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Le Celle di Cortona |
S. FRANCESCO D'ASSISI è arrivato alle Celle di Cortona seguendo l'itinerario dei suoi viaggi in Toscana:
Cortona, Arezzo. Siena e Firenze. Forse ha scoperto personalmente "Le Celle"
recandosi a visitare il piccolo santuario di S. Michele, ben visibile in una
tela all'interno del convento che lo raffigura sul colle che sovrasta le
Celle. |
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LE
ORIGINI
La cella di San Francesco, religiosamente conservata nell' eremo, ci fa agevolmente ricostruire che cosa è
avvenuto nel primo impatto che il santo ha avuto con questo luogo. Egli, come
era suo costume, ha cercato subito un anfratto, un rifugio tra i massi, e ha
trovato una specie di nicchia naturale formata da un costone roccioso che
chiudeva l'accesso ma, scavalcato il quale, scopriva
un incavo, quindi un mezzo abitacolo da completare con una parete di sassi
sovrapposti e un tetto di paglia. |
Le celle dei suoi compagni non erano in principio qualcosa
di diverso, cioè celluzze di rami d'arbori, come le chiamano i
Fioretti nel caso della Verna. Le opere in muratura, per intervento del costruttore (nome
che ben si può dare a frate Elia), sono cominciate qui molto prima che alla Verna, cioè appena quattro anni dopo la morte di san
Francesco, nel 1230, tanto è vero che questa tempestività ha scandalizzato Salimbene da Parma che addebita a frate Elia d' essersi costruito un luogo bellissimo, ameno e dilettevole,
convento che si chiama tuttora Celle di Cortona
(FF.2616). Delle celle prima esistenti, di cui si è trovato traccia a
monte di quella di San Francesco, è abbastanza comprensibile come frate Elia
abbia salvato solo quella del santo, ricostruendola in muratura e che così si
è venuta a trovare isolata e unica come è al presente (f.63). Complessivamente la costruzione di frate Elia comprende lo
spazio antistante la cella di San Francesco (convertito nel
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IL CAMMINO VOCAZIONALE
Prima di tutto il luogo: LE "
CELLE" di CORTONA. Luogo che parla immediatamente di
Francesco di Assisi, del valore della preghiera, di una storia secolare di
"Sequela Christi" nell'ordine dei
Cappuccini, di povertà, di natura affascinante, di poesia, di ritmica e
musica sottolineata dallo scrosciare del torrente quando è in piena o dallo
scivolare di in pozza in pozza delle dolci acque via
che la pressione diminuisce. Francesco lo si
incontra qui come in pochi altri luoghi francescani e il suo messaggio arriva
nel profondo della persona, tanto da toccare il cuore. Qui alle Celle i Cappuccini Toscani hanno pensato di fare
esperienza di cammino vocazionale per coloro che si pongono seriamente la
domanda fondamentale della vita cristiana: "SIGNORE, COSA VUOI CHE IO
FACCIA?" La
modalità è assai semplice, ma di un certo peso a detta di coloro che ormai da
quasi dieci anni hanno avuto il dono di fare questo percorso. |
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La modalità è assai semplice, ma di un certo peso a detta
di coloro che ormai da quasi dieci anni hanno avuto il dono di fare questo
percorso. Ci troviamo una volta al mese,
iniziando il sabato pomeriggio inserendoci da subito nella vita della
fraternità locale con i vespri e l'adorazione Eucaristica prolungata. Ognuno si immerge nel silenzio del luogo e parla con il suo
Signore. Dopo cena un momento privilegiato nell'Oratorio accanto
alla cella di S. Francesco per un'ora di meditazione e condivisione sul Vangelo. Poi il
riposo nelle piccolissime celle. |
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La porta è molto bassa e solo
piegandosi si può varcare la soglia. Sembra sentir dire: " Non avere fretta... potresti
battere le testa"! Nella giornata di domenica la vita dì fraternità con i cari
fratelli di Cortona: Fr. Daniele, Fr. Luciano, Fr.
Teobaldo. Fr. Piero, Fr. Giovanni, Fr. Luigi e Fr. Enrico. Abbiamo in più un
momento tutto nostro di formazione e di preghiera silenziosa. E’ normale che
durante il giorno ci possiamo incontrare per scambi di esperienze, consigli
con i religiosi e soprattutto incontro con il sacerdote delegato dal
Provinciale per il discernimento vocazionale. Tutti gli anni ragazzi e le ragazze, venuti dalla Toscana e
oltre, sono stati fedeli a questi incontri, traendo grande giovamento per la
vita spirituale. Qualcuno è andato al Noviziato, i più hanno capito qual'era la loro strada. Convincersi che la ricerca della propria vocazione è la
risposta più adeguata ai percorsi talvolta intrecciati della nostra storia
non è cosa da poco. Il cammino vocazionale non si ferma e non si chiude alle
Celle, perché prevede altre possibilità, come l'incontro a Borgo San Lorenzo
con i giovani Teologi Cappuccini durante il triduo pasquale e un campo ad
Assisi durante l'estate. Fr.
Silvano
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Il nonno dei Padri Cappuccini delle
Celle
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E’ il fraticello più anziano dell'eremo cortonese.
Lo dice lo stesso titolo. Barba lunga, baffi incolti,occhi
lucidi, passo lento, cappuccio bianco in testa, mantello addosso, corona in
mano. E' il simpatico cappuccino che ha vissuto trent' anni alle Celle
dove trascorre in letizia francescana il tempo che la Provvidenza vorrà
regalargli ancora. Si chiama fra Luigi Favotto,
nato a Trevignano (Treviso) da Domenico e Maria
Crema il Una vocazione adulta,
maturata dopo un lungo periodo di riflessioni ed una condotta profondamente
cristiana. Preferì rinunziare al sacerdozio per vivere da semplice fratello
laico, dedicandosi al lavori più umili del convento.
Il primo incontro con la vita francescana lo ebbe nel convento di S.
Francesco dei Frati Minori a Fiesole. Di li passò al Santuario della Verna per l'anno di noviziato. Poi la scelta per i Padri
Cappuccini. |
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