Questo Codice, il Liber Iurium di questo vescovo o, come viene impropriamente chiamato, il Codice Pelavicino è un bel volume pergamenaceo legato con solide parmole lignee foderate di pelle (cm35x25x12 di spessore); porta una iscrizione latina che dice : "Questo libro chiamato Mastro fu composto al tempo del signor Oberto Pelavicino, vicario generale della provincia di Lunigiana, su mandato e autorità dello stesso, nel quale nulla è stato aggiunto o tolto, scritto e terminato in buona fede, come risulta nel libro antico, dal predetto maestro Egidio"
Quindi il Liber Magister a noi pervenuto non è l’originale, ma la copia fedele di documenti che ormai andavano detgriorandosi, fatto iniziare da Oberto Pelavicino al tempo del vescovo Guglielmo, ma il principali curatore fu Enrico da Fucecchio, succeduto a Guglielmo.
"I documenti erano in origine 546, ma ne mancano 51m forse smarriti durante una prima rilegatura nel 1487, prt l’autentificazione di cui fu incaricato il Vicario Generale della Diocesi di Modena, incaricato a ciò dal papa Innocenzo VIII: I documenti originali furono recuperati a Sarzana, a Ponzanello, a Fosdinovo, a S.Croce al Corvo, Maestro Egidio, l’amanuense a cui il vescovo Enrico diede l’incarico di ccopiare in un sol corpo gli antichi privilegi del vescovato lunense, cominciò il suo lavoro nel dicembre 1287 e lo terminò nel 1289...ma bisogna dire che, nonostante la sua patente dottorale, conoscesse poco la paleografia, e alterasse quindi nella sua trascrizione le abbreviazioni dell’originale quando non riusciva ad interpretarle. "
La lunga serie di documenti ci offre una chiara panoramica della vita sociale di quel periodo. Fondamentali sono i privilegi e le concessioni dei papi e degli imperatori, i rapporti con i canonici per il trasferimento della sede vescovile a Sarzana e per la costruzione della cattedrale, i rapporti con i visdomini e con i gastaldi, i lodi che confermano i contrasti esistenti, i motivi e lo svolgimento della costruzione del convento del Corvo, ma non meno importanti sono anche gli atti notarili delle concessioni prima in anfiteusi, poi in affitti. Si creava così una classe di contadini svincolati dagli obblighi feudali, cioè da servi della glelba.
Il potere temporale dei vescovi lunensi ebbe termine il 13 febbraio 1313 quando Enrico VII destituì dal feudo i vassalli che non avevano ottemperato ai suoi mandati:tra questi il vescovo di Luna Gherardino Malaspina. Egli e suoi successori mantennero iltitolo di conte, puramente onorifico, fino all’obolizione avvenuta con l’ultima Costituzione della Repubblica Italiana.
La trascrizione di Lupo Gentile a Venezia nel 1912 non è completa. " I documenti più interessanti sono stati riprodotti integralmente: degli altri, oltre alla parte dispositiva e le indicazioni topografiche, ho trascritto i niomi dei contarenti, dei testimoni, del notaioo e le note cronologiche... Qualcuno obiettrà che avrei fatto meglio a pubblicare tutti i documenti integralmente. Ne convengo anch’io, anche perché mi sarei risparmiato tante fatiche, essendo difficilissimo, come osserva bene lo Schneider, fare un buon regesto delle carte medievali. Ma quale società di Storia Patria avrebbe voluto assumersi un onere finanziario così ingente per la pubblicazione integrale?"