La curiosità che ultimamente si è accesa sul nostro territorio, con progetti di riserve terrestre e marina, ci fa pensare che le nostre isole presentino delle caratteristiche particolari tali da giustificare l'intenzione di proteggere questo ecosistema. Ultimamente è stata completata, a Favignana, una ricerca sulla flora medicinale dell'isola, iniziata diversi anni fa. Essa non voleva e non poteva essere un trattato scientifico, ma solamente un atto d'amore per la nostra terra. E'
così che è nata una sorta di passeggiata immaginaria alla ricerca delle sue piante endemiche, però con caratteristiche medicinali, perché più interessanti e più vicine alle nostre tradizioni popolari. Così facendo sono state catalogate e descritte 90 erbe e piante che, delle circa 600 varietà esistenti in loco sono degne rappresentanti. Non staremo qui a parlare di fitoterapia, ma piuttosto di esemplari rari, di specie estinte e di progetti dinamici di salvaguardia del nostro ambiente e della collina in particolare.
Intanto le Egadi sono contenitori di specie vegetali rare, e, addirittura, nelle nostre isole cresce un endemismo unico al mondo definito per questo "Egatismo" cioè esclusivo delle Egadi. La "Brassica macrocarpa" è una pianta progenitrice di tutte le specie di cavolfiore, che studi recentissimi considerano importante nella prevenzione dei tumori. Il nostro territorio è meritevole di tutela perché a Favignana, ad esempio, crescevano 143 specie di piante che, a causa della forte antropizzazione (presenza dell'uomo) sono ormai estinte. Alcune specie sono importantissime per la cura di molte malattie umane ed ancora insostituibili in medicina ufficiale.
Quando si parla di tutela dell'ambiente, il primo sentimento che pervade la gente è lo sgomento, come se si aprissero le porte di un carcere a vita. Intanto nessun sbarramento è stato mai posto per delimitare un'area protetta di grandi dimensioni. Poi, sicuramente, un'azione di tutela è un fatto dinamico che prevede tutta una serie di interventi e quindi di sviluppo di attività lavorative diversificate. Nessuna imbalsamazione insomma, né tanto meno limitazioni alla libertà altrui, se per libertà non si intende il fare i propri comodi. Peraltro Santa Caterina è il nostro biglietto da visita, perché la pianura, verde per quanto sia, non può risaltare al cospetto della nostra collina.
Allora non aspettiamo l'istituzione di riserve, diamo prova della nostra maturità, agiamo per conto nostro, partendo con lo sviluppare un progetto di rimboschimento, magari con esemplari di piante originarie dell'isola, affidato alla forestale. Questo comporta, altre al lavoro di esperti, l'impiego di manodopera specializzata locale (vedi l'esperienza di Marettimo e Levanzo). La presenza di tutta una serie di piante, potrebbe essere motivo di visite guidate e quindi lavoro e stimolo per un'ulteriore crescita culturale dei nostri giovani. Anche l'esistenza di diverse specie di piante mellifere potrebbe permettere la valorizzazione definitiva della produzione di miele a Favignana considerato uno dei migliori del mondo dal 1805, per la presenza in loco della fortissima ape sicula (vedi T. Monticelli).
Impediamo allora, l'alterazione definitiva dell'habitat originario e cerchiamo di creare una vera immagine moderna ed accattivante della nostra isola. Proviamo a recuperare a patrimonio comune, ad esempio, tutta la miriade di deliziosi fabbricati rurali delle nostre campagne, lanciando un progetto di agriturismo gestito dagli stessi proprietari-coltivatori. Diamo insomma una spallata a vecchie e superate logiche di pseudo sviluppo, facendo spazio ad iniziative che, coniugando lavoro e salvaguardia dell'ambiente, ci permettano di tornare a vivere ad umana dimensione.
2 Maggio: "Prima Comunione" |