IL GIUBILEO DEL 2000
SOMMARIO

La bellezza salverà il mondo

Don Emanuele

Il Giubileo del 2000

Da padre Mariano a don Franco

I due Consigli...

Jack Frusciante...

Attenzione Attenzione

Caritas Parrocchiale

Spazio al dialogo

Preghiere "curiose"

 


Il 1° Giubileo nella Chiesa Cattolica fu indetto dal papa Bonifacio VIII nel 1300; vi partecipò Dante Alighieri. Nel 1900 ci sono stati Giubilei nel 1900, il 1925, il 1933 per commemorare l’anniversario della santa morte redentrice di Cristo; il 1950; il 1975 indetto da Paolo VI, il 1983 ed ora quello del 2000.

Per onorare degnamente questo santo Giubileo noi cristiani dobbiamo imparare a vivere la condivisione di ogni talento o dono del Signore e cioè vivere l’altruismo. Nei poveri e nei bisognosi dobbiamo vedere, trattare e servire Gesù, nostro amatissimo Salvatore, Redentore e fratello.

Il Figlio di Dio ha condiviso tutto con noi: la Sua divinità, la Sua santità, la Sua onnipotenza e la Sua misericordia infinita. Gesù, buon Pastore e buon Samaritano, attraverso la Sua grazia e santissima amicizia vuol raggiungere l’unico, supremo scopo di innalzare le nostre anime all’altissima dignità di sue spose. La celebrazione solenne ed intima di questo santo sposalizio è la meta conclusiva del mirabile rapporto tra Gesù, Dio Creatore ed amore infinito, e ciascuna delle nostre anime, sue predilette creature.

E’ questo il sublime mistero redentore complessivo al quale ci invita e c’innalza l’infinita dolcezza e carità del buon Dio, che non ha affatto bisogno di noi creature; eppure non pensa ad altro che ad elargire misteriosamente su ciascuna di noi i suoi doni, sino alla piena e totale condivisione di tutto ciò che è e di tutto ciò che ha.

E’ questo il mistero di tutti i misteri!!!

Nella sua infinita bontà, sapienza e potenza ha arricchito la sua diletta sposa, la Chiesa, dell’immenso tesoro di sante indulgenze per metterlo a disposizione delle sue dilette creature.

Come sacerdote avrei dovuto accogliere santamente i santi Giubilei: a voler spiegare il mio atteggiamento devo confessare che ho perso stupidamente tante sante circostanze e ricorrenze per la mia santificazione, per non aver saputo valorizzare, accettandole con tutta la pienezza del mio animo, le contrarietà e sofferenze vissute. Erano tutte occasioni per la mia santificazione, perse perché non accettate secondo la santa volontà del buon Dio.

E’ di certo scandaloso che un ministro di Cristo non abbia saputo imitare il Maestro, e che Maestro! Nelle tristi vicende della mia vita sacerdotale, Dio mi perdoni, non ho saputo far tesoro dei santi Giubilei.                                                                                                                 don Peppino Iacobellis

Rendiamo grazie al Signore per averci fatto dono di questa preziosa testimonianza del suo umile servo don Peppino. Se oggi don Peppino può dar prova di tanta umiltà, schiettezza e gratitudine verso il buon Dio, evidentemente vuol dire che il Signore avrà trovato sotto la sua debolezza una luce che illuminava un desiderio: “Eccomi, si compia in me la Tua volontà" e ha realizzato in lui cose grandi.