Le Sacre stimmate di
S. Francesco
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Mentre era in questo stato di preoccupazione e di
totale incertezza, ecco: nelle sue mani e nei piedi cominciarono a comparire
gli stessi segni dei chiodi che aveva appena visto in quel misterioso uomo
crocifisso. Le sue mani e i piedi apparvero trafitti nel centro da chiodi, le
cui teste erano visibili nel palmo delle mani e sul dorso dei piedi, mentre
le punte sporgevano dalla parte opposta. Quei segni poi erano rotondi dalla
parte interna delle mani, e allungati nell'esterna, e formavano quasi una escrescenza carnosa, come fosse punta di chiodi
ripiegata e ribattuta. |
Così
pure nei piedi erano impressi i segni dei chiodi sporgenti sul resto della
carne. Anche il lato destro era trafitto come da un colpo di lancia, con
ampia cicatrice, e spesso sanguinava, bagnando di quel sacro sangue la tonaca
e le mutande. Ben
pochi ebbero la fortuna di vedere la sacra ferita del costato del servo del
Signore stimmatizzato mentre egli era in vita. Ma
fortunato frate Elia che, ancor vivente il Santo, meritò di scorgerla almeno,
e non meno fortunato frate Rufino che la poté
toccare con le proprie mani. Mentre una volta gli praticava una frizione sul
petto, la mano gli scivolò, come spesso capita, sul lato destro e così toccò
quella preziosa cicatrice. Francesco ne sentì grande dolore e allontanò la
mano, gridando che Dio lo perdonasse. Infatti con
ogni cura teneva nascosto il prodigio agli estranei, ma anche agli amici e ai
confratelli, tanto che non ne seppero nulla per lungo tempo perfino i suoi
seguaci più intimi e devoti. Questo fedelissimo discepolo del Signore, pur vedendosi
ornato con tali meravigliosi segni, quasi perle preziosissime del Cielo e
coperto di gloria e onore più d'ogni altro uomo, non se ne gonfiò mai in cuor
suo, ne mai cercò di vantarsene con alcuno per
desiderio di gloria vana, al contrario, temendo sempre che la stima degli
uomini gli potesse rubare la grazia divina, si industriava il più possibile
di tenerla celata agli occhi di tutti. Si
era fatto un programma di non manifestare quasi a nessuno il suo
straordinario segreto, nel timore che gli amici, non resistessero alla
tentazione di divulgarlo per amicizia, come suole accadere, e gliene venisse
una diminuzione di grazia. Aveva pertanto continuamente sulle labbra il detto
del salmista: Nel mio cuore ho riposto tutte le tue parole, per non peccare dinanzi
a Te (Sal 118,11). (FF485-487) |