I "Pretti" a nuova vita |
Quanto prima, per volontà di una Società privata, avranno inizio i lavori di restauro e ripristino dell'immobile "Pretti", già destinato ai più svariati usi e da molti anni in stato di degrado.
Verso il 1870, quando morì l'ultimo Pallavicino, il di lui genero Durazzo da Genova con i Rusconi di Bologna, decisero di vendere le Isole Egadi ed i mari adiacenti, che detenevano da circa due secoli.
Ne fecero offerta a certo Pastorini, che, prima di prendere una decisione, mandò a Favignana persona di sua fiducia, Sig. Pretto, per indagare segretamente sulla convenienza o meno di concludere l'affare.
Pretto, per non dare sospetti, impiantò una nuova industria, la fritta delle sardelle, con un piccolo stabilimento lungo la costa adiacente la sponda del mare, nel largo San Leonardo. In Catasto, rilievo marzo 1898, detto stabilimento risultava sotto i1 numero di mappa 782 ed occupava l'angolo sud-ovest dell'attuale fabbricato, presumibilmente con edificazione anche del primo piano.
Planimetria del "Pretti" nel 1898
Mentre Pretto indagava, Ignazio Florio, memore dei forti guadagni avuti dal padre durante la gabella, si precipitò a concludere l'acquisto delle Isole Egadi per la somma di lire tre milioni, come da Atto del 7-3-1874, Notaro Quattrocchi.
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I "Pretti" San Leonardo e sullo sfondo Levanzo
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Venuta meno la motivazione che aveva ispirato l'iniziativa, Pretto abbandonò l'impresa e cedette l'impianto a Ignazio Florio.
Questi, una volta edificato il Palazzo Florio, fece trasformare l'edificio costruito da Pretto, in modo da renderlo idoneo alle nuove esigenze. Prese il nome di Casamento Pretto (anche se a Favignana è stato sempre identificato come "I Pretti") e ospitò anzitutto cisterne internate per la raccolta dell'acqua piovana per buona parte del cortile interno, quindi le stalle, le cucine, i dormitori per la servitù e perfino la camera oscura, comunemente chiamata stanza della fotografia. Il Casamento Pretto era collegato con il Palazzo Florio attraverso un tunnel sotterraneo scavato sotto la strada, in modo tale da poter trasportare le vivande e consentire il movimento della servitù con discrezione e fuori dalla vista degli Ospiti Illustri, che ogni estate albergavano al Palazzo Florio.
Nel 1938 il controllo della Società Florio Tonnare di Favignana e Formica passò nelle mani della Famiglia Parodi di Genova.
Durante il periodo fascista il grande cortile interno veniva utilizzato per le attività ginniche dei giovani e vi si svolgevano i giochi della gioventù maschili e femminili.
Il lato est del fabbricato, con esclusione dell'appartamento ad angolo con via Florio, venne affittato al Comune per un prezzo simbolico e destinato ad infermeria con alcune camere di degenza per i poveri ammalati in isolamento.
Vi erano inoltre sistemati l'Ambulatorio ed Ufficio dell'Ufficiale Sanitario e Medico Condotto, l'Ambulatorio del Medico della Cassa Marittima e della Mutua, l'Ufficio di Collocamento e la Scuola Media Comunale. L'appartamento escluso venne abitato dal Capo Fabbrica dello Stabilimento Florio e dalla sua famiglia.
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Il lato ovest, diviso in singoli magazzini, venne utilizzato dai pescatori, sempre a prezzi simbolici, come depositi di attrezzi da pesca.
Negli anni '70 dello scorso secolo, i proprietari avevano individuato la possibilità di un nuovo utilizzo con la riconversione in campo turistico-ricettivo, ma incontrate difficoltà sempre insormontabili, decisero di vendere l'immobile.
L'Amministrazione Comunale avrebbe dovuto acquistare l'immobile per destinarlo ai bisogni della collettività e del turismo (stazione marittima - agenzie marittime e turistiche - baracche per i pescatori ecc.) e farne così un efficiente bel biglietto di benvenuto a Favignana!
Assente la mano pubblica, ben venga l'iniziativa privata. Certamente chi investe del denaro deve poter sperare di averne un ritorno con una remunerazione, però è sperabile che non vengano eccessivamente sacrificati i bisogni dei pescatori e l'esigenza che Favignana possa disporre di una stazione marittima con adeguati servizi per passeggeri, merci ed operatori turistici.
Planimetria del "Pretti" e scalo San Leonardo nel 1914
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