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São Paulo del Brasile, 19 di aprile di 2010 Anniversario dell’elezione alla Cattedra di Pietro di Sua Santità Benedetto XVI La Chiesa è immacolata e indefettibile Dopo
ogni campagna di attacchi contro di lei, la Chiesa sempre ne esce più
forte e splendente di prima Mons. João Scognamiglio Clá
Dias, E.P. |
La moltitudine di notizie che, nelle ultime
settimane, tenta di macchiare la Chiesa Cattolica, prendendo a pretesto abusi
su bambini commessi da parte di sacerdoti cattolici, attinge un crescendo
incredibile. Decisi a non far spegnere il fuoco che hanno acceso, vari organi
di comunicazione sociale si sono dedicati a investigare il passato, alla
ricerca di nuove prove che coinvolgessero il Vicario di Cristo in Terra,
Papa Benedetto XVI, in ciò, del resto, fallendo pienamente. Che vi siano sacerdoti impreparati e indegni,
nessuno lo può negare; che abusi orribili siano stati commessi, e certamente
anche in numero superiore a quanto registrato, è doveroso riconoscere.
Tuttavia, utilizzare mancanze gravissime, ma circostanziali, relative a una
minoranza di chierici, per insudiciare tutta la classe sacerdotale è una
ingiustizia. Usare questo come pretesto per tentare di demolire la Chiesa è
diabolico. Del resto, quanto più lo spirito libertario,
relativista e neopagano della nostra epoca s’infiltra nella Chiesa, tanto
più è da temere che accadano crimini di pedofilia. Da qui ne deriva anche la
necessità di introdurre nei seminari un sistema rigoroso di selezione, in
modo da ammettere come candidato al sacerdozio solo chi non abbia la
propensione a scendere a patti col mondo, ma voglia insegnare la pratica
della dottrina cattolica in tutta la sua purezza e dare l’esempio. L’attuale campagna pubblicitaria contro la
Chiesa ci fa dimenticare una verità della quale la storia ci dà una
inequivocabile testimonianza: è stata la Chiesa Cattolica che ha liberato il
mondo dall’immoralità, ed è proprio perché sta rifiutando la Chiesa che il
mondo affonda nuovamente nella melma dalla quale è stato riscattato. Il mondo del
paganesimo era un inferno La maggioranza della popolazione dell’Occidente
dà per certo che il mondo, in un grado maggiore o minore, ha sempre coltivato
i valori ai quali siamo abituati. Questi valori, sacrosanti fino a circa 50
anni fa, in certa misura ancora resistono alla decadenza accelerata di questo
inizio di millennio: famiglia tradizionale, protezione dell’innocenza
infantile, senso del pudore, modi educati, abiti decenti, onorabilità,
rispetto reciproco, spirito di carità, dignità umana, solidarietà, ecc. Ma
non è stato sempre così. Prima che Nostro Signore Gesù Cristo predicasse tra
gli uomini la Buona Novella del Vangelo, il mondo era immerso in una prolungata
e terribile notte, in cui regnavano la dissolutezza morale, l’egoismo, la
crudeltà, la disumanità e l’oppressione, come la storia ci insegna1. Di questa situazione non si può concludere che
tutti i romani, greci e “barbari” fossero dissoluti. C’erano minoranze che
non si conformavano con quella situazione ed erano pronte a ricevere la
predicazione evangelica con l’avidità di naufraghi che trovano la tavola di
salvezza. Di qui la rapida espansione della Chiesa Cattolica nel mondo romano
e, finalmente, la conversione dell’Impero nell’anno 313 dell’era cristiana. Religioni degradanti
Tutto ciò che la parte sana dell’opinione
pubblica dell’Occidente guarda ancora con orrore oggigiorno, sarebbe, nel
mondo dominato dal paganesimo, moneta corrente e normale. Ci basti ricordare
quanto la mitologia greco-romana dice riguardo alle varie divinità del suo
pantheon. Formavano essi una temibile banda di depravati:
adulteri, violenti, impudenti, bugiardi, ladroni, oppressori, assassini,
parricidi, matricidi, fratricidi, crudeli, egoisti, traditori, pigri, falsi,
disonorati, incestuosi, fornicatori, perversi e pedofili. Zeus (il
Giove dei romani), la divinità massima di questo covile, era non solo un
bruto, che aveva praticato cannibalismo divorando una delle sue figlie e
assassinato altri parenti prossimi, ma anche un adultero incontrollabile, che
aveva fatto molte vittime tra “dee” sposate e nubili, aveva violentato le sue
sorelle e nuore, aveva stuprato la sua propria figlia e persino sua madre e,
oltre a questo, manteneva come amante un bambino che aveva rapito2. I racconti di queste infamie erano nei testi
presentati ai bambini nelle scuole di quel tempo, per istruirli nella
grammatica, nella retorica, nella poesia, come hanno sottolineato a suo tempo
gli apologisti cristiani. La religione pagana esercitava, quindi, un
potere malefico sulla società, proponendo, come esempi da imitare, le
iniquità degli dèi. Inoltre, la società influenzava la religione, di modo che
i miti riflettevano i costumi a quel tempo in voga. Immoralità,
crudeltà, oppressione In quell’ambiente pagano, la situazione della
donna era terribile. In generale, quasi senza alcun diritto, era praticamente
considerata una schiava del marito, questo quando aveva il privilegio di
essere sposata. Le
religioni stesse, anche quelle più elevate, conducevano le donne – come,
naturalmente, anche gli uomini – a grandi depravazioni. Quella dei caldei,
per esempio, era sinistra e corruttrice, con pratiche lascive nei templi. La
religione fenicia stimolava anch’essa la degradazione della donna. --------------- 1 È necessario escludere il popolo ebraico.
Tuttavia, anche alcune pratiche del Popolo Eletto furono mitigate da Nostro
Signore Gesù Cristo o modificate posteriormente. 2 Cfr. per es. ARISTIDE, Apologeticum (scritto
tra il 123 e il 127 d.C.); GIUSTINO, Apologia Prima (tra il 153 e il
155 d.C.); ARNOBIO, Disputationum Adversus Gentes (tra il 304 e il 312
d.C.). Erodoto è uno di quelli che ci dà informazioni
sulla “prostituzione sacra” esercitata nei templi di Babilonia, Assiria,
Grecia, Siria, Cipro e altrove3.
Spesso, le “sacerdotesse” entravano nei templi ancora giovanissime,
consegnate dagli stessi genitori. Il famoso “Codice di Hammurabi”, promulgato
da questo re di Babilonia (tra il 1793 e il Il culto di Cibele e Attis, sorto in Frigia, da
dove passò in Grecia e a Roma, portava a pratiche scabrose in pubblico.
Essendosi Attis mutilato, perdendo la sua mascolinità, i suoi festeggiamenti
includevano l’automutilazione di molti uomini, realizzata in mezzo ad una
moltitudine che, allucinata, danzava e gridava, mentre si suonava una musica,
con l’assordante rumore di flauti, cembali e tamburi5. La Grecia contava numerosi templi dedicati a
Venere, ma nessuno consacrato all’amore legittimo tra sposi. Ad Atene e in
altre città si realizzava, una volta l’anno, una processione nella quale era
portata una enorme scultura fallica. Uomini e donne percorrevano le strade
cantando, saltando e danzando intorno a questo idolo. Oppressione della
donna L’onorabilità femminile era inoltre ferita dal
costume della poligamia, generalizzato in molte regioni, sebbene esistessero
luoghi in cui era in vigore la poliandria6.
Ugualmente degradante era l’incesto, comune specialmente in Persia7, ma anche in Grecia8. In India, tra le crudeli pratiche millenarie
del paganesimo, il costume esigeva che la vedova fosse bruciata insieme al
cadavere del marito9. Il “Codice di Hammurabi” è pieno di norme che
rispecchiano lo stato di oppressione della donna nelle civiltà antiche, la
quale molte volte era punita con la morte, la schiavitù o il ripudio10. Anche
a Roma e in Grecia, le leggi antiche erano inique verso la donna11, e perfino persone come
l’austero Catone favorivano gravi ingiustizie a questo proposito12. Nel caso di Atene, per ov
viare in qualche modo alla parzialità nel trattamento dato alle figlie, la
legge incorreva in un’aberrazione ancora maggiore, incentivando l’incesto
per risolvere problemi di eredità13,
giungendo a imporre la distruzione di due famiglie già costituite, se fosse
stato necessario14. ------------------ 3 Cfr. ERODOTO. Storie, I, 181; I, 199.
4 The Code of Hammurabi, King of 5 MARTINDALE, C. “A religião dos romanos”, in Christus
– História das religiões. São Paulo, Saraiva, 1956, vol. II, pp. 560-561. 6 PSEUDO-CLEMENTE. The Recognitions,
c. 24. 7 Ibid., c. 27. 8 COULANGES, Fustel de. La
Cité Antique. Paris: Flammarion, 1984. pp. 78, 81, 82. 9 PSEUDO-CLEMENTE, op. cit., c. 25. 10 The Code of Hammurabi, op. cit., n. 110, 132, 141, 143. 11 COULANGES, op. cit., p. 78. 12 Ibid., p. 81. A Roma, all’epoca in cui la Buona Novella di
Gesù Cristo si stava già predicando, l’istituzione della famiglia si trovava
in una crisi profonda. L’aborto e l’abbandono dei bambini avevano assunto
proporzioni spaventose. La natalità decresceva. Gli uomini ricchi preferivano
mantenersi celibi e attorniarsi di numerose schiave piuttosto che
assoggettarsi ai fastidi del matrimonio15. La situazione dei
bambini davanti allo Stato onnipotente In Grecia e a Roma non esisteva la libertà
individuale che i loro estimatori fanno credere: il cittadino viveva in
funzione dello Stato. Nella sua Repubblica, lo stesso Platone
preconizzava uno Stato onnipotente, e lo stesso Aristotele lo considerava
come un ideale supremo16. La famiglia greco-romana era anch’essa
totalitaria sotto certi aspetti. Così, il Diritto Romano dava un potere
dittatoriale al pater familias17.
In Grecia erano in vigore leggi simili. Il padre aveva il diritto di
rifiutare suo figlio appena nato, o venderlo come schiavo18. Poteva anche condannare
alla pena di morte la sposa, un figlio, una figlia, o qualsiasi altro
abitante della sua casa, eseguendosi senza indugio la sentenza; le autorità
dello Stato non interferivano19. A Sparta, commenta Coulanges, «lo Stato aveva
il diritto di non tollerare che i suoi cittadini fossero deformi o di debole
costituzione. Per questo ordinava al padre cui nascesse un figlio in queste
condizioni, che lo facesse morire»20.
Secondo lo stesso autore, questa legge si trovava anche negli antichi codici
di Roma. Persino Aristotele e Platone inclusero, nelle loro proposte legislative,
questa pratica. A Cartagine e presso i Fenici, bambini erano
offerti in sacrificio agli idoli; a Roma e in Grecia essi erano utilizzati
in riti di divinazione21.
In vari luoghi, bambini ed adolescenti potevano essere puniti con la morte
per un delitto commesso dal padre22. Lo
Stato, nello stesso tempo in cui dava al padre un potere illimitato dentro
casa, lo limitava tirannicamente nell’educazione dei figli. Presso i greci,
lo Stato era il responsabile assoluto dell’educazione, e Platone lo
giustifica, poiché, dice, «i genitori non devono avere la libertà di inviare
o di non inviare i loro figli ai maestri che la città sceglie, perché i
bambini appartengono meno ai loro genitori che alla città»23. Lo Stato considerava come
appartenente a sé il corpo e l’anima di ogni cittadino, e assumeva la
responsabilità del bambino quando questo compiva sette anni di età24. -------------------- 13 Ibid., pp. 81-82. 14 Ibid., p. 82. 15 DANIEL-ROPS, [Henri Pétiot]. A
Igreja dos Apóstolos e dos Mártires. São Paulo, Quadrante,
1988. pp. 126-130 16 KOLOGRIVOF, Ivan (dir). Ensaio de
suma católica contra os sem-Deus. Rio de Janeiro: José Olympio, 1939. pp.
380-381. 17 JOLOWICZ, Herbert Felix; NICHOLAS,
Barry. Historical
Introduction to the Study of Roman Law. 18 JOLOWICZ, NICHOLAS, op. cit., p.
114; COULANGES, op. cit., pp. 100-101. Si veda anche The
Code of Hammurabi, op. cit., n. 117. 19 JOLOWICZ, NICHOLAS, op. cit., p.
119; COULANGES, op. cit., p. 102. 20 COULANGES, op. cit., p. 266. 21 GIUSTINO, Apologia Prima, c.
18: PG 6, 370. 22 DANIEL-ROPS, op. cit., p. 162; The
Code of Hammurabi, op. cit., n. 210, 230. Impietosa e diffusa
schiavitù La schiavitù era un’istituzione talmente
corrente nel mondo antico che gli schiavi costituivano la maggioranza della
popolazione. A Roma, nel tempo di Augusto, più di un terzo della popolazione
era formata da loro25. Il padrone di uno schiavo aveva su di lui
intero diritto. Uno schiavo non era un uomo propriamente detto; era una
cosa, res mancipi26. Il
padrone aveva non solo il diritto di coabitare con la moglie dello schiavo
senza commettere adulterio, ma anche di disporre dei figli di lui, e se lo
avesse ferito o ucciso, non commetteva delitto27. Nella legge romana vi erano incisi relativi
agli schiavi che davano occasione a grandi crudeltà. Al tempo di Nerone, per
esempio, un alto magistrato fu assassinato da uno dei suoi schiavi. «Il
Senato, dopo una lunga discussione, decise di applicare a tutti i servi della
casa la vecchia legge che condannava al supplizio della croce tutti gli
schiavi che non avessero saputo proteggere il suo signore. Davanti a questa
sentenza terribile, ci furono tali proteste popolari che i 400 condannati
dovettero essere giustiziati sotto la sorveglianza dell’esercito»28. Ci fu sempre l’uno o l’altro proprietario di
schiavi che li trattava con umanità o — più raramente — con rispetto, ma
sarebbe una grande ingenuità pensare che questa fosse l’attitudine abituale.
Massacri cruenti Nell’Antichità i massacri erano visti con
indifferenza, come un avvenimento naturale nella vita dei popoli. La strage
della popolazione di una città non causava la minima sorpresa, né indignazione.
La
tendenza a sacrifici cruenti era legata a vari riti del paganesimo. Nella
Grecia la vecchia religione considerava conveniente offrire olocausti umani
per la riconciliazione con gli dei. Questi sacrifici, comuni tra i greci
delle epoche remote, si allentarono più tardi, ma non sparirono completamente.
Nel secolo II dell’Era Cristiana ancora si sacrificavano vite umane
nell’Arcadia, in onore di Zeus Liceo29. ----------------------- 23 COULANGES, op. cit., p. 267. 24 COULANGES, Ibid.; MARROU, Henri
Irénée. A History of Education in Antiquity. 25 DANIEL-ROPS, op. cit., p. 128. 26 JOLOWICZ, NICHOLAS, op. cit., pp.
133-138, 277. 27 WEISS, Juan-Bautista. Historia
Universal. V. 3. Barcelona: Tipografia La Educación, 1928, pp. 390-391. 28 DANIEL-ROPS, op. cit., p.
132. A Roma, lo spettacolo più apprezzato dal popolo
era quello di uomini che morivano, e le lotte di gladiatori costituivano
occasioni per empi massacri. «Al mattino, dice Seneca, gli uomini sono
gettati ai leoni e agli orsi; dopo mezzogiorno, sono gettati [ad arbitrio]
degli spettatori. La fine per tutti i lottatori dev’essere la morte, e si
mette mano all’opera con ferro e fuoco, finché l’arena non rimane vuota»30. In queste “sessioni”
aperte a mezzogiorno, i condannati a morte dovevano uccidersi mutuamente fino
all’ultimo. Tanto questo costume quanto il pasto delle fiere con carne
umana, ci aiutano a «comprendere questa voluttà di ferocia a cui i romani
daranno sfogo nelle persecuzioni anticristiane», osserva Daniel-Rops, e
conclude: «Per quanto rivoltanti ci sembrino, queste scene, di cui anche i
cristiani saranno vittime, erano normali a Roma. E rari, molto rari, erano
gli spettatori che esteriorizzavano la loro disapprovazione»31. Panem et circenses rimase
nota come formula ideale per mantenere la moltitudine calma, che veniva
incontro anche al suo crescente gusto per il sangue. È stato, anche, una
delle cause del suo deterioramento. La piaga della
pedofilia Ciò che la stampa di oggi denomina come
pedofilia era largamente praticato nel mondo antico, sotto la protezione
della legge, per influenza delle religioni pagane. In Grecia, era ricorrente come prassi del tutto
legale la corruzione sessuale dei ragazzi, più propriamente chiamata
pederastia32.
Ogni uomo adulto che non fosse schiavo aveva il diritto di praticarla. Tale
era l’usanza anche in Persia e in altri luoghi, dove si mantengono attraverso
i secoli. Roma finì per essere contaminata dal male greco, al punto che
diversi imperatori cercavano, come amanti, adolescenti33. Ragazzi considerati belli, se erano fatti
prigionieri di guerra, o rapiti o venduti dai genitori, erano mutilati in
modo da alimentare tutto un traffico di eunuchi34. Non vi sfuggivano neppure i figli stessi
della nobiltà35. In
Grecia — Atene, in particolar modo —, le vittime della pederastia non erano
soltanto prigionieri di guerra, i rapiti e gli schiavi. Qualunque
bambino poteva diventare bersaglio dei desideri infami di uomini adulti. E il
costume era che cedesse. Se un padre, dotato di un minimo di sensibilità
morale, desiderava risparmiare questa tragedia ai figli, doveva agire prima
che accadesse, impiegando schiavi che, come falchi, vigilassero sui bambini36. Ma, dice Eschine, molti
padri desideravano avere bei figli, sapendo che questi sarebbero diventati
bersaglio di predatori37. ------------------- 29 HUBY, J., “A religião dos gregos”, in Christus
– História das Religiões. São Paulo, Saraiva,
1956, vol. II, p. 514. 30 WEISS, op. cit., pp. 658-659.
31 DANIEL-ROPS, op. cit., p. 162. 32 DEMAUSE, Lloyd. Foundations of Psychohistory.
33 È il caso per es. di Adriano, il cui
attaccamento morboso per un bambino è stato romanzato da Marguerite
Yourcenar in “Memorie di Adriano”. 34 HERODOTUS, op. cit. Book 3,
“Thalia”, n. 92; Book 8, “Urania”, n. 105. 35 Ibid., Book 3, “Thalia”, n. 48; Book 6, “Erato”, n. 32. Le scuole — le tanto elogiate Accademie — erano
luoghi dove gli studenti, di appena 12 anni di età o anche più piccoli38, restavano alla mercé dei
maestri39.
Le leggi ateniesi arrivavano all’assurdità di proteggere e incentivare
questa pratica, anche regolando il flirt e l’“innamoramento” tra uomini e
bambini40. Greci famosi nel mondo della letteratura, delle
arti, della filosofia e della politica, praticarono e lodarono la
pederastia, come Solone, Eschilo, Sofocle, Senofonte, Tucidide, Eschine e
Aristofane41. La filosofia greca giunse a dibattere questa
pratica, senza mai condannarla completamente. Anche Socrate, Platone e
Aristotele non rimasero esenti da questo male42. Nel Carmide, Platone si riferisce
all’adolescente che portava questo nome, come se fosse un innamorato che loda
la sua amata, parlando del suo fascino e delle emozioni che produceva. Nel Simposium,
il personaggio Fedro si riempie di lirismo quando descrive un esercito felice
e di successo interamente composto da uomini-amanti e bambini-amati43. Tuttavia, finalmente
attratto da idee più elevate, Platone è giunto dalla sua approvazione condizionale
della pederastia nei suoi primi dialoghi, alla condanna formale di questo
vizio nella sua opera finale, Le Leggi. Comunque, i suoi tentativi,
come quelli di alcuni stoici, di proporre una pederastia “casta” furono
ricevuti con sarcasmo dal popolo e non ebbero conseguenze. Infatti, l’“amore
platonico” è molto difficile da essere praticato, poiché in materia di
castità l’uomo non riesce a restare permanentemente nelle vie di mezzo44. I greci arrivarono a considerare il rapporto
naturale tra uomo e donna come inferiore al rapporto tra uomo e bambino.
In una società nella quale questo tipo di comportamento influenzava persino
l’ideale dello Stato, la donna doveva essere disprezzata45, relegata al ruolo di mera
riproduttrice. Un’opera storico-filosofica come Erotes,
del secolo II o III d.C., da molti attribuita a Luciano di Samosata, contiene
un dialogo tra due greci che discutono seriamente su quale amore sarebbe
superiore... Sempre, nel decimo Dialogo delle Cortigiane, Luciano
affronta questo tema. Plutarco, nell’Erotica, analizza, con molta
serietà, quale attrazione — per donne o per bambini — sia la più interessante
per un uomo adulto. Per fortuna, al contrario che nell’Erotes,
conclude che l’ideale è realmente il matrimonio monogamico. ------------------ 36 AFARY, Janet; ANDERSON, Kevin B. Foucault
and the Iranian Revolution. 37 WOHL, Victoria. Love among the Ruins:
The Erotics of Democracy in Classical 38 DEMAUSE, op. cit., p. 51.
L’autore cita Plutarco, che si riferisce all’esistenza dello stesso male
anche a Roma. 39 WOHL, op. cit., p. 150; AFARY,
ANDERSON, op. cit., p. 148; MARROU, op. cit., pp. 26- 37. 40 WOHL, op. cit., p. 226; AFARY,
ANDERSON, op. cit., pp. 148-149; MARROU, op. cit., p. 31. 41 WOHL, op. cit., pp. 87, 226 et
passim; AFARY, 42 MARROU, op. cit., p. 33. 43 WOHL, op. cit., p. 4. 44 MARROU, op. cit., p. 366. 45 WOHL, op. cit., pp. 8, 48; AFARY,
ANDERSON, op. cit., pp. 144, 145, 150, 151. A Roma, anche le bambine potevano essere
vittime di abuso sessuale. È quanto si deduce dalle parole di San Giustino,
nella sua Apologia, con le quali vitupera il costume secondo il quale
bambini rifiutati — bambini e bambine — fossero allevati per la
prostituzione: «E così come gli antichi allevavano greggi di bovini, capre,
pecore e cavalli, così voi ora allevate bambini destinati a questo
vergognoso uso; e per quest’uso impuro, una moltitudine di donne ed
ermafroditi, e quelli che commettono iniquità che non si possono neppure
menzionare, si diffondono per tutta la nazione. [...] E vi sono coloro che
prostituiscono persino i loro propri figli e mogli; alcuni sono apertamente mutilati
per essere usati nella sodomia»46. * Questo è il mondo quando non è presente la
santa Chiesa di Dio. Il quadro qui presentato, anche se non completo, è
sufficientemente tragico per esporre i mali dell’Antichità pagana e darci
un’idea dello shock che si è verificato nel momento in cui il messaggio del
Vangelo ha cominciato ad esaltare valori opposti, ordinati e santi. Lo shock dei valori
del Vangelo con i controvalori mondani Il messaggio di Gesù Cristo è venuto a sbilanciare
il deteriorato mondo antico. La Buona Novella censurava la dissolutezza e la
crudeltà, ed esaltava la libertà di praticare il bene, la castità, la
verginità, l’innocenza, la fedeltà coniugale, l’amore verso i nemici, la
carità, l’abnegazione, la bontà verso i più deboli, la dignità di tutti gli
esseri umani, creati a immagine e somiglianza di Dio. Un orrore speciale per il peccato della
pedofilia è stato instillato nelle anime dal nostro Divino Maestro, con
parole di una estrema severità: «Chi invece scandalizza anche uno solo di
questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa
al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare» (Mt
18,6). Davanti alla sublimità del Vangelo, il
paganesimo non poteva rimanere indifferente. Gli restavano soltanto due
reazioni: o incantarsi e sottomettersi al giogo soave di Dio, oppure odiare e
perseguitare. Non pochi si sono convertiti. Molti, però, si sono afferrati al
fango, e il loro odio ha portato al martirio milioni di cristiani. Tuttavia, il sangue dei martiri ha cominciato
ad essere il seme di nuovi cristiani, secondo la celebre affermazione di
Tertulliano47.
Lo spettacolo di uomini e donne, vecchi e vecchie, adulti nel pieno della
salute, giovani vigorosi, vergini, bambini — tutti che confessavano la fede
in Gesù Cristo e procedevano risoluti in direzione della morte —, strappava
l’ammirazione di molti spettatori, provocando conversioni sempre più
numerose. --------------- 46 JUSTINUS, op. cit, 27: PG 6, 370.
Ver tb. DEMAUSE, op. cit., pp. 52-53. 47 Apologia,
50,13. Il
paganesimo dovette, pertanto, ricorrere ad altre armi, per tentare di
invertire il gioco: la diffamazione e la calunnia. Come rilevano gli
Apologisti cristiani di quei primi secoli, i pagani cominciarono ad accusare
i cristiani esattamente dei crimini che il paganesimo commetteva. È degno di nota che una delle accuse era quella
della pedofilia, aggravata da incesto48.
San Giustino commenta: «Le cose che voi fate apertamente e con plauso, [...]
di queste stesse cose voi ci accusate»49. E
Arnobio rinfaccia ai pagani: «Quanto vergognoso, quanto petulante è
censurare, in un altro, quello che l’accusatore vede che egli stesso pratica
— approfittare dell’occasione per oltraggiare e accusare altri di cose che
possono essere ritorte contro lui stesso!»50. Vale a dire, quei pagani facevano come il ladro
che, mentre ruba, grida: «Acchiappa il ladro!» Una civiltà
governata dal Vangelo La Chiesa Cattolica ha finito per vincere, a
causa della forza intrinseca del bene. Lentamente, aiutata dalla grazia
divina, che non sbaglia mai, ha preso i greco-latini decadenti e i barbari
germanici, li ha convertiti, li ha educati e ha ispirato l’edificazione di
una civiltà brillante il cui apice, mai prima raggiunto, si è concretizzato
nei secoli XII e XIII. In quest’epoca, afferma Papa Leone XIII, «la
filosofia del Vangelo governava la società». Allora, «la forza della sapienza
cristiana e lo spirito divino erano penetrati nelle leggi, nelle istituzioni,
nei costumi dei popoli, in ogni ordine e settore dello Stato». Dal rapporto
armonioso tra il potere religioso e quello temporale, «la società trasse
[...] frutti inimmaginabili, la memoria dei quali dura e durerà, consegnata
ad innumerevoli monumenti storici, che nessuna mala arte di nemici può
contraffare od oscurare»51. Fu in questo tempo che la Chiesa sviluppò la
scolastica, edificò le cattedrali gotiche (con le sue vetrate e monumenti),
creò le Università e gli ospedali, diede impulso alla scienza e al progresso
tecnico, migliorò le relazioni internazionali tra gli Stati, abolì la
schiavitù, fece avanzare il progresso sociale, elevò la condizione della
donna, tanto che nel XIV secolo, l’Europa aveva oltrepassato di gran lunga
tutti gli altri continenti. Come fa emergere uno studioso del progresso
tecnico medioevale, in quell’epoca, «per la prima volta nella storia si
costruì una civiltà complessa, che non si sorreggeva più sulle spalle sudate
di schiavi o di servi, ma principalmente sull’energia non umana»52. Quanto
più avanzano gli studi storici e scientifici su questa materia, tanto più
viene dimostrata questa verità, demolendo il mito che il Medioevo fu
un’epoca di arretratezza e di oppressione. La letteratura specializzata a
tale riguardo si moltiplica sempre di più53. --------------- 48 MINUCIUS FELIX, Octavius, c.
9; LECLERCQ, Henri, P. Verbete: “Accusation Contre les Chrétiens”, in Dictionnaire
d’Archéologie Chrétienne et de Liturgie. V. 1, 1e partie. 49 JUSTINUS, op.cit., c. 27. 50 ARNOBIUS, op. cit., l. 2., n. 70. 51 LEONE XIII. Lettera Enciclica Immortale
Dei. 1/11/1885, n. 28. 52 WHITE, Lynn. Medieval Religion and
Technology. Perché accusare solo
la Chiesa? Tuttavia, ci sono sempre state minoranze non
conformi al dominio della virtù, della verità e del bene, sicché la Chiesa si
trova periodicamente vittima di nuovi attacchi. Uno dei procedimenti favoriti continua ad
essere quello di accusare la Chiesa precisamente di crimini che il mondo
stesso non si vergogna di commettere. Quali sono i maggiori distruttori
dell’innocenza infantile oggigiorno? Chi promuove una pornografia sfrenata,
che non rispetta né età, né dignità, e che incoraggia ogni tipo di crimine
sessuale? Chi sono coloro che, in tutti i modi, fanno pressione sulle scuole
per iniziare i bambini a pratiche immorali? Chi dà impulso ai cambiamenti nelle
leggi, in modo da abolire l’influenza cristiana e sostituirla con il vecchio
paganesimo? Queste sono domande che chiedono risposte; ecco qui un tema
molto appropriato per uno studio futuro. Si consideri l’accusa di pedofilia. Come dicono
gli esperti, sulla base di ricerche effettuate finora, la maggior parte di
questi crimini sono commessi in particolare nella stessa casa della famiglia,
e coloro che abusano sono principalmente i patrigni, seguiti – che tristezza!
– dai genitori, da altri parenti e dai compagni dei parenti delle vittime54. Curiosamente, non si è
mai visto nessun avversario della Chiesa chiedere uno studio serio sulla
relazione tra la disgregazione della famiglia, causa principale
dell’esistenza di milioni di patrigni, e i crimini di pedofilia, né esigere
un’indagine sui pericoli del portarsi innamorati dentro casa, quando lì
risiedono minori. --------------------- 53 Si veda per es., WOODS, Thomas E. How
the Catholic Church Built Western Civilization. 54 La letteratura a questo riguardo è
abbondante. Si veda, per es., CARROLL, Janell L.; WOLPE, Paul Root. Sexuality
and Gender in Society. New York: HarperCollins College Publishers, 1996:
«Infatti, avere un patrigno è uno dei più potenti pronostici di abuso
sessuale» (p. 553). FINKELHOR,
David. “Child Sexual Abuse”, in ROSENBERG, Mark L.; FENLEY, Mary Ann (editors).
Violence in America. A Public Health Approach.
Oxford, New York: Oxford University Press, 1991: «Diversi fattori si sono
rivelati consistentemente associati ad un maggior rischio di abuso: (1)
quando il bambino vive senza uno dei parenti biologici, (2) quando la madre
non è sempre alla portata del bambino, a causa del suo impiego fuori casa, o
per invalidità o malattia, (3) quando il bambino riferisce che il matrimonio
dei suoi genitori è infelice o segnato da conflitti, (4) quando il bambino informa
che ha un rapporto povero coi suoi genitori o è sottoposto a castighi o abuso
infantile, (5) quando il bambino dice di avere un patrigno» (p. 85). Secondo
vari studi, le bambine che vivono con un patrigno costituiscono il gruppo di
più alto rischio. Per tale ragione, Finkelhor, un’illustre autorità in questa
materia, pensa che le famiglie nelle quali c’è un patrigno dovrebbero essere
oggetto di politiche per prevenire abusi (FINKELHOR, David; and associates. A Sourcebook on Child Sexual Abuse. 55 JENKINS, Philip. Pedophiles
and Priests: Anatomy of a contemporary crisis. Oxford, New York: Oxford
University Press, 1996, p. 55. Solo di passaggio, si noti che la massa dei
pedofili è costituita da uomini sposati. C’è anche da rilevare che tutte le
religioni hanno membri propri coinvolti in casi di pedofilia, e alcune in
proporzioni gigantesche. Perché, allora, sollevare una campagna
internazionale solamente contro la Chiesa Cattolica? Prova inequivocabile
della santità della Chiesa Sottolineiamo ancora una volta: è stata la
Chiesa Cattolica che, sempre fedele agli insegnamenti del suo Fondatore, ha
fatto cessare in Occidente la pratica della pedofilia e ha ispirato orrore
di essa. Pertanto, chi attacca la Chiesa a questo
proposito sta utilizzando, contro di lei, un valore che le appartiene, e sta
implicitamente riconoscendo che essa è inattaccabile a partire dai controvalori
del mondo. In altre parole, gli stessi avversari stanno
fornendo la prova che la Chiesa Cattolica Apostolica Romana è sostanzialmente
santa. La Chiesa Cattolica censura il mondo perché
questo è corrotto. Essa richiede un elevato standard di comportamento, casto
e puro. L’assalto feroce e serrato dei nemici consiste nel cercare di
accusarla ingiustamente di non praticare la morale che essa stessa ha
impiantato nella società. A questo si riduce l’attuale campagna
pubblicitaria, per quanto riguarda la pedofilia. Ma
come fare per colpire la Chiesa per le colpe di una minoranza dei suoi
membri? Uno degli studi più accreditati sul problema della pedofilia, di
Philip Jenkins, analizza le tecniche giornalistiche utilizzate per
enfatizzare, non i crimini di individui che per caso sono sacerdoti, ma il
contesto istituzionale che è stato unicamente lo scenario e non la causa del
loro comportamento55. Si utilizzano titoli
suggestivi, giochi di parole, termini ben studiati, come, per esempio, dare a
un libro il titolo appariscente di: «E non ci indurre in tentazione». A loro
volta, i programmi televisivi sui casi di pedofilia collocano, come
sottofondo, cerimonie liturgiche, musica gregoriana, sacerdoti con la tonaca,
in modo che così la Chiesa venga stigmatizzata nel suo insieme e si faccia
un’associazione visiva tra ciò che è distintamente cattolico con lo
stereotipo di sacerdoti lascivi e cinici56. Ora, medici, professori, infermieri e altri
professionisti appaiono in numero elevato tra i perpetratori di crimini di
pedofilia57,
ma chi giungerà all’assurdità di accusare tutti i membri di queste categorie
e a denigrare una classe intera per i crimini di una minoranza? È invece così che si procede nel caso dei
sacerdoti cattolici. Lo shock che il delitto sessuale di un sacerdote causa
nell’opinione pubblica — shock giustificato, perché la Chiesa Cattolica è l’unica
istituzione dalla quale si spera che i suoi membri siano di una purezza
immacolata, come pure che i suoi sacerdoti siano santi — gli avversari lo
sanno sfruttare. La santità
sostanziale della Chiesa Resta da chiedersi come può la Chiesa
mantenersi santa di fronte alle prove che alcuni preti compiano crimini così
gravi. In realtà, l’argomento più forte contro la
Chiesa Cattolica è sempre stato la vita dei cattivi cattolici. Tuttavia, non
ci si può stupire che nella Chiesa di Cristo vi siano membri indegni. Lo
stesso Gesù paragonò la sua Chiesa alla rete che prende pesci buoni e cattivi
(cfr. Mt 13, 47-50); al campo, dove la zizzania cresce in mezzo al
grano (cfr. Mt 13, 24-30); alla festa di nozze, per la quale si
presenta uno degli ospiti senza l’abito nuziale (cfr. Mt 22, 11-14). Tuttavia, la Chiesa sarà sempre immacolata,
come mette in evidenza San Paolo: «Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se
stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua
mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa,
senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (Ef 5,
25-27). Non accade così nelle altre istituzioni
terrene. Essendo semplicemente umane, gli errori dei loro membri possono
offuscarle. La Chiesa è l’unica che ha una dimensione divina. Per questo,
nonostante i difetti della sua dimensione umana, la sua sostanza è sempre
pura. Ella è santa, perché santo è il suo Fondatore: è la Sposa immacolata di
Cristo. Soltanto gli uomini della Chiesa sono peccatori, ma la Santa Madre
Chiesa non può peccare. Essa «è santa», sottolinea Paolo VI, «pur
comprendendo nel suo seno dei peccatori, giacché essa non possiede altra
vita se non quella della grazia: appunto vivendo della sua vita, i suoi
membri si santificano, come, sottraendosi alla sua vita, cadono nei peccati e
nei disordini, che impediscono l’irradiazione della sua santità»58. Pertanto, per qualsiasi
membro della Chiesa, inclusi gli appartenenti al clero, si applica questa
regola: essi solamente cadono quando diminuiscono il loro amore alla Chiesa e
allentano il loro impegno verso di lei. ------------- 56 Ibid.,
p. 56. 57 Ibid.,
pp. 126-128. 58 PAOLO VI. Credo del popolo di Dio,
19: AAS 60 (1968) 440. «In
questa prospettiva», ci dice il Cardinal Biffi, Arcivescovo emerito di
Bologna, «diventa chiaro che ogni nostra colpa – piccola o grande che sia –
non è solo infedeltà all’amore che ci lega al Padre, spregio dell’opera
redentrice di Cristo, resistenza all’azione santificante dello Spirito Santo;
è altresì oltraggio e sofferenza inflitti alla Chiesa. Ogni incoerenza al
nostro battesimo è sempre anche ingratitudine verso colei che nel battesimo
ci ha generati, è attentato alla sua bellezza di sposa del Signore; bellezza
che agli occhi umani viene offuscata da ogni nostro atto riprovevole. [...]
Ma almeno noi, che ogni giorno pecchiamo poco o tanto contro di lei,
abituiamoci a chiedere ogni giorno perdono a questa nostra Madre carissima
per tutto ciò che ci avviene di pensare, di dire, di compiere con animo non
integralmente “ecclesiale”»59. I peccatori non appartengono alla Chiesa per i
loro peccati, dice il Cardinal Journet, «ma per ciò che ancora vi è in essi
dei doni di Dio, per i caratteri sacramentali, la fede, la speranza teologale,
le loro preghiere, i loro rimorsi. Essi sono come attaccati ai giusti; si
trovano nella Chiesa provvisoriamente per essere un giorno definitivamente
reintegrati in essa oppure da essa separati. Sono nella Chiesa non in maniera
salvifica, ma come paralizzati in ciò che riguarda le loro attività più alte
e decisive»60. È chiaro che la Chiesa «non rigetta i peccatori
dal proprio seno, ma soltanto il loro peccato; continua a mantenerli in se
stessa nella speranza di poterli convertire; lotta in essi contro i loro
peccati»61. Sottolineando la santità della Chiesa, che non
è mai macchiata dai peccati dei suoi figli, il Cardinal Journet richiama
l’attenzione al suo intimo rapporto con ciascuna delle tre Persone della
Santissima Trinità: da tutta l’eternità, la Chiesa Cattolica è conosciuta e
amata dal Padre. È fondata da suo Figlio, che è venuto a redimerci per mezzo
della croce. Ed è vivificata dallo Spirito Santo, che è venuto a stabilire la
sua dimora in lei. «La Chiesa intera appare così come il popolo riunito ad
immagine dell’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, de
unitate Patris et Filii et Spiritus Sancti plebs adunata»62. La relazione della Madre di Dio con la Santa
Chiesa è un altro fattore di santità. La conoscenza della vera dottrina su
Maria sarà sempre una chiave per comprendere il mistero di Cristo e quello
della Chiesa. La santità della Madonna si riflette nella Chiesa, nella sua
verginità, nella sua purezza, nella sua disponibilità in relazione alla
volontà di Dio. Anche gli angeli del cielo e i beati conservano la Chiesa
nella santità, nobilitando il culto che essa presta a Dio63. Tutte le opere della Chiesa hanno come finalità
la santificazione degli uomini in Cristo e la glorificazione di Dio64. Tuttavia, essa non
potrebbe realizzare questa finalità se non fosse santa. Quindi, anche se in
questa terra è governata e composta da peccatori, essa è indefettibilmente
santa, come dimostrano i frutti abbondanti di santificazione che ha prodotto65. Un possente segno di
questa santità è l’osservanza volontaria dei consigli evangelici, per il
quale centinaia di migliaia di uomini e donne rinunciano a tutto quanto
potrebbero avere di legittimo in questa vita — famiglia, beni, libertà di
decidere cosa fare — per imitare totalmente Gesù Cristo66. --------------- 59 BIFFI, Cardinale Giacomo.
Meditazione Gesù di Nazareth, la fortuna di appartenergli. Giubileo
Diocesano dei Catechisti, Cattedrale di San Pietro, Bologna, 29/10/2000. 60 JOURNET, Charles. Il mistero
della Chiesa secondo il Concilio Vaticano II. Brescia: Queriniana, 1967,
pp. 84-85. 61 Ibid.,
p. 85. 62 Ibid.,
p. 31. Cfr. anche CONCILIO VATICANO II. Lumen gentium, n. 4. 63 Cfr. JOURNET, op. cit., pp. 91-95.
64 Cfr. CONCILIO VATICANO II. Sacrosanctum
Concilium, n. 10. 65 Cfr. ARANGÜENA, José Ramón Pérez. A
Igreja. Iniciação à eclesiologia. Lisboa: Diel, 2002. p. 110. La Chiesa ha il coraggio di esigere da tutti i
suoi figli la lotta contro il peccato. Molte anime dicono di sì a questo appello,
ma, in generale, il bene che praticano rimane nascosto. Il male, in questo
mondo, conta su una pubblicità ben più grande, poiché la sua petulanza
richiama l’attenzione di tutti. In ogni caso, uomini e donne di
straordinaria santità non sono mai mancati alla Chiesa, ed è come strumento
di santificazione che lei passa per un continuo rinnovamento67. Costituisce, quindi, un grave errore proporre
cambiamenti nella struttura ecclesiale. «Quando, in seno alla Chiesa, è
messo in questione il valore dell’impegno sacerdotale come affidamento totale
a Dio attraverso il celibato apostolico e come totale disponibilità a servire
le anime», sottolineava Benedetto XVI nella sua visita in Brasile, «e si dà
la preferenza alle questioni ideologiche e politiche, anche partitiche, la
struttura della totale consacrazione a Dio comincia a perdere il suo
significato più profondo. Come non sentire tristezza nella nostra anima?»68. Un pastore sollecito
verso il suo gregge Alcuni giornali hanno cercato di coinvolgere Papa
Benedetto XVI nell’occultamento di crimini, nel tempo in cui era prefetto
della Congregazione per la Dottrina della Fede, e qualche voce stridente è
arrivata al punto da proporre il suo arresto. A nostro avviso, questo è il più grande errore
dell’avversario nella campagna in corso contro la Chiesa. La sua insolenza è
ciò che più ha provocato generale indignazione, contribuendo anche a
suscitare ed infervorare i cattolici addormentati. L’ingiustizia degli accusatori si mostra ancor
più flagrante quando, passando ai fatti, si constata che è stato Benedetto
XVI, già da cardinale, che più ha agito per sradicare il problema, zelo
questo che si è ulteriormente accentuato una volta occupata la Cattedra di
Pietro. È emblematica la Lettera Pastorale che, poco
prima di Pasqua, egli ha inviato ai cattolici irlandesi, da essere letta in
ogni pulpito del paese. In un gesto senza precedenti, il Santo Padre ha
chiesto perdono direttamente alle vittime e alle loro famiglie, esprimendo la
sua profonda desolazione per gli «atti peccaminosi e criminali» di coloro
che hanno commesso abusi. Rivolgendosi ai Vescovi, egli ha sottolineato i
«gravi errori di giudizio» e le «mancanze di governo» da parte della
Gerarchia. Infine, sottolineava che la Chiesa si è messa a lavorare sodo per
correggere e porre rimedio al male che è stato fatto69. Va notato anche che, nel maggio 2001, l’allora
Cardinal Ratzinger ha inviato una lettera ai Vescovi, ordinando che gli
inviassero tutte le accuse contro chierici, fossero vecchie o nuove. Con
questa iniziativa, la Santa Sede chiamava a sé l’indagine sugli abusi e la
punizione dei colpevoli. ---------------- 66 Cfr. JOURNET, op. cit., p. 89. 67 Cfr. CONCILIO VATICANO II. Lumen
Gentium, n. 15. 68 BENEDETTO XVI. Discorso. Incontro
con i Vescovi del Brasile, Catedral da Sé, San Paolo, Brasile, 11/5/2007.
69 Cfr. BENEDETTO XVI. Lettera
Pastorale ai cattolici dell’Irlanda, 19/3/2010. In
seguito, vari accusati hanno dovuto affrontare un processo canonico completo,
molti sono stati dimessi dallo stato clericale, o hanno chiesto la dimissione
volontariamente, mentre altri hanno subito punizioni amministrative e
disciplinari, compreso il divieto di celebrare la Messa. Contrariamente a quanto alcune fonti hanno
diffuso, tale lettera non vietava a nessuno di comunicare con la polizia per
denunciare eventuali abusi. In verità, i Vescovi di tutto il mondo – come
negli Stati Uniti, Inghilterra e Canada – stavano già adottando la procedura
di comunicare con le autorità di polizia non appena ci fosse la conferma di
un caso. D’altra parte, il Vaticano ha emesso regole
severe che rendono rigorosa la selezione dei candidati per il seminario.
Inoltre, sta portando avanti iniziative come l’Anno Sacerdotale, ancora in
corso, il Congresso Teologico Internazionale, tenutosi a Roma nel marzo
scorso, in vista di un rinnovamento del clero e della rimozione di concetti
erronei sul sacerdozio, causati da una «ermeneutica della discontinuità e
della rottura»70 rispetto
al Concilio Vaticano II. Speriamo che questa brezza di rinnovamento
porti un po’ di consolazione alle vittime degli orribili crimini commessi da
uomini che, come rappresentanti di Dio, dovrebbero essere i primi protettori
dei bambini e dei giovani. Proviamo dolore per loro e ne condividiamo
sofferenze e delusioni, offrendo loro le nostre preghiere. In effetti, la
tragedia che ci ha coinvolto ci porta, ancora una volta, a ricordare con
dolore quegli innumerevoli bambini che, nell’antichità, furono vittime del
crudele paganesimo. Da ogni
persecuzione, la Chiesa ne esce rafforzata Qualunque cosa accada, contemplando la sua
propria storia, la Chiesa Cattolica può dire con Cicerone: «Alios vidi
ventos, alias prospexi animo procellas»71. Come dai precedenti assalti, essa uscirà ancora
più forte dall’attuale mischia. Innumerevoli reazioni da tutto il mondo già
anticipano questo risultato. In Irlanda e Spagna, le chiese si sono riempite
durante la Settimana Santa, come da molti anni non si verificava. Negli Stati
Uniti, in Inghilterra e in altri paesi dell’Occidente, il numero di
conversioni è aumentato. Molti giornalisti, molti dei quali non cattolici,
hanno preso le difese della Chiesa. Sarà necessario ricordare che le
persecuzioni sono indispensabili per rinsaldare la Sposa di Cristo? E anche
per rinnovarla? Infatti san Paolo dice: «Nam oportet et haereses inter vos
esse, ut et, qui probati sunt, manifesti fiant in vobis»72 (1 Cor 11,19). Per evidenziare la perennità della Chiesa
Cattolica Apostolica Romana, Sant’Agostino ci ha lasciato questa saggia
riflessione: «La Chiesa vacillerà, se vacilla il suo fondamento; ma potrà
forse Cristo vacillare? Visto che Cristo non vacilla, la Chiesa rimarrà
intatta fino alla fine dei tempi»73. ------------ 70 BENEDETTO XVI, Discorso alla Curia
Romana, 22/12/2005. 71 «Ho visto altri venti e ho
affrontato senza timore altre tempeste» (In L. Calpurnium Pisonem, oratio,
9). 72 «È necessario infatti che sorgano
fazioni tra voi, perché in mezzo a voi si manifestino quelli che hanno
superato la prova». 73 Enarrationes in Psalmos,
103,2,5; PL, 37, 1353. Ricordiamo
che «Dio è Signore del mondo e della storia»74. È stato lui stesso che ha decretato che «le
potenze degli inferi» non prevarranno contro la sua Chiesa (Mt 16,18).
----------- 74 Catechismo
della Chiesa Cattolica, n. 314. ______________________________________________
Mons. João Scognamiglio Clá Dias, E.P., è Canonico Onorario
della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, Roma, Protonotario Apostolico
Soprannumerario, Dottore di Diritto Canonico all’Angelicum, ha ottenuto il
Master in Psicologia dell’Educazione dell’Università Cattolica della
Colombia, Dottore Honoris Causa del Centro Università italo-brasiliana,
membro della Società Internazionale San Tommaso d’Aquino (SITA) e della
Pontificia Accademia dell’Immacolata, Fondatore e Superiore Generale di tre
entità di Diritto Pontificio: Associazione Internazionale di Fedeli Araldi
del Vangelo, Società Clericale di Vita Apostolica Virgo Flos Carmeli e
Società di Vita Apostolica Regina Virginum. |