Padre Emiliano Tardif “ l’asinello di Dio “ |
|
<< Io sono solo l’asinello di Dio. Io prego. Lui guarisce>> |
Padre Emiliano Tardiff, dei Missionari del Sacro Cuore di Gesù (MSC),
conosciuto in tutto il mondo per le sue "Messe di guarigione"
durante le quali spesso si manifestavano guarigioni prodigiose, è morto l’8
giugno 1999 a Cordova, in Argentina, dove stava
predicando un ritiro a 300 sacerdoti. Nato il 6 giugno 1928 in Quebec
(Canada), aveva emesso i primi voti l’8 settembre 1949, e la professione
perpetua tre anni dopo; era stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1955.
Inviato missionario nella Repubblica Dominicana, fu tra i fondatori del
seminario missionario "San José de las Matas" di cui divenne
anche professore; diresse la rivista "Amigo
del Hogar" e fu eletto Superiore provinciale
del suo istituto. Nel 1973 la tubercolosi lo costrinse a rimpatriare per
essere curato in Canada. Dopo la visita
di un gruppo di amici del movimento carismatico cattolico che avevano pregato
nella sua camera d’ospedale, p. Tardiff guarì in
modo inaspettato e scoprì di aver ricevuto il dono straordinario della
guarigione. Tornato in America latina, si stabilì a Nagua,
un quartiere povero di Santo Domingo dove fondò numerose scuole di
evangelizzazione. Per sei mesi faceva il parroco ed il resto dell’anno
viaggiava nel paese e all’estero, guidando ritiri spirituali e riempiendo
chiese e stadi dove celebrava. Molto conosciuto in tutta l’America latina e
nel mondo francofono, p. Tardiff ha girato il
mondo, toccando 71 paesi. Tre anni fa circa 200.000 persone parteciparono in
Polonia alla messa celebrata in un campo d’aviazione; due anni fa in Libano
la televisione nazionale mandò in onda le messe di guarigione suscitando
emozione in tutto il paese. In ogni luogo le riunioni di preghiera si
svolgevano sempre secondo uno schema fisso: catechesi, messa, processione con
il Santissimo Sacramento, preghiera di guarigione. |
|
Ritornai nella
mia stanza e con ansia ascoltai il contenuto di quei nastri. In essi, P.
Emiliano, riassumeva tutto quanto aveva sempre proclamato. Quei due
insegnamenti erano il suo testamento spirituale. Li ho subito considerati un
tesoro prezioso che ciascuno dovrebbe custodire gelosamente per imparare a
vivere da veri Figli di Dio amati dal Padre. Le due meditazioni sono state
trascritte integralmente; pertanto mi scuso fin da ora per eventuali
ripetizioni inadatte alla forma scritta.(dal libro- P.Emiliano
Tardif l’amico di Dio - di Padre M.Vassallo) Le 5 pietre
|
Le
5 pietre
Quando Gesù
dice che vi è più gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte che
per 99 giusti che non hanno bisogno di conversione, ci sta invitando a
cambiare vita e ad avere fiducia nella sua misericordia. La Vergine Maria
durante tutte le apparizioni ci ricorda il messaggio del Vangelo: convertitevi! Un giorno, a Medjugorie, la Vergine diede ai veggenti il seguente
messaggio: "Figli carissimi vi invito alla conversione individuale.
Questo tempo è per voi, perché il Figlio mio diletto, senza la vostra
cooperazione, non può realizzare quanto desidera. Figli carissimi pregate
affinché possiate crescere spiritualmente ed essere sempre più vicini a Dio.
Vi consegno le 5 pietre che rappresentano le armi contro il vostro
gigante Golia con le quali potrete vincere qualunque battaglia". La prima pietra è l'Eucaristia.
L'Eucaristia è lo stesso Gesù di Nazareth vivo, vero e risuscitato. Non è una presenza
simbolica di Gesù ma la sua presenza reale. Noi non lo vediamo, però crediamo
che egli è veramente presente in forza della sua Parola. Gesù stesso, infatti,
ha detto "prendete e mangiate, questo è i! mio corpo" e poi,
prendendo la coppa del vino, ha aggiunto: "prendete e bevete, questo è il mio sangue. Sangue della nuova ed
eterna alleanza che sarà versato per ciascuno dì voi". La Chiesa essendo
cosciente che si tratta di un grande mistero obbliga il celebrante, dopo la
consacrazione, a proclamare: "questo è il mistero della nostra
fede". Con il potere
dell'Eucaristia possiamo difenderci dagli attacchi del nemico con molta
facilità. L'Eucaristia è il Sacramento
della nostra salvezza. Gesù ci invita: "fate questo in mio ricordo"
ed è in forza di queste sue parole che noi possiamo celebrare l'Eucaristia. Anche S. Agostino
conosceva la potenza di questa "prima pietra" tanto è vero che egli
affermava: "Dio è tanto grande che avrebbe potuto creare mille mondi più
belli di questo attuale eppure, nonostante la sua onnipotenza, non potrebbe
fare nulla di più perfetto e grande dell'Eucaristia". L'Eucaristia, fratelli,
è lo stesso Gesù di Nazareth! Che pena sento nel cuore
quando, durante la celebrazione della Messa, molti cattolici battezzati e
cresimati non ricevono la Santa Eucaristia perché non vivono secondo i
comandamenti di Dio. Molte volte lasciano trascorrere anni prima di ricevere
il Corpo di Cristo. Questo è il segno evidente di mancanza di
evangelizzazione. Essi vivono nell'ignoranza. Altri non avendo compreso
l'importanza del Sacramento del matrimonio vivono come pagani. Chiediamo a
Gesù che ci illumini e ci aiuti a vivere secondo il suo Vangelo. Egli ci dice "se
vuoi entrare nel regno dei cieli osserva i miei comandamenti". Tutti
vogliamo andare in cielo, non è vero? Allora, che dobbiamo fare per entrarci?
E' semplice. Gesù ci da la risposta: osservare i suoi comandamenti. I
comandamenti di Dio sono dieci ma alcuni sono disposti a osservarne solo
cinque o sei. I restanti non sono di loro gradimento. Chi osserva solo cinque
o sei comandamenti non potrà entrare nel regno dei cieli. Nel libro
dell'Apocalisse, infatti, troviamo scritto
che gli adulteri non entreranno nel regno dei cieli,ma sembra che
qualcuno, questo, non l'abbia mai
letto. Vogliono andare in paradiso, però non vogliono rinunciare a
vivere in adulterio. Preferiscono non compromettersi con Gesù vivendo una
vita santa attraverso un matrimonio cristiano e benedetto da Dio. La Vergine,
durante un'apparizione a Fatima, disse: "se gli uomini sapessero cos'è
l'eternità cambierebbero vita”. Il mondo va a rotoli perché sono pochi coloro
che riflettono. Vogliono vivere come gli fa più comodo, sperando poi di poter
entrare lo stesso nel regno dei cieli. Questi, però, dimenticano che Gesù ci
raccomanda di osservare i suoi comandamenti per poterci entrare. La Santissima Eucaristia
è il Sacramento dell'amore di Gesù attraverso il quale egli si dona a noi come
pane vivo disceso dal cielo. La notte di Pasqua Gesù volle donarci il suo
corpo per fortificarci. Non a caso la Vergine Santissima ci indica
l'Eucaristia come "prima pietra" per difenderci dal nostro gigante
Golia che è satana. Come "seconda
pietra", la Vergine ci suggerisce la Confessione o Sacramento di
riconciliazione. Il Sacramento della riconciliazione non è
un castigo ma è il regalo di Pasqua di Gesù risuscitato. Dopo la
resurrezione. Gesù, apparve ai suoi apostoli, alitò su di loro e disse:
"ricevete lo Spirito Santo, i peccati saranno perdonati a coloro cui voi
li perdonerete e non saranno perdonati a coloro ai quali non li
perdonerete". Quand'è che un sacerdote non può perdonare un peccato?
Quando la persona non è sinceramente pentita. Gesù nel Vangelo ci dice:
"vi è un solo peccato che non sarà mai perdonato ne in questo mondo ne
nell'altro ed è il peccato contro lo Spirito Santo". Quale è il peccato
contro lo Spirito Santo? Il peccato contro lo Spirito Santo è la mancanza di
pentimento, perché nel giorno del nostro battesimo Gesù ha fatto di noi dei
veri figli di Dio, templi viventi dello Spirito Santo ed eredi del cielo. Fin
dal giorno del battesimo lo Spirito Santo dimora in noi come in un tempio.
Quando commettiamo un peccato, egli ci spinge a pentirci, ci aiuta, ci fa
sentire un senso di colpa e il desiderio di chiedere perdono. Se la persona
non desidera chiedere perdono non potrà essere perdonata ne in questo mondo
ne nell'altro. Quindi non è sufficiente confessare il proprio peccato al sacerdote.
E' necessario essere sinceramente pentiti per ricevere l'assoluzione. Per
questo Gesù precisa: "i peccati saranno perdonali a coloro ai quali voi
li perdonerete e non saranno perdonati a coloro ai quali non li
perdonerete". Un giorno un uomo andò a
confessarsi: "Padre io ho rubato nove bottiglie di birra pregiata al mio
vicino". Il sacerdote essendo un po' sordo chiese all'uomo di ripetere.
Allora quest'ultimo, approfittando del momento,
corresse la sua confessione: "padre, avevo detto nove ma visto che ci
siamo, annoti dodici, perché ne sono rimaste ancora tre che penso di andare a
prendere questa notte!". Quest'uomo
era sinceramente pentito? Poteva essere perdonato? Certamente no . Per
ricevere il perdono doveva essere pentito. Ci sono dei cattolici che hanno
paura di questo Sacramento. Dovremmo avvicinarci ad esso con gioia, senza
alcun timore, perché attraverso questo Sacramento Gesù ci purifica e ci rende
creature nuove. Un giorno incontrai un
uomo che aveva molta paura di questo Sacramento. Io venivo, in auto, dalla
città di Samanà. Ero senza colletto, indossavo una
camicia normale. Ero in ritardo e quindi avevo oltrepassato i limiti di
velocità consentiti. All'improvviso mi accorsi della presenza di un vigile
urbano che subito si rese conto della mia infrazione e mi fermò. Pensai:
"caspita, si è accorto che stavo correndo, ora mi tocca pagare la
multa". Mi si avvicinò e fece il giro intorno all'auto con aria molto
severa, lo gli dissi: "buon pomeriggio, desidera confessarsi?". Lui
mi guardò sorpreso e mi chiese: "lei è un sacerdote"? Risposi:
"Si. Sono il parroco di Sanchez (a quel tempo
lo ero). Allora mi rispose: "no Padre, vada pure...". Strano, ma
quando gli offrii di confessarsi si dimenticò della multa. Si spaventò! Questo Sacramento non è
un castigo ma una benedizione che restituisce la pace. Altri invece si
confessano ma hanno la cattiva abitudine di raggirare i propri peccati come
per sminuirli ed evitare che il sacerdote si renda conto di quello che hanno
fatto. Ricordo una volta una ragazza che venne da me per confessarsi. Le
chiesi : "Figliuola cosa vuoi che Gesù ti perdoni?". Mi rispose:
"Padre ho detto una piccola bugia, però era una cosa
insignificante". Allora continuai: "devi dirmi altro?" Ella
rispose: "si, mi sono arrabbiata, però non esageratamente". Fece
qualche minuto di silenzio e poi aggiunse: "Ah, dimenticavo, con il mio
ragazzo abbiamo fatto un bambino, però è piccolo, piccolo...". Ditemi fratelli, fare un
bambino piccolo è meno peccato che farne uno grande? Ella voleva sminuire il
suo peccato in modo da farlo apparire lecito. Non c'è motivo di sminuire i
nostri peccati ma dobbiamo fare di essi un unico pacco da dare a Gesù
affinché li "bruci" nella fornace ardente del suo cuore. Non
dobbiamo nascondere niente. Dobbiamo prendere coscienza che questo Sacramento
è il Sacramento della misericordia di Gesù istituito per restituire la pace a
quanti l' hanno perduta a causa del peccato. Alcuni, influenzali
dalla mentalità protestante dicono: "io mi confesso direttamente con
Dio". Chiaro, sono d’accordo.
Anch'io quando mi confesso dico mi confesso a Dio l'Onnipotente e a te
padre..., però Dio ci ama tanto che ha delegato i suoi ministri affinché ci
dicano, con amore, facendo le veci di Cristo", "io ti assolvo dai
tuoi peccati nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo". Il
sacerdote non dice: "ti assolvo nel mio nome" ma "nel nome di
Dio". Nel mio nome, io, sacerdote, non posso perdonare i peccati, però
lo posso fare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Quanta
pace otteniamo sentendoci dire che Dio ci perdona. Il sacerdote, nel momento
che ci assolve, rappresenta Dio. La confessione è un dono per tutti. Si
confessano il Papa, i vescovi, i sacerdoti, le suore e tutti i cristiani che
hanno ricevuto una valida evangelizzazione. Questo Sacramento è una grande
benedizione per una maggiore crescita spirituale, per vivere una vita di
maggiore purezza e di amore e per poter camminare come figli della luce. Per
questo la Vergine Maria lo propone come"seconda pietra", per
difenderci contro il gigante Golia che si chiama satana il quale desidera la
nostra perdizione. La "terza
pietra", proposta dalla Vergine, è la Parola di Dio, la Sacra Bibbia.
La Parola di Dio è una parola di luce che ci fa uscire dalle tenebre del peccato.
E' parola di verità che ci libera dalla menzogna nella quale satana vorrebbe
che vivessimo. E' parola di vita. La parola di Dio è lo stesso Gesù che è il
Verbo eterno del Padre, che ci orienta. S. Paolo dice: “ la fede viene dalla
parola di Dio e dalla predicazione della stessa". Leggete la Bibbia,
alimentate la vostra vita spirituale con la Parola di Dio. La "quarta
pietra" è la recita del Santo Rosario che è una preghiera meravigliosa.
Attraverso la meditazione dei 15 misteri abbiamo l'opportunità di
ripercorrere tutta la vita di Gesù e di contemplare la sua nascita, la sua
morte e la sua resurrezione. Meditando i misteri gaudiosi riviviamo la gioia
della sua nascita, i misteri dolorosi, lo strazio di quanto ha patito per la
nostra salvezza e i misteri gloriosi, il suo trionfo sulla morte ed il
peccato, grazie al quale, ci ha aperto la porta del cielo. La "quinta
pietra" è il digiuno. Il digiuno è un
sacrificio, una penitenza che aiuta a crescere nell'umiltà e a fortificare la
nostra volontà per resistere alle insidie del demonio. Il digiuno è molto
importante. La Vergine chiede, ai cristiani che possono farlo, di digiunare
con pane e acqua il venerdì. Il digiuno può essere fatto in diversi modi.
Esso implica una privazione. Possiamo digiunare con gli occhi, evitando di
guardare le cose che non dovremmo guardare, con la bocca, evitando di dire
parole che feriscono i nostri fratelli. Infine si può digiunare mangiando
meno di quanto vorremmo. Il digiuno ci purifica e
ci fortifica. Queste "cinque pietre"
donateci da Maria ci aiutano ad essere più forti nella vita spirituale e a
sconfiggere definitivamente il demonio. Allo stesso modo in cui Davide
sconfisse Golia, grazie alle 5 pietre, così ella ci insegna a sconfiggere
satana, il Golia della nostra vita spirituale. Una volta
slavo tenendo questo insegnamento negli Stati Uniti. Era presente una giovane
donna che studiava musica. Il messaggio della Vergine toccò così
profondamente il suo cuore che ritornata a casa compose un canto che mi inviò
a Santo Domingo. La giovane donna, come ricompensa, chiedeva una sola cosa:
che il messaggio della Madonna venisse diffuso nel mondo intero. Amo molto
questo canto e credo che possa essere utile nelle vostre case per insegnare
ai vostri figli, in modo semplice, come difendersi da satana, il nemico
infernale. Di seguito riporteremo il testo del canto: Rit.
Cosi come Davide vinse Golia il nemico tu vincerai (2 v.). Con cinque pietre disse Maria tu vincerai pure satana Quando ella apparve a Medjugorie ci ha rivelato la verità. Son
cinque pietre che il nemico non ha potuto fermare mai e se mi ascolti con attenzione le cinque pietre io ti darò. Rit.
Così come Davide vinse Golia il nemico tu vincerai (2 v.). La prima pietra, la più rotonda la più perfetta che puoi lanciar: L'Eucaristia che è Cristo Vivo Ti fa invincibil, trionfator. Rit.
Così come Davide vinse Golia il nemico tu vincerai (2 v.). Seconda pietra, la confessione. Cristo ti sana e ti da il perdon ti da la vita se tu ti penti se ti converti con tutto il cuor. Rii. Così come Davide vinse Golia il nemico tu vincerai (2 v.). La terza pietra è la Parola che è vita eterna e verità, lo stesso Cristo ci parla in essa e ci ridona la libertà. Rit.
Così come Davide vinse Golia il nemico tu vincerai (2 v.). La quarta pietra, il Santo Rosario quel che Maria a noi insegnò esso riassume tutto il Vangelo è la promessa di redenzion. Rit.
Così come Davide vinse Golia il nemico tu vincerai (2 v.). L'ultima pietra che lanceremo è il digiuno con umiltà, la nostra gioia senza egoismo ci dona pace e libertà. Rit.
Così come Davide vinse Golia il nemico tu vincerai (2 v.). |
Il sacerdote
uomo misterioso
Desidero che le mie prime
parole siano un saluto affettuoso per tutti voi che ci ricevete con tanto
amore. Grazie per il vostro affetto. In questo primo
insegnamento desidero contemplare, con voi, la figura del sacerdote. Siamo... (i microfoni
non funzionano e i tecnici intervengono per sistemare l'impianto di
amplificazione. Dopo qualche minuto P. Emiliano riprende). Approfittando di questo
incidente di percorso, vorrei raccontarvi una storiella realmente accaduta,
Una volta c'era un vescovo che trovava molte difficoltà nell'accettare il
Rinnovamento carismatico, lo tollerava ma non andava oltre. Un giorno mi
trovavo a predicare nella sua diocesi e, per la Messa di chiusura, gli
organizzatori, decisero di invitarlo. Naturalmente egli non poté rifiutare. A
causa della moltitudine di gente accorsa, la Messa si teneva nel cortile
della chiesa. Il Vescovo, giunto sul posto, salì sul palco per incominciare
la celebrazione. Appena iniziò a parlare i microfoni smisero di funzionare.
Il sacrestano, molto infastidito e imbarazzato, si avvicinò all'impianto di
amplificazione e cominciò a toccare i diversi cavi elettrici nella speranza
di sistemarlo al più presto. Il Vescovo, vista
l'ansia del sacrestano, tentò di sdrammatizzare dicendo; "penso che
abbiamo dei problemi con i microfoni". E subito la gente rispose;
"e con il tuo spirito". Tutti avevano pensalo che il Vescovo avesse
introdotto la Messa e, senza rendersene conto, avevano dato una parola di
conoscenza. Quel vescovo aveva davvero dei problemi con lo Spirito Santo! Ritornando al nostro
tema, dicevo che vorrei contemplare, con voi, la nostra vocazione di
sacerdoti. Una sera, nella capitale dominicana, mi stavo recando a celebrare
una Messa di guarigione nella chiesa di S. Rosa di Madillac.
Non conoscevo quel posto ma solo il nome della chiesa e più o meno la zona
dov'era situata. Mi stava accompagnando un fratello della comunità che si era
offerto di farmi da autista. Lungo la strada incontrammo una signora di età
avanzata che, a piedi, si slava dirigendo verso la zona che ci avevano
indicato. Ci fermammo e il mio autista le chiese: "scusi signora, sa
dove sta la chiesa di Santa Rosa di Madillac?". Ella, con molta
gentilezza, rispose: "certo, sto andando lì anch'io". Dopo aver
ringraziato il Signore per averci mandato una guida invitai la signora a
proseguire il viaggio con noi. Ci stringemmo un pochino e le feci spazio al
mio fianco. Durante il viaggio approfittai per fare una piccola indagine e le
chiesi: "cosa fanno questa sera in questa chiesa?". La signora, un
po' smarrita, rispose: "si riuniscono i carismatici, e vi è un sacerdote
misterioso che prega per gli ammalati e poi annuncia coloro che stanno
guarendo". Ed io ancora: "e pensa che noi due possiamo partecipare
a questa Messa?". "Voi siete cattolici?", continuò la signora.
"Certo!". "E allora potete venire". Dopo qualche minuto di
silenzio dissi alla signora: "lei è molto fortunata perché, domani,
potrà dire a lutti che è stata tra le braccia del padre misterioso. Questo
tale sono io!". (Infatti stavamo così stretti in auto che sembrava fosse
seduta sulle mie ginocchia). La signora rimase sbalordita e per il resto del
viaggio non disse una parola ma continuò a guardarmi allo stesso modo in cui
si guarderebbe un marziano. La riflessione di questa
signora è la stessa che fa la maggioranza della gente. Noi sacerdoti siamo
uomini misteriosi! Tutti ci guardano con curiosità e molti vorrebbero poter
penetrare nel segreto della nostra vita per capire l'intimità del nostro
ministero. Per molti, il sacerdote
è un uomo misterioso, qualcosa di molto raro. In realtà, se contempliamo la
vocazione straordinaria alla quale Gesù ci ha chiamati possiamo affermare che
davvero ci troviamo di fronte ad un grande mistero, il mistero dell'amore di
Dio che si manifesta nel nostro servizio e nel nostro apostolato. Dio ha
tanto amato il mondo da inviare il suo unico figlio Gesù Cristo non per
condannarlo ma per salvarlo. Gesù ci ha scelti per continuare la sua missione sulla terra. Per molte persone, così
come per quella cara signora, il sacerdote è un uomo misterioso, investito di
potere divino, che ha la missione di continuare e di completare, sulla terra,
l'opera redentrice incominciata da Gesù sulla croce. La nostra missione
consiste nel ridare la vita, nel distribuire il pane dell'Eucaristia, nel
sacrificare e nell'offrire la nostra vita per santificare il popolo di Dio. Il Santo Padre Giovanni
Paolo II, durante la sua visita in Canada, in una riunione sacerdotale
tenutasi a Toronto, disse: " il sacerdote esiste per celebrare
l'Eucaristia. Egli è un mistero d'amore, un uomo innamorato di Dio e del suo
popolo. I fedeli sono portati ad imitare il suo modo di vivere ma
difficilmente riescono a penetrare il suo intimo per capire ciò che nasconde
la sua anima. Allo stesso modo in cui il Figlio di Dio venne tra i suoi e non
fu riconosciuto, così il sacerdote risulta essere. per i suoi, il grande
sconosciuto". Spesso ci ritroviamo a giustificare i difetti dei
sacerdoti, essendo consapevoli della loro umanità e dei difetti che da questa
derivano. Però non dobbiamo cadere nell'errore di giustificare quei sacerdoti
che conducono una vita indegna negando i loro errori. Per quanto possa
risultare triste e doloroso, non si può negare l'evidenza. Anche se esistono
sacerdoti indegni, che cercano soddisfazione negli sfrenati piaceri del mondo
fino a tradire la propria fede, la loro indignità,
in nulla, si oppone alla dignità del sacerdote cattolico. Ogni sacerdote è
stato scelto da Dio. Qualunque errore possa
commettere il sacerdote, il sigillo che gli è stato impresso dallo Spirito
Santo al momento della consacrazione, giammai sarà cancellato dalla sua
anima. Scelto da Dio, il sacerdote, diventa un suo stretto collaboratore
nell'opera della salvezza. Egli ha in suo potere e nelle sue mani la stessa
arma di Dio. Al momento della consacrazione sacerdotale, il vescovo, unge le
sue mani con l'olio santo e consegnandogli il calice con il vino e la patena
con l'ostia dice: "ricevi la potestà di offrire il sacrifico a Dio e di
celebrare Messa tanto per i vivi quanto per i defunti". In quel momento
il sacerdote viene costituito rappresentante e mediatore tra Dio e gli
uomini. Questa mediazione costituirà la sua suprema missione sulla terra.
Infine, poggiando la mano sul suo capo, il vescovo dice: "ricevi lo
Spirito Santo, a chi perdonerai i peccati saranno perdonati e a chi non li
perdonerai non saranno perdonati ''. In questo modo, il
sacerdote, viene scelto da Dio e riceve lo stesso potere che concesse Cristo
ai suoi apostoli, il potere divino di legare e di sciogliere. Per questo,
ciascun sacerdote, ogni giorno della sua vita dovrebbe ringraziare Dio per il
dono della vocazione. Ma, giorno per giorno, deve anche chiedere forza al
Signore per poter compiere un così grande ministero. Ogni sacerdote ha in
fondo all'anima un martirio segreto che deriva proprio dall'esercizio del suo
ufficio il quale lo schiaccia, proprio, a causa della sua dignità. Egli,
cosciente della sua missione, si sente troppo piccolo per un'opera così
grande. E' come una visione grandiosa che lo incanta e nello stesso tempo lo
spaventa. Pertanto sente contemporaneamente paura e fiducia. Immaginate l'Ostia Santa
che eleva il sacerdote al momento della consacrazione. Essa è piccola ma pesa
più dell'universo. In sé contiene lo stesso Creatore del ciclo e della terra.
Non è una presenza simbolica ma una presenza reale e viva, perciò dopo la
consacrazione, si annuncia: "questo è il mistero della nostra fede".S. Agostino diceva: Iddio è grandioso e potrebbe creare
mille mondi ancora più belli di questo attuale ma nonostante tutta la sua
grandezza e tutta la sua maestà egli non potrebbe fare nulla di più grande
della Santa Eucaristia". L'Ostia Santa è Gesù di Nazareth risuscitato,
vivo e vero. Noi crediamo in questa verità perché crediamo nella sua Parola:
"prendete e mangiate, questo è il mio corpo. Fate questo in mio
ricordo". Quanto è grande la missione che abbiamo ricevuto! Immaginate ciò che
rappresenta un'assoluzione data ad un povero peccatore convertito. P. Carlo Raner diceva: "vi sono sacerdoti che si affannano
nel cercare nuovi metodi di promozione umana e che dimenticano che la
promozione più grande, che possano dare ad un uomo, è prenderlo dal fango del
peccato e, attraverso l'assoluzione, collocarlo dinanzi alla porta del cielo.
Questa è la promozione più grande che possa esistere". Nel cuore sacerdotale
troviamo il martirio delle anime e il cumulo delle miserie umane. Molti mi
domandano: "Padre se il sacerdote è un uomo di fede, perché se la prende
tanto per le miserie umane?". Certo che abbiamo fede, ed è proprio in
virtù di questa che accettiamo tutto. E' proprio la fede a renderci inquieti.
Il ministero sacerdotale, senza la fede, sarebbe un lavoro come un altro.
Invece noi siamo coscienti di avere un Dio, un paradiso e un inferno e
sappiamo di possedere, nelle mani, il perdono di Dio e che i nostri fedeli
hanno un'anima immortale. A causa di questa consapevolezza ogni nostra azione
ed ogni nostra parola viene caricata da una responsabilità molto grande.
Quando un sacerdote pensa seriamente al suo sacerdozio, le sue parole vengono
analizzate dall'intelligenza per giungere sane ai cuori dei fedeli con Egli ha affidato a noi
questo ministero, degni o meno che possiamo essere. Nonostante siamo
coscienti di essere stati scelti abbiamo sempre l'impressione di essere degli
incapaci. Non abbiamo via di uscita, dobbiamo stare a disposizione dei
fratelli e compiere, con grande vocazione, un così grande ministero. Con
questo non voglio lamentarmi del mio sacerdozio ma desidero che ciascuno di
noi si renda conto che ha ricevuto la vocazione più sublime che possa
ricevere un uomo sulla terra. Il sacerdote non può essere sostituito neppure
dai santi del paradiso, perché confessare e celebrare l' Eucaristia è una
missione affidala da Cristo ai sacerdoti che abbiano ricevuto la
consacrazione. La nostra vita sacerdotale deve essere caratterizzata dalla
gioia. Abbiamo il dovere di essere felici per il privilegio ricevuto. Abbiamo
la gioia dì annunciare la verità a tante anime. Questa verità non è nostra,
ma di Cristo dal quale riceviamo il potere di insegnarla con autorità. La
verità non è un concetto intellettuale ma la stessa persona di Cristo. Egli
dice: "Io sono la verità". Dio ci concede la gioia di dare pane
all'anima affamata, pace al cuore tribolato, luce a coloro che vivono nelle
tenebre. Siamo distributori della grazia divina. Ma affinché questo diventi
possibile dobbiamo ricevere forza dall'alto, quella forza che Gesù ha
promesso ai suoi apostoli nel giorno in cui ascese al cielo. Gesù disse loro:
"non allontanatevi da Gerusalemme, restate ad aspettare perché tra pochi
giorni sarete battezzati nello Spirito Santo". Gli apostoli non
capirono. La loro mente era affollata da idee umane; pertanto pensarono che
Gesù stesse parlando della restaurazione del regno di Israele. Gesù, che leggeva
nel loro cuore, precisò che si trattava della forza dello Spirito Santo che
sarebbe sceso su di loro e li avrebbe resi testimoni in Gerusalemme, Galilea,
Samaria e tino ai confini della terra. E' questa la forza di
cui lutti abbiamo bisogno e ai nostri giorni, il Signore la sta rinnovando
nella sua Chiesa in modo del tutto speciale. Questa forza si chiama battesimo
nello Spirito Santo ed è questo che noi chiamiamo "grazia di
Pentecoste". Tutti ne abbiamo bisogno; possiamo riceverla più volte al
fine di compiere bene la nostra missione. Possiamo chiedere al Signore una
nuova immersione nello Spirito Santo che è lo Spirito stesso di Gesù al fine
di poter parlare, pensare, pregare ed operare come Lui, conservando nel
cuore, i suoi stessi sentimenti. Questo è quanto chiederemo questa settimana:
una nuova effusione di Spirito Santo. Possa Gesù venire a sommergerci nel suo
Santo Spirito per donarci una Pentecoste personale. Un giorno, durante un
ritiro per sacerdoti in Guatemala, parlai per circa un'ora del battesimo
nello Spirito, spiegando che è la grazia di Pentecoste che ricevettero, gli
apostoli con Maria, nel cenacolo. A conclusione dell'insegnamento dissi:
"non si può imparare a nuotare per corrispondenza. Se uno vuole imparare
a nuotare dovrà necessariamente tuffarsi nell'acqua". Così è con il
battesimo nello Spirito: per capire cosa sia, bisogna farne esperienza".
Dopo aver terminato la meditazione uscimmo fuori per una pausa. Mentre
parlavo con un sacerdote, la mia attenzione fu rapita da un bimbo di circa 4
anni che si stava succhiando il dito. P. Diego Aramillo,
che mi stava accompagnando nella predicazione, gli domandò: "che sapore
ha il tuo dito?", e i! bimbo continuò a succhiare come per cercare una
risposta. P. Diego ribadì: “ di che sapore è il tuo dito?” Allora il bambino,
allungando il braccio, disse: provalo! Rientrati in sala dissi
ai sacerdoti: "io ho sprecato un'ora cercando di spiegarvi cos'è la
Pentecoste. Ora vi dico, se volete veramente saperlo, provate ! Coscienti della
grandezza della nostra vocazione e della necessità che il popolo di Dio ha di
avere santi sacerdoti, non ci resta che chiedere questa nuova forza dall'
alto che Gesù ha promesso ai suoi apostoli. Oggi, dice a noi: "non
uscite ad evangelizzare ma aspettale perché, fra pochi giorni, sarete
battezzati nello Spirito Santo". Il Papa, Giovanni Paolo II, in quel
bellissimo documento della giornata mondiale delle missioni, nel 1998.
scrisse: "lo Spirito Santo non ha perso la forza propulsiva che aveva
agli inizi della Chiesa nascente. Oggi, attua come ai tempi di Gesù e degli
apostoli le stesse meraviglie raccontate nel libro degli Atti". Spesso, le opere
compiute dallo Spirito Santo, restano sconosciute perché ai nostri giorni, in
molte parti del mondo, l'umanità vive già in culture secolarizzate che
interpretano le realtà di Dio come se egli non esistesse. Eppure è evidente
che stiamo vivendo una nuova Pentecoste d'amore nella Chiesa così come fu
profetizzato, durante l'ultimo secolo da diversi profeti. La Beata Elena
Guerra, una religiosa italiana, aveva ricevuto dei messaggi dal Signore per
il Papa Leone XIII. Gesù chiedeva che il nuovo secolo fosse stato consacralo
allo Spirito Santo. Su insistenza della beata Elena Guerra, il Papa decise di
consacrare il secolo che andava dal 1899 all'anno 2000, allo Spirito Santo.
La stessa rivelazione l'ebbe anche una messicana di nome Concita. Molti di
noi sono testimoni che lo Spirito Santo sta davvero rinnovando la Chiesa dei
nostri giorni. Stiamo assistendo ad un vero e proprio rinnovamento della
preghiera. S. Alfonso Maria de Liguori diceva che
"colui che prega si salva, colui che non prega si danna". Avevo
letto questa affermazione moltissimi anni fa e non riuscivo a capire la
durezza di S. Alfonso nell'annunciare questa verità. Con il trascorrere degli
anni e, le diverse esperienze vissute, mi sono reso conto che è impossibile
mantenere una vita fervorosa, fedele al Vangelo e ai comandamenti del
Signore, senza la forza della preghiera. Oggi lo Spirito Santo sta suscitando
un grande desiderio di pregare. In tutto il mondo si sente parlare di gruppi
e di case di preghiera, di riunioni e di ritiri di preghiera. E' proprio una
nuova corrente di grazia che sta scorrendo sull'umanità. Dopo il Concilio,
molte comunità, stavano soffrendo di una grande aridità spirituale: le
parrocchie avevano abbandonato le novene, la recita del Santo Rosario e
addirittura l'adorazione al Santissimo Sacramento. Quando un albero sta
morendo l'acqua non si versa sulle foglie ma bensì sulle radici. La stessa
cosa ha fatto lo Spirito di Dio. Ha soccorso la sua Chiesa, avviata verso una
catastrofe spirituale, infervorando il cuore dei laici con un nuovo ardore e
una nuova forza di preghiera. Sono migliaia i laici, che si riuniscono
settimanalmente per pregare per l'intera Chiesa. Ho girato il mondo e
fino ad oggi non ho mai trovato qualcuno che potesse dichiararsi il fondatore
del Rinnovamento Carismatico. Il fondatore di questa corrente di grazia è lo
Spirito Santo. Chiunque ha ricevuto il battesimo nello Spirito Santo può testimoniare,
come me, che è stata una vera grazia di Pentecoste nella propria vita. Dopo
aver ricevuto questo battesimo si prova un nuovo fervore per la preghiera e
un grande desiderio di leggere la Parola di Dio. La preghiera diventa motivo
di gioia. Non un obbligo, ma una necessità. Ricevetti il battesimo
nello Spirito Santo il 24 settembre del 1973, il giorno di Nostra Signora
della misericordia. La settimana successiva mi resi conto che leggendo gli
Atti degli Apostoli scoprivo cose nuove che, pur avendole lette più volte nel
passato, non le avevo mai comprese. Leggendo gli Atti degli Apostoli e le
lettere di S. Paolo mi resi conto che, nelle comunità primitive, lo Spirito
Santo si manifesta numerose volte operando con forza. Io personalmente, non
ho pensato sempre bene del Rinnovamento Carismatico. C'è stato un tempo,
durante il quale, mi burlavo di questa corrente. Pensavo che tutti gli
aderenti fossero un po' esagerati. Nel 1973 ero Superiore
provinciale in Santo Domingo. Erano già otto anni che rivestivo la stessa
carica, in via del tutto eccezionale. Infatti in ogni Congregazione, di
regola, si può rivestire la stessa carica per un solo triennio. All' ottavo
anno mi ammalai gravemente. Avevo seri problemi all'apparato respiratorio
tanto da dover essere ricoverato di urgenza, in piena notte, presso il Centro
ospedaliere nazionale della Repubblica Dominicana. Stavo così male che ero
certo di non rivedere l'alba. Avevo predicato spesso sulla morte ma non ne
avevo mai fatto esperienza diretta. Quella sera ebbi modo di sperimentarla e,
ad essere sincero, posso garantire, che non è una piacevole esperienza. Il
giorno successivo mi fu diagnosticata una tubercolosi polmonare acuta. I
dottori mi spiegarono che i miei polmoni erano gravemente lesionati e in essi
si erano formate le così dette "caverne". Era necessario che
restassi in ospedale per circa 12 mesi durante i quali avrebbero tentato una
cura molto intensa con la speranza di spegnere i "focolai"
contenuti nei miei polmoni. Dopo aver riflettuto sul da farsi decisi di
ritornare a Quebec, Canada, dove viveva la mia famiglia. All'inizio i dottori
mi sconsigliarono il viaggio data la gravità del mio caso, ma dopo qualche
giorno, grazie ad un lieve miglioramento, mi fu concesso di essere trasferito
nel Centro tubercolosi del Canada. Premetto che appartengo alla Congregazione
del Sacro Cuore da 44 anni. Lavoriamo in 40 nazioni del mondo, ma io, per
bontà del Signore, fui destinato alla bellissima isola di Santo Domingo. Come
già dicevo all'inizio, in tutto il mio sacerdozio, non avevo mai sopportato i
così detti carismatici. Sapevo, per sentito dire, che nella Repubblica
Dominicana, vi erano alcuni gruppi di preghiera appartenenti a questa
categoria, ai quali non avevo mai voluto partecipare nemmeno per curiosità. A
loro riguardo la pensavo come un mio amico sacerdote canadese. Egli diceva:
"non dico che tutti i carismatici sono pazzi, ma posso affermare che,
tutti i pazzi della mia parrocchia, sono entrati a far parte di qualche
gruppo carismatico!". Giunto in ospedale, prima di iniziare la cura, mi
furono ripetuti tutti gli esami. Nel frattempo ricevetti la visita di cinque
persone, tre uomini e due donne, che subito si presentarono come membri del
Rinnovamento Carismatico. Dopo qualche minuto di conversazione mi chiesero:
"Padre, vuole che preghiamo per lei affinché possa ritornare presto alla
sua missione?". Mi trattenni per evitare di
ridere e con molta educazione risposi: "certo, io sono un sacerdote
cattolico". Ricordo ancora la scena come se fosse accaduto ieri: ero
seduto su di una sedia al lato del letto. I cinque laici formarono un cerchio
intorno a me dopo di che mi poggiarono le mani sulle spalle e sul capo. Mi
sentivo tanto ridicolo sotto le loro mani. Fino a quel giorno, l'unico che mi
aveva imposto le mani era stato il mio vescovo nel giorno della mia
consacrazione sacerdotale. Mentre pregavano per me, mi resi conto che la
porta della stanza era aperta. Tutti coloro che passeggiavano nei corridoi si
fermavano a guardare convinti che stessi morendo. Sui loro volti si leggevano
curiosità e spavento! Allora chiesi: "per favore, potreste chiudere la
porta?". Detto, fatto. Ma, per fortuna. Gesù era già entrato ! Dopo
quella preghiera cominciai a migliorare gradualmente fino a riacquistare
l'appetito e il sonno. Dopo una settimana mi sentivo rinato. I dottori, visto
il mio strano miglioramento vollero ripetere nuovamente gli esami. Tutti i
valori si erano ristabilizzati e le
"caverne" completamente
cicatrizzate. Ero sano. L'indomani il dottore venne nella mia stanza e
mi disse: "Padre, lei è sano come un pesce. Ritorni pure al suo lavoro
perché il Signore l'ama molto e ha compiuto per lei un grande miracolo".
Non credevo alle mie orecchie. La preghiera di quelle strane persone mi aveva
ridato la salute. Il dottore mi salutò dicendomi che qualcosa di
straordinario mi era accaduto e che non poteva negare l'intervento divino. Da
quel giorno non ho mai più sofferto di alcun male. Il Signore mi aveva
guarito totalmente. Ogni giorno ringrazio il Signore per il suo dono e con
gioia metto a servizio dell'evangelizzazione la salute che egli mi ha
restituito. La Chiesa, fratelli, sta
vivendo davvero una nuova Pentecoste ed io ne sono testimone. Nell'ultima
riunione tenuta all'ICCRES abbiamo parlato proprio di questo assunto,
affermando che attualmente il Rinnovamento Carismatico è una realtà pastorale
in centosettanta Paesi del mondo. La cosa che mi rende felice è che ho
assistito a innumerevoli lotte tra le varie espressioni carismatiche ma ho
potuto constatare che quando più si lotta più esso cresce. II Rinnovamento
Carismatico non è opera dell'uomo, ma dello Spirito Stinto, che vuole
suscitare nella Chiesa, un totale rinnovamento spirituale. Nella Chiesa
cattolica abbiamo le prove che, il Rinnovamento Carismatico, è un frutto
maturo del Concilio Vaticano II ed è nostro compito continuare a lottare per
la sua perfezione a gloria di Dio. |
PREGHIERA PER
LA GUARIGIONE INTERIORE ( P. TARDIF) |