RELIQUIE
DI SANTA TERESINA
TESTIMONIANZE
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GRAZIE!...
E ARRIVEDERCI NEL 2005
Santa Teresa, come Persona, Santa e Dottore, l'avevo
incontrata, conosciuta e venerata da tanto tempo: prima
nello stile e nella spiritualità della vita carmelitana,
poi nello studio dei suoi scritti, in seguito, durante i
pellegrinaggi a Lisieux e a tutti i luoghi dove lei era
vissuta, nei dialoghi con le Carmelitane del suo Monastero
e nel mondo affettivo che mi sono costruito con lei.
Mi hanno chiesto,
persone semplici ma anche i mass-media, di spiegare questa
grande partecipazione alla venerazione delle sue reliquie.
Ho dato delle indicazioni di cui sono pienamente convinto,
anche se so di non aver detto tutto quello che bisognerebbe
dire.
Il miracolo di Teresa, qui nella nostra
Basilica, ma anche in tutto il suo pellegrinaggio nel
mondo, sono certo ha anche un'altra spiegazione che ha a
fondamento tutta la nostra realtà, cioè la povertà.
Penso che se il Santuario, in occasione
della presenza delle reliquie di Santa Teresa, ha avuto
tanta affluenza sia dovuto anche alla sua storia.
La storia continua. |
TERESINA
SULLE SPALLE Lunedì
18 dicembre, ore 18.30 circa. Arriva nella basilica di
Tombetta l'urna contenente le reliquie della santa che Papa
Pio X aveva chiamato la più grande dei tempi moderni.
Arriva in mezzo ai canti festosi dei bambini, che con la
loro semplicità mostrano la via privilegiata che Teresina
ha indicato per incontrare il Signore. Arriva e viene
caricata sulle spalle da noi studenti carmelitani, per
l'occasione vestiti solennemente con la cappa bianca, con
l'abito completo. Avviene così uno scambio singolare:
tanti di noi, grati alla santa di Lisieux per essere stata
decisiva nella risposta alla chiamata del Signore, dopo
essere stati portati nel cammino, portano ora sulle spalle
il peso delle reliquie a cui devono tanto. |
TERESA
DONNA DI FEDE La
vostra presenza dice con quanta attesa si aspettava questo
momento. Attesa spirituale, psicologica più che
cronologica. Attesa in cui il Signore avrebbe potuto
comunicarci qualcosa della sua grazia divina. Il primo pensiero che viene spontaneo in questo momento storico e che noi viviamo come Città di Verona e come Diocesi di Verona, noi graziati dal Signore dobbiamo riflettere non soltanto sulle parole di consolazione che ha detto Teresa, ma come lei è vissuta. La Chiesa ce l'ha proposta come Santa e l'ha proclamata Dottore di spiritualità della Dottrina della Chiesa, perché possiamo imitarne la vita e conoscerne la dottrina. Accostiamoci
alla dottrina della Chiesa con lo spirito di Teresa, lei
che ne è diventata Maestra. Probabilmente
per la nostra mente passerà un pensiero falso, un pensiero
traditore, ma il Signore in questo mi ha illuminato: lei
era una Santa, lei sentiva il Signore, era nata e vissuta
così. (. ..) Per noi che tante volte facciamo dei problemi sulla nostra vita spirituale, circa il rapporto con il Signore, è utile, vorrei dire necessario, rapportarci a questa spiritualità: sentirci bambini di fronte al Signore, di fronte al Padre celeste, come dice il Vangelo di Matteo. Gesù interrogato su chi fosse il più grande nel Regno dei cieli, prese un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: se non vi convertirete e non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino sarà il più grande nel Regno dei cieli. Forse una parola del Signore che non era stata abbastanza considerata nella Chiesa, ci viene proposta dalla Divina Provvidenza attraverso la dottrina di questa Santa. Riflettere su questo: sentirsi bambini davanti al Signore; questa infanzia che noi dobbiamo riscoprire o permettere al Signore che Egli ricostruisca dentro di noi. Perché infanzia dice prontezza, generosità, spontaneità, fede, fiducia, abbandono. Il fanciullino o la fanciullina si fidano del papà e della mamma, credono alle loro risposte, si abbandonano a loro, li chiamano in soccorso. Ma proprio con legame esistenziale. Ora questo ci propone la Santa: immergerci in questo modo di vivere senza vergognarci. Di fronte al Padre celeste tali siamo. |
L'UMILE
TROVA IL CORAGGIO NELLA SUA INCAPACITA' Rivolgo il mio fraterno e riconoscente saluto ai Padri Carmelitani che hanno la cura pastorale di questo Santuario. Di cuore saluto le Sorelle di vita consacrata e tutte le altre persone devote di Santa Teresa di Gesù Bambino. Questa
nostra celebrazione ha anzitutto un richiamo e un ricordo. (...) Il Papa la proclama Dottore della Chiesa perché coglie nei suoi scritti, con una profondità unica, la dimensione dell'Amore misericordioso di Dio. Per cui la Santa è divenuta una icona vivente del Dio misericordioso. Teresa è una donna, dice il Papa, che nell'accostarsi al Vangelo ha saputo cogliere ricchezze nascoste con quella concretezza e profonda risonanza vitale e sapienziale che sono proprie del genio femminile. (...) Ed è propria in questa linea che vorrei cogliere in Santa Teresa alcuni aspetti particolari che caratterizzano il suo culto: il Dio vicino con la tenerezza di un padre, anzi di una madre. ..Teresa si affida a Dio. Non si tratta qui di umiltà, come virtù morale, ma con il dono dello Spirito Santo comprende che 1 'umile trova il coraggio nella sua incapacità. Più si sente debole e più diventa intraprendente, perché tutta la sua fiducia è riposta in Dio che si compiace di manifestare la sua potenza nella nostra debolezza. Perciò l'accettazione della propria piccolezza diventa il trampolino di lancio per gettarsi nell'Amore. La perfezione, dirà, mi sembra facile perché basta riconoscere il proprio nulla e abbandonarsi come un bambino tra le braccia del buon Dio. E in questo contesto di tale abbandono e di affidamento di se al Signore che Teresa delinea la "sua" piccola via, che chiama "bella, dritta, molto corta". (...)Ma
c'è un'altra intuizione di Santa Teresa, intuizione un po'
dimenticata e tanta necessaria oggi: l'intuizione
dell'Eternità. Il problema dell'Eternità non interessa
molto oggi. Il problema dell'uomo d'oggi ha fatto del tempo
una specie di idolo, così che spesso i cristiani come
ripiegati su se stessi per costruire un mondo migliore
quaggiù e perdono il riferimento all'eternità. Questo
riferimento all'Eternità appare ben di raro nella nostra
pastorale e nella letteratura della Chiesa contemporanea.
La Chiesa d'oggi è ricca di carità, ma povera di
profezia, cioè scarso è il riferimento alla realtà
ultima, l'Eternità. |
RITORNARE
ALLA PAROLA DI DIO Un
saluto fraterno ai Padri Carmelitani e un grazie
particolare per tutto il bene che compiono per la nostra
Diocesi. Un grazie ai ministranti e un grazie ai Cantori. E
un grazie a voi tutti che siete voluti intervenire a questa
celebrazione. Vedete come i Santi attirano folle a lodare
il Signore. E' il desiderio profondo di ogni Santo; ma
Santa Teresa di G.B. fin che non ha popolato il Cielo di
tutti gli eletti per lodare il Signore non è contenta.
Questo anche ora che è in Cielo. L'ha detto e, credo, lo
stia facendo. Quando dice che farà "piovere
rose", possiamo pensare che non siano le rose del
giardino, ma siano le rose che piacciono al Signore. Se
ogni volta che noi ci confessiamo possiamo far scendere
queste rose da S. Teresa, confessiamoci bene e allora S.
Teresa farà piovere le sue rose. |
IL
PERCHE' DI UN GRANDE FASCINO Dal 18 al 23 dicembre, per la prima volta nel nostro Santuario dedicato alla Santa di Lisieux, è stata esposta alla venerazione dei fedeli 1 'urna delle Reliquie di S. Teresa del Bambino Gesù. E' stato un evento unico e straordinario, che ha visto la chiesa continuamente affollata, notte e giorno, da fedeli e da devoti provenienti non solo dal veronese, ma anche dalle città vicine, attratti dal fascino semplice e umile, ma penetrante, di questa suora di clausura che, praticamente ignota al mondo durante la sua breve vita, proprio a partire dalla morte lo ha riempito di se, secondo quanto lei stessa aveva previsto: in cielo Teresa non se ne sarebbe stata inoperosa, ma da lì avrebbe cominciato a far cadere una pioggia di grazie sul mondo, sospinta dall'unico desiderio di far amare Gesù come lei stessa l'ha amato. Meraviglia sempre la forte popolarità di S. Teresa del Bambino Gesù, evidentissima in tutti i luoghi nei quali le sue Reliquie sono passate. Ma credo che essa sia radicata proprio nel cuore del suo messaggio, che è semplicissimo: la prima cosa da fare per diventare santi, cioè per non buttar via la vita, è di riconoscerci e di rimanere figli, come Gesù Cristo, amati da un Padre tanto misericordioso che è lui il primo a chinarsi sulla nostra piccolezza per custodirci, e abbandonarci al suo amore nella concretezza della vita di ogni giorno. S. Teresa con massima chiarezza e semplicità tirerà le conseguenze: bisogna cercare sempre di far piacere al Signore, bisogna fare tutto per amore, bisogna far amare il Signore. In una parola, il messaggio di Teresa, che tocca sempre il cuore delle persone, è quello della vita cristiana compresa e vissuta come amore nelle condizioni normali e quotidiane dell'esistenza. La nostra Comunità Religiosa si è trovata impegnata a tempo pieno, anche con l'aiuto di religiosi di altre comunità, per l'accoglienza dei fedeli, per le varie celebrazioni liturgiche e soprattutto per il ministero della riconciliazione. Le confessioni sono state numerosissime, limitate solo dall'impossibilità pratica di soddisfare a tutte le esigenze. lo credo che sia questo un giusto punto di osservazione per capire la grazia che è passata con la presenza dell'urna delle Reliquie. Possiamo dire che i Santi sono i più grandi amici degli uomini perché sono i più grandi amici di Dio. Ultimamente risiede qui la ragione del loro fascino. Essi, infatti, hanno capito e mostrato con la propria esistenza come la vita acquisti il suo vero senso solo quando è vissuta con Dio e per Dio, l'unico che ama l'uomo e vuole il bene vero dell'uomo. Si possono cercare i Santi per tanti motivi immediatamente imperfetti e apparentemente interessati (per la salute, per ottenere questa o quella grazia, ecc.), ma essi sanno, come Cristo, che cosa c'è nel cuore dell'uomo e che cosa il cuore dell'uomo, oltre l'immediata ambiguità, cerca. E l'incontro con loro avvicina sempre a Dio. Il segno più evidente di questo "pellegrinaggio interiore" che porta i fedeli a Dio attraverso i Santi è appunto la confessione, il sacramento che esprime la conversione, cioè l'amicizia con Dio ritrovata come senso della propria vita. |
PER
LA VITA DI OGNUNO, Così mi piace intitolare questo breve racconto di quello che è accaduto la sera di venerdì 22 Dicembre. Ci siamo mossi da Brescia più o meno in 170 (tre pullman e tre pulmini), ma anche da Adro partivano autobus con circa 100 persone, e per la via si sono aggiunti altri amici, dal Garda e dalle zone vicine. Così, in tutto, eravamo un bel po'. Durante
il viaggio abbiamo meditato i misteri del Rosario, ma ogni
decina era seguita dalla lettura dì un brano delle Opere
di S. Teresa del Bambino Gesù, e al termine di tutto il
Rosario si è letta la bellissima "Preghiera per
ottenere l'umiltà" che Teresina scrive nel 1897 e in
cui parla dell'atteggiamento da avere verso le consorelle:
è molto bella, soprattutto perché ognuno la può recitare
per la sua vita, magari sostituendo "le mie
consorelle" con "mio marito", "mia
moglie", "la mia famiglia", "i miei
fratelli", "i miei amici", "i miei
colleghi"... (e cominciate a capire il motivo del
titolo). |
CHE
COSA HA RAPPRESENTATO Quando
il Parroco ha dato la notizia in Consiglio Pastorale,
dell'arrivo a Tombetta dell'urna di S. Teresina, in noi del
gruppo missionario è scattato il desiderio di farlE festa,
di renderLE omaggio, di stare vicino l'urna, perché S.
Teresa del B.G. è la nostra patrona. Nell'organigramma dei servizi, gli appartenenti al gruppo missionario erano stati assegnati a coprire solo l'intervallo di tempo dalle ore 12 alle 15 di ogni giorno (dato che la Basilica rimaneva ininterrottamente aperta); ma dato l'imprevedibile e l'enorme afflusso di gente, da subito l'organigramma è saltato e quelli del gruppo missionario erano presenti sempre, a tutte le ore, senza che nessuno avesse detto niente. Vedendo
la devozione della gente, l'enorme quantità di persone che
a tutte le ore si ritrovava a pregare in Basilica, vedendo
la religiosità, il raccoglimento ed il silenzio attorno
all'urna di S. Teresa, si veniva attratti da quella piccola
reliquia e E POI LA GENTE!! La gente che c'era a tutte le ore del giorno e della notte! La fede che si é riscoperta e senza ritegno, alcuno tutti dimostravano di avere, l'amore e l'affetto per i resti mortali di quella piccola Santa che tutti mostravano di avere ovvero per ciò che questa piccola grande Santa è radicato in noi. Tutti avevano un fazzoletto od una immagine sacra con cui toccare l'urna. Addirittura si toccava l'urna con gli anelli di fidanzamento o con le fedi. Noi del servizio di accoglienza eravamo incantati, esterrefatti e preoccupati dalla pressione e dalla forza della gente, che spingeva, che premeva, che voleva toccare a tutti i costi, che non voleva più andare via. Sono stati giorni di lavoro faticoso, estenuante, ma che ci ha riempito il cuore perché stare vicino all'urna ti dava una pace ed una tranquillità che erano anni che non succedeva. Mi ricordo quando è stato inaugurato il campanile della Basilica (allora ero ragazzino); mi ricordo quando è stato rifatto con tutti quei meravigliosi mosaici l'altare della Madonna dello Scapolare; mi ricordo quando è stato inaugurato (con padre Niccolò) il meraviglioso organo; ma una festa come quella avvenuta attorno alle reliquie di S. Teresa del B.G., alla quale tutti abbiamo assistito ultimamente, credo che non sia mai successo a Tombetta. Belle tutte le cerimonie religiose, bella la messa di accoglienza con la presenza del nostro vescovo, belle le funzioni religiose della sera, ma è stato alla partenza che si è toccato l'apice. Pareva che partisse un fratello, un parente, e che tutti avessero la certezza di non rivederlo più. La gente piangeva, ma di gioia! ! Il gruppo missionario si è trovato unito come non mai ed ha svolto i compiti di servizio che c'erano da svolgere. Alla fine tutti stanchi ma felici; e con il cuore colmo di gioia e di riconoscenza nei riguardi di S. Teresina, che ha compiuto questo ulteriore miracolo di farci pregare tutti, di unire tutti e di farci sentire tutti un po' più buoni (speriamo per tanto tempo ancora). Se
S. Teresina, che ha vissuto in un convento di clausura
tutta la sua vita, è patrona delle missioni, che cosa vuoi
dire? Se S. Teresina, che non ha mai viaggiato, è il punto
di riferimento di tutti i missionari nel mondo, che cosa
vuoi dire? Vuoi dire che può essere missionario anche
ognuno di noi, anche stando nel chiuso delle nostre case,
anche senza andare tanto in giro per il Borgo o per Verona
o per l'Italia o per il mondo. |
BOLZANO
A SANTA
TERESA - VERONA La
notizia dell'arrivo dell'Urna di S. Teresa nel Santuario a
Lei dedicato a Verona giunse come una gradita sorpresa
nella Parrocchia dei Carmelitani Scalzi di Bolzano. Aveva
l'aria di una vittoria: i cinque continenti se la
contendevano, da alcuni anni. Si può dire che la Piccola
Santa ha viaggiato per il mondo intero, quasi a rifarsi dei
limiti che la sua vita claustrale, a Lisieux,
necessariamente Le aveva imposto. In vita era il solo suo
cuore che valicava ogni frontiera. Dopo la morte anche la
sua dottrina, la sua missione e perfino le sue ossa godono
dello stesso privilegio. C'era un motivo particolare per
esultare: la Santa è contitolare, con la Madonna del
Carmine, della Parrocchia. |