ZACCARIA Eb. ZEKARYAH (“Yah[weh] ricorda”)

 

 

Zaccaria, l'undicesimo dei 12 profeti minori, i cui scritti chiudono l'Antico Testamento, voleva motivare i Giudei a ricostruire il tempio dopo il loro ritorno dall'esilio babilonese. Ma per ottenere successo fece ricorso a un metodo diverso da quello del suo contemporaneo Aggeo. Profetando tra agosto e dicembre del 520 a.C., Aggeo promise ai Giudei la fine della scarsità dei raccolti e della miseria economica. Diceva il profeta, riportando le parole di Dio: «Da oggi in poi io vi benedirò»

(Ag 2,19). Zaccaria, che profetò invece da ottobre del 520 a dicembre del 518 a.C., prometteva che un Messia avrebbe fatto rivivere i giorni gloriosi del regno di Davide.

Nel libro che porta il nome del profeta Zaccaria il tema messianico è così evidente che gli scrittori del Nuovo Testamento usavano frasi sue per presentare Gesù come compimento delle profezie. L'ingresso trionfale del Nazareno in Gerusalemme prima di Pasqua presenta analogie impressionanti con uno degli oracoli di Zaccaria: «Ecco, a te viene il tuo re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un asino, un puledro figlio di asina» (Zc 9,9). Nel Vangelo di Matteo è detto che Gesù fece il suo ingresso in groppa a un'asina «perché si adempisse ciò che era stato annunziato dal profeta» (Mt 21,4); l'evangelista però modifica leggermente la versione originale, assegnando a Gesù due cavalcature: un'asina e il suo puledro. Inoltre, la visione di Zaccaria di un uomo che riceve denaro per lasciare macellare il suo gregge trova un parallelo nella storia di Giuda Iscariota, che viene pagato per tradire Gesù e consegnarlo ai suoi aguzzini. Entrambi gli uomini ricevettero 30 pezzi d'argento ed entrambi restituirono infine il denaro al tempio.

Zaccaria presumibilmente non era solo un profeta, ma anche un sacerdote. Viene individuato come discendente di Iddo, che forse è lo stesso personaggio elencato tra i sacerdoti tornati a Gerusalemme con Zorobabele nel 538 a.C. Il libro di Zaccaria è diviso in due sezioni. I capitoli 1-8 contengono 8 visioni che si presentano al profeta durante la notte, poco dopo l'inizio della ricostruzione del tempio. La maggior parte delle visioni prefigura una vita idilliaca, con la comunità giudea che vive in pace dopo la ricostruzione del tempio. Il Dio dei padri torna ad abitare in Gerusalemme, assicura il paese ai Giudei e stabilisce la pace tra le nazioni. «Popoli numerosi e nazioni potenti verranno a Gerusalemme a consultare il Signore degli eserciti» (Zc 8,22), dichiara Dio, parlando per bocca del profeta Zaccaria.

I capitoli 9-14, che molti storici ritengono aggiunti in seguito, contengono due serie di moniti profetici, ciascuno introdotto dalla parola "Oracolo", con il significato di autorevole pronunciamento da parte di Dio. Il primo oracolo parla della restaurazione di Israele e dell'umiliazione dei suoi nemici. Il secondo descrive il giorno del Signore, quando le nazioni che attaccano Gerusalemme vengono distrutte. Dopo il compimento di tutto questo «il Signore sarà re di tutta la terra» (Zc 14,9).

 

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