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I Gruppi di Preghiera ed i Figli
Spirituali |
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Dal libro: Padre Pio, trasparente di Dio di Padre Jean Derobert |
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I GRUPPI DI PREGHIERA La preghiera Certi uomini sono
sempre alla ricerca di qualche cosa. I conventi testimoniano che certi altri sono
alla ricerca di «Qualcuno»! San Benedetto diceva che i monaci sono degli
uomini che cercano Dio. Padre Pio è di quelli. Ce lo ha dimostrato... Lui che
era uso dire: «Nei libri si cerca Dio; nella preghiera Lo si
trova», ci ha guidalo verso Colui che lo abitava. È per quello che Padre
Pio era - nel vero senso della parola - un uomo di preghiera, un uomo fatto
preghiera. La preghiera! Ecco
dunque la condizione essenziale e fondamentale per una ricerca fruttuosa. Lui
aveva detto di se stesso: «Sono un Frate che prega!» La sua vita tutta
intera fu da prima una ricerca di Dio, poi una accoglienza di Dio, e infine
una unione a Dio. Quante ore avrà egli passate inginocchiato davanti a!
Santissimo Sacramento, nella penombra del coro monastico? Quante notti avrà
egli passate nella sua cella, in colloquio con il Cielo, lottando, come
Giacobbe con l'Angelo, fino all'alba, con Colui che, solo, poteva accedere
alle richieste di cui l'avevano incaricato i suoi figli spirituali? Quanti
Rosari avrà sgranato nella sua lunga vita? Fantastico! Incredibile! Il raccoglimento che lo
riconduceva senza posa all'interno di se stesso permetteva a Padre Pio di
trovarvi Dio e di vivere di Lui. E allora, totalmente abbandonato tra le
braccia di quel Padre tanto amante - anche se lo colpiva, anche se lo
flagellava, anche se lo aveva crocifisso - Padre Pio era in perfetta
sicurezza. Tuttavia, la sua ricerca era ansiosa, permanente, non è una
sinecura inseguire l'Infinito! In questa ricerca, è stato torturato dall'idea
di essere un giorno infedele! Questa profonda vita interiore conferiva al suo
volto quella espressione di pace e di fascino che colpiva tutti quelli che lo
avvicinavano. Padre Pio ha fatto parte di quegli uomini silenziosi e radiosi
che danno sapore al mondo. Quegli uomini sono il «sale della terra» e la
«luce del mondo». L'uomo di preghiera non
ha paura di niente, tolto che di offendere Dio, di essergli infedele; è un
timore d'amore. Altri uomini non hanno neanche paura di Dio. È talmente
lontano dalle loro preoccupazioni! Non si pongono neanche il problema della
sua esistenza! In cambio, coloro, hanno paura di se stessi. Per questo,
sprofondano nella distrazione e nell'abbrutimento. Perché l'uomo possa
ritrovare la sua dimensione totale, i piedi solidamente poggiati a terra, ma
la testa al Cielo, la preghiera è un passaggio obbligato. E Padre Pio,
Maestro dì preghiera può guidarci in questo passaggio. Era spaventato davanti
alla disgrazia di una umanità che aveva perduto Dio. Egli prendeva parte -
anche visibilmente - alle tragedie dell'umanità. Senza stancarsi, pregava per
il mondo, e chiamava i suoi figli spirituali, i figli del suo cuore, a
pregare con lui, ad unirsi alla sua Preghiera sacerdotale, propiziatrice e
riparatrice. Donava a Dio quell'amore che gli uomini gli rifiutavano. Cosi, nel suo cuore
ardente sono nati i «Gruppi di Preghiera». Vi aveva già pensato in quel
lontano 1918 quando pregava col primo gruppo delle sue figlie spirituali, fin
dal suo arrivo al convento di Santa Maria delle Grazie. I Gruppi di Preghiera
Ben prima che la Chiesa
ne parli «ufficialmente». Padre Pio aveva voluto concretizzarli per sostenere
la sua grande Opera di Carità, la sua Clinica. Poiché le due Opere sono
intimamente collegate. L'Opera dei Gruppi di Preghiera è stata creata per
servire di fondamento, di assise spirituale all'Opera della Casa Sollievo
della Sofferenza. Padre Pio sapeva bene
che, nella Chiesa, l'opera e la missione degli «operai della vigna» non
possono esser feconde se non vi è, alla base, la preghiera e l'offerta
nascosta d'altri membri. È per mettere in piena luce questa missione di
irraggiamento che aveva chiamato la sua Clinica, non «Ospedale», poiché
questo avrebbe evocato solamente le cure mediche date ai malati, ma sebbene
«La Casa Sollievo della Sofferenza», poiché Casa vuol dire prima e
avanti a tutto, focolare di vita spirituale e di preghiera. La Casa Sollievo
della Sofferenza, denominazione magnifica in verità, che Padre Pio ha
dato alla sua Opera senza che il Cielo non vi sia stato per qualcosa, poiché
è fuori dubbio che egli fu ispirato... La parola Sollievo, del resto,
evoca più una sublimazione delle sofferenza, la sua trasfigurazione,
piuttosto che un banale sollievo di quella sofferenza. È tutto il Mistero
della Croce salvatrice e della sofferenza
redentrice o co-redentrice, che vi si intuisce alla base. Quando l'8 marzo 1952,
il grande Papa Pio XII aveva esclamato: «Quello di cui la Chiesa ha un
bisogno urgente, è di fedeli e di gruppi di fedeli, di qualsiasi condizione,
che, liberatisi da ogni rispetto umano, conformino la loro vita e la loro
attività ai Comandamenti di Dio e alle leggi del Cristo», fu ben chiaro - da
allora - per Padre Pio che i suoi Gruppi di Preghiera dovevano avere
il loro posto nella Chiesa. Nella sinfonia della Chiesa, avevano la loro
parte da svolgere e non era la minore! Si tratta dunque di
vivere semplicemente da cristiani degni di questo nome, vivendo il Vangelo
totale. Il 5 maggio 1966, Padre Pio aveva cosi precisato il suo progetto: «Siate
dei focolari dì Fede e di amore in mezzo ai quali il Cristo stesso è
presente, ogni volta che voi vi riunirete per pregare e per condividere
l'Agape fraterna sotto la direzione dei vostri pastori e dei vostri direttori
spirituali.» Alla dipendenza delta Chiesa
Infatti questi Gruppi
di Preghiera sono alla diretta dipendenza della Chiesa. La presenza di un
prete è indispensabile. Fin dalla fondazione fu pubblicato un libretto nel
quale si poteva leggere: «Vogliamo seguire fedelmente i principi, le leggi e
le regole della Santa Chiesa cattolica alla quale dobbiamo la reverenza più
devota e la più stretta osservanza. Intendiamo con ciò evitare tutte le
possibili deviazioni di iniziative personali che, sebbene dettate da zelo e
da buona fede, potrebbero in qualche modo falsare lo scopo del Gruppo di
Preghiera.» Quindi qualsiasi
improvvisazione è bandita, ogni indiscrezione, tutto ciò che non è
propriamente la preghiera deve essere proscritto. Si reciterà il Rosario,
nello spirito di Padre Pio, o per le intenzioni del Papa, che coincidono per
forza con quelle della Chiesa, sì celebrerà l'Eucarestia in unione a tutte le
Chiese. A questo proposito gli abbiamo chiesto se, in questi gruppi si poteva
fare delle conferenze o altre attività. II Padre ci troncò la parola dicendo:
«No certo! Le chiacchierate non possono che distruggere il gruppo!» La prima lista
ufficiale dei Gruppi di preghiera, collegati alla Casa di Sollievo della
Sofferenza, data del luglio del 1950. Erano, nella grande maggioranza, gruppi
d'Italia. A poco a poco hanno fatto macchia d'olio, e, allora, cominciò a
tessersi, intorno a San Giovanni Rotondo, quella tela invisibile e mistica
che copri ben presto il mondo intero, dato che i gruppi di preghiera sono
presenti in tutti i paesi, su lutti i continenti. Uniscono in un'unica
preghiera, in un unico amore per Dio e per gli uomini, quei «figli del
cuore di Padre Pio». Quei gruppi hanno
esteso il sacerdozio di Padre Pio alle dimensioni dei mondo. Pregando per
coloro che non pregano, amando Dio per coloro che non l'amano, i Gruppi di
preghiera vogliono ridare al mondo quel supplemento d'anima di cui ha
bisogno. Essi continuano dovunque la preghiera di intercessione del Padre.
Con lui, continuano a chiamare il Signore nel nostro
mondo. Questa preghiera si è incarnata in una realizzazione concreta a San
Giovanni Rotondo: questo moderno ospedale, questa vera Città dei
malati. È dunque un appello ad altre realizzazioni concrete e pratiche. La
fede che non agisce è una fede morta, come spiegava molto bene l'Apostolo san
Giacomo nella sua Epistola (2/14-20). Una delle ultime gioie di Padre Pio su questa terra, fu di vedere il riconoscimento ufficiale della Santa Sede dei Gruppi di Preghiera. Il 31 luglio 1968, qualche settimana prima della sua morte, Roma aveva nominato, come Responsabile Generale, Padre Carmelo da San Giovanni in Galdo. La vigilia del giorno in cui Padre Pio entrò nella sua eternità, terminava a San Giovanni Rotondo il 4° Congresso Internazionale dei Gruppi di preghiera. L'ultima Messa di Padre Pio fu per loro. La sua ultima benedizione fu per loro. Prima di lasciare questo mondo, aveva lasciato alla Chiesa, la sua preziosa eredità, quello che considerava come la pupilla dei suoi occhi, i «Gruppi di Preghiera». «La preghiera è
una chiave che ci apre il Cuore di Dio,
egli aveva detto,solo, la preghiera è capace di trasformare i! mondo. » |
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FIGLI SPIRITUALI DI PADRE PIO
Numerosi sono quelli
che ebbero la grazia di diventare «ufficialmente» figli spirituali di Padre
Pio. Quando qualcuno gli chiedeva questo favore, spesso il Padre lo guardava
negli occhi, molto profondamente, e a volte, poiché non sempre era il caso,
diceva: «Si, ma non mi far fare brutta figura!» Altri, forse
più fortunati, sono stati scelti come tali da Padre Pio stesso, senza che
loro domandassero niente. Ma la condizione rimaneva sempre la stessa: non
fargli fare brutta figura! Abbiamo visto vivere
Padre Pio, l'abbiamo visto salire sul Calvario, soffrire e agonizzare per le
anime, io abbiamo visto pregare, pregare, pregare... lo abbiamo visto con il
rosario sempre fra le dita... «Non mi far fare brulla figura!» diceva. Che
chiaramente voleva dire, «sii degno di me. imitami, prega
quanto me e secondo le mie intenzioni, accompagnami sulla stessa via della
Croce per la stessa salute del mondo intero: «No. Non mi far fare brutta
figura!» Il Padre aveva voluto
che i suoi figli spirituali, ossia quelli che erano i «figli del suo cuore»,
continuassero, come lui, a far battaglia contro il nemico, per mezzo del
Rosario. Per questo, un giorno chiamò il nostro benamato. Fra Modestino. Si
ricordava di avergli fatto, già da tanto tempo, una promessa. Faceva fatica a
parlare, fece quindi un gesto al buon frate suo compaesano. Fra Modestino si
avvicinò e Padre Pio, svolgendo da! suo pugno la corona, gliela dette dopo
averla baciata. Aveva gli occhi luminosi. Era la conferma della sua
intenzione. Abbiamo da fra Modestino da Pietrelcina, la sua testimonianza;
infatti, consegnandoli la propria corona, Padre Pio affidava al suo umile
compaesano la missione di diffondere dovunque la devozione al Rosario. È solo
recitando il Rosario che potrebbero essere ammessi nel numero dei suoi figli
spirituali coloro che lo desiderassero dopo la sua morte: «Diventare figli
spirituali di Padre Pio è sempre stato il sogno di ogni anima pia che ha
avvicinato il Padre e che ha conosciuto la sua spiritualità, - scrive fra
Modestino. Meritare questo titolo invidiato era lo scopo di ognuno, poiché
Padre Pio prima di accettare un figlio o una figlia spirituale, voleva
costatare in lui o in lei, una vera conversione di vita e l'inizio di un
progresso ascetico che lui avrebbe aiutato con la sua assistenza e la sua
direzione. Nel 1956, mi trovavo
nella comunità, di un convento di Agnone, una ridente città del Molise, e
riflettevo su i benefici che potevano ottenere coloro che erano accettati dal
Padre come suoi figli spirituali. Pensavo poi, con rammarico, a lutti quelli
che non potevano recarsi a San Giovanni Rotondo per chiedere a Padre Pio
l'adozione spirituale, e a tutti quelli che, avendo meno fortuna, sarebbero
venuti dal Padre dopo la sua vita terrestre. Avrei voluto, realmente, che
tutti potessero veramente vantarsi, nell'avvenire, dì essere «figli
spirituali di Padre Pio». Questo desiderio si
aggiungeva ad un altro che avevo cercato di realizzare dal momento in cui
presi coscienza della mia vocazione religiosa: diffondere la devozione alla
Vergine con la recita quotidiana del Santo Rosario. Quell'anno, con quei
due desideri nel cuore, venni in vacanza a San Giovanni Rotondo per
trascorrere qualche giorno accanto al Padre. Mentre mi confessavo a lui nella
Sagrestia, ebbi un'ispirazione, e prendendo il coraggio a due mani, dopo aver
accusato le mie colpe, gli chiesi: «Vorrei formare ad Agnone i vostri figli
spirituali». Sebbene che, con la dolcezza dei suoi grandi occhi luminosi,
Padre Pio mostrasse che aveva capito il mio desiderio, mi rispose con una
tenerezza indescrivibile: «In cosa consiste quello che mi chiedi?» Incoraggiato da quello
sguardo aggiunsi: «Padre, vorrei prendere come vostri figli spirituali tutti
quelli che si impegneranno a recitare ogni giorno la corona e di far
celebrare ogni mese una Santa Messa secondo le vostre intenzioni. Posso farlo
o no?» Aprendo le braccia e
alzando gli occhi al ciclo. Padre Pio esclamò: «E io,mio caro Fra
Modestino, posso rinunciare a questo grande favore? Fai quello che tanto
desideri, e io ti assisterò!» Al mio ritorno ad
Agnone, cominciai con, entusiasmo, la mia nuova missione. Il Santo Rosario si
diffondeva e la famiglia spirituale di Padre Pio ora aumentava, anche
attraverso la mia povera persona. Un'altra volta, mi
avvicinai al Padre mentre sul matroneo della Chiesa, era in preghiera, e gli
chiesi: «Padre, che debbo dire ai vostri figli spirituali?» Mi rispose con un
tono che faceva trasparire i! suo intenso amore: «Dì loro che a loro do
lutto il mio cuore, basta che perseverino nella preghiera e nel bene!» Un'altra volta ancora,
mentre lo accompagnavo dal coro alla sua cella, gli chiesi: «Padre, il numero
dei vostri figli spirituali è ormai grande. Cosa debbo fare, fermarmi oppure
accoglierne altri?» E Padre Pio aprendo le
braccio, con un tono che mi fece vibrare i! cuore, mi rispose: «Figlio
mio, aumenta il loro numero finché puoi, perché, davanti a Dio, hanno più
benefici loro di quanti ne abbia io stesso!» Quando vide che stava per arrivare alla sua ultima ora, volle ratificare il nostro accordo dandomi la sua corona. Chi mai potrebbe dimenticare quel gesto? È più eloquente di un discorso, e più incoraggiante di una esortazione, è più prezioso di una eredità! Questa grande famiglia si unisce con l'intenzione e col pensiero ogni sera alle 21 intorno alla tomba del Padre. Io, Fra Modestino, sono li per guidare la recita dei Santo Rosario. Tutti quelli che, dalla loro casa, si uniranno alla recita della preghiera,che il Padre preferiva, dalle 21 alle 21 e 30, e che, ogni mese faranno celebrare una Santa Messa secondo le intenzioni del venerato Padre, potranno diventare suoi figli spirituali. Ne do io stesso
assicurazione sotto la mia personale responsabilità. Godranno dei favori
dell'assistenza continua del Padre come pure della mia povera preghiera. Quante corone si sgraneranno ormai ogni sera intorno alla gloriosa tomba del Padre? Quante grazie la Vergine ottiene ai figli spirituali di Padre Pio che, da tutte le parli del mondo, si uniscono in preghiera in suo nome? Chi si impegna a
recitare questa benedetta corona, è evidente, dovrà fuggire il peccato e
seguire, per quanto possibile, l'esempio di Padre Pio. Le innumerevoli
telefonate che ricevo e che mi parlano delle grazie ricevute, attestano che
Padre Pio, fedele alla sua promessa, protegge in modo del tutto particolare i
suoi figli spirituali che alle nove della sera non mancano all'appuntamento
con la Vergine Santa per la recita del Rosario.»- |