Rinascere dall'alto

Prendo spunto per questa “lettera alla comunità” da un passaggio del Vangelo di Giovanni ascoltato in una messa del tempo di Pasqua: “In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3, 3).

E una delle affermazioni di Gesù nel colloquio notturno svoltosi con Nicodèmo, un capo dei farisei, venuto a lui con l’inquietudine nel cuore di chi si interroga su Dio, sui segni della sua presenza, sul senso della vita e della morte.

La replica di Nicodèmo: “Come può un uomo nascere quando è vecchio ?” (Giovanni 3, 4) solo apparentemente è sbrigativa o superficiale, dice qualcosa della fatica a cambiare di ciascuno di noi.

La posta in gioco è alta: la conversione, la salvezza, la possibilità di vedere il regno di Dio, e quindi di prendervi parte, dipendono dalla capacità di rinascere dall’alto.

Rinascere dall’alto significa ricominciare la vita a partire da Dio (dall’alto) e non da se stessi, dagli altri o dal mondo (dal basso).

Innanzitutto occorre rinunciare a certe pretese e certe arroganze che un po’ ci contraddistinguono: il pensare di conoscere già la vita, il sapere sempre cosa fare e come farlo, il voler avere sempre l’ultima parola, il sapere sempre come andranno a finire le cose, il definirsi adulti nella capacità di bastare a se stessi nel senso della maggior autonomia possibile.

Poi ci sono delle diffidenze ben radicate da vincere, generate per lo più da false immagini di Dio, il pensiero, cioè, che ci sia contrapposizione, quasi rivalità, tra la volontà di Dio e la volontà dell’uomo. Ci può essere al limite distanza tra la volontà di Dio e quella dell’uomo: perché Dio è infinitamente buono e generoso e noi no, ma la volontà di Dio altro non è che la nostra salvezza. L’inghippo è che la strada della verità e della libertà non passano, spesso, per sentieri comodi e in discesa.

Rinascere dall’alto significa guardare le cose con lo sguardo di Dio, ripensarsi a partire da Dio, lasciarsi impressionare dai suoi pensieri e dalla sua logica, credere che la mia verità è nelle Sue parole più che nei miei desideri, che solo Lui può insegnarmi a vivere anche se talvolta mi porta attraverso strade apparentemente vuote e deserte, ma nessuna rinuncia in questo cammino è fine a se stessa, ma sempre per un bene più grande, così come tutte le strade faticose e impervie di montagna donano poi, a chi non si è arreso, panorami di bellezza impagabile. Dio è colui che conosce il mio cuore e il mio bene meglio di qualunque altro, e anche meglio di me, e perciò mi devo fidare, non c’è veramente nulla che possa essere contro di me, sarà più o meno difficile capirlo, ma niente può veramente bloccare il nostro cammino, se accolto nel modo giusto, e anche la prova, la sofferenza, la malattia diventano strumenti di verifica e di crescita per la nostra vita. Certo che l’entità e la gravità della prova contano e possono incidere sul nostro cammino, ma molto dipende dal modo in cui entriamo nella prova, dal basso o dall’alto.

Rinascere dall’alto significa comprendermi e comprendere la realtà in cui vivo non a partire dai miei bisogni o dalle mie paure o dai miei ideali facili, ma a partire da Dio e dalla sua Parola e dal suo disegno di salvezza universale.

Rinascere dall’alto e’ importante perché ci aiuta a non disperdere, a non fare confusione, a trovare un senso in ogni cosa, a fare sintesi.

Non si tratta di stravolgere la nostra vita nelle forme , semmai nei contenuti, chi lavora, chi è padre o madre di famiglia, chi assiste un malato non può stravolgere la propria vita e lasciare tutto, Dio non ci chiede di diventare degli irresponsabili, lo aveva già intuito san Francesco di Sales nel 1600 : “sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini ? …la devozione non distrugge nulla quando è sincera, ma anzi perfeziona tutto e, quando contrasta con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa”. (dalla “Introduzione alla vita devota” parte 1, cap. 3) , si tratta di continuare a fare quello che già stiamo facendo rinascendo dall’alto, cioè a partire da Dio, non è una promessa, è molto di più, è una garanzia !

Don Marco