La Via Crucis per le vie cittadine 

 

     Nell’occidente cristiano pochi pii esercizi sono tanto amati quanto la Via Crucis. Essa ci fa rivivere con affetto il tratto ultimo del cammino di Gesù durante la sua vita terrena. E l’ultimo tratto di tale cammino è indicibilmente duro e doloroso. Gli evangelisti hanno indugiato nella descrizione, seppure sobria, della Via Crucis che il Figlio di Dio e Figlio dell’uomo percorse per il suo amore verso il Padre e verso tutti gli uomini. Ogni passo di Gesù è un momenti di avvicinamento all’at- tuazione piena del disegno salvifico. Ogni sofferenza di Cristo è seme di gioia futura per l’umanità e premessa di gloria. Ogni incontro di Gesù su quella via di dolore è occasione per un supremo insegnamento, per un ultimo sguardo, per una estrema offerta di riconciliazione e di pace.

    La Chiesa ha conservato viva la memoria delle parole e degli avvenimenti degli ultimi giorni del suo Signore. Memoria affettuosa, se pur dolorosa, del tratto che Gesù percorse dal Monte degli Ulivi al Monte Calvario. La Chiesa, infatti, sa che in ogni episodio accaduto durante quel camino si cela un mistero di grazia, è racchiuso un gesto d’amore. Certo, la Chiesa è consapevole che nell’Eucaristia il suo Signore le ha lasciato la memoria sacramentale, oggettiva del Corpo spezzato e del Sangue versato sulla cima del Golgota. Ma essa ama anche la memoria storica dei luoghi dove Cristo ha sofferto, le vie e le pietre bagnate dal suo sudore e dal suo sangue.

    La Via Crucis, così come la conosciamo oggi, ha origini remote: risale al Medio Evo. S. Bernardo di Chiaravalle (†1153), S. Francesco d’Assisi (†1226) e S. Bonaventura da Bagnoregio (†1274), per la loro devozione affettuosa e partecipe prepararono il terreno su cui si affermerà di seguito il pio esercizio. Anche i pellegrinaggi in Terra Santa favorirono l’affermarsi di tale pratica. Nel corso dei secoli si diffusero tante tradizioni locali per cui le Via Crucis erano tutte diverse tra loro. Anzitutto la prima stazione: quattro scene sono le più famose quali l’addio di Gesù a sua Madre, la lavanda dei piedi, l’agonia del Getsemani o la condanna di Gesù.

    La Via Crucis nella sua forma attuale, con le “nostre” 14 stazioni, è attestata in Spagna intorno al 1600 soprattutto in ambienti francescani. Poi passò in Italia e si diffuse un po’ dappertutto. L’opera di S. Leonardo da Porto Maurizio (†1751), frate francescano e missionario infaticabile, contribuì alla diffusione di questo pio esercizio. Egli eresse personalmente oltre 570 Via Crucis nei vari luochi; la più famosa è quella realizzata nel Colosseo, nel 1750 a Ricordo dell’Anno Santo.

    In parrocchia celebriamo la Via Crucis alla domenica sera lungo le strade della nostra cittadina. Questa esperienza, ben lungi dall'essere un momento di folklore, raccolgie molti fedeli ed è diventato un appuntamento importante per vivere bene il tempo di Quaresima e prepararsi adeguatamente a celebrare la Pasqua.