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Eremo
di Montecasale
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L’
EREMO DI MONTECASALE
II santuario di Montecasale
sorge su una delle prime colline dell' Appennino
umbro, prospicienti l'alta valle del Tevere. |
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La primitiva costruzione nacque sui resti dell’ 'antica fortezza militare del vicino castello
"murato", qualche secolo prima che avesse origine Borgo Sansepolcro, e chiamato Casale del torrente Afra. Gli
ultimi signori di questo castello furono un certo Umbro, uomo fortissimo, e suo Figlio Bofolco. da cui vennero i Bofolci, nobile Famiglia biturgense. |
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Chiostro |
Fondata la città, devono essere stati
tra i primi a scendere per abitarvi, insieme a molti altri nobili di numerosi
castelli che punteggiavano la valle di Nocea . Si può fondatamente ritenere che il castello sia stato
abbattuto nel 1187 insieme all'attigua fortezza. |
Chiesetta |
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Cella di S.Antonio |
Sui resti di questa, i frati Camaldolesi ottennero di poter
costruire un piccolo eremo ed un ospizio per i pellegrini: di lì, infatti,
passava una "via di romei", della quale ancora oggi sono visibili
alcuni tratti. Non e chiara la trasformazione di questo eremo-ospizio in
un "piccolo e povero Spedale", avvenuta
in poco più d'uni ventennio. I Camaldolesi, che avevano in Borgo Sansepolcro una vasta abbazia, lo cedettero volentieri a
san Francesco ed ai suoi frati. |
Letto di San Francesco |
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San
Francesco a Montecasale
L'attività apostolica di San Francesco è prodigiosa. Ha
l'irrequietezza, "l'argento vivo", direbbe il Manzoni.
proprio dei grandi santi. Ha viaggiato mollissimo.
In soli vent'anni ha visitato, da un capo all'altro, tutta l'Italia, ha
varcato le Alpi, e sbarcato in Oriente. Monlecasale fu uno dei
luoghi da lui prediletti. Francesco amava l'orrida bellezza delle caverne di
pietra nascoste tra i boschi di lecci e di querci;.creavano per lui una solitudine che più facilmente lo
elevava a Dio. Varie volte salì all'eremo, che conobbe ancora prima della Verna, che si trova vicina. |
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Una leggendaria conversione
L’episodio più celebre di Montecasale:
LA CONVERSIONE DEI TRE LADRONI (Fioretti cap.XXVI). ''In quello
tempo, usavano nella contrada tre nominati ladroni, li quali faceano molti mali nella contrada; li quali vennono un dì al detto luogo de’
frati, e pregavano il detto frate Agnolo guardiano
che desse loro da mangiare, e il guardiano rispuose
loro in questo modo,riprendendogli aspramente: -Voi, ladroni e crudeli omicidi, non vi
vergognate di rubare le fatiche altrui...andate dunque per li
fatti vostri, e qui non apparite più.. |
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Ed ecco santo Francesco tornare di
fuori colla tasca del pane e con un vasello di
vino, ch'egli e il compagno aveano accattato, e
recitandogli il guardiano come egli aveva cacciato coloro, santo Francesco
fortemente lo riprese, dicendogli: - Tu ti se'
portato crudelmente, imperocché li peccatori meglio
si riducono a Dio con dolcezza.che
con crudeli reprensioni… Conciossiacosaché tu abbi fatto contra alla caritade e contro
al santo evangelio di Cristo, io ti comando, per
santa obbedienza. che immantinente tu prenda questa
tasca del pane ch'io ho accattalo e questo vasello
di vino, e va loro dietro sollecitamente per monti e per valli, tanto che tu
gli ritruovi e presenta loro tutto questo pane e
questo vino da mia parte; e poi t'inginocchia loro dinanzi e di' loro
umilmente tua colpa della tua crudeltà... Mentre che il detto guardiano andò
a fare il comandamento di santo Francesco, egli si puose
in orazione e pregava Iddio che ammorbidisse i cuori di quei ladroni e convertissegli a penitenza”. Il che, come noto, avvenne. Anzi, tutto andò
oltre le speranze, perché addirittura chiesero ed ottennero di entrare a far
parte dell'Ordine. Fecero penitenza e morirono a Montecasale |
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L'EREMO
DI MONTECASALE
Vivo fra le mura di questo eremo:
vivere qui è un 'sentire' particolare, eccezionale:
tuffarsi nel silenzio di questo luogo mi fa ritrovare immerso nel tempo in
cui ha vissuto, proprio qui, Francesco d'Assisi. Rimango a lungo a gustare
quelli che, penso, siano stati i suoi stati d'animo e mi viene spontaneo
provare a tradurli in un'esperienza, che potrebbe diventare anche la tua. Sì, la tua, di te che leggi queste poche righe e che forse
casualmente ti sei imbattuto in questo foglio. In effetti, basta poco se ci si lascia
trasportare sulle ali del vento, dal soffio dello Spirito. Francesco venne a Montecasale
per la prima volta attorno al 1212, nell'occasione di uno dei suoi tanti
viaggi. Desiderava recarsi in Siria a predicare la fede e la penitenza ai
Saraceni. Immagino Francesco, che di solito
viaggiava a piedi, mentre, passo dopo passo si avvicina a questo luogo e, via
via che si avvicina, ne scopre la bellezza, la
semplicità, l'armonia. Vede una fortezza militare e, poco
distante, il vecchio castello diroccato. Ho la chiara sensazione che Francesco abbia pensato agli anni della sua vita in cui l'ideale
militare, la voglia di diventare cavaliere, erano la sola cosa che lo
attraeva: |
La notte successiva mentre dormiva, la
Bontà di Dio gli fece vedere un palazzo grande e bello, pieno di armi
contrassegnate con la croce di Cristo, per dimostrargli in forma visiva come
la misericordia da lui usata verso il cavaliere povero, per amore del sommo
Re, stava per essere ricambiala con una ricompensa impareggiabile. Egli
domandò a chi appartenessero quelle armi e una voce
dai cielo gli assicurò che erano tutte sue e dei suoi cavalieri. Quando si destò, al
mattino, credette di capire che quella insolita
visione fosse per lui un presagio di gloria. Difatti egli non sapeva ancora
intuire la verità delle cose invisibili, attraverso le
apparenze visibili. Perciò, ignorando ancora i piani divini, decise di
recarsi in Puglia, al servizio di un nobile conte, con la speranza di
acquistare in questo modo quel titolo di cavaliere. che
la visione gli aveva indicato. Di lì a poco si mise in viaggio, ma appena
giunto nella città più vicina, udì nella notte il Signore, che in tono
familiare gli diceva: «Francesco, chi ti può giovare di più il signore o il
servo, il ricco o il poverello?». «Il signore e il
ricco», rispose Francesco. E subito la
voce incalzò: « E allora perché lasci il Signore per il servo; Dio così
ricco, per l'uomo così povero?». Francesco, allora: "Signore, che vuoi
che io faccia? ". "Ritorna nella tua terra" - rispose il
Signore - perché la visione, che tu hai avuto, raffigura una missione
spirituale,che si deve compiere in te, non per
disposizione umana ma per disposizione divina ». Venuto il mattino, egli
ritorna in fretta alla volta di Assisi, lieto e sicuro. Divenuto ormai
modello di obbedienza, restava in attesa della
volontà di Dio.(FF |
Nelle sue orecchie sente ancora, a distanza, il rumore
delle armi, lo scalpitio dei cavalli, le urla dei soldati... Dolcemente, una consapevolezza lo
riporta alla realtà: ''adesso sono al
servizio del gran Re". Giunge a Montecasale,
entra dentro e si rende conto che vi sono dei pellegrini, del resto lo era
anche lui, hanno affrontato un grande viaggio con rischi e pericoli di ogni
sorta, sono molto stanchi, bisognosi di riposarsi: finalmente hanno trovato un luogo adatto.
Qualche anno dopo scriverà nella sua Regola: |
I frati non si approprino di nulla, né casa, né luogo, né alcuna altra cosa. E come
pellegrini e forestieri in questo mondo, servendo al Signore in povertà ed
umiltà, vadano per l’elemosina con fiducia. Né devono vergognarsi, perché il
Signore si è fatto povero per noi in questo mondo.(FF90). |
Francesco si guarda attorno, fissa lo
sguardo più lontano e vede in alcune grotte non molto distanti, scavate dal
tempo nella tenera pietra serena, delle sagome umane Sono lì, immobili...
chiede chi siano e giunge presto la risposta:
"sono lebbrosi". |
Un giorno,
mentre andava
a cavallo per la pianura che si stende ai piedi di Assisi, si imbatté in un
lebbroso. Quell’incontro inaspettato lo riempì di
orrore. Ma, ripensando al proposito di perfezione, già concepito nella sua
mente, e
riflettendo che,. se voleva diventare cavaliere di
Cristo, doveva prima dì lutto vincere se stesso, scese da cavallo e corse ad
abbracciare il lebbroso e, mentre questi stendeva la mano come per ricevere
l'elemosina, gli porse del denaro e lo baciò.. Subito risalì a cavallo; ma,
per quanto si volgesse a guardare da ogni parte e sebbene la campagna si
stendesse libera tutt’intorno, non vide più in
alcun modo quel lebbroso. Perciò colmo
di meraviglia e di gioia, incominciò a cantare devotamente le lodi al
Signore, proponendosi, da allora in poi, di elevarsi a cose sempre maggiori.
Cercava luoghi solitari, amici al pianto; là, abbandonandosi a lunghe e
insistenti preghiere, fra gemiti inenarrabili, meritò di essere esaudito dal
Signore. (FF:1034). |
Questo è Montecasale
per Francesco: un luogo
solitario per abbandonarsi a lunghe e insistenti preghiere. Il suo insegnamento, frutto della sua
scoperta, le sue gioie, passate anche attraverso le sofferenze, !a sua
esperienza di ogni giorno, la rinuncia agli ideali umani per accogliere il
progetto di Dio... si possono ancora percepire e toccare con mano qui, in
questo piccolo eremo, su questo piccolo cocuzzolo. La nostra fraternità di Cappuccini (fra
Pio, fra Pasquale, fra Francesco, fra Luigi) vuoi custodire tutto questo,
farlo ancora vivere. Vogliamo alimentarci di questa santità
e desideriamo che molti possano sperimentarla. Abbiamo una Casa dì Accoglienza
per gruppi perché molti possano godere di questo posto, godere della nostra
voglia di condividere un cammino di fede che ha come capofila il poverello di Assisi e come meta Cristo Gesù, Signore
nostro. Montecasale è stato
Ospizio: vi ha trovato rifugio Francesco con i suoi primi frati, puoi
trovarlo anche tu se sei stanco e cerchi colui che è la Pace. Montecasale
è stato Ospedale: Francesco e i suoi frati vi hanno curato i lebbrosi: hai
bisogno di cure? O vuoi diventare, come Francesco, mano
di Gesù Medico di ogni uomo? Pensaci! Comunque prega per noi. Frate
Luigi EREMO MONTECASALE Convento dei Cappuccini 52037 Sansepolcro AR Tel. e Fax
0575.742648 CASA ACCOGLIENZA PER GRUPPI Tel. Casa
del Pellegrino
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NOTIZIE ARTISTICHE
Architettonicamente, l’eremo di Montecasale ha subito nei secoli vari rimaneggiamenti,
restauri ed ampliamenti. Oggi si
presenta come un articolato, piccolo e racchiuso complesso costituito da
refettorio e cucina
insieme alla sala del pellegrino a piano terra e da celle, biblioteca,
chiostro, chiesa, coro e sagrestia al piano superiore.
Nel piccolo e raccolto coro si trovano quadretti di
ceramica del 1600 che raffigurano episodi di vita di S. Francesco e fatti
riguardanti Montecasale e una tela del 1500
raffigurante S. Francesco che si disseta al Costato di Cristo. Nel corridoio che collega la chiesa al chiostro, si trova
la Cappella del Crocifisso; in essa, sull’altare, è
posto un bel crocifisso del 400 e nel reliquiario si trovano i resti dei
ladroni convertiti, la tonaca del beato Ranieri della Montagna ed ancora,
sulla destra, in una nicchia una Pietà di creta che ricorda la Pietà di
Michelangelo modellata probabilmente tra il XVII e il XVIII secolo. |
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