LA DIOCESI DI TELESE O CERRETO
Al sorgere dell’era cristiana, Telese, città di
grande importanza e magnificenza, dovette sentire ben presto l’influsso del
Cristianesimo.
L’essere stata municipio e poi colonia militare di Roma, con una pertica
coloniale che si estendeva da Maddaloni a Campolattaro - come risulta dalle
lapidi riportate dal Muratori e da Pratillo - e le sue comunicazioni con
Benevento, Capua, Alife, Teano ed altre città, danno la certezza che
l’origine della Diocesi risale ai primi tempi della Chiesa. Se non vi sono
tracce di catacombe, questo è dovuto ai molteplici terremoti e alle
devastazioni e scorrerie dei barbari, per cui rimasero sepolti anche
l’anfiteatro ed il teatro.
Telese ebbe la sua Cattedrale a cinquecento passi dalle mura, con annesso
cimitero, come per disposizione del Papa S. Dionisio (259-268), ed in
ottemperanza alle leggi romane, le quali richiedevano che “il morto né si
seppellisca né si bruci nella città”.
Tuttavia dati certi dei Vescovi telesini si hanno solo nel V secolo. E' il
celebre paleografo Card. Angelo Mai che rinvenne nell'Archivio Vaticano un
documento, dal quale si rileva che il Pontefice S. Ilario indisse il Concilio II
Romano, il 19-11-465, e tra i Vescovi intervenuti è citato Florenzio Telesino.
Seguirono il Vescovo Agnello, intervenuto al Concilio III Romano essendo
Papa Felice III (483-492) e Menna, citato nella lettera di S. Gregorio Magno
(590-604) e negli Atti del Concilio Romano del 601 (cfr. il Catalogo dei Vescovi
Telesini di Mons. Giovanni Rossi).
Un’epoca nefasta e assai tenebrosa fu quella tra il 500 ed il 1000 d.C.,
per la desolazione di città, per le chiese private dei loro Pastori, per
monasteri dati alle fiamme e per popoli assimilati a schiavi.
Il Padre Alessandro Di Meo ragionevolmente sostiene che per lungo tempo
anche Telese non ebbe più il suo Vescovo e divenne bersaglio dell’avversa
fortuna con l'incrudelirsi delle guerre tra Greci, Longobardi e Saraceni.
Verso la metà del sec. IX fu Vescovo di Telese S. Palerio, che ebbe come
diacono S. Equizio, le cui feste si celebrano il 16 ed il 18 Giugno, con decreto
della S.C. dei Riti del 25-08-1795.
Quando nel 969 fu istituita la Metropoli Beneventana, la Diocesi di Telese
ne divenne suffraganea, e da allora si ha notizia di parecchi Vescovi, senza però
una continuità cronologica.
Dopo la morte del normanno re Guglielmo, deceduto senza prole nel 1121, si
accese una guerra, per la successione tra Rainolfo, signore di Avellino e delle
Valli Caudine, Telesina ed Alifana, e Ruggiero Gran Conte di Sicilia. Sconfitto
Rainolfo, nel 1139, con altre città fu distrutta anche la grande antica e
famosa città di Telese.
Una nuova Telese cominciò a sorgere intorno alla Cattedrale, che, come si
è detto era sita “extra moenia”. Proclamata la monarchia da re Ruggiero nel
1140, si ebbe un periodo relativamente pacifico per Telese, che riebbe i suoi
Pastori.
Ma il terremoto del 1349, durato dal Gennaio al 9 settembre, fu decisivo
per l'abbandono di Telese. Come racconta l’Anonimo Cassinese, fu il più
tremendo per l'intensità, la durata e l'estensione: “monti si squarciavano,
altri si sprofondavano avvallandosi, ed ove innanzi si ergevano una collina
comparve un lago. Le acque non più scaturivano limpide, ma torbide e fangose e
di colore sanguigno. Quelli che più soffrirono furono i popoli attorno al
Matese e specialmente la contrada Telesina estremamente vulcanica. In quella
funesta circostanza sorsero ai piedi del monte Pugliano le acque sulfuree e
ferrate dando origine alle asfissianti mofete, per cui la quarta Telese divenne
il soggiorno della morte. Per oltre due secoli la dimora dei Vescovi Telesini fu
tra Massa Superiore o Rocca de Episcopo, Cerreto, Faicchio e Guardia Sanframondi”.
In quel periodo la Diocesi ebbe come Vescovo Angelo Massarello
(1576-1557), che fu segretario di Stato di Giulio III e segretario del Concilio
di Trento sotto Paolo IV.
Fu Eugenio Savino che, all'inizio del 1600, da Guardia Sanframondi si
trasferì definitivamente a Cerreto; ed il successore, Mons. Leone, in data
22-05-1612, ottenne il rescritto pontificio di poter funzionare col capitolo
Telesino nella Chiesa della Trinità o S. Leonardo di Cerreto Vecchio.
I vescovi Bellocchi (1593) e Leone (1608) molto si adoperarono per
l'istituzione del Seminario diocesano, secondo le prescrizioni del Concilio di
Trento.
Dopo il terremoto del 1688, che rase al suolo Cerreto, Guardia ed altri
paesi, i Vescovi Gambaro (1693) e Baccari, consacrato da Papa Benedetto XIII in
data 17-01-1722, curarono molto la formazione spirituale e culturale del clero,
fu però Mons. Gentile (1749) che intraprese, su suo grandioso disegno, la
costruzione del Seminario che divenne famoso durante il suo servizio pastorale.
Il dottissimo Vescovo Vincenzo Lupoli (1792) chiamò professori di grido
da Capua ed Aversa come insegnanti del Seminario ed egli stesso insegnò Diritto
Canonico e Civile. Alla sua morte, avvenuta l' 08-01-1800, la sede Telesina come
altre sedi episcopali, a causa dei moti rivoluzionari, rimase per 19 anni senza
vescovo.
Per il Concordato del 1818, tra Pio VII e Ferdinando I di Borbone, e in
virtù della Bolla pontificia “De utiliori” del 27-06-1818, la Diocesi di
Alife fu annoverata tra le soppresse; e, con altra Bolla, “Adorandi” del
14-12-1820 fu disposto che la suddetta Chiesa di Alife, alla morte del suo
Vescovo, rimanesse soppressa ed unita “aeque principaliter” alla Chiesa
Vescovile di Telese.
L’unione durò fino al 1852, anno in cui, su proposta di re Ferdinando
II, il S. Padre Pio IX, con Bolla “Compertum” del 06-07-1852, consentì la
separazione delle due Diocesi, e da allora in poi i Vescovi non si dissero
solamente Telesini, ma di “Telese o Cerreto”.
Come da antica carta topografica la Diocesi Telesina comprendeva anche le
parrocchie di S. Lupo e di Calvisi.
Primo Vescovo della nuova Diocesi, denominata “Telese o Cerreto”, fu
Luigi Sodo (1852-1895). Ebbe particolare cura del Seminario frequentato da
alunni dell'Archidiocesi di Benevento e da altre Diocesi. Tra gli alunni del
Seminario vogliamo ricordare S. Eminenza Alfonso Castaldo Arcivescovo di Napoli.
Nel 1907, Mons. Iannacchino ottenne da S. Pio X l’autonomia del
Seminario compresi gli studi di Teologia.
Venuto meno l'afflusso degli studenti di Teologia dalle altre Diocesi,
accanto al Seminario sorse, essendo Vescovo il pio Mons. Del Bene, l'Istituto
parificato “L. Sodo” con scuole medie e Ginnasio-Liceo. Sorse anche
l’Istituto Magistrale “Leone XIII” retto dalle suore del Buono e Perpetuo
Soccorso.
LA DIOCESI DI SANT’AGATA DE’ GOTI
La serie conosciuta dei Vescovi Santagatesi inizia con l’anno 970.
Senza dubbio la Diocesi esisteva già prima. Infatti, nella Bolla di
nomina del Vescovo Madeltrido, il primo della serie, scritta nel dicembre del
970 dal diacono Alone, il Metropolita di Benevento, Landolfo, in virtù della
facoltà concessagli da Papa Giovanni XIII (26 maggio 969) scrive che
Sant’Agata riavrà il suo Vescovo come lo aveva avuto per il passato. Vi si
dice testualmente di Sant’Agata: “perché essa, come una volta, abbia sempre
il suo vescovo”. Il documento è riportato dall’Ughelli. Da questo si evince
che la storia della Chiesa locale vada ricercata molto tempo prima del secolo X.
Con le varie occupazioni e devastazioni operate dai Goti, Saraceni e
Longobardi (“Postquam hostilis impietas...”), la Diocesi di Sant’Agata,
come altre circonvicine, fu affidata, priva del suo Pastore, al governo
pastorale dei Vescovi Beneventani (“Sacro Beneventanorum Praesulum moderamini
gubernata costituta est cum apostolica censura...”).
Nella restituzione della Cattedra i confini della circoscrizione vengono
ampliati con i territori delle non più esistenti diocesi di Caudium, Suessola e
Galatia. Ma già nel 984 i confini vengono modificati, quando Suessola,
riedificata da Pandolfo, ritorna diocesi suffraganea di Benevento, cosa che era
avvenuta anche per Galatia nel 978.
In seguito troviamo il territorio di Cancello (un tempo appartenente alla
Diocesi di Suessola) e Bagnoli e Valle (già della Diocesi di Galatia) di nuovo
nella circoscrizione di Sant’Agata.
Nel sec. XIII il Vescovo di Sant’Agata viene ad avere come Barone anche
la giurisdizione civile di Bagnoli, che conserverà giuridicamente fino
all’abolizione della feudalità.
Dal 970 la Cattedra di Sant’Agata ha avuto il primo posto fra le
suffraganee di Benevento. L'arcivescovo Ruggiero (1179-1221) volle lasciarlo a
perpetuo ricordo sulla porta di bronzo del Duomo di Benevento ponendo il Vescovo
di Sant’Agata al lato del Metropolita.
Nel secolo scorso, dopo un periodo di sede vacante di circa venti anni
(1799-1818), la Diocesi fu unita “aeque principaliter” a quella di Acerra
con Decreto di Pio VII in data 25-06-1818.
Nella sede vacante per la morte del Vescovo Francesco Iavarone (1854), le
due Diocesi furono di nuovo separate con grave danno del territorio di
Sant’Agata, a cui furono sottratti gli attuali comuni di Arienzo, S. Maria a
Vico, S. Felice a Cancello e Cervino, e annessi alla Diocesi di Acerra.
L’ultimo della serie dei Vescovi di Sant’Agata de' Goti è stato Mons.
Felice Leonardo (1984-1986) che, dopo essere stato Amministratore Apostolico per
il biennio 1982-1984, succedeva a Mons. Ilario Roatta, il quale il 2 gennaio
1982 aveva lasciato la Diocesi per raggiunti limiti di età (Can. 401 C.J.C.).
Con decreto del 30 settembre 1986 la Congregazione per i Vescovi stabiliva la
piena unione delle Diocesi di Telese o Cerreto e di Sant’Agata de' Goti con la
nuova denominazione di “Diocesi di Cerreto Sannita- Telese-Sant’Agata de'
Goti”, affidata alla cura di un unico Vescovo, con sede nella città di
Cerreto, dove l'attuale Chiesa Cattedrale, conserva proprio questo titolo. Il
testo del Decreto di piena unione da parte della Congregazione dice anche che la
Chiesa Cattedrale della città di Sant’Agata de' Goti assumerà il titolo di
Concattedrale, a testimonianza della sua illustre ed antica tradizione.