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SAN PAOLO Lettera ai Romani Anno Pastorale Capitoli 1-8 Anno Pastorale2008-2009 Capitoli 9-16 |
La
lettera ai Romani è uno dei più importanti libri del Nuovo Testamento, con un'accurata
impostazione e densa di contenuto teologico. Evidentemente l'apostolo Paolo
pensava spesso a Roma, la grande città del mondo antico, e anche se non aveva
mai avuto l'occasione di visitarla come avrebbe desiderato, voleva tuttavia
spiegare ai Romani la natura del movimento cristiano. Nel suo scritto traccia
un'ampia panoramica della storia e del pensiero dei tempi di Adamo alla fine
del mondo. Paolo crede fermamente che Dio ha creato il mondo dei primi esseri
umani quali capostipiti di tutta l'umanità, purtroppo non perfetta, bensì
soggetta al peccato e alla morte. Il peccato e la morte sono anche la nostra
sorte, il che dimostra che siamo veramente figli di tale padre. Il peccato ha
trasformato il mondo in un luogo dove è difficile vivere. Molti sono
caduti estremamente in basso, preferendo al culto di Dio l'adorazione di
animali, serpenti e altri idoli. Indubbiamente Paolo stava pensando a ciò che
aveva constatato in molte città che aveva visitato, dove tali deviazioni
erano all'ordine del giorno. Alcuni non solo avevano stravolto il
concetto di culto ma avevano profanato le relazioni umane cedendo a
passioni violente e innominabili nei rapporti reciproci. Paolo vede in ciò
essenzialmente un'ingratitudine verso Dio che ci ha creati per la gloria e la
virtù. Alla gloria di Dio noi preferiamo il degradante abuso del prossimo e
del creato. Non tutti sono caduti in basso, ma tutti siamo peccatori. Paolo
sintetizza questo concetto nelle parole "Tutti hanno peccato e sono
privi della gloria di Dio". Nonostante la nostra disperata situazione,
Dio non ci ha abbandonati. Sono evidenti due concetti. Primo, Dio può essere
ancora conosciuto dall'uomo nonostante i suoi peccati; egli non ha sospeso il
suo dialogo con noi. Ci sono le prove della presenza di Dio nel creato e c'è
la legge scritta nel nostro cuore che ci parla di realtà superiori. Secondo,
Dio ha fatto per noi ciò che sembrerebbe impossibile, ci ha messo a
disposizione la salvezza in Cristo. Gesù è morto per noi, che non lo
meritavamo, per poterci ricondurre a Dio, il tutto senza compromessi da parte
di Dio. Per poter beneficiare di questa salvezza che ci viene offerta, noi
non dobbiamo fare altro che accettarla. Paolo quindi afferma che il Vangelo è
la potenza di Dio che opera la salvezza di chiunque crede in lui. A chi crede
in ciò che Dio ha fatto in Cristo, "la sua fede gli viene accreditata
come giustizia". Se confessiamo che Gesù è il nostro Signore e crediamo
che Dio lo ha risuscitato dai morti, saremo salvi. Paolo è fermamente convinto
di ciò poiché prima, quando era un Giudeo praticante, aveva cercato la
salvezza senza peraltro riuscire a ottenerla. Martin Lutero, molti secoli
dopo, sperimentò la stessa cosa, quando cercava di guadagnarsi la salvezza
seguendo una regola monastica. Le regole siano esse ebraiche, pagane o
cristiane, non possono salvare: Dio solo salva. A queste riflessioni Paolo fa
seguire un'ampia discussione sui benefici della vita cristiana e sul modo di
viverla. Primo, Dio non cessa mai di amarci. Niente di ciò che esiste in
tutto il creato può separarci dal suo creatore e amministratore. Secondo, Dio
è in grado di operare per il nostro bene in tutte le cose. Non è possibile
spiegare esattamente in che modo lo faccia, ma poiché egli è Dio, lo
può fare e noi ci rendiamo conto di ciò che fa quando siamo disposti a
fidarci di lui. Segue anche un'ampia discussione sul modo di vivere in
pratica la nostra fede cristiana. Una parte importante della lettera ai
Romani è riservata al rapporto esistente tra Israele e la Chiesa. Paolo cerca
di dimostrare che Dio è sempre stato operante nella storia in generale, ma in
particolare in quella di Israele. A chi chiede perché Dio abbia voluto
scegliersi un popolo particolare Paolo risponde che questo è un problema solo
in apparenza. In realtà, solo i credenti tra il popolo ebraico erano il vero
Israele e i credenti in Gesù ora sono un'estensione dell'Israele spirituale.
Ma ciò non significa che Israele come nazione sia stato irrimediabilmente
scartato. In qualche modo misterioso, quando tutti i popoli avranno aderito
alla fede,alla fine anche Israele sarà salvo. La lettera ai Romani è nel
contempo un trattato teologico e una guida pratica per i credenti.
Approfondire i suoi segreti significa imparare l'essenza del vivere
cristiano. |
Il Pensiero possente di
San Paolo