La luce della fede

 

 

 

In dieci «voci» ecco quali saranno i punti fondamentali dell'azione pastorale di Benedetto XVI.

 

«Dobbiamo dunque fare il possibile perché splenda la luce della fede, e perché sia chiaro che esista una dottrina». Con queste parole il cardinale Joseph Ratzinger, da Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, presentò qualche anno fa il nuovo Catechismo della Chiesa cattolica. Eletto Papa col nome di Benedetto XVI, nel suo primo messaggio ha ribadito che «suo compito è di far risplendere davanti agli uomini e alle donne di oggi la luce di Cristo: non la propria luce, ma quella di Cristo».

A pochi giorni dall'elezione del nuovo Pontefice, ecco in dieci «voci» alcuni punti fondamentali, ricavati dai suoi scritti e dai suoi discorsi prima e dopo l'elezione al soglio di Pietro.

 

Chiesa. «Non è di una Chiesa più umana che abbiamo bisogno, bensì di una Chiesa più divina; solo allora essa sarà anche veramente umana... La Chiesa... non è soltanto il piccolo gruppo degli attivisti che si trovano insieme in un certo luogo per dare avvio ad una vita comunitaria. La Chiesa non è nemmeno semplicemente la grande schiera di coloro che alla domenica si radunano insieme per celebrare l'Eucaristia. E infine, la Chiesa è anche di più che Papa, vescovi e preti, di coloro che sono investiti del ministero sacramentale. Tutti costoro che abbiamo nominato fanno parte della Chiesa, ma il raggio della compagnia, in cui entriamo mediante la fede, va più in là, va persino al di là della morte. Di essa fanno parte tutti i Santi» (Card. Ratzinger, Meeting di Rimini, 1° settembre 1990).

 

Collegialità. «Come Pietro e gli altri Apostoli costituirono per volere del Signore un unico Collegio apostolico, allo stesso modo il Successore di Pietro e i Vescovi, successori degli Apostoli - il Concilio lo ha con forza ribadito - devono essere tra loro strettamente uniti. Questa comunione collegiale, pur nella diversità dei ruoli e delle funzioni del Romano Pontefice e dei Vescovi, è a servizio della Chiesa e dell'unità nella fede, dalla quale dipende in notevole misura l'efficacia dell'azione evangelizzatrice nel mondo contemporaneo. Su questo sentiero, pertanto, sul quale hanno avanzato i miei venerati Predecessori, intendo proseguire anch'io, unicamente preoccupato di proclamare al mondo intero la presenza viva di Cristo» (primo messaggio di Benedetto XVI, 20 aprile 2005).

 

Concilio. «Voglio affermare con forza la decisa volontà di proseguire nell'impegno di attuazione del Concilio Vaticano II, sulla scia dei miei Predecessori e in fedele continuità con la bimillenaria tradizione della Chiesa. Ricorrerà proprio quest'anno il 40.mo anniversario della conclusione dell'assise conciliare (8 dicembre 1965). Col passare degli anni, i Documenti conciliari non hanno perso di attualità; i loro insegnamenti si rivelano anzi particolarmente pertinenti in rapporto alle nuove istanze della Chiesa e della presente società globalizzata» (primo messaggio di Benedetto XVI).

 

Cristianesimo. «Solo Cristo da senso a tutto nella nostra vita... il cristianesimo non è un sistema intellettuale, un pacchetto di dogmi, un moralismo, ma... è un incontro, una storia di amore, è un avvenimento. Questo innamoramento in Cristo... vuoi dire seguire Cristo... questo incontro è una strada, un cammino, un cammino che attraversa anche la "valle oscura"» (Card. Ratzinger, Omelia ai funerali di don Luigi Giussani, 24 febbraio 2005).

 

Promozione umana. «Mi rivolgo a tutti, anche a coloro che seguono altre religioni o che semplicemente cercano una risposta alle domande fondamentali dell'esistenza e ancora non l'hanno trovata. A tutti mi rivolgo con semplicità e affetto, per assicurare che la Chiesa vuole continuare a tessere con loro un dialogo aperto e sincero, alla ricerca del vero bene dell'uomo e della società. Invoco da Dio l'unità e la pace per la famiglia umana e dichiaro la disponibilità di tutti i cattolici a cooperare per un autentico sviluppo sociale, rispettoso della dignità d'ogni essere umano. Non risparmierò sforzi e dedizione per proseguire il promettente dialogo avviato dai miei venerati Predecessori con le diverse civiltà, perché dalla reciproca comprensione scaturiscano le condizioni di un futuro migliore per tutti» (primo messaggio di Benedetto XVI).

 

Esame di coscienza. «Non dobbiamo pensare a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta sporcizia c'è nella Chiesa, e proprio tra coloro che nel sacerdozio dovrebbero appartenere completamente a lui. Quanta superbia, quanta sufficienza. Il tradimento dei discepoli è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore» (Card. Ratzinger, Via Crucis, venerdì santo 2005).

 

Eucaristia. «Cuore della vita cristiana e sorgente della missione evangelizzatrice della Chiesa, non può non costituire il centro permanente e la fonte del servizio petrino che mi è stato affidato. L'Eucaristia rende costantemente presente il Cristo risorto, che a noi continua a donarsi, chiamandoci a partecipare alla mensa del suo Corpo e del suo Sangue. Dalla piena comunione con Lui scaturisce ogni altro elemento della vita della Chiesa, in primo luogo la comunione tra tutti i fedeli, l'impegno di annuncio e di testimonianza del Vangelo, l'ardore della carità verso tutti, specialmente verso i poveri e i piccoli... A tutti chiedo di intensificare...l'amore e la devozione a Gesù Eucaristia e di esprimere in modo coraggioso e chiaro la fede nella presenza reale del Signore, soprattutto mediante la solennità e la correttezza delle celebrazioni. Lo chiedo in modo speciale ai Sacerdoti» (primo messaggio di Benedetto XVI).

 

Libertà. «Per essere una vera libertà umana, una libertà nella verità, la libertà ha bisogno della comunione. Una libertà isolata, una libertà solo per l'io, sarebbe una menzogna... La libertà per essere vera ha bisogno della comunione... della comunione con la verità stessa, con l'amore stesso, con Cristo, col Dio trinitario. Così si costruisce comunità che crea libertà e dona gioia» (Card. Ratzinger, Omelia ai funerali di don Giussani).

 

Liturgia. «Non è uno show, uno spettacolo che abbisogni di registi geniali e attori di talento. La liturgia non vive di sorprese simpatiche, di trovate accattivanti, ma di ripetizioni solenni» (Andrea Tornielli, Benedetto XVI, custode della fede, Piemme, 2005).

 

Santi. «Traducono il divino nell'umano, l'eterno nel tempo. Sono i nostri maestri di umanità, che non ci abbandonano nemmeno nel dolore e nella solitudine, anzi anche nell'ora della morte camminano al nostro fianco» (Card. Ratzinger, Meeting di Rimini).

 

di Vincenzo Sansonetti – Il Timone – maggio 2005

 

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