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Diocesi di Tortona

Unità Pastorale di Torrazza Coste: S. Antonino Martire - S. Carlo Borromeo - S. Maria Immacolata e S. Giuseppe

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  Restauri 2011: Quadro di S. Urbano

Cap. C01 - Architettura, arte e restauri - Pag. C01.10

Gli argomenti trattati sono stati inseriti da Ing. Arch. Michele Cuzzoni nel 2012 - © Copyright 2001 - 2024 - e sono desunti dalla documentazione indicata in Bibliografia a fondo pagina


 

In occasione del cinquantesimo di sacerdozio di Don Giacomo, celebrato il 10 luglio scorso, la comunità torrazzese espresse tangibilmente grande riconoscenza e affetto nei confronti del festeggiato.

Don Giacomo pensò, a sua volta, di ricambiare facendosi carico del restauro di un quadro, che giaceva in sacrestia da qualche secolo. Era in precario stato di conservazione, con preoccupanti cadute di colore e strappi sulla tela.

Degrado dovuto anche alle peripezie che l'opera ha attraversato. Risulta dunque un singolare documento della rarefatta storia locale, in quanto proveniente dall'Oratorio dedicato a Sant'Urbano (papa dal 1088 al 1099) che sorgeva in zona "Chiapparolo", sopra la frazione di Cadelazzi. E che era ancora esistente - come attesta la documentazione dell'Archivio parrocchiale di Torrazza - nel 1690. In quell'anno infatti gli eredi di tale Giulio Cristiani pagarono alla Curia di Tortona la somma di quindici scudi per l'affitto delle terre e dei boschi che costituivano il beneficio feudale appannaggio della chiesa-oratorio. In dialetto, come si apprende dalle "schegge storiche" di Angelo Marini, il nome del colle su cui sorgeva la chiesa veniva e viene tuttora "storpiato" in Sant'Alban. Il quadro, che venne commissionato dai fratelli Giovanni Maria e Rinaldo Cristiani, feudatari di Nebbiolo, raffigura Sant'Urbano, con alle spalle il Monte Morino, la chiesa-oratorio a lui intitolata e il castello di Nebbiolo.
In basso sulla destra, figurava la scritta: S. URBANUS P.P. TUTEL HUIUS SACRIST CUI AGGREGATUM EST BENEF. SIMP CUM REDITU LIB 90 SUB EODEM TITU. Ovvero: Sant'Urbano Papa, protettore di questo tempio, cui è concesso un beneficio di un reddito annuo di novanta libbre, destinato al cappellano dell'Oratorio.
Figurava prima del restauro questa iscrizione. Che è stata rimossa per ragioni "filologiche" dal restauratore. Diciamo purtroppo, perchè costtuisce invece un attestato di grande valore che andrà comunque in qualche modo recuperato.

Restano comunque le immagini fotografiche.

Il bello è che, attraverso il restauro veniamo a sapere che l'anonimo pittore lombardo che lo dipinse nel Cinquecento - o altri al posto suo - dovette operare delle modifiche.
Il restauro - con l'apporto della professorerra Paola Strada, della Sovrintendenza di Milano - ha consentito di ravvisare che sotto la croce a quattro bracci era stato originariamente dipinto un pastorale e sotto la tiara papale una mitra vescovile.
I fedeli possono ora ammirare l'opera esposta nella Parrocchiale di Torrazza Coste.
Nasce spontanea la domanda: qual è la ragione che indusse l'artista cinquecentesco a raffigurare Sant'Urbano, che pure era morto Papa quattro secoli prima, in versione vescovile?
Oppure, ancora, dal momento che le vere fattezze di Sant'Urbano non sono note, vai a vedere che l'artista abbia convenuto di utilizzare un ritratto di un qualche Vescovo già eseguito? Ridipingendovi sopra le attribuzioni pontificie e proponendolo come Sant'Urbano Papa?
L'enigma permane irrisolto.

Gigi Giudice

 

 


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Bibliografia

Testo di Ing. Arch. Michele Cuzzoni: Contributo di Gigi Giudice


 

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