TERRA DI DIO

 

dal libro di Sami Awwad: Questa terra di Dio

 

“Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio “

 (Lc. 13,29)

 

Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa (Lc.19:41)

 

NOTIZIE STORICHE>>>

 

 

Il Monte degli Ulivi

La Chiesa del Pater Noster

La Chiesa di Santa Maria Maddalena

La Chiesa dell’Assunzione

La Chiesa del Getsemani

La Chiesa di S. Pietro in Gallicantu

La Basilica della Dormizione della Vergine Maria

Il Cenacolo

Betania

La Chiesa di Lazzaro

La Roccia del Moriah

La Chiesa di Sant’Anna

La Piscina Probatica

La Chiesa del Santo Sepolcro

Il Calvario

La Tomba di Cristo

La Chiesa della Visitazione

La Chiesa della Natività

La Chiesa dell’Annunciazione

Il Monte delle Beatitudini

Il Monte Tabor

 

 

 

IL MONTE DEGLI ULIVI

 

II Monte degli Ulivi è posto ad est di Gerusalemme, al di là del Cedron. Sì eleva sulla Città Vecchia di quasi centro metri offrendo così un meraviglioso panorama: la Città Vecchia, le colline della Giudea, i monti di Moab e perfino il Mar Morto.

 

Una tradizione giudaica ne fa il luogo di sepoltura dei profeti Aggeo, Zaccaria e Malachia. Gesù ascese al cielo dal Monte degli Ulivi. Egli amava venirvi con i suoi discepoli per meditare e pregare. Qui egli insegnò loro il Pater Noster e predisse le distruzione di Gerusalemme. Egli trovò sempre sul Monte degli Ulivi un rifugio per la preghiera e la meditazione.

 

 

LA CHIESA DEL PATER

 

La Chiesa del Pater si eleva sopra la grotta sacra, dove, secondo la Tradizione, il Cristo insegnò ai suoi discepoli il Padre Nostro. Nello stesso luogo predisse la distruzione di Gerusalemme e annunciò la secondo venuta alla fine dei tempi (Mt. 24, 1-3; Le. 21, 5-7). Costantino, che aveva già reso onore alle due grotte sante del mondo cristiano, a Betlemme e al Santo Sepolcro, costruì anche qui una chiesa in ricordo degli ultimi insegnamenti del Signore.

 

 

Fu distrutta dai Persiani nel 614 e ricostruita dai Crociati nel XII sec., per essere poi nuovamente distrutta durante l'occupazione mussulmana che precedette la disfatta dei Crociati. Nel 1868, la principessa Aurelia Bossi, vedova del principe de la Tour d'Auvergne, cugino di Napoleone III, acquistò la proprietà a nome della Francia e nel 1875 vi istituì un convento di Carmelitane. Ella è sepolta nel chiostro del monastero, vicino al muro su cui è scritto il Pater Noster in 72 lingue. Scavi fatti nel 1910-1911 hanno portato alla luce resti di chiese precedenti. In seguito a una sottoscrizione organizzala dalla Francia nel 1918, per la costruzione di una basilica dedicata al Sacro Cuore, si cominciarono lavori che non furono però portati a termine.

 

 

LA CHIESA DI SANTA MARIA MADDALENA

 

Questo edificio con le sue sette cupolette a bulbo, è un bell'esemplare dell'architettura

moscovita antica. Fu fatto costruire dallo Zar Alessandro III in memoria della madre Maria

Maddalena. Il convento appartiene alle suore russe. Nella cripta è sepolta la granduchessa Elisabetta Feodorovna, sorella dell'Imperatrice Alessandra.

 

Morte in Siberia nel 1918, durante la rivoluzione bolscevica, il suo corpo, per suo desiderio, fu trasportato qui, per esservi inumato.

 

 

La chiesa dell'Assunzione

 

LA TOMBA DELLA MADONNA

 

Gli Apostoli trasportarono il corpo di Maria fino alla valle di Giosafat. come aveva loro detto il Signore, e lo deposero in un sepolcro nuovo". Così ci dice un Apocrifo del IV sec-, il "Transito di Maria". Intorno al 455 fu costruita vicino al Getsemani una chiesa per commemorare la breve sepoltura di Maria e la sua Assunzione.

 

 

I Crociati, sulle rovine della chiesa bizantina, costruirono un santuario romanico, la Madonna dì Giosafat. Attraversando il portale e scendendo per una scala di 48 gradini, sormontata da volte, si giunge a una cripta oscura. La tomba della Madonna, posta sulla destra, è una semplice camera funeraria con un banco di pietra simile al sepolcro del Cristo.

 

 

LA CHIESA DEL GETSEMANI

 

La prima basilica che sorse in questo luogo, santificato dalle preghiere e dall’agonia del Signore, fu opera dei Bizantini che la eressero intorno all'anno 379. Distrutta dai Persiani nel 641 fu ricostruita nei XII sec. dai Crociati. Tuttavia la chiesa attuale risale al 1919 – 1924. La si chiama anche Chiesa delle Nazioni, poiché ben 16 paesi contribuirono alla sua costruzione. La luce tenue che filtra attraverso i vetri violetti e la bellezza delle decorazioni invitano alla preghiera e al raccoglimento.

 

“…Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non la mia, ma la tua volontà sua fatta…” (Luca 22,42)

Nelle cupolette sono raffigurati e gli emblemi delle nazioni che contribuirono alla costruzione di questa chiesa. Magnifici mosaici sono debolmente illuminati da finestre d'alabastro. Davanti all'altare si trova ciò che resta della pietra dell’agonia. Nel sottosuolo sono stati ritrovati frammenti di mosaico della prima basilica bizantina, i cui sono stati fedelmente ripresi nel pavimento attuale. Nella facciata vi sono quattro statue che raffigurano i quattro evangelisti. In alto, sul frontone, un mosaico rappresenta il Cristo in preghiera, nell’atto di offrire al Padre le sue sofferenze, e quelle di tutta l’umanità.

 

 

S. PIETRO IN GALLICANTU

 

Questa chiesa che domina la vallata del Cedron fu terminata nel 1931 sul luogo stesso in cui la tradizione situa il palazzo del sommo sacerdote Caifa. Qui fu condotto il Cristo, nella sua ultima notte, per essere giudicato dal Sinedrio.

 

La condanna avvenne all'alba. Nel cortile di questo luogo,Pietro rinnegò il suo Maestro per tre volte: "E il Signore, voltandosi, guardò Pietro. Allora egli sì ricordò della parola del Signore ... e pianse amaramente" (Lc. 22, 61). All'inizio del secolo, i Padri Assunzionisti, che officiano questo santuario, intrapresero dei lunghi scavi, che sembrano confermare l'esattezza della località. È stata scoperta un'iscrizione giudaica – un insieme di misure - quasi intatta. È ancora visibile un piccolo mulino, una fossa profonda, un cortile dove vivevano i servi e i resti di una chiesa bizantina. Vicino a questo luogo passa la strada a gradini che dava accesso al monte Sion e che percorre la valle del Cedron. Sostiamo in preghiera su questa gradini su cui il Signore è passato la sera del Giovedì Santo e ammiriamo il magnifico panorama che di qui si gode.

 

 

LA BASILICA DELLA DORMIZIONE

DELLA VERGINE MARIA

 

La basilica della Dormizione è una costruzione imponente che domina il monte Sion.

 

 

I cristiani venerano qui il ricordo della Madonna che, secondo la tradizione gerosolimitana, trascorse in questo luogo gli ultimi giorni della sua vita, presso il discepolo che Gesù amava.

Dopo la sua morte il corpo fu trasportato dai discepoli nella Valle dì Giosafat. Nel corso dei secoli furono costruite molte chiese per onorare queste memorie.

L'attuale basilica della Dormizione fu costruita nel 1910, grazie alla generosità dei cristiani tedeschi. Possiamo ammirare, nell'abside, il mosaico della Vergine e il Bambino; nella cripta, la Vergine dormiente circondata dalle Sante Donne dell'Antico Testamento.

 

 

IL CENACOLO

 

La sera del Giovedì Santo il Signore consumò al Cenacolo l'ultima cena con i suoi apostoli.

 

Nel Cenacolo, dopo sua Resurrezione, apparve due volte ai suoi discepoli e nel giorno di Pentecoste inviò su di loro lo Spirito Santo. I primi cristiani si stabilirono sul Sion, dove possedettero fin dai primi secoli una chiesetta, che per la sua posizione sfuggì alla distruzione del 70 e del 135. Ingrandita dai Bizantini, la chiesa ricevette il nome di Santa Sion, per sottolineare la realizzazione della profezia di Isaia; "Da Sion uscirà la Legge e la Parola del Signore da Gerusalemme" (Isaia 2, 3).

Il nome di Sion designò dapprima questa chiesa dei primi cristiani; poi si estese a tutta la collina. Come molte altre, la chiesa della Santa Sion fu distrutta dai Persiani nel 614 e ricostruita dai Crociati nel XII sec. Nel IV sec. il Cenacolo faceva parte della basilica. Oggi invece abbiamo soltanto due luoghi di culto sovrapposti: al primo piano il Cenacolo, e al piano terra la tomba di David.

 

 

BETANIA

 

Il villaggio di Betania si estende ai piedi del monte degli Ulivi, a 3 Km. a est di Gerusalemme, lungo la strada per Gerico. Fin dal IV sec. il nome arabo del villaggio, Al-Azariya, conserva il ricordo di Lazzaro che qui visse insieme alte sorelle Marta e Maria. Gesù amava la solitudine di Betania e spesso veniva a visitare i suoi amici.

 

Il villaggio di Betania

“ Io sono la resurrezione e la vita; chi crede in me se muore, vivrà,” ( Gv 11,25)

In una di queste visite Egli rivelò a Marta i segreti della vita spirituale: "Marta, Marta, tu ti inquieti e ti agiti per troppe cose. Una sola è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore che non le sarà tolta" (Lc. 10, 38-41). A Betania Gesù risuscitò Lazzaro, e a Betania, Maria, nella casa di Simone il lebbroso, cosparse il capo del Signore di profumo prezioso.

 

 

LA CHIESA DI LAZZARO

 

Sulla tomba di Lazzaro sorsero due chiese. La prima fu distrutta da un terremoto e la seconda dai Persiani nel 614. Fu costruita una terza chiesa al tempo dei Crociati. Poi i Mussulmani si installarono a Betania e soltanto nel secolo scorso i Francescani poterono acquistare una proprietà.

 

Scavi fatti in questo luogo nel 1949, in seguito alla distruzione di case vecchie, hanno permesso di ritrovare i resti di queste chiese e di un monastero crociato. Nel cortile si possono ammirare dei bei mosaici del IV sec. e i contrafforti della costruzione crociata. La chiesa attuale, che risale al 1952, è sorta sulle fondamenta di queste antiche chiese.

"Era una grotta, contro la quale era stata posta una pietra" (Gv. 11, 38). La tomba di Lazzaro era stata probabilmente scavata nella roccia di questa grotta. Per questo il Cristo gridò a gran voce: "Lazzaro, vieni fuori!" Oggi si accede alla tomba per una scala di ventidue grandini. La porta di origine si trovava a livello del suolo, ma fu chiusa dai Mussulmani che costruirono una moschea fra la chiesa e la tomba. Nel XVII sec. i Francescani ottennero il diritto di aprire questa nuova porta che permette di discendere fino alla tomba, in un'atmosfera di oscurità. La tomba è custodita da Mussulmani.

 

La Tomba di Lazzaro

 

 

 

E Dio disse:” Prendi Tuo figlio, il tuo unico, che ami, Isacco e va nel territorio di Moriah…”(Genesi 22, 2)

LA ROCCIA DEL MORIAH

 

La roccia del monte Moriah è ancor oggi visibile sotto la cupola della moschea. Si eleva a circa 2 m. dal suolo: la sua lunghezza è di 15 m. e la sua larghezza di 2 m. Secondo la tradizioni giudaica è il luogo del sacrificio di Isacco. Secondo la tradizione mussulmana, fu invece Ismaele e non Isacco ad essere condotto su questa roccia, dove più tardi il Profeta fu elevato al cielo.

 

Quando faceva parte del Tempio, la roccia serviva per gli olocausti. Il sangue delle vittime colava in un'apertura, tuttora visibile. Al tempo dei Crociati, allorché si era avidi di reliquie, fu necessario difendere la roccia con una rete di ferro battuto, che è restata fino ai nostri giorni. Una recente restaurazione l'ha sostituita con una balaustra di legno. All'interno, gli ornamenti della cupola, ricchi colori dei vetri, i mosaici dei muri creano un'atmosfera di incanto, invitano all'adorazione.

 

 

 

LA CHIESA DI SANT'ANNA

 

Quando i Crociati furono cacciati da Gerusalemme, vi lasciarono più di trenta chiese. La chiesa di Sant'Anna, un vero gioiello, è l'edificio meglio conservato e il più bell'esempio dell'architettura franca in Terra Santa. Costruita in stile Romanico dopo il 1100, dalla sposa di Baldovino I, è coperta da un soffitto a volte.

 

La sua cupola posa su pennacchi e il suo portale è a sesto acuto. Nella cripta della chiesa si venera la Natività di Maria, perché è qui che, secondo la tradizione, avrebbero abitato Anna e Gioacchino, suoi genitori. Al tempo del Saladino divenne una scuola coranica e nel 1856, dopo la guerra di Crimea, fu restituita alla Francia dal sultano Abdu al Magid, che la cedette a Napoleone III come espressione della sua riconoscenza. La chiesa di Sant'Anna è oggi officiata dai Padri Bianchi.

 

 

 

LA PISCINA PROBATICA

La Piscina di Betesda si trova a pochi metri dalla Porta di Santo Stefano dentro le mura della città vecchia. Al tempo del Cristo, era vicinissima al muro nord, presso la Porta della Pecore che dava accesso al Tempio.

 

 

Gli infermi sì riunivano vicino alla piscina attendendo il passaggio dell'angelo e il ribollire dell'acqua. "Si trovava là un uomo che era infermo da trentotto anni”.

Gesù vistolo giacere e, sapendo che da molto tempo era in quella condizione, gli dice." Vuoi essere guarito?" "Signore - rispose l'infermo - non ho nessuno che mi getti nella vasca, appena acqua è agitata. E mentre io mi avvicino un altro vi scende prima di me". Gli disse Gesù: "Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina". E sull'istante, l'uomo guarì, sicché preso il suo lettuccio, cominciò a camminare" (Gv. 5, 5-8).

La piscina che era scomparsa sotto un cumulo di detriti è stata recentemente riportata alla luce dai Padri Bianchi. Era circondata da quattro portici e un quinto l'attraversava. Questo conferma la narrazione di S. Giovanni che ci parla di una piscina a cinque portici. Durante gli scavi sono venuti alla luce anche i resti una grande chiesa costruita dai Bizantini nel V sec, e distrutta dai Persiani nel 614.

 

 

LA CHIESA DEL SANTO SEPOLCRO

 

Presero dunque Gesù, che portando la sua croce, uscì dalla città per andare in un luogo detto Cranio, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero fra due malfattori" (Gv. 19, 17). La chiesa del Santo Sepolcro ricopre e riunisce oggi ciò che resta del Golgota - la collina su cui Cristo fu Crocifisso - e il sepolcro in cui fu deposto il suo corpo. La crocifissione avvenne quindi fuori delle mura, ma in prossimità di esse, secondo quanto dice S. Giovanni (Gv. 19, 20).

 

Tuttavia nel 324, quando la chiesa fu costruita per la prima volta, si trovava già quasi al centro della città. Undici anni dopo la crocifissione infatti, la città si era estesa verso nord e il Golgota si era venuto a trovare dietro le mura che Erode Agrippa aveva costruito nel 44 d.C. Nel secolo scorso sono stati trovati, a nord e ad est della chiesa attuale e precisamente nell'ospizio russo, degli elementi di un muro antico, che forse faceva parte delle mura che il Signore dovette attraversare per salire sul Golgota. D'altra parte le tombe giudaiche che si vedono ancora all'interno stesso del Santo Sepolcro, testimoniano senza ombra di dubbio che il luogo era situato fuori città, perché secondo a legge giudaica, non era permesso di seppellire i morti dentro le mura della città santa. In seguito, nel 135, sappiamo che l'imperatore Adriano, nell'intento di combattere la religione giudea e cristiana, volle cancellare persino il ricordo del Calvario e del Sepolcro di Cristo, erigendo qui un tempio dedicato a Giove. Nonostante il suo desiderio di distruggere e di profanare il luogo più santo della cristianità, lo ha conservato senza volerlo. Infatti, ne! 325, quando Costantino e sua madre Sant'Elena, distrussero il tempio pagano, si poterono facilmente ritrovare intatti il Calvario e il Sepolcro. Ben presto fu eretta una magnifica basilica che subì molti infortuni nel corso della sua lunga storia. I Persiani la distrussero nel 614 e in seguito, dopo una ricostruzione dovuta all'abate Modesto, fu nuovamente saccheggiata nel 1009 dal califfo Hakim.Ciò fu all'origine delle Crociate. Dopo la restaurazione iniziata nel 1048 da Costantino Monomaco, i Crociati compirono la maggior parte dei lavoro. Cinquant'anni dopo la loro entrata a Gerusalemme, la nuova basilica veniva consacrata. Ciò che resta ancor oggi, nonostante le aggiunte, il deterioramento e i restauri, porta la loro impronta. Secondo le regole dello "Statu quo", stabilite dai Turchi nel 1852, la basilica è messa a disposizione dei Cattolici, dei Greco-Ortodossi e degli Armeni. I Siriani, i Copti e qli Abissini vi godono di alcuni diritti.

 

 

“Quando giunsero al luogo chiamato Cranio lo crocifissero…”(Lc 23,33)

IL CALVARIO

 

La roccia del Calvario si elevava a circa quindici metri dal suolo con un profilo simile a un cranio. Sulla cima del Calvario si trovano oggi due cappelle. La cappella greco-ortodossa è posta sul luogo stesso della crocifissione. La cappella latina, invece, è posta sul luogo dove Cristo fu spogliato e inchiodato sulla croce..

 

La due cappelle, per un terzo della loro superficie, posano sulla roccia stessa del Calvario. Questa roccia è ancora visibile sotto l'altare dedicato alla Vergine Addolorata e nella cappella di Adamo.

 

 

TOMBA DI CRISTO

 

Noi crediamo che qui, sul Golgota, si è compiuta la nostra salvezza.

 

 "Giuseppe di Arimatea si presentò a Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato comandò che gli fosse consegnato.

 

“ Perché cercate fra i morti colui che vive?” ( Lc 24,5)

 

E Giuseppe, preso il corpo, lo avvolse in un bianco lenzuolo, lo depose nel suo sepolcro nuovo, che egli si era fatto scavare nel masso, poi rotolata una pietra all'ingresso del sepolcro, se ne andò (Mt. 27, 58-60). "Nel luogo dove fu crocifisso c'era un orto e nell'orto un sepolcro nuovo ... Lì dunque a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché il sepolcro era vicino, deposero Gesù" (Gv. 19, 42). Giuseppe di Arimatea era membro del Sinedrio e discepolo di Gesù, ma occulto, per timore dei Giudei. La tomba che si era fatto costruire, secondo l'uso dei Giudei ricchi, comprendeva due stanze: la prima era luogo di incontro della famiglia in lutto e la seconda luogo di deposizione del morto che veniva posto su una piattaforma ricavata dalla roccia. Il sepolcro di  Gesù restò intatto fino al 1009, quando venne distrutto dal califfo Hakim. Precedentemente, Elena, madre dell'imperatore Costantino, lo aveva fatto isolare dal resto della collina per porlo al centro della rotonda. Il monumento attuale, con la sua cupola moscovita, data dal 1810. Fu costruito dai Russi e dalla Chiesa ortodossa.   

 

 

 

“L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore…” (Lc 1,46)

CHIESA DELLA VISITAZIONE

EIN KEREM

“In quei medesimi giorni, Maria si mise in viaggio in fretta verso la montagna, a una città di Guida. Ed entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta" (LC. 1, 39). Betlemine, Hebron, Macheronte, Gerusalemme, Sebaste e vari altri luoghi meno noti, possono essere stati patria di Giovanni Battista. Ma Ein Kerem è il luogo più probabile. Zaccaria infatti prestava servizio al Tempio e non doveva abitare molto lontano. Inoltre intorno al pozzo, sotto la Chiesa della Visitazione, sono state trovate tracce di un'occupazione molto antica.

 

 Secondo una leggenda anteriore al VI sec., riportata dal protovangelo di Giacomo, Elisabetta avrebbe condotto Giovanni Battista bambino in questo luogo, per sottrarlo al massacro dei Santi Innocenti. Mentre i soldati di Erode li inseguivano, il suolo si sarebbe aperto miracolosamente sotto i loro passi, offrendo un rifugio. Qui fu eretta una chiesa che costituisce la testimonianza più antica del culto di Giovanni Battista in Palestina e che servì in seguito anche a commemorare l’incontro della Madonna ed Elisabetta. I pellegrini amano sostare nella campagna piena di pace di Ein Karem, dove il Nuovo testamento ha superato l’Antico proclamando la gioia dei poveri che Dio ha scelto per il suo grande disegno di amore. Due chiese li attendono a Ein Karem. La prima, che è posta al centro del paese, fu costruita su un antico santuario del IV sec., là dove la tradizione pone la casa di Zaccaria e Elisabetta. Essa ricorda la natività di Giovanni Battista, il Precursore, e data dal 1675. La seconda si erge sulla collina vicina, in mezzo ai cipressi. Trovandosi incinta nella sua vecchiaia, Elisabetta avrebbe scelto di vivere fino alla nascita del figlio in questo luogo ritirato. Qui ricevette la visita di Maria, sua cugina. La costruzione attuale, a due piani, incorpora degli elementi più antichi, di cui alcuni risalgono al V sec. Si possono vedere i resti di un monastero. La basilica fu costruita nel 1938 dai Padri Francescani. Appena si entra, si è accolti dal Magnificat scritto sui muri in 41 lingue.

 

 

LA CHIESA DELLA NATIVITÀ

 

L'aspetto esterno della chiesa è mollo severo e la fa assomigliare a una fortezza medievale. La facciata è racchiusa fra le mura di tre monasteri. Un tempo vi erano tre porte, due delle quali furono murate. La porta centrale fu notevolmente rimpicciolita per impedire agli intrusi di entrarvi in sella alle loro cavalcature. Essa dunque obbliga ognuno che vi entri a compiere un gesto di umiltà cur­vandosi.

 

“ Oggi, nella città di David, vi è nato un Salvatore che è il Cristo, il Signore”

(Lc 2,11)

 

Sopra si scorge la porta ogivale dei Crociati, che si iscrive a sua volta nel magnifico portale di Giustiniano, e il timpano triangolare della basilica primitiva. Tutte le generazioni sembrano così ritrovarsi per rendere omaggio all'umile Bambino di Betlemme. La basilica è a forma di croce lunga 60 m. e larga 30 m. È divisa in cinque navate da quattro file di colonne di pietra rossa del paese. Sotto il pavimento attuale si trovano dei mosaici del IV sec. venuti alla luce in seguito a lavori fatti nel 1936.

Una stella d’argento e l’iscrizione “ Hic de Maria Virgine Jesus Christus natus est” indicano il luogo della nascita.

Si accede alla grotta, di forma rettangolare (12 m. di lunghezza e 3 m. di larghezza), da due entrate poste ai lati. Una stella d’argento e l’iscrizione “ Hic de Maria Virgine Jesus Cristus natus est” indicano il luogo della nascita. Di fianco, in basso, una specie di mangiatoia trasformata in cappella latina, sarebbe il luogo dove Maria avrebbe deposto suo figlio.

 

Intorno non vi sono che muri anneriti dal fumo delle lampade e dei ceri. Questo è ciò che resta per evocare l’incarnazione del verbo che, nella povertà e nell’umiltà, è venuto a condividere la nostra condizione umana. La grotta di Betlemme porta i segni del logorio del tempo. Fin dal IV sec. si dovette sostituire il tetto originale con un lavoro in muratura.

 

 

LA CHIESA DELL'ANNUNCIAZIONE

 

Questa magnifica chiesa fu costruita sul progetto dell'architetto italiano G. Muzio, che intendeva racchiudere in uno stesso santuario a due piani, la grotta santa dell'Annunciazione e i resti delle antiche chiese crociata e bizantina.

 

“ E il Verbo si fece carne e abitò fra noi” ( Gv 1,14)

 

Possiamo notare un contrasto impressionante fra il mistero dell'incarnazione nella sua fase umile e nascosta, ricordata nella cripta, e la gloria della Chiesa in cammino, nella basilica superiore. L'edificio superiore misura 44 per 27 m. ed è alto 12 m. Le facciate est ed ovest sono ornate di ricche sculture che celebrano, nella bella pietra rosa del paese, i misteri dell'Annunciazione e dell'Incarnazione.

Una cupola maestosa, alta 44 m., sormontata dalla croce, corona l'edificio.

Questa chiesa è situata all'estremità sud dell'antico villaggio di Nazaret. La tradizione pone qui il luogo dell'Annunciazione.

 

 

IL MONTE DELLE BEATITUDINI

 

Sui pendio del colle che domina il lago, vicino alla chiesa francescana costruita nel 1937, si ha l'impressione di udire ancora la voce del Signore che proclama al mondo intero: "Beati i poveri di spirito, beati gli afflitti, beati i perseguitali, perché di essi è il Regno dei Cieli". In questa solitudine, davanti al lago, è molto bello fermarsi e meditare i misteri del Regno.

 

 

 

IL MONTE TABOR

 

"II Tabor e l'Hermon esultano al Tuo nome " (Sal. 89, 13). Staccato dai monti della Galilea,dall'alto dei suoi 588 m., il Tabor contempla la fertile pianura di Esdrelon che si stende ai sui piedi.

 

“ Il Tabor e Hermon esultano al Tuo nome”. ( Sal.89,13)

 

Nei tempi antichi il Tabor serviva da frontiere fra le tribù del nord e quelle del sud. Vide un giorno la vittoria di Barak ed i carri impantanati di Sisara il Cananeo, udì il feroce inno di guerra della profetessa Debora: "Così periscano tutti i tuoi nemici, Signore! e coloro che ti amano sian come il sole quando si leva nella sua forza" (Gdc. 5, 31). Per i cristiani il Tabor è soprattutto monte santo dove il Cristo transfigurato apparve nella gloria insieme a Mosè ed Elia (Lc 9, 28-36). Luce del Tabor, gloria del Signore, speranza del cristiano, chiamato, oltre la morte,a partecipare alla sua Resurrezione.

La cima del Tabor è un pianoro lungo più di 1 Km. e le cui larghezza media raggiunge i 400 m. Salendo, vi si accede attraverso la Porta del Vento, un resto della fortezza mussulmana costruiti nel XII sec. Per la sua posizione strategica fu spesso fortificato. Furono costruiti anche monasteri le cui rovine cospargono ancora il suolo. Nel 1924 i cattolici costruirono sulla cima la basilica della Trasfigurazione. Essa è opera dei fratelli Barluzzi ed incorpora i resti delle chiese anteriori: quella del VI sec. e quella crociata

 

 

Torna a: Un Poco di Tutto