AGGEO Eb.
HAGGAY (“festoso”) |
Aggeo
è uno dei 12 profeti minori, che con i loro brevi libri concludono l'Antico
Testamento; insieme con Zaccaria, egli
si adoperò intensamente perché i Giudei ricostruissero il tempio di
Gerusalemme dopo il loro ritorno dall'esilio in Babilonia. Le profezie di
Aggeo iniziarono nell'agosto del 520 a.C., il
secondo anno del regno di Dario I
di Persia. Il primo giorno del mese ebraico di Elul,
Aggeo spiegò a Zorobabele,
governatore di Giuda, e al sommo sacerdote Giosuè il motivo degli scarsi raccolti, della fame e della sete
del popolo, e del freddo: Dio era insoddisfatto di loro perché si mostravano
negligenti nella ricostruzione della sua casa di culto. Aggeo chiedeva: «Vi
sembra questo il tempo di abitare tranquilli nelle vostre case ben coperte,
mentre questa casa [il tempio] è ancora in rovina?» (Ag
1,4). Sempre
parlando a nome del Signore, Aggeo comandò loro di addentrarsi nelle colline
attorno a Gerusalemme, oggi brulle ma un tempo coperte di vegetazione, e di
tagliare legname sufficiente per ricostruire il tempio. Tra gli ascoltatori
ve n'erano certo alcuni abbastanza vecchi, come forse lo stesso profeta, da
ricordare la meraviglia dell'edificio originale, distrutto dai Neobabilonesi
67 anni prima. In una successiva profezia, Aggeo promise che il nuovo tempio
sarebbe stato colmato di argento e oro, com'era stato l'antico, e avrebbe
superato in splendore la costruzione di Salomone.
Poco si sa del cosiddetto secondo tempio che, sorto dietro insistenza di
Aggeo, rimase in piedi quasi 600 anni, due secoli più del primo. Aggeo
esortava in nome di Dio: «Ora, coraggio, popolo tutto del paese [...] e al
lavoro» (Ag 2,4). E i lavori cominciarono tre
settimane dopo la prima profezia di Aggeo. Il 18 dicembre, ventiquattresimo
giorno del mese di Chisleu, furono poste le
fondamenta del nuovo edificio. Subito dopo, il profeta affermò che la fede
avrebbe avuto il suo premio: i granai si sarebbero riempiti e la vite, il
fico, il melograno e l'olivo avrebbero dato frutti in abbondanza |