Proprio voi giovani, se siete disposti ad accogliere l'invito del Signore Gesù, sarete la speranza più grande di questa nostra Chiesa.
Voi volete cambiare il mondo. Voi vi ponete in chiaro atteggiamento di rifiuto nei confronti di quella cultura di morte e di peccaminoso silenzio che ci mortifica da secoli.
Non accettate che il progresso tecnico e scientifico della nostra epoca debba rivolgersi, come spesso avviene, contro l'uomo, manipolandolo a piacimento quasi fosse una cavia per esperimenti di natura genetica.
Voi vi chiedete cosa dovete fare affinché non domini più l'ingiustizia, il disprezzo per l'uomo e il vilipendio della sua dignità.
Voi non accettate che i diritti, quello al lavoro per esempio, diventino favori; che non si tenga conto dei meriti ma dei legami di "comparaggio" politico o mafioso che favoriscono la logica più o meno larvata della intimidazione alla cui radice sta la convinzione "la legge sono io".
Voi cercate in tutti i modi di uscire dalla falsa rassegnazione, dalla paura, dall'immobilismo, dal tradizionalismo, dal fatalismo che portano tanti a rifugiarsi nella superstizione, nella magia e a ricorrere a poteri occulti, a preferire i ragionamenti contorti, incomprensibili, carichi di sottintesi che favoriscono, a tutti i livelli, gravi forme di omertà.
Voi che sentite palpitarvi "dentro" lo sconforto per le vostre incoerenze e gli interrogativi su come superarle, provate soprattutto un forte desiderio di cambiare, ricco di tantissima voglia di essere liberi, impegnati a vivere e ad amare.
Ma come superare o realizzare tutto questo? Ecco la domanda che spesso vi tormenta!
La risposta la troviamo nella prima lettera dell'Apostolo San Giovanni che esortando i cristiani ad usare il linguaggio semplice e forte della fede esclama: "E questa la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra fede" (1 Gv 5,4).
Se questa parola di Dio dimorerà in voi, diventerete forti, riuscirete gradualmente a cambiare il mondo, a costruirlo, come piace a voi, più umano, più fraterno, più di Dio!
Saprete dire, con la vostra vita, la verità sull'uomo che è quella che trova il suo apice in Gesù di Nazaret, che è l'unico nel quale gli uomini possono trovare la piena e totale risposta ai loro problemi, alla domanda, fondamentale per tutti, del senso della propria esistenza.
Voi avete bisogno di fiducia e di speranza.
La fiducia che il male sarà vinto dal bene e la speranza, suffragata dalla storia, che l'ultima parola sarà del bene.
Guardate con serenità al futuro perché non avere fiducia nel domani migliore sarebbe invecchiare prima del tempo.
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"Muoio povero come, con gioia, sono vissuto.
Chiedo la carità dei suffragi a quanti mi hanno conosciuto ed amato.
Nel dire a tutti "arrivederci in Paradiso" ripeto quello che ho sempre raccomandato: "Amate la Chiesa che è Madre e Signora.
A Lei, dopo che al Cristo e alla Madre sua e nostra Maria, dobbiamo tutto".
Vi benedico con affetto.
+ Domenico Amoroso, Vescovo
(dal Testamento spirituale)
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