta gioia. E dopo tutte queste emozioni, per concludere al meglio questa giornata fantastica, ci siamo
concessi un’altra delizia culinaria, questa firmata Gessica
& Lorenzo: le crêps con la Nutella e con il
miele. A questo punto, stanchi, sazi e pieni di serenità e Spirito Santo, ce
ne siamo andati a letto per goderci finalmente un po’ di beneamato riposo. Per
quanto riguarda la mattina dopo, non ci dilungheremo ancora visto che non ci sono stati particolari momenti rilevanti:
dopo aver animato la S. Messa della domenica e dopo aver ricevuto i
complimenti e i ringraziamenti di Frate Gildo ci
siamo preparati l’ultimo pranzetto e ci siamo dilettati a fare le pulizie. E
allora ci avviamo alla conclusione. Scrivendo questo
articolo, abbiamo voluto farvi provare le nostre emozioni, come se fossimo
stati i discepoli del monte Tabor che rendono
testimonianza al mondo della loro esperienza. Non siamo egoisti e non
vogliamo tenere tutte queste belle cose solo per noi, sennò non saremmo
“Testimoni dell’Amore”. Oltre a tutto quello che vi abbiamo già detto,
vorremmo dedicare questo articolo a coloro che,
purtroppo, non erano con noi: alcuni componenti del gruppo (tra cui un nuovo
acquisto) che, però, ci sono stati vicini spiritualmente, e di cui siamo
riusciti a sentire la presenza. I giovani e i giovanissimi della
parrocchia gennaio2007 |
AGORA’ DEI GIOVANI – LORETO 2007 …C’ERAVAMO ANCHE
NOI Mercoledì
mattina, sul presto, aspettando l'autobus di Pistoia... molte aspettative per i Testimoni dell'Amore per i cinque giorni
in quel di Loreto.. Dopo un lungo e faticoso viaggio, siamo arrivati a Pescara,
città con cui ci siamo gemellati, abbiamo ricevuto (oltre ad un'accoglienza
coi fiocchi) la mitica maglietta con lo slogan ("Non c'è fallimento...
se porti Dio dentro") che ci avrebbe accompagnati nell'evento. La
mattina seguente ci siamo svegliati con la prospettiva di dover fare Il
giorno dopo era previsto, in seguito al precedente viaggio fisico, un
percorso all'interno di noi stessi tramite degli incontri di
catechesi sul tema dell'amore e dell'amicizia. Toccante è stata la
testimonianza di una giovane coppia che ha deciso di vivere il proprio
rapporto nella castità; inoltre, insolita la presenza di una suora a parlare
in modo molto dettagliato di un tale argomento. Dopo pranzo, tutti a
preparare l'accoglienza per il Vescovo di Pistoia Mansueto Bianchi che, dopo
un incontro con i giovani della sua diocesi, avrebbe presieduto alla
celebrazione eucaristica della sera. Sabato
mattina, sveglia alle 7.00, pronti per l'agognata partenza per la spianata di
Montorso! ! A mezzogiorno in punto scendiamo
dall'autobus, ci carichiamo sulle spalle gli zaini alla volta della
spianata... erano Per
la sera, era in programma una diretta televisiva con l'intervento di attori,
artisti e cantanti e, per concludere la gradita
presenza di Padre Bossi, oltre al collegamento con la Santa Casa di Loreto
dove il Santo Padre si era raccolto in preghiera notturna. Suggestivi
i fuochi d'artificio successivi alla diretta e interessanti le Fontane di
Luce (forum di discussioni su vari argomenti di fede aperte per tutta la
notte) che noi ci siamo persi (ehm... ) a causa del sonno galoppante. A un
quarto alle 7,00... mentre l'alba colorava il cielo... è arrivata la sveglia
con il canto"DALL'AURORA IO CERCO TE... " ci siamo alzati e abbiamo
fatto colazione. Il Santo Padre è arrivato dopo le lodi per iniziare la Messa
conclusiva che sarebbe durata due buone orette. Nell'omelia il Papa ha sottolineato l'importanza di vivere la propria vita senza
seguire a tutti i costi i modelli che il mondo ci propone e senza aver paura
di andare contro corrente, seguendo gli insegnamenti di Cristo . Le operazioni
di sfollamento ci hanno mostrato davvero che i gruppi che si erano riuniti in
quella piana erano veramente tantissimi e provenienti non solo dall'Italia,
ma anche da svariate parti del mondo. E stato significativo
per tutti noi vedere come lo Spirito guidi questa molteplicità di realtà
nella Chiesa per raggiungere la vera meta che è Dio. I giovani e i giovanissimi della
parrocchia 1 e 2 settembre 2007 |
Ecco la terza esperienza giornalistica
dei T. d. A. di ritorno dal santuario delle Celle a Cortona. Che dire? Quest’anno abbiamo
abbandonato la tradizionale meta, La Verna, per
recarci in un altro luogo francescano. A detta di quelli di noi che non
avevano mai partecipato per problemi vari, è stata una bella esperienza, sia
personale, sia di gruppo; mentre, chiunque venga da altre esperienze simili,
indubbiamente, si trova di fronte a qualcosa di nuovo sotto tanti aspetti:
dal lato pratico, abbiamo trovato una comunità di frati molto più ristretta
e, forse, un po’ meno organizzata per l’accoglienza dei pellegrini; in
secondo luogo, ma cosa più importante, siamo stati testimoni di un ambiente
spirituale molto diverso. Dopo la sistemazione
nell'alloggio e l'assalto alle camere siamo stati guidati nel convento dal
timido, ma simpatico Padre Enrico, che ci ha introdotti alla storia del
santuario, abbarbicato alle pendici di un colle, luogo di raccoglimento e di
preghiera per Francesco, che qui dettò anche il suo testamento spirituale poco
prima della morte. Un luogo semplice ed essenziale,
dunque, anche riguardo agli eventi della vita del Santo; un luogo che, come
tutte le realtà francescane, conduce l’anima di chi arriva alla preghiera, al
silenzio, alla ricerca ed al desiderio di un rapporto intimo con l’Altissimo. E' seguito un momento di
incontro tenuto da Cristina, che ha fatto il punto del nostro cammino,
sottolineando l'importanza di vivere continuamente una vita nuova, una vita
da battezzati, da rinnovati nello spirito che siamo chiamati a vivere. Forse non a caso ci siamo
trovati a fare un'esperienza diversa dal solito: siamo usciti dal nostro
mondo per entrare in questo luogo dove lo sguardo può incontrare solo alberi,
rocce, piccole e semplici costruzioni che si arrampicano sulla montagna, e
dove l’orecchio può udire solo il passaggio del vento fra i rami degli
alberi. Non si trova un ristorante, un negozio, un bar… solo il silenzio di
Dio che parlava ai nostri cuori… Del resto è necessario, ogni
tanto, fermarsi, lasciarsi condurre nel deserto e riscopriamo chi siamo veramente “poiché
quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più”. Tutto questo per
i giovani di oggi non è per niente facile né scontato. Immersi nel silenzio abbiamo
cercato di ascoltare (Padre Enrico, Cristina, Padre Daniele); abbiamo pregato
con la comunità dei frati condividendo l’adorazione Eucaristica della sera
(durante la quale, con nostra grande sorpresa, il tempo è volato, pur
essendo un’ora di silenzio ininterrotto),
fra di noi nella celebrazione delle lodi mattutine e di compieta prima della
“buonanotte”; abbiamo condiviso lo svago, le risate, la preparazione dei
pasti… Il silenzio è stato protagonista
anche il giorno dopo, a seguito della meditazione di padre Daniele, tutta
incentrata sulla figura di Maria, guida e simbolo del cristiano in cammino,
che non deve temere (un “non temere” ripetuto 365 volte nella Bibbia, per
ricordarcelo ogni giorno dell’anno), ma fidarsi delle parole dell'angelo e
aprire il cuore a Dio Dopo pranzo, consueta passeggiatona… ovviamente non alla Penna, ma a Cortona
sotto un timido e pallido sole che ogni tanto faceva capolino tra le nuvole
che ci ha portato via buona parte del pomeriggio e , forse, lo sforzo fisico
è stato complice della stanchezza con cui siamo arrivati in fondo
all’adorazione della sera. Cosa portiamo a casa, cosa ci ha
lasciato questa nuova esperienza? La consapevolezza che il Signore ha fatto
grandi cose in noi e per noi e che tutto ciò deve trasformarsi in dono per
gli altri. I giovani e i giovanissimi della
parrocchia Gennaio 2008 |
Eccoci di ritorno da tre intensissimi giorni ad
Assisi, centro della spiritualità francescana che accompagna ormai da anni il
nostro cammino… Ed è stato un vero e proprio terremoto interiore!!! Ma andiamo per ordine... Arrivo a Santa Maria degli
Angeli in serata del 27 agosto e accoglienza da parte della simpatica suor
Daniela, che sarebbe stata la nostra guida nei giorni successivi. Siamo stati
sistemati nelle nostre stanze (in piccionaia! ... ma con una bellissima vista
sulla basilica), e la mattina successiva ha avuto subito inizio l'intenso
programma: messa alle 7:00 nella basilica di S. Maria degli Angeli dove
abbiamo ricevuto la prima scossa. Entrando, davanti a noi si è stagliata la
piccola sagoma della Porziuncola, la cappella tanto
cara a san Francesco, avvolta dalla luce dell'alba e dal canto dei monaci...
un'emozione fortissima, quasi avesse aspettato ognuno di noi per dargli il
benvenuto in quel percorso di fede.... Dopo colazione ci inerpichiamo su per le stradine di
Assisi verso S. Rufino, dove Francesco fu
battezzato. Lì, noi abbiamo avuto l'occasione di riscoprire, attraverso la
catechesi di suor Daniela, il significato e il ruolo del Battesimo: con
l'olio siamo consacrati re (sovrani e responsabili della propria vita),
profeti (il cristiano ha il dovere di andare controcorrente, anche se ciò può
causare fastidio) e sacerdoti (abbiamo un rapporto speciale con Dio e lo
chiamiamo per nome, privilegio riservato in Israele, una volta all’anno, solo
al Sommo Sacerdote). Apprendiamo, inoltre, che la santità non è e non deve
essere prerogativa di pochi: tutti siamo stati santi, almeno per un giorno,
quello del nostro battesimo. La santità, infatti, altro non è che lo stato di
perfetta comunione con Dio, che raggiungiamo ogni volta che siamo liberi e
purificati dal peccato. Tuttavia non bisogna aver paura di sbagliare
(Francesco da giovane non si riguardò molto al proposito) e dobbiamo
guardarci dentro con gli occhi del Padre, perché Egli vede in ognuno di noi
il volto del Figlio: non può non amarci, anche quando gli voltiamo le spalle.
Dopo aver tentato fortuna nella vita mondana e nel
mestiere delle armi, arriva il momento della conversione: Francesco cerca
risposte e le trova in una chiesetta diroccata fuori dalle mura della città,
dove un crocifisso gli ordina di "riparare la sua chiesa". E' la
svolta: il giovane comincia a dedicarsi a Dio e agli altri, entrando sempre più
in conflitto con il padre, fino a spogliarsi pubblicamente di tutto (vestiti
compresi) e a sposare "madonna povertà". Qui entra in scena l'altra grande testimone: Chiara
degli Offreducci, fondatrice dell’ordine delle
clarisse, che decide di seguire l'esempio di Francesco, abbandonando le
ricchezze e i privilegi della nobiltà (in accordo a questa scelta, chiede al
Papa di basare il suo ordine sul “privilegio di non avere privilegi”,
concesso solo il giorno prima della sua morte). Il crocifisso miracoloso è
tuttora conservato nella chiesa a lei dedicata, e vi abbiamo sostato a lungo
davanti, meditando sulla semplice domanda che ossessionava il santo:
"Signore, cosa vuoi da me?". Il giorno successivo, visita approfondita della
basilica della Porziuncola e catechesi sui dieci
comandamenti (suor Daniela ci ha efficacemente aiutati a comprenderne il
significato più profondo) e sulla riconciliazione: Francesco, infatti,
ottenne il permesso di concedere indulgenza plenaria ai pellegrini che
giungessero in Porziuncola. E l'effetto che ha
avuto su di noi è stato incredibile: tra quelle piccole mura lo Spirito si è
fatto sentire con tutta la sua forza... Nel pomeriggio, di nuovo su ad Assisi per la visita
alla basilica di San Francesco. Magica, nonostante l'affollamento ed il via
vai continuo, l'atmosfera nella tomba del santo. Quindi discesa a piedi verso S. M. degli Angeli, per
chiudere la giornata con i vespri in Porziuncola,
preghiera estremamente sentita nonostante l’affollamento (lo testimoniava il
silenzio impressionante). L'ultimo giorno è stato quello del “deserto”,
tenutosi nell'eremo delle Carceri. Dopo la catechesi del padre che ci ha
accolto, incentrata sull'importanza della ricerca come base della preghiera,
ci siamo sparpagliati come Francesco e i suoi compagni per i sentieri del
bosco per meditare sul materiale ricevuto. Al ritorno a casa suor Daniela ci aspettava per la
consegna dei tau, il simbolo francescano per eccellenza, insieme ai tre
suggerimenti evangelici di povertà (vivere la vita con semplicità), castità
(non usare gli altri per i propri fini), e obbedienza (al progetto che Dio ha
per noi). Dopo cena, rosario in basilica e processione per la piazza, seguito
dal gelato del bar vicino a casa Francesca (anche il corpo vuole la sua
parte...) Inutile dire che il viaggio di ritorno a Calenzano è
stato piuttosto caratterizzato dal dormiveglia e dalla stanchezza che avevamo
accumulato nei giorni precedenti… in pratica ci siamo fatti una bella dormita
ristoratrice! (… e intanto lo Spirito lavorava…) I giovani e i giovanissimi della
parrocchia Settembre 2008 |
“Caminamos en Cristo, firmes en la fe” NOTE DI VIAGGIO DEI RAGAZZI
DELLA NOSTRA PARROCCHIA CHE HANNO PRESO PARTE ALLA GIORNATA
MONDIALE DELLA GIOVENTU’ DI MADRID (16-21 agosto
2011) Con
queste parole nella testa e nel cuore siamo partiti e torniamo da Madrid. Abbiamo
camminato tutto l’anno riempiendo lo zaino di aspettative, sogni e voglia di
stare insieme, con Gesù. Il
nostro viaggio inizia con la S. Messa di invio, piena di emozioni e simboli:
prendiamo la luce del cero pasquale (Cristo) per portarla nel mondo,
riceviamo il rosario e il foulard che accompagneranno il nostro spirito e il
nostro corpo sotto il sole cocente, recitiamo insieme la preghiera del
pellegrino come un augurio per il viaggio. Dopo
due intensi giorni di viaggio e la tappa intermedia nella “magica” città di Nîmes, arriviamo a destinazione e comincia
l’avventura. L’inizio
non è stato molto incoraggiante: l’accampamento di fortuna, il
sovraffollamento e le docce marmate (all’aperto)…
tuttavia ci siamo fatti coraggio e, come veri cristiani, abbiamo seguito
l’esempio di Gesù (e di Francesco) di accontentarci dell’essenziale… abbiamo
vissuto la “povertà” fisica, ma non quella di spirito! I
giorni successivi sono stati ricchi di esperienze e tutte , dalle catechesi
alle passeggiate in mezzo alla folla, sembravano prepararci all'evento
finale: l'incontro all'aerodromo di Cuatro Vientos con
Benedetto XVI. Se
qualcuno ha avuto la possibilità di vedere un’immagine aerea dell’area dove
eravamo, sicuramente sarà rimasto a bocca aperta … noi, che ci trovavamo in
mezzo a quella moltitudine, la bocca aperta l’avevamo per altri motivi! La
temperatura raggiungeva i Perché
vi raccontiamo la tempesta? Innanzitutto, i venti che sono arrivati
all’improvviso turbando l’atmosfera che si era creata se ne sono andati
altrettanto improvvisamente lasciando il posto ad un silenzio impressionante
(eravamo sempre 2 milioni di persone!) e ad un raccoglimento che pensereste
quasi impossibile in quelle condizioni… che il Signore abbia voluto benedirci
anche con la pioggia? E poi asciugarci con una brezza lieve e calda? Noi
pensiamo di sì. La
serata si conclude con l’adorazione del Santissimo e la buonanotte di
Benedetto XVI. La
mattina dopo aver messo a posto i nostri bagagli, ci prepariamo per seguire
la S. Messa di chiusura....ascoltiamo il Santo Padre che ci mette in guardia
ancora una volta dal relativismo in cui ci troviamo immersi e, attraverso il
brano del Vangelo in cui Gesù chiama Pietro come punto di riferimento,
ricorda l’importanza di guardare alla Chiesa come a una guida per i nostri
passi per arrivare a Dio. Il
Papa ci ha infine invitato tutti a Rio de Janeiro nel 2013 consegnando ai
giovani brasiliani la Croce della GMG. Ci appropinquiamo verso l’uscita dell’aerodromo in mezzo ad un multietnico fiume di persone al grido “Esta es la joventud de Papa!”… e anche questa, un’altra, avventura dei TdA volge al termine… sì, un altro tassello nella vita del nostro gruppetto, un'altra occasione di stare insieme nel Signore…L’inno che ci siamo portati dietro per tutto il viaggio ha riassunto il vero significato dell’essere chiamati a testimoniare Cristo e la nostra fede di fronte al mondo, pur se in mezzo a mille difficoltà. “Gloria siempre a El!” I giovani e i giovanissimi della
parrocchia |
In una mattina non proprio
idilliaca (vento, pioggia e un freddo cane) e ancora storditi dall'ora legale
abbiamo raggiunto il monastero; qui l'introduzione ai ritmi tutti particolari
della vita del luogo non poteva che iniziare con la preghiera: Angelus, lodi,
e terza. Ora, chi scrive non ha
sempre un rapporto facile con la preghiera, troppo spesso vissuta come un
"qualcosa da fare", quasi per obbligo autoimposto; e che
inevitabilmente finisce per scadere nella ripetizione automatica di formule.
Una volta finito, ecco fatto il dovere (sono una buona cristiana, no? Ho
pregato, ho incluso Dio nella mia vita quotidiana). Bene, la vita delle
Clarisse capovolge questa visione ristretta: si incentra sulla preghiera in
quanto mettersi davanti al Signore. E basta. Mettersi davanti a una
Presenza, sentita come un Amico speciale. Parlare con un amico, frequentarlo,
può mai essere avvertito come un dovere?
Dopo la riflessione è seguito un momento di svago e il pranzo,
tutt'altro che frugale. Urgeva far digerire corpo e mente, e allora via al
deserto della riflessione personale e all'Adorazione Eucaristica insieme alle
monache, condotta esprimendo ciò che Gesù è per ognuno (luce, misericordia,
senso di vita).
Credo che nessuno di noi sia uscito da là dubitandone, dopo aver
visto la pace e la serenità che trasparivano da ogni loro sguardo e
atteggiamento, che si trattasse di pregare o di chiacchierare con noi.
I giovani e i giovanissimi della
parrocchia ottobre 2012 |
31 ottobre - 1 novembre 2013 “VIVERE PER E CON” Inutile dirlo: vivere insieme condividendo la quotidianità
delle piccole cose è la via migliore per conoscersi, crescere, scoprire i
valori autentici della vita e soprattutto incontrare l’Autore della Vita che
bussa alla porta del nostro cuore nei modi e nei momenti più inaspettati. Non so
quanti di noi se ne sono resi conto, ma in questi due giorni Gesù è stato
presente in mezzo a noi ed in ciascuno di noi. Ci ha accolto nel saluto
spontaneo di Rossella al nostro arrivo, alla quale va comunque il nostro
grazie e l’incoraggiamento per il bel cammino ed il bel servizio che
svolge. Ci ha sostenuto nella gestione
della casa facendoci sperimentare la condivisione del lavoro, la pazienza
verso l’altro e soprattutto ci ha incoraggiato nel servizio e nell’incontro
con gli anziani e i disabili del Villaggio San Francesco. Tutto questo ha generato gioia ed entusiasmo nei
ragazzi e tanta voglia di continuare a camminare insieme. Alimentare questo fuoco giovanile è compito non
facile ma decisamente bello! Ecco come loro stessi hanno vissuto l’esperienza: Giovedì 31 ottobre siamo partiti, io (Francesco)
e tutto il gregge parrocchiale di noi giovani e giovanissimi, sostenuti
dall’impareggiabile Cristina, per una due giorni aspettata ansiosamente e
molto ben organizzata. Sapevamo di non andare a fare i turisti visto che la
meta era una Casa dove le persone hanno bisogno di un aiutino in più nella
loro giornata, e questo aumentava la bellezza della nostra attesa. Appena arrivati siamo rimasti fulminati dalla
gioiosa accoglienza di Rossella che ci ha seguito splendidamente in questi
due giorni. Dopo averci mostrato la casa e le camere ci siamo sistemati.
Rossella ci ha dato appuntamento per le 21,15 per illustrarci come è nata la
casa “Tonino Bello”, il servizio ed il cammino del terz’ordine francescano
del Mugello ed infine ci ha chiarito le idee sull’attività che avremmo fatto
il giorno dopo. La mattina sveglia alle 7, con una suonata di
pentole da parte delle nostre catechiste, subito in piedi, il tempo di
lavarsi la faccia, mangiare due biscotti e via, pronti per scendere in
direzione Villaggio San Francesco! Arrivati alla grande vetrata d’ingresso
Rossella accompagnò i miei amici al secondo piano dove avrebbero dovuto
aiutare alcuni abitanti della casa per la colazione. Per me (Francesco)
invece aveva un’ altra cosa in mente: già il giorno prima aveva visto in me
qualcosa che neanche io pensavo. Nella casa ci sono anche persone come tante
altre, ma con qualche handicap nel “casco”, Rossella pensò di farmi vivere
questa esperienza un po’ più forte e beh, non ci crederete, me la sono
goduta: mi sono fatto amici come tanti altri e ho conosciuto un ragazzo che
mi ha fatto capire che nella vita, anche se ti gira le spalle, bisogna sempre
andare avanti….divertendosi!!! Abbiamo poi partecipato alla S.Messa
e dopo aver salutato i nostri nuovi amici, che non scorderò mai, abbiamo
fatto ritorno alla casa “Tonino Bello” per il pranzo ancora scombussolati da
questa esperienza. Ci abbiamo messo tutti forza in questa mattinata!! Abbiamo cucinato tutti insieme e, finito di
mangiare e di mettere a posto, siamo usciti in cortile a giocherellare,
chiamare i genitori, riflettere. Questa esperienza non la scorderemo mai anzi, un
due giorni così andrebbe fatta e rifatta e riteniamo che essere ospiti di
persone come tante ma con tanta voglia di stare uniti, non faccia mai male.
I
giovani e i giovanissimi della parrocchia |
1 Luglio – 5 Luglio
2016 “E se io
accolgo Te?” Un piccolo gruppo di giovanissimi della nostra
parrocchia ha vissuto dal 1 al 5 luglio un’ esperienza di servizio al Villaggio San
Francesco, una grande casa di riposo nel cuore del Mugello voluta e costruita
, nel dopoguerra, dal Cappuccino Padre Massimo da Porretta
. Cinque giorni dunque all’insegna dell’accoglienza
vissuta con gli abitanti e con tutti coloro che
lavorano al Villaggio. Il tema del campo era: “E se io accolgo te?” Ciascuno di noi si è messo alla prova nella
disponibilità a svolgere quello che, sul momento, veniva
chiesto: spostare i tavoli, giocare a tombola, accompagnare qualcuno in
palestra o semplicemente ascoltare……. Ed ecco dunque scoperto cosa
succede “se io accolgo Te” attraverso le riflessioni dei ragazzi: “siamo
consapevoli di aver aiutato persone in difficoltà ma dobbiamo anche
riconoscere che, all’inizio, l’impatto con gli anziani, malati, disabili…non
è stato facile, siamo stati invasi da una grande insicurezza e, forse,
qualcuno di noi ha pensato di non farcela. Poi condividere insieme i limiti
di ciascuno e la fatica per superarsi ci ha riempiti
di gioia e ci siamo sentiti più uniti anche come gruppo di amici. La giornata di servizio iniziava con la
colazione: dovevamo imboccare alcuni anziani non autosufficienti. Eravamo
pieni di dubbi ed abbiamo terminato pieni di gioia
non solo per esserci riusciti, ma soprattutto per aver capito quanto è
umiliante per molte persone, farsi imboccare e lavare perché non si è più in
grado di farlo da soli. Non possiamo dimenticare a questo proposito,
l’attività in cui ci siamo lavati i piedi reciprocamente per poi riflettere
sull’esempio e sull’insegnamento di Gesù. Insomma un’esperienza indimenticabile che ci ha
fatto crescere come persone e come gruppo!” A Chiara, Ilaria, Lara,
Giulia, Filippo G., Filippo M., Alessio B., Samuele, Alessio M. e al giovane
aspirante animatore Gabriele : grazie e buon
cammino…naturalmente insieme! I giovani e i giovanissimi della
parrocchia |
Sulla base di queste note, a luglio, un piccolissimo gruppo di
Giovani della nostra parrocchia è partito alla volta della Polonia per
rispondere all’invito di Papa Francesco a partecipare alla Giornata Mondiale
della Gioventù. Usiamo queste poche righe per raccontarvi la
nostra esperienza e per cercare di far vivere anche a voi le emozioni che
abbiamo provato in quei giorni. Come tutti sanno, questa è stata una GMG molto
particolare: è stato l’unico incontro fatto dal Papa, all’interno di questo anno giubilare straordinario (cosa che già lo
rendeva un evento), che si è tenuto al di fuori delle mura vaticane. Questo
anche per la volontà di Francesco che ha voluto che si svolgesse a Cracovia
per rendere omaggio al suo predecessore (e inventore delle GMG) Giovanni
Paolo II. Cracovia, e la Polonia, si sono rivelate
un’eccellente cornice spirituale per questo incontro. Piene di luoghi legati
alla fede hanno accompagnato tutti noi Giovani in questo cammino a braccetto
con il Papa: il Santuario della Divina Misericordia e quello di Giovanni
Paolo II, Ceztochowa, il Campus Misericordiae
e di Blonia (dove abbiamo vissuto gli incontri con
Francesco) ci hanno dato nuovi spunti e nuove spinte
per vivere da veri cristiani e non come “giovani-divano”. L’aver trascorso questa esperienza insieme
a giovani di tutto il mondo ci deve spronare ad essere sempre testimoni del Vangelo anche e soprattutto con le azioni,
non solo a parole. “La Chiesa oggi
vi guarda – direi di più: il mondo oggi vi guarda – e vuole imparare da voi,
per rinnovare la sua fiducia nella Misericordia del Padre che ha il volto
sempre giovane”- Papa Francesco – |