A compimento del tuo 25º giubileo sacerdotale, non so fare di meglio, caro P. Damiano, che obbedire ad un dovere di testimonianza cristiana del diritto all'identità, scrivendo a te, che a questo ufficio-missione provvedi in prima persona, una lettera.
Una infinità di ragioni mi stimolano ad accettare il tuo invito per tratteggiare ai tuoi parrocchiani l'esempio di vita sacerdotale di Mons. Giovanni Cipolla, già arciprete di Favignana.
Nato a Trapani il 28/10/1910, giovanissimo sente la vocazione salesiana, ma la maestra strada dell'Immacolata Ausiliatrice lo porta nella fucina di vocazioni diocesane.
Il 24 giugno 1934 nella Cattedrale di Trapani, l'unzione cresimale consacra per sempre Giovanni,
sacerdote di Cristo.
Pantelleria, dall'agosto 1934 al luglio 1936 accoglie le prime gioiose fatiche sacerdotali del giovane levita.
Agosto e settembre lo vedono cappellano a Guarrato e Rilievo. Il 1º ottobre è vicario economo a Favignana, poi Arciprete e parroco dall'8 febbraio 1938 fino al 2 luglio 1971, quando il Datore di ogni dono perfetto lo chiama al meritato premio dei giusti...
Aula senza orizzonti, aperta al vaticinio di tutte le speranze che affollano le cattedre, questo nostro mondo sembra una scuola di rassegnazione a tutte le sue impotenze.
Ma l'animo forte e vigile di Mons. Cipolla di cui io stesso ne fui in parte coinvolto, non si adeguò a quella mediocrità, non conformandosi alla mentalità del nostro secolo.
Mons. Cipolla con i chierichetti (14/4/1968)
Nei trascorsi anni ho potuto sperimentare, per virtù del suo prepotente e travolgente amore per l'opera di Dio, quale certezza sostenesse la sua anima sacerdotale. Serenità, dura ascesi e costante preghiera sono state le direttrici dell'amore a Gesù, a Maria e alle anime a lui affidate.
Ero convinto che non si poteva intraprendere il cammino arduo della santità se non si è stabilmente collocati nella serenità. Mons. Cipolla vive quella luce e dal suo riverbero tutte le cose acquistano contorni precisi e chiari, acquistano la loro consistenza.
Fermo nel proposito di riprodurre in sé la vita di Cristo, vive in una dura ascesi senza ostentazione. Tutto ciò che notava dentro di sé e che non rassomigliava a Lui, Cristo, doveva essere tolto, annullato.Giovane seminarista, ricordo, temprava il suo spirito alla sorgente viva della "lectio divina", pane quotidiano immancabile, unitamente a quei fedeli attenti alla vera formazione cristiana. Letture spirituali ed il S. Rosario, la sera, chiudevano una giornata impegnata nella conquista di una serena, quasi ingenua ma profonda umiltà nella dignità. Umile nel pensare e umile nell'agire, nella carità.
Al di sopra di tutto era un uomo di costante ed intensa preghiera. Nel santino-ricordo del suo 25º giubileo presbiterale, - gioioso giorno anche della mia ordinazione sacerdotale - esterna i suoi sentimenti così: "...umilmente ti ringrazio Signore... perdona la poca docilità alle tue grazie... consola chi soffre...".
In 33 anni di vita attiva, laboriosa e apostolica a Favignana, non smentì mai sé stesso. Frutti dell'amore alle anime e di tanta fede nella
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Provvidenza divina, furono tanti giovani seminaristi, forgiati sul suo esempio e il coronamento poi, di due vocazioni al sacerdozio: Sacerdote Girolamo Campo, parroco di Marettimo e lo stesso scrivente, parroco di San Nicola in Trapani.
Mons. Cipolla (21/6/1969) nel 25° di sacerdozio
Lucido ingegno e riflessivo, instancabile attività di lavoro, (per molti anni unico sacerdote a Favignana), pietà esemplare, furono le doti precipue che ornarono Mons. Cipolla. L'onorificenza pontificia di Cameriere segreto del Papa col titolo di Monsignore, suggellò tanta abnegazione, apostolato e sacrificio.
L'essere nel mondo, ma non del mondo (Gv, 15,18), fu la costante d'una testimonianza umano-cristiana-sacerdotale, oggi forse, meno apprezzata, ma sempre valida nella comunità cristiana.
Questa formula Giovannea "...nel mondo... non del mondo..." non fu una vaga formula di spiritualità, fu lo statuto della sua fede vissuta.
Ho inteso fare memoria con sprazzi di luce di momenti salienti della vita sacerdotale di Mons. Cipolla, perché tu possa, caro P. Damiano, raccogliere alcuni preziosi insegnamenti di colui che per molti anni fu pastore, maestro e guida per i favignanesi. Auguri, ad multos annos!
Padre Roccia Rosario
Ai Sacerdoti |
SIATE GRANDI! SIATE SANTI!
Sacerdoti, io non sono prete, e non sono mai stato degno di poterlo diventare. Come fate a vivere dopo aver celebrato la Messa? Ogni giorno avete il Figlio di Dio nelle vostre mani.
Ogni giorno avete una potenza che Michele Arcangelo non ha.
Con la vostra bocca voi trasformate la sostanza del pane in quella del Corpo di Cristo. Voi obbligate il Figlio di Dio a scendere sull'altare. Siete grandi. Siete creature immense. Le più potenti che possano esistere.
Sacerdoti, ve ne scongiuro, siate santi!
Se siete santi voi, noi siamo salvi. Se non siete santi voi, siamo perduti. Sacerdoti, noi vi vogliamo ai piedi dell'Altare.
A costruire opere, fabbricati, giornali, lavoro, a correre di qua e di là in moto o con l'automobile siamo capaci, noi. Ma a pregare siete capaci solo voi.
State accanto all'Altare. Andate a tenere compagnia al Signore: Preghiera e Tabernacolo, Tabernacolo e Preghiera.
Abbiamo bisogno di quello. Nostro Signore è solo, e abbandonato. Le Chiese si riempiono soltanto per la Messa. Cosa stupenda! Ma Gesù ci sta 24 ore su 24 e chiama le anime, chiama te sacerdote, chiama noi: "Tienimi compagnia dimmi una parola. Dammi un sorriso, ricordati che ti amo. Dimmi soltanto passando: "Amore mio, ti voglio tanto bene"! E io ti coprirò di ogni consolazione e di ogni conforto".
Prof. ENRICO MEDI |
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