ORATORIO
NATIVITA' DI MARIA VERGINE in Frazione Pontasso
(Codevilla)
Cap. C01 - Architettura, arte e restauri - Pag. C01.07
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- Regesto dei documenti storici del Santuario
- Il rilievo dell'Oratorio (1999) - Ing. Arch. Michele Cuzzoni
- Restauri del 2000: Pontazzo, finalmente si parte
- Restauro, consolidamento e risanamento degli affreschi del coro
- 2011: Il Santuario restaurato: Gli affreschi del coro, la navata, l'esterno
- La preziosa decorazione di Santa Maria del Pontasso
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L’Oratorio di Pontasso
appartiene civilmente al Comune di Codevilla,
mentre la cura d’anime è di pertinenza della
Parrocchia di Torrazza Coste. Sorge su un poggetto sgombro da piante d’alto fusto, incorniciato da colline fittamente boscose e bagnato dal Rio Brignolo. Per raggiungere il borgo di Pontasso, occorre prendere la strada per Castellaro dalla Piazza di Cadé a Torrazza Coste. Dal bivio di Castellaro si piega a Sud verso Boffalora e, oltrepassato il ponte sul Rio Brignolo, si gira ancora a destra. Dopo alcune centinaia di metri, si raggiunge un piccolo pianoro ove sono raccolte alcune case e cascine attorno al Santuario. |
REGESTO DEI DOCUMENTI STORICI
DEL SANTUARIO
1299: Suddivisione della Diocesi in distretti.
Prova l’esistenza del Santuario di Pontasso. Al XVIII Distretto di Codevilla, si
aggregano le Chiese di: Retorbido, S. Antonino, Mondondone, Murisasco e di
Pontasso: "Lutae seu Caput Villae, Mondondoni, Betlem, Returbii, S.Antonini,
Morsacii, Montiscuchi, S. Urbani, S. Mariae de Pontassis".
1523: Catalogo Chiese e benefici del Clero, con quanto ognuno deve
pagare.
E’ un documento del Vescovo di Tortona mons. Gian Domenico Zazzi, che riporta
tra le 10 Chiese della Pieve di Luta, S. Maria di Pontasso presso Mondondone.
1576: Visita Apostolica di Mons. Gerolamo Regazzoni, Vescovo di
Famagosta.
Seconda Visita dopo il Concilio di Trento. La Pieve di Luta, è ridimensionata ai
luoghi di Codevilla, Mondondone, Nebiolo, Retorbido, S. Antonino. Il Santuario
di Pontasso dipende dalla Parrocchia di S. Antonino. Nelle pagine riguardanti i
Decreti e gli Ordini prescritti per adattare la Chiesa alle volontà Conciliari,
si legge: "Nell’Oratorio di S[an]ta Maria di Pontasio. Si provedi dal Rettore di
una pietra sacrata alla misura et di duoi novi corporali et assai purificatori
et dagli huomini d’una pianeta di zambellotto bianco co’ la sua stola et
manipolo et camiso fornito, et tutto ciò tra sei mesi al più".
1590: Visita Pastorale Parrocchia di S. Antonino del 4 Aprile.
Traduzione in parte dal Latino: "Atti di visita […] della Cappella […] nel luogo
di Pontasij […] Visitato l’altare di detta chiesa il quale è decente, et
parimente calice e altre cose necessarie, et ordina che l’altare che è sotto il
primo muro a man manca nel intrare di chiesa [...] porti una elemosina per
Francesco Bataglino Vice Cap[pellan]o del Rev[eren]do m. p. [...] Rettore di S.
Antonino".
I seguenti capoversi assai difficoltosi da leggere indicano che: essendo la
parrocchia di S. Antonino assai distante "duo miglia grossi" è data facoltà al
Rev. do Battaglino di celebrare messa, benedizioni e uffici dietro pagamento
della popolazione ed anche funerali, qualora il Rettore di S. Antonino, una
volta avvisato, non potesse intervenirvi per qualche motivo, o perché fosse
assente.
1591: Visita Pastorale Parrocchia di S. Antonino.
Si riporta l’intero atto:
" Visito la Chiesa di S. Maria di Pontassi, membro della Chiesa Parrocchiale di
S[an]to Antonino, Chiesa fatta per la comodità di queste cassine intorno troppo
lontani dalla Par[rocchia]le, per santificare la Messa et nella quale si suole
star un Romitto, o sia Custode hora Regulare, hora seculare. Al presente vi sta
un Prete Franc[esc]o Bataglino da S[an]to Albano, da un anno in qua, il qual
celebra d’obbligo tutte le feste pagato dagli huomini […] In questo loco si
sepeliscano, et desiderano li soprad[dett]i di haversi il Fonte aperto per il
grande pericolo solamente. Si proveda d’una tavoletta delle secrete, d’un
lampadario d’ottone in termine di sei mesi, una ferrata, et ampennata alla
finestra nel termine, di sei [mesi]. Si chiudino le finestre delle due Capelle.
Prete Franc.o Bataglino Capellano, nel termine d’un mese producca il Testamento
del q[…] Gio. Giacomo Sartore, che lasciò a questa Chiesa doi mine di f[romen]o,
et una brenta e mezza di vino, il qual legato fu dal herede Gio. [… ] Gabba,
pagato per 5 anni, et poi da X anni in qua non solamente non […] ma ha venduto
la proprietà senza trasportar l’obligo in altro loco. Però in […] somariamente,
contro a chi sarà bisogno, et il sud[dett]o Capell[an]o ogni mese […] si
transferisca a Tortona, finchè sii in buon termine di q[uest]o negozio sotto p[ena]
[…].
1590-91 (circa): Visita Pastorale Parrocchia di S. Antonino
Si riporta l’intero atto:
"Visito la Chiesa di S[an]ta M[ari]a di Pontassi, membro della Chiesa
Parrocchiale di S[an]to Antonino. Chiesa fatta per la comodità di q.ti cassini
intorno, troppo lontani dalla Parrocchiale per la Messa e nella q[ua]le suol
star un Romitto, o sia custode hora regolare, hora seculare. Al presente vi sta
Prete Fran.co Bataglino da S.to Albano, da 15 anni in qua, il quale celebra di
obligo tutte le feste, pagato dalli homini del Castellaro, Torasso, la Cadé,
discosti dalla Parrochiale, d’accordo con X sachi di form[en]to, et una brenta
di vino, il perché va a cibarsi poco discosto di qui a un suo loco comprato dove
habbita una sua Cognata di 40 anni in c[irc]a. In q[ues]to luogo si sepeliscano
et disiderano li soprad[…]tidi haverci il font[e] baptismali p[er] il gran
pericolo, solam[en]te. Si provida di una tavolita dalle sicrete, un lampadario
di ottone, in termine di X mesi. Una ferata et ampannata alla finestra del choro
[…]"
1595: Visita Pastorale Parrocchia di S. Antonino
[…] Il documento è in gran parte illeggibile, ma sembra che si ribadiscano gli
stessi concetti delle tre Visite precedenti.
1602: Visita Pastorale Parrocchia di S. Antonino, del 22 giugno
Si riporta l’intero atto, integrando il senso delle parti pressoché
illeggibili.
"Visita fatta nel Oratorio di Pontassi per il Rev.do Giovanni [Manona ?],
Arciprete di Sarzana, de l’ordine di Monsig[n]or Rev.mo Vescovo di Tortona, del
quale è Romitario […] il Rev.mo P[adre] Francescho de Bataglino del locho di S[an]to
Albano di età de anni 50, demandato de anni 24 in circa l’Oratorio della
Natività della Madonna […] Manca da esseguire le infras[critte] cosse quali
furono ordinate dal sud. Monsig.or Rev.mo nella sua visita fatta l’anno prossimo
passato 1595. Manca da […] una fenestra in una delle due cappelle quale si è
lasciata per comodità del Baptisterio. Li homini quali hanno la comodità della
Messa, cioè Castellaro, Torasso, Pontassi et Cadé, sijno obligati a far
depingere le cornici della tavoletta della secritta, a fare la porta della
Chiesa sendo quella mal chiusa et rotta provedendo di catenaso et chiavadura;
provedino ancora de una tovaglia longa p[er] l’altare; de una pianeta di materia
decente, stola et manipolo di color nero per celebrare messa per li morti, de
comprar de candelli per li candeglieri di ottone, di [vasi per oli ?], et una
baciletta per i medemi, et tutto questo nel termine di mesi due, sotto pena,
passando questo termine de non celebrarvi Messa."
Nel capoverso seguente, quasi del tutto illeggibile, si ordina di non
restare sulla porta della chiesa quando si celebra messa per evitare
l’interdetto dalla Chiesa.
Subito dopo continua dicendo: "Provedano li melori homini di una pilla di marmo
dove se pose l’acqua benedetta, et di uno aspersorio di otone et provedino de
una altra buca per la sepoltura " in modo da seppellire da una parte gli uomini
e dall’altra le donne, sotto pena di non poter seppellire nessuno. "Provedino
parimente di una scatola per le Hosstie, fodrata di seta con il suo piombino
medesimo di seta; di un pano di seta con l’imagine della Natività della Madonna
nel tempo di mesi tre sotto pena di non celebrar Messa. Provedino li medesmi
homini de una Cassa per li morti con il suo palio nero nel tempo di mesi doi
sotto pena di non sepelire alcuno. In questa Chiesa nol si confessi se prima il
confesionale no è provisto de’ casi di accusa, con bolla in Coena Domini et
altre cose necessarie similmente; né vi si batezzi se prima il Sacro Fonte nol è
messo alla forma et alle cosse acquisite. Questi homini provedino di netto la
Chiesa (?) quando più presto di Pasca. Il Rev.mo P. Francescho sud[detto] non
tenghi in casa sua donna di alcuna sorte ancor parente sui, senza licenza di
Mons. Rev.mo Vescovo," eccetto sua cognata Franceschina che ha eletto ad
abitazione la casa del parroco pena 500 scudi.
"Questi huomini fanno depingere il titulare di questo oratorio sopra la porta
della Chiesa sul termine di mesi tre sotto pena dell’interdetto".
1603: Visita Pastorale Parrocchia di S. Antonino, del 28 giugno.
Si riporta l’intero atto, integrando il senso delle parti pressoché illeggibili.
"Chiesa di Pontassi. Venghi permissa de celebrarsi per il popolo, et il Fonte
baptismale" sia usato solo in pericolo di morte.
1625: Atto di erezione Chiesa Parrocchiale Torrazza Coste, 11 marzo
Si riporta dell’intero atto, la parte riguardante l’Oratorio.
" […] Osseruationi per il futuro Parocho, & Popolo soggietto alla Parochiale
Chiesa di S. Carlo del loco della Torrazza delle Coste Diocesi di Tortona. Gli
Huomini soggetti saranno gli habitatori della Torrazza, della Cadé, di
Castellaro, & Longarino, compreso anco altre Cassine, principiando dal Monte
Chiaparolo, seguitando à Boffalora, ò sia Casa de Crostignoli à basso, auertendo
circa l'Oratorio di Pontasso, quale ancora, che sia nel circuito, non per questo
il Sig. Rettore di S. Antonino sara priuo del Ius, che prima gli haueua, stando
che Monsignore Illustrissimo, & Reverendissimo Vescovo si intende di
conservargli il soprascritto Ius non hauendo fin qui il detto Rettore renontiato.
[…]
Ottauo, celebrarà tutti li Sabbati nell’Oratorio di Pontasso, non essendo
legittimamente impedito, & hauendo impedimento come sopra, soddisfarà in altro
giorno nell’istesso Oratorio; Douerà celebrare tutte le Feste Beatae Virginis
Mariae, eccetto che il giorno della Purificatione, & caso che detto Parocho per
qualche legitima occupatione douesse restare alla Parochiale, in quel caso si
soccorrerà all’Oratorio di Pontasso per altro Sacerdote, & se gli darà Elemosina
della Cassa delle Oblationi della soprascritta Parochiale seguitarà à celebrare
nel detto Oratorio ad beneplacitum Populi, acconsentendo però a tale reuocatione
gli huomini di Castellaro, Pontasso, & Longarino, poiché questo è solo per
diuotione, & sia in facoltà del Popolo di reuocar le soprascritte Messe, &
venendo il caso, che il Popolo non volesse che li celebrasse nel detto Oratorio
li Sabbati, souerà celebrare nella Parochiale nelli medesimi giorni ad formam
utsup.
1636: Visita Pastorale Parrocchia di Torrazza Coste.
Dalle poche parole che si leggono si apprende che possiede un beneficio più
qualche altro bene lasciato dal legato di Gio Batta Poggio e s’intuisce l’ordine
di celebrare tutti i sabati.
1699: Visita Pastorale del 29 giugno.
Vi si dice che l’oratorio è tenuto decentemente e si esorta a proseguire.
1750: Libretto "1750 – Oratorio di Pontassio".
In questo documento si riportano le disposizioni riguardanti le occasioni delle
celebrazioni della S. Messa; segue registro con firme delle Messe celebrate.
1766: Inventario e Stato Parrocchia di Torrazza Coste del 4 agosto.
"Descrizione e stato dell’Oratorio di Pontassio. L’Oratorio sotto il titolo
della Natività della B.V. esistente nel luogo di Pontassio, sogetto alla Par.le
e talmente antico che della di lui fondazione non trovasi documento alcuno". A
questa data non si conserva Eucarestia, né "Battisterio "senza più benefici.
1771: Instrumento di vendita dei beni posseduti in Codevilla dalla Casa
Giorgi-Barzizza alla Casa Sartirana.
Qui non si parla direttamente del Santuario di Pontasso, ma in genere dei
possedimenti di "Prato Lungo", ove si erge il Santuario.
1787: Visita Pastorale Parrocchia di Torrazza Coste.
Mons. Peyretti riteneva che "Olim ecclesiam parochialem fuisse creditur", cioè
si crede che fosse stata una volta Chiesa parrocchiale.
1790: Stato della Parrocchia di Torrazza Coste.
Vi si apprende, oltre alla distanza dalla parrocchiale "un miglio circa" anche
il fatto che "esiste un solo altare". Poi sono riportate le date di
celebrazioni.
1791: Inventario beni Oratorio Campestre di S. Maria del Pontasso.
In questo documento l’economo Cartasegna descrive le terre arative e i boschi di
proprietà dell’Oratorio, tutti situati nel territorio di Mondondone, ma non
precisa come siano venuti in possesso dell’Oratorio stesso.
1807: Stato della Parrocchia di Torrazza Coste.
Si ricava che le rendite dei beni dell’Oratorio ammontano a franchi 30. Di
questo documento esiste un’ulteriore copia forse redatta a qualche mese di
distanza, ove si apprende che il reddito è di £. 20
1829: Instrumento di vendita dei beni posseduti in Codevilla dalla Casa
Sartirana alla Casa Negrotto-Cambiaso .
Qui non si parla direttamente del Santuario di Pontasso, ma in genere dei
possedimenti di "Prato Lungo", ove si erge il Santuario.
1840: Stato della Parrocchia di Torrazza Coste.
Si ricava che le poche rendite servono a mantenere gli abiti sacerdotali le
rendite dei beni dell’Oratorio ammontano a franchi 30.
1858: Visita Pastorale Parrocchia di Torrazza Coste, 9 Settembre
Si legge, tradotto dal latino, che "Si proibisce l’uso dei due drappi di [exsigetta
?]. Sono permesse solamente quelli, che sono stati costruiti secondo l’editto
della Sacra Congregazione del 1819.
1866: Libretto "Entrate – Uscite dal 1866 al 1888".
Osservando i dati delle spese, si ritrova quanto segue:
1866 Settembre: comprati 4 fiori, candelieri, cartegloria e cingolo.
1867 Luglio: Acconto al falegname Malaspina per un armadio da mettere
nell’Oratorio; Carta da bollo per compravendita terreno (V. nota 33)
1867 Ottobre: Pagamento per spianamento terreno dinanzi alla Chiesa
1868 Agosto:
compra biancheria
1870 Dicembre: Sostituzione di un vetro
1871 Marzo: Sostituzione corda campana – Giugno: comprata cornice
1875
Settembre: sbiancamento biancheria
1879 Agosto: comprate 2 ampolline ed un calice
1881- Settembre: Sostituzione
corda campana
1882 Febbraio: pagata doratura del Trono dell’effigie della Madonna; comprato
dal falegname un inginocchiatoio – confessionale; compera stoffa per trono.
1883 Marzo: acquisto pianeta; inserimento di pietra nell’archivolto - Agosto:
Riparazioni al tetto dell’Oratorio
1884 Agosto: comperato un banco
1885 Settembre: pagato doratura ad un’effigie della Madonna; comprato nuova
statua della Madonna.
1886 Aprile: comprato cemento per mura Oratorio, calce per nicchia, condotta di
sabbia, compra di mappa (drappo ?) alla vetriata
1888 Settembre: comprata chiave di ferro posta al volto dell’Oratorio del peso
di Kg 63 ed un braccio per la lampada + sabbia + calce + altra chiave di Kg 47 +
calce e gesso
1867: Documento: vendita pezza terreno di fronte Oratorio Pontasso.
Si legge che viene venduto all’Oratorio un pezzo di terreno per allargare la
piazzetta onde rendere meglio visibile il prospetto rifatto dal Marchese di
Codevilla Negrotto Cambiaso.
1888: Libretto "Entrate – Uscite dal 1888 al 1930".
Osservando i dati delle spese, si ritrova quanto segue:
1897 Agosto: Ripassati tutti i coppi dell’Oratorio con rifacimento dei "codietti"
+ Rifacimento dell’imposta della campana e relativa chiodatura.
1901 Agosto: acquisto pianeta nuova e cassetta elemosine
1904 Marzo: acquisto ampolline e piattello – Settembre: riparazioni di due
travetti dell’Oratorio e "codeghetta".
1905 Settembre: argentatura candelieri e calice
1910 Dicembre: acquisto 3 cancelletti di ferro per munire il piccolo coro;
Dichiarazione a MONUMENTO NAZIONALE
1913 Nuovo "vestaio"
OPERE DI STORICI LOCALI
A. Cavagna Sangiuliani
Antonio Cavagna Sangiuliani, nel suo Agro Vogherese, descrive l’Oratorio di
Pontasso come "uno dei pochi monumenti dell’epoca longobarda", notando che gli
affreschi del XIV sec. Sono consimili a quelli dell’Abbazia di S. Alberto di
Butrio.
Di seguito segue descrizione degli stessi affreschi. Secondo l’A. la data del
1342 o 1345, un tempo leggibile sugli stessi, stava ad indicare la data di
restauro degli affreschi.
A. Cerioli
Una compiuta analisi dell’Oratorio, si ha solo con A. Cerioli, nel libretto –
estratto dalla Rivista di Scienze Storiche, Anno V – L’Oratorio di Santa Maria
di Pontasso ed i suoi affreschi. In quest’opera, (dagli esordi volutamente
romantici), è descritto l’interno, così come doveva essere all’inizio del secolo
con tutti i suoi Ex Voto integri (datati dal 1740 al 1801 ed altri posteriori).
Allora come oggi dipende dalla Parrocchiale di Torrazza Coste.
Nell’analisi compiuta dall’Autore, si fa osservare come la parte antica si
distingua da quella aggiunta per i mattoni levigati di dimensioni: 29 x 13 x 7
cm, cementati con calce durissima dello spessore di 2 cm. Segue descrizione dei
dati di rilievo.
Egli nota anche l’accrescimento in altezza della parte antica, eseguito con
mattoni moderni (per la sua epoca) per 1 metro e poi con mattoni crudi alti
ancora un metro. Considera poi come anche la campanella sia piuttosto recente:
essa reca la data del 1760.
Segue la descrizione degli affreschi del 1858 dell’interno. La Statua lignea
della Madonna, del XIV secolo, si trova in una nicchia a destra entrando, mentre
la parte più interessante è quella del Coro antico, costituito da un piccolo
vano di poco più di 5 mq., con pavimento in cotto e volta a botte leggermente
arcuata a mo’ di catino absidale nella parete di fondo. Esso presenta un ciclo
di affreschi rappresentanti, rispettivamente, entrando da destra:
Parete di destra: 2 Angeli ed uno stemma proprio dei Beccaria;
Parete di fondo: L’annunciazione, sconciata da una finestra ad oculo ovoidale e
da impiastricciature di malta e cemento;
Parete di sinistra: 2 Angeli e una persona inginocchiata, forse il committente;
Volta: Eterno Padre Benedicente, quasi del tutto scomparso, di esso s’intravede
un calzare e la mano destra benedicente; tutt’intorno il mondo espresso da linee
dei meridiani. Il Volto è coperto dal muro dell’altare costruitovi a ridosso
nell’ultima parete murata.
Seguono poi descrizioni critiche di Sant’Ambrogio, di Laudedeo Testi e Yon
Puccio.
A. Marini
In quattro edizioni distinte A. Marini ha illustrato il Santuario della Madonna
di Pontasso, tra storia, leggenda e tradizioni popolari.
IL RILIEVO DELL’ORATORIO (1999) - Ing. Arch. Michele Cuzzoni | |
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L’edificio di forma allungata si
presenta orientato lungo l’asse Est – Ovest, ad
una sola navata con piccolo abside
quadrangolare, con tre aperture rivolte a Nord. Analizzando i documenti ritrovati e la tessitura muraria si può osservare lo sviluppo strutturale dell’Oratorio, originale solo nella parte absidale e mediana. In rosso è il nucleo antico del sec. X o XI con rimaneggiamenti del XIV sec. In blu l’ampliamento del sec. XIV effettuato dalla Famiglia Giorgi-Beccaria (affresco dello stemma interno al coro). In fucsia l’aggiunta con modifiche del sec. XIX, operata dal Marchese Negrotto – Cambiaso di Codevilla, ultimo patrono della Chiesa. Si può ora esaminare la struttura dei vari corpi, considerandone prima l’esterno e poi l’interno. |
Il Coro. (nucleo in rosso).
Architettura
Residuo della primitiva cappella, coperto da volta a botte, terminante sulla
parete di fondo con una leggera arcuatura simile ad un tentativo di catino
absidale, appena abbozzato. La copertura esterna era a capanna.
La muratura perimetrale è prevalentemente di mattoni cotti (29 x 13 x 7), di
spessore medio di 70 cm., cementati con calce bianca durissima.
Esterno
Il muro rivolto a Est (ove si apre l’oculo ovoidale), presenta alla base tre
strisce di materiale lapideo irregolare: trattasi di sassi, ciottoli
(probabilmente di torrente) e pietre squadrate tagliate piuttosto rozzamente;
questa stratificazione è più antica del paramento laterizio; si può supporre che
si tratti della muratura del X secolo o addirittura precedente. Purtroppo è
oscurata da una costruzione in calcestruzzo eseguita alla fine del 1975 da
demolire.
Evidenti le buche pontaie, necessarie all’epoca per innalzare il ponteggio man
mano che cresceva la costruzione.
Durante i lavori di restauro del XIX secolo, il tetto a capanna è stato
eliminato, sostituito da una sopraelevazione in mattoni cotti di 1 metro,
completata al tetto ad una sola falda (per altri 1,50 metri) da mattoni crudi,
il tutto col fine di ricavare un ripostiglio – legnaia per la casa adiacente.
Nel 1999 quest’ultima parte era in stato di completo abbandono, ed evidenzia
sfaldamenti notevoli insieme a lacune di 1 o 2 mattoni in spessore; i mattoni
crudi, poi, si sbriciolano al solo tatto.
Un’enorme fessura taglia per il lungo la parte antica da cima a fondo,
rivelandosi poi all’interno in corrispondenza della volta – pure fessurata per
tutta la lunghezza – che presenta discontinuità nei conci di formazione. Si è
evitato il crollo tramite l’inserimento di una zeppa lignea che ripropone la
continuità.
Pittura
Osservando l’interno del coro, completamente tappezzato da affreschi, si nota
che sono opera di due mani distinte. Infatti, entro due nicchie laterali, sono
rappresentati, con stilemi appartenenti al Sec. X o XI, rispettivamente, a
destra un turibolo e a sinistra una croce; quest’ultima soprattutto ha le
fattezze proprie di quelle longobarde che si trovano, per esempio, nella Chiesa
di San Teodoro a Pavia.
Alla luce di quanto detto riguardo all’uso di nicchie per la conservazione della
SS. Eucarestia, l’iconografia del turibolo e della croce, fa pensare proprio a
questo uso. Per ciò che riguarda la superficie esterna alle nicchie, invece, si
osservano dipinti del XIV sec., più precisamente 1343 o 1345, gravemente
danneggiati da graffiti, umidità, distacchi irreparabili d’intonaco, rattoppi di
calce e cemento, quadri fessurativi ampi e in continua progressione.
Il Presbiterio. (nucleo blu)
Architettura
Questa parte fu probabilmente aggiunta o risistemata nel XIV secolo per volere
di qualche membro della famiglia Giorgi – Beccaria, a giudicare dagli stemmi
presenti nel coro appena analizzato.
A pianta rettangolare (392 x 430), è coperto da volta a crociera, sormontato da
tetto ligneo a capanna. Esternamente si distingue dal resto della struttura per
mezzo di due contrafforti sporgenti, su cui si imposta la volta interna.
Possiede una finestra ad arco acuto (frutto del restauro del XIX secolo) aperta
sul versante Nord dell’edificio. La muratura (70 cm di spessore) è interamente
di mattoni di dimensioni 29 x 13 x 7, con malta di spessore 2 cm. Sono evidenti
le due chiavi (applicate alla fine del secolo scorso) vincolate alla base degli
archi interni, segno evidente dei cedimenti della struttura dopo soli 40 anni
dal restauro del 1858.
Sopra al contrafforte di Nord – Est si erge il piccolo campanile a vela, con
arco acuto, scrostato e coperto di licheni. All’interno risuona la campanella
(altezza 60 cm), del 1760 con contrappeso insufficiente. Purtroppo, il foro
praticato nel tetto per lasciar passare la corda, ha causato pesanti
infiltrazioni d’acqua all’interno, causando il distacco dell’intonaco e relative
pitture. Un’enorme fessura – segno di notevoli cedimenti della fondazione – è
visibile all’interno. Segue l’andamento della parete di tamponamento applicata a
sostegno della volta.
Pittura
Una volta la superficie esterna era tutta decorata con pitture su muro , mentre
ora la quasi totalità di esse si è distaccata, mantenendosi solamente in parte
al di sotto del cornicione. All’interno, invece, tutte le probabili opere
preesistenti sono state sostituite da decorazioni in stile risalenti al XIX
secolo, ora gravemente danneggiate dall’umidità discendente da perdite del tetto
(soprattutto nell’angolo del campanile), da fessure e distacchi d’intonaco.
Inoltre l’accesso al coro, garantito da due stretti passaggi, è stato bloccato
dall’Altare e dal suo muro contenente una nicchia ove è posta una statua
raffigurante una Madonna col Bambino del 1898. Le decorazioni sono poi state
coperte fino ad un’altezza di 2,20 metri da terra da una mano di pittura a
smalto chiara applicata nel 1995 uniformemente su tutte le pareti che sono
tappezzate di ex – voto (di tutte le epoche dal 1700 in avanti).
La Navata. (corpo fucsia)
Architettura
Questa parte sembra sia stata completamente aggiunta dai lavori di restauro del
1858, anche se da un’attenta lettura dei documenti d’archivio, in modo
particolare della Visita Pastorale Parrocchia di S. Antonino del 1591 (Cap. V),
sembra che una navata doveva già esistere all’epoca, giustificabile dal fatto
che si parla di due cappelle laterali forse disposte su un unico lato.
Comunque sia, questo ambiente trapezoidale costituito da due spazi consimili
coperti da volta a vela possiede ancora copertura lignea con tetto a capanna
facente corpo unico con quello del presbiterio, eccettuato il timpano di
facciata che si erge di 2 metri oltre il livello del tetto. Su di esso spiccano
decorazioni in cotto costituite da mattoni disposti in modo da formare motivi
geometrici.
La muratura, benché non visibile, è di mattoni di 27 x 14 x 6, allettati con
malta di calce mista a cemento. I muri vanno assottigliandosi man mano che si
giunge in prossimità della facciata, passando da 70 fino a 65 cm circa. Questo
fatto è spiegabile supponendo che durante i lavori di restauro eseguiti in pieno
Periodo Romantico, si volesse cercare di rettificare la linea del paramento
esterno. Infatti, considerando lo spessore dei contrafforti rispetto alle pareti
sulle quali si appoggiano, si nota che esso decresce dal fondo (18 cm) per
arrivare ridotto a pochi cm alla facciata. L’interno è costellato da
numerosissime fessure soprattutto presenti sulle finestre e sull’imposta
dell’arco di contro – facciata., segno di cedimento di fondazione e della spinta
delle volte.
Pittura
Il paramento esterno era tutto decorato con pitture su muro, che con l’andar del
tempo si sono sbiadite, ove non sono addirittura scomparse a causa di distacchi
d’intonaco per umidità capillare ascendente (notevolissima sul muro di facciata
e sul lato a Nord) e successivi rattoppi fatti a calce o a malta cementizia
moderna.
Oggi ne è presente qualche traccia solo sul lato Nord e nei mattoni colorati di
facciata. All’interno vi sono pitture ottocentesche, molto danneggiate
dall’umidità (ascendente e discendente per perdite dal tetto).
Degna di nota è la statua lignea del XIV secolo rappresentante la Madonna col
Bambino, l’immagine antica miracolosa, alla quale è dedicato il Santuario,
rivestita di un prezioso abito di broccato filettato d’oro.
Restauri del 2000: Pontazzo, finalmente si parte
Per noi Torrazzesi il solo nome Pontazzo ci porta istintivamente al suo
Santuario così caro alla nostra Comunità che da tempi immemorabili si è stretta
alla Vergine Maria per un aiuto e un conforto nei momenti difficili o di
smarrimento: i numerosi ex voto alle pareti del Tempio testimoniano ancor oggi
la fede e la devozione dei nostri padri.
I parroci, coadiuvati da validi e solerti priori, hanno provveduto al buon
funzionamento della Chiesa, ma con il proseguo degli anni la parte muraria,
causa le intemperie, ultimamente necessitava di un intervento impellente e
inderogabile.
Si è provveduto al rifacimento del tetto e dei canali, ma non era sufficiente a
dare stabilità e funzionalità all'edificio.
Con l'aiuto del gruppo "Amici di Pontazzo" si è proceduto a migliorarne il
decoro con l'ampliamento del piazzale, abbellito da piante ornamentali e si è
dato vita ad una maggior sensibilizzazione delle varie festività.
Questo sforzo ha dato i suoi frutti con una sempre maggior frequenza di fedeli
e, con l'aiuto del nostro Sandro Galluzzi, abbiamo avuto dalla Fondazione Cassa
di Risparmio delle Province Lombarde una prima somma di L. 47.000.000 che ci
hanno permesso di iniziare i lavori per il consolidamento della volta e il
restauro degli affreschi ritenuti i più antichi del nostro Oltrepo.
A questo primo aiuto abbiamo ottenuto dalla Fondazione Banca del Monte di
Lombardia una seconda somma di L. 38.000.000 che permetterà di completare la
prima parte dei lavori.
A Maria Teresa Grassi ed a Cristiano Torlaschi, che stanno curando con grande
fervore e competenza la parte tecnico artistica dei lavori e a tutti voi, devoti
di Pontazzo, auguro un Felice Anno nuovo ricco di Celesti benedizioni.
Don Giacomo
L'Oratorio presenta nel coro pregevoli affreschi, oggi in stato di grave
degrado, riconducibili alla Scuola che lavorò all'Abbazia di Sant'Alberto di
Butrio ed attribuibili al XII secolo.
Le immagini dal netto contorno del disegno, semplificate e stilizzate,
evidenziano colori vivaci..
Stato di conservazione
L'intera superficie è interessata da un deposito di particellato atmosferico e
da una massiccia presenza di efflorescenze saline che hanno formato uno strato
biancastro, grave fonte di degrado.
Nelle parti inferiori sono visibili porzioni di intonaco cementizio, mentre
nelle parti alte stuccature localizzate.
Sull'intera superficie sono riscontrabili distacchi d'intonaco.
La pellicola pittorica non presenta gravi problemi di adesione, mentre sono
molto estese le cadute di cromia e la presenza di forti gocciolature di cera.
La prima fase dell'intervento si è attuata attraverso:
1) Preconsolidamento della pellicola pittorica, propedeutico all'intervento di
consolidamento, effettuato per superfici di dimensioni contenute, con resine
acriliche applicate a pennello interponendo carta giapponese o a siringa a lato
delle scaglie sollevate.
2) Consolidamento dell'intonaco pericolante mediante iniezioni di malta
idraulica premiscelata.
Successivamente all'intervento strutturale si proseguirà con una seconda fase
che prevederà: br />
* Abbattimento delle pezze cementizie e delle stuccature degradate e
consolidamento dei bordi delle lacune.
* Rimozione a secco di polvere e depositi incoerenti per mezzo di pennelli
morbidi ed aspiratori.
* Pulitura dell'intera superficie con acqua deionizzata e spugne naturali,
interponendo carta giapponese per la rimozione del nero fumo e dei sali
superficiali.
* Pulitura, mediante impacchi di polpa di cellulosa con soluzione di carbonato
d'ammonio per la rimozione di depositi parzialmente coerenti, nei casi di
pigmenti applicati con legante organico e per i pigmenti più scuri e più deboli,
sarà utilizzato bicarbonato di ammonio con riduzione di concentrazione e tempi
di applicazione (la metodologia di pulitura sarà scelta in base ai risultati di
tasselli di prova in accordo con la D.L. e la competente Soprintendenza).
* Risciacquo con acqua distillata per la rimozione di eventuali residui sali
inorganici utilizzati per la pulitura.
* Applicazione di compresse assorbenti per l'estrazione di sali solubili: questa
operazione può essere eseguita con due metodi diversi a seconda della natura dei
sali, che verrà definita in base ad opportune analisi. Desalinizzazione eseguita
con applicazione ripetuta di compresse con acqua distillata fino alla completa
estrazione dei sali, oppure trattamento con idrossido di bario per la
trasformazione dei solfati in sali insolubili.
* Stuccature delle lacune e rifacimento pezze con malta di calce cromaticamente
intonata alle zone circostanti.
* Reintegrazione pittorica con pigmenti stabili in medium reversibili; su lacune
ed abrasioni della pellicola pittorica ad abbassamento di tono, sulle stuccature
reintegrazione a tratteggio.
AArch. Mariateresa Grassi
Restauro, consolidamento e risanamento degli affreschi del coro
Le condizioni di un degrado diffuso rendevano sempre più pressante la necessità
di un restauro complessivo ostacolato, ovviamente dai costi elevati. br />
Auspicando nella possibilità, purtroppo non realizzatasi, di inserimento
dell'edificio ne "Piano degli interventi inerenti la celebrazione del grande
Giubileo del 2000 in località fuori Lazio", l'interesse di un gruppo di persone
si trasformò, in relazione alle proprie competenze e capacità, in concreta e
fattiva operatività fino a far sì che nell'estate 2000, dopo più di due anni di
analisi conoscitive, monitoraggi e studi, si potesse iniziare il consolidamento
della volta ed il recupero degli affreschi del Coro, grazie sia alle offerte dei
fedeli che ai generosi contributi elargiti dalla Fondazione Cassa di Risparmio
delle Province Lombarde e dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
Il degrado strutturale
La struttura è interessata da quadri fessurativi estesi sia alle compagini
verticali che agli orizzontamenti.
Il cinematismo della volta è originato dalla bucatura operata sulla muratura
verticale, come lascia intendere la corrispondenza geometrica delle lesioni.
Il movimento della volta è anche imputabile alla mancanza di attrito laterale
dei laterizi posti a coltello; tale carenza deriva principalmente dal degrado a
cui è soggetta la malta di allettamento posta tra i mattoni.
La muratura verticale è invece interessata da una profonda lesione a carattere
passante con andamento pressoché verticale; la sua origine è imputabile
all'indebolimento della struttura a seguito della breccia effettuata nel
prospetto per dar luogo all'apertura della finestra.
LL'elevazione in mattoni malcotti e crudi è interessata da un'altra tipologia di
degrado che seppur di origine solo superficiale, ha finito per intaccare la
struttura stessa della costruzione. Il fattore più rilevante del dissesto è
senz'altro l'inserimento in passato in un solaio gravante sulla muratura e di
cui rimane traccia nella parete Est; tale inserimento, con il suo peso aggiunto,
ha creato un carico di punta eccessivo per la snellezza della parete generando
inflessioni, distacchi nella sezione trasversale della muratura, crolli locali e
lesioni passanti.
Il degrado superficiale
La superficie della fabbrica maggiormente interessata da degrado superficiale è
senz'altro quella realizzata in mattoni malcotti e crudi.
All'interno del coro si riscontra la presenza massiccia di efflorescenze,
concentrate soprattutto sulla parete Sud, ovvero sulla muratura che l'oratorio
spartisce con l'abitazione adiacente.
Le analisi conoscitive
Il progetto, pensato nel rispetto della conservazione del fabbricato, si sta
attuando attraverso operazioni tese alla salvaguardia della stratigrafia oggi
presente nel manufatto. Tra le indagini conoscitive è stato fondamentale capire,
attraverso un monitoraggio, se il movimento delle lesioni presenti nella volta a
botte si fosse esaurito o fosse ancora in stato di avanzamento.
Il monitoraggio è stato effettuato con uno strumento - deformometro - che
verifica le variazioni delle lesioni studiate ed ha mostrato, durante la
campagna di rilevamento di un anno, una lieve apertura delle lesioni.
Per quanto riguarda l'analisi delle malte si è prelevato un campione della volta
a botte per determinarne le caratteristiche ed è in fase di completamento, alla
data odierna, una campagna di rilevamento della temperatura e dell'umidità
relativa all'interno del coro per determinare le caratteristiche ambientali
idonee a garantire la conservazione delle splendide decorazioni.
Le strutture verticali
Il degrado strutturale verrà eliminato nel rispetto dell'attuale stratigrafia
della fabbrica con interventi, per quanto possibili reversibili; ciò significa
che la traccia dell'attuale quadro fessurativo e delle lacune verrà
sostanzialmente conservato.
La muratura in laterizi ben cotti della parete Est, il cui indebolimento è stato
in gran parte causato dall'apertura operata in passato, è interessata da una
lesione a carattere passante e si andrà ad operare sulla causa della lesione
attribuendo al foro, malamente eseguito in facciata, la funzione di arco, una
struttura affidabile in grado di distribuire le isostatiche delle forze sulla
muratura sottostante con una triplice cerchiatura in acciaio ancorata alla
muratura con barre di titanio ad aderenza migliorata.
La lesione verrà parzialmente cucita con la sostituzione di alcuni laterizi
interessati da fenditura; i nuovi laterizi posti in opera saranno opportunamente
diversificati con un taglio eseguito sulla superficie con flessibile.
La muratura realizzata in mattoni malcotti e crudi relativamente ai prospetti
Est e Nord è interessata da molteplici forme di degrado strutturale, alcune
delle quali aventi origine dal degrado degli elementi dovuto all'esposizione
agli agenti atmosferici.
La reintegrazione verrà effettuata con laterizi di reimpiego con provate
caratteristiche chimico/fisiche, aventi colorazione ocracea simile a quella dei
mattoni impiegati in questa porzione di facciata.
Nel prospetto Est, la porzione di facciata realizzata in mattoni malcotti posta
immediatamente al di sotto della bucatura rettangolare è da riorganizzare
attraverso lo smontaggio delle parti pericolanti e la loro integrazione.
Le strutture orizzontali
L'intervento di consolidamento vero e proprio avverrà in estradosso, considerato
l'alto valore della superficie pittorica dell'intradosso. La volta verrà
ricucita in estradosso attraverso la posa in opera di rinforzo fibroso a nastro
a base di carbonio e vetro.
Si tratta di un sistema leggero a base di compositi di matura fibrosa impregnato
in situ da una matrice polimerica, indicato per sforzi flessionali e di
confinamento a compressione.
Il consolidamento superficiale
Per il consolidamento superficiale dei due prospetti esterni verrà effettuato un
trattamento con silicato di etile, previo preconsolidamento e pulitura delle
superfici e le stuccature verranno operate sia per ripristinare la malta di
allettamento tra i mattoni sia per risarcire le lesioni.
2011: Il Santuario restaurato: Gli affreschi del coro, la navata, l'esterno
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La preziosa decorazione di
Santa Maria del Pontasso
(articolo di Virginio Giacomo Bono)/strong>
Santa Maria del Pontasso, “oratorium S. Mariae de Pontassio”.
Attestato sui documenti soltanto nel Cinquecento, il “monumento” sarebbe “di
origine longobarda”, secondo il Manfredi seguito dal Cavagna Sangiuliani che ne
data la costruzione al secolo XI.
Ci si arriva da Voghera per la strada che porta a Torrazza Coste, deviando per
Castellaro e quindi inoltrandosi su un percorso che si snoda e s’inerpica
dolcemente tra boschi di castagni da una parte e vigneti dall’altra.
Narra la leggenda che un giovane guerriero longobardo, il conte Azzo, smarritosi
durante una battuta di caccia, poté uscire dalla boscaglia con l’aiuto della
Vergine misteriosamente apparsa.
Sul luogo sorse una cappella raggiungibile attraverso un ponte sul rio Brignolo:
di qui l’etimologia popolare del nome.
L’edificio originario s’individua all’esterno dal paramento murario cuspidato in
mattoni rossi, percorso nella parte bassa da una fila di ciottoli di fiume di
colore chiaro, purtroppo sovrastato da una costruzione abitativa di vecchia
data.
L’interno (alto m. 2,70, largo m. 2,65, lungo m.2,40, coperto da volta a botte)
è stato trasformato in abside rettangolare della chiesa edificata a metà
dell’Ottocento dai marchesi Negrotto Cambiaso, decorata nella facciata con
“fantastici trofei” oggi del tutto scomparsi ma visibili in una foto Cicala del
1905.
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Comune di Codevilla, parrocchia di Torrazza Coste.
Le funzioni di culto vi si svolgono tre volte l’anno, nelle feste della Madonna:
25 marzo, 15 agosto, 8 settembre.
In quell’occasione – e ogni qual volta il visitatore vi giunge e si rivolge alla
cortesia del custode Antonio – è possibile ammirare gli affreschi della
cappella:
* nella parete di fondo l’Annunciazione, guastata da un “occhio” aperto nel
muro;
* nella parete di sinistra il committente inginocchiato (forse un Beccaria di
cui si intravvede, poco distante, lo stemma, coi tredici monticelli) fra due
angeli nimbati, in piedi e con le mani alzate al cielo o in atto di sorreggere
il firmamento;
* nella parete di destra uno stemma (forse dei Giorgi) fra altri due angeli
nella posizione e nel gesto sopra descritti;
* nella volta a botte, iscritto in una mandorla, frammentario e acefalo, Cristo
in maestà.
Immagini dal netto contorno disegnativo, semplificate e stilizzate, e colori
vivaci della decorazione.
L’iscrizione – in cui il Cavagna Sangiuliani avrebbe letto la data 1342 o 1345,
il Cerioli la data 1343 – è ormai ridotta a poche lettere; la profusione di
motivi geometrici nelle lunghe vesti degli angeli induce peraltro a istituire
raffronti con la decorazione di figure in antiche chiese pavesi (Sant’Elena
nella chiesa di San Teodoro e angelo nella chiesa di San Lazzaro, affreschi
della prima metà del XIII secolo).
Un restauro nella cappella potrebbe essere stato fatto nel secolo XV.
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Durati tre anni, nel settembre 2003 si sono conclusi i lavori di restauro e
risanamento conservativo ad opera della ditta Astarte di Brescia, coordinati
dall’architetto Maria Teresa Grassi, in accordo con la competente Soprintendenza
e resi possibili dal contributo della comunità parrocchiale di Torrazza Coste,
della Fondazione Cariplo e della Fondazione Banca del Monte di Lombardia.
Consolidamento strutturale verticale, consolidamento della volta e, per quanto
riguarda la superficie pittorica, consolidamento dell’intonaco sottostante,
rimozione a secco di polvere e depositi incoerenti, pulitura con acqua
deionizzata e spugne naturali, stuccatura delle lacune e reintegrazione a
tratteggio.
Sulla parete destra dell’abside si è ritrovato un affresco quattrocentesco
raffigurante San Sebastiano, nascosto da uno strato di intonaco e velature di
colore.
Sommario - Parrocchia S. Carlo Borromeo in Torrazza Coste - Mappa del sito - Home
Testo di
Ing. Arch. Michele Cuzzoni:
Ricerca storica di Ing. Arch. Michele Cuzzoni.
Archivio storico Parrocchia S. Carlo Borromeo - Revisione storica e
catalogazione, Ing. Arch. Michele Cuzzoni, © 2010-2022.