Un monumento storico che
appartiene all'isola, il cui valore non può andare distrutto, compie il
centenario! La chiesa dedicata a S.Antonino da Padova per conto dei
marinai e pescatori di Favignana, fu aperta al culto il giorno il aprile
1898 con solenne atto di benedizione. La costruzione che occupò un arco
temporale di cinque anni, rappresentò la manifestazione tangibile della
volontà della Fam. Florio, ancora proprietaria dell'intera Isola
nell'ultimo decennio del XIX secolo. La Banca di Credito Cooperativo
"EGUSEA" su interessamento del Direttore GRAMMATICO ANTONIO della Filiale
di Favignana coadiuvato dal Consiglio d'Amministrazione, ha acquistato,
con l'adiacente palazzotto Florio, l'edificio ditale chiesa per
recuperarne il prezioso valore artistico; La committenza dei lavori da
parte della Banca, potrà permettere così, il ritorno della Chiesa nella
sua veste di gioiello d'arte. Il restauro conservativo curato
dall'impresa edile di Vaccaro Antonino è stato realizzato per l'attenta ed
accurata analisi del Progettista Architetto C. Capri dello studio
associato di architettura ed urbanistica di Palermo. La Soprintendenza
delle Belle Arti di Trapani ne ha effettuato la
supervisione. L'intervento dei vari specialisti che si sono alternati
per l'importante recupero artistico è stato così complesso ed analitico da
tradursi in un'opera di risanamento degna di tatto
rispetto. L'obiettivo ultimo di tale lavoro sarà infatti quello dì
ricollegare l'edificio al centro urbano e restituirlo ai suoi
abitanti. È auspicabile una destinazione d'uso anche diversa da quella
del culto, perché la chiesetta possa rivivere, trasmettendo cultura per
mezzo di concerti mostre conferenze. Si eviterà in tal modo che si
possano ripresentare con il trascorrere degli anni, gli stessi fenomeni di
degrado verificatisi con il precedente abbandono.
Visite adeguatamente
guidate, potranno senz'altro consentire di apprezzarne la struttura
architettonica ed il corredo iconografico. La posizione della Chiesa,
rispetto all'abitato, costituisce il limite estremo del vecchio complesso
della tonnara prospiciente il Largo della Marina. Essa prospetta inoltre
su Piazza Europa e su Via E. Albanese (ex Via Dogana); è affiancata al
Palazzotto Florio sulla linea di confine della zona che racchiudeva parte
dei magazzini a servizio nelle tonnare. Gli ingressi della Chiesa sono
infatti, tre: uno centrale e due laterali. L'impostazione architettonica, probabilmente fu l'ultima
testimonianza dell'attività progettuale svolta da Damiani Almeyda, come
Architetto della Fam. Florio a partire dal 1868. Lo schema planimetrico
è di tipo basilicale a tre navate, di cui la principale ha maggior
sviluppo in altezza m. 10,40; nella parete di fondo un'abside non
preceduta da transetto, accoglie l'altare marmoreo a riquadri
geometrici. Le dimensioni complessive sono: m.10,20 x 22,30. Le
navate laterali sono larghe la metà della centrale e raggiungono i 7 m. di
altezza. Queste hanno soffitto cassettonato (con telaio interno) e sono
coperte da un controtetto piano. Tutta la pavimentazione è realizzata in
piastrelle di marmo 20 x 20 con disegno cromatico in alternanza di bianco
e nero. Vi sono evidenziate due croci stilizzate. La navata centrale è
formata da due campate di forma quadrata, identificate da un sistema
colonna-pilastro-colonna e coperte da volte a crociera a tutto
sesto. Le decorazioni che rivestono per intero le pareti interne e le
volte, costituiscono un documento prezioso e qualificato, in quanto
rappresentano la caratteristica unica in questo tipo di chiesa per lo
stile Liberty dell'epoca. Sono realizzate interamente con la tecnica a
tempera, mediante l'uso di pigmenti che hanno come collante una sostanza
proteica (latte-caseina) e direttamente sull'intonaco. L'intonaco
composto da calce pozzolana e sabbia a grana media, è lasciata volutamente
in leggera asperità per consentire una maggiore vibrazione
cromatica.
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Tutte le dorature esistenti
sono ottenute con polveri di metalli, prevalentemente ottone, aventi come
legante una vernice atta a garantire, per quanto possibile, la non
ossidazione del metallo. Le decorazione delle volte delle navate laterali
sono ottenute su controsoffitti rivestiti da uno strato spesso da
intonaco. La scelta decorativa ricca di nastri con
iscrizioni e di particolari soggetti a forma di piante e fiori influenza
in un certo modo la rigorosa composizione dell'interno della piccola
basilica. Le figure degli Angeli, affrescate nei riquadri dei pilastri,
sono eseguite con libera espressione artistica; si levano in cielo su
distese di gigli attraversate da sentieri. Le colonne che reggono il
peso degli archi laterali tra le navate, come i pilastri, poggiano a terra
mediante piedistallo. Esse hanno il capitello con tutte le caratteristiche
del profilo corinzio di cui le foglie d'àcanto sono la parte più
appariscente. La parete corrispondente alla navata centrale è
articolata da due finestre ad arco. Il prospetto principale della Chiesa
che dà sulla Piazza Europa, ospita il portale d'ingresso, in legno come
tutti gli infissi esterni. E' fregiato di una solida borchiatura in lega
di bronzo. Sui fianchi è definito da due colonne angolari su piedistallo con
fusto liscio e capitello corinzio che risultano semi-incassate. Il timpano
che lo sovrappone è scandito da un cornicione che percorrendo in
continuità l'intero perimetro dell'edificio, fa da ornamento agli elementi
architettonici. L'effetto che ne deriva come di una sottile vena di colore
grigio oscuro, armonicamente contrasta con l'arancione rosato
dell'intonaco esterno di tutta la Chiesa. Questo si presenta lavorato a
bugne e per la parte del campanile, a finti mattoni in cotto e
conci. Il campanile dal volume a forma di torre, domina la Via E.
Albanese, elevandosi per m. 13,60 come se fosse del tutto distaccato
dall'edificio. Nella cella campanaria, sormontata da una piramide su base
quadrata e aperta sui quattro lati anch'essa intonacata, vi è alloggiata
una campana di bronzo con la data 1898, proveniente dalla Fonderia Oretea,
che i Florio avevano aperto a Palermo come industria meccanica. Il
sistema di copertura del tetto della chiesa è costituito da tavolature e
tegole marsigliesi. Gli infissi interni sono costituiti da tre parti in
legno di cui una centrale, quella del controportale, con vetri piombati
colorati, romboidali e da altre due parti con io stesso disegno e con lo
stesso tipo di vetro che separano la zona della sagrestia e quella del
campanile. Le due zone sono collegate da uno spazio interno non coperto e
da un piccolo vano adibito a locale di servizio. Si accede al campanile
mediante scala a chiocciola con gradini di ardesia e ringhiera in
ferro. Il vestibolo d'ingresso è un vano rettangolare biabsidato (due
nicchie: una a destra e l'altra a sinistra) che ne sottolineano lo
sviluppo trasversale. Ha le caratteristiche che del "nartece": vestibolo
fuori delle basiliche bizantine dove nei primi secoli del Cristianesimo
restavano i catecumeni e i penitenti, come indegni di entrare in Chiesa.
La soglia che separa dal vestibolo, è sovrastata da una lunetta dipinta raffìgurante
il Santo patrono dei marinai in un paesaggio
costiero.
La descrizione, qui riportata,
come risultato di una visita attenta e documentata, sul luogo del
restauro, seppure imperfetta, vorrebbe avere il fine di suscitare un
interesse di conoscenza. Tutti prenderanno atto, riconoscenti, che la
Chiesa di S.Antonio, così ristrutturata, viene restituita all'Isola di
Favignana come Bene Culturale.
Alessandra
Benedetti |