Vi affido un mandato speciale

Omelia nell'incontro per il mandato ai delegati del cammino "Sentinelle del mattino"

 Duomo, 20. XII. 2000

Siamo riuniti nella prossimità del Natale in un momento carico di emozioni e vorrei mettere la nostra riflessione di questa sera nel quadro di alcune parole forti pronunciate dal Papa in piazza San Pietro l'agosto scorso, durante la cerimonia di accoglienza della XV Giornata Mondiale della Gioventù, a cui molti di voi hanno partecipato. Diceva il Papa: "Cari giovani e ragazze, non permettete che il tempo che il Signore vi dona trascorra come se tutto fosse un caso... Credete fortemente in lui. Egli conduce la storia dei singoli come quella dell'umanità. Certamente Cristo rispetta la nostra libertà, ma in tutte le vicende gioiose o amare della vita non cessa di chiederci di credere in lui, nella sua parola, nella realtà della Chiesa, nella vita eterna! Non pensate mai, perciò, di essere ai suoi occhi degli sconosciuti, come numeri di una folla anonima. Ognuno di voi è prezioso per Cristo, è conosciuto personalmente, è amato teneramente, anche quando non se ne rende conto". Parlo dunque a voi proprio come conosciuti dal Signore, ciascuno per il suo nome, amati da lui e conosciuti e amati dal Vescovo. Parlo a voi come miei collaboratori che accettate di vivere una speciale missione nell'anno che viene. Parlo a voi che siete stati messi a parte, riservati dalle vostre comunità per l'opera alla quale lo Spirito vi ha chiamato, secondo il testo di At 13,1-3 che abbiamo ascoltato. Parlo a voi lasciandomi ispirare dai bellissimi brani dei profeti che sono stati letti, quattro del profeta Isaia, uno di Ezechiele e uno del profeta Abacuc. Tutti brani che hanno in comune la parola "sentinella" e quindi esprimono qualcosa della vostra missione di essere - come vi ha chiesto il Papa il 20 agosto scorso - "sentinelle del mattino" in quest'alba del terzo millennio. Desidero leggere con voi, nei testi profetici, sei verbi, sei azioni caratteristiche che qualificano il cammino che vi sta davanti. Sono rispettivamente: osservare, ascoltare, confortare, supplicare, ammonire, discernere.

1. Osservare ( Is 21 ,6.8)

Il primo brano presenta una sentinella posta dal Signore per annunziare quanto vede. Sta al posto di osservazione giorno e notte, in piedi, in attesa di cogliere i segni di ciò che il Signore ha previsto. È importante qui il verbo osservare, osservare in piedi, con costanza, giorno e notte, scrutando il giorno e la notte. A voi chiedo anzitutto di osservare i segni dei tempi nel mondo giovanile, mondo confuso, irrequieto, un po' amorfo, spesso indifferente, ma insieme ricco di valori, entusiasta, pieno di speranze, di illusioni. Osservate domandandovi: che cosa cercano in fondo questi giovani? che cosa vogliono? che cosa si nasconde sotto la superficie?

2. Ascoltare (Is 21,11-12)

Il secondo testo è tratto ancora dal capitolo 21 di Isaia ed è un oracolo tra i più enigmatici dell'Antico Testamento. Sembra imitare un canto che le sentinelle cantano nella notte per non cadere assonnate: "Sentinella, quanto resta della notte"? Sembra dire: ma che ora è? oppure: questa notte non finisce mai! Segue un invito a cercare: se volete domandare, domandate, convertitevi, venite! Dunque nella notte dello scenario della storia, la sentinella cerca di penetrare l'oscurità, e dal momento che non si vede nulla invita a domandare di nuovo perché è sempre pronta all'ascolto. A voi chiedo una seconda azione per i prossimi mesi, quella di ascoltare le domande profonde vostre e altrui, le domande che salgono dal cuore, le domande dei vostri amici, sia le domande del mattino (le più chiare, limpide, facili a leggersi) sia le domande della notte (tre volte nel testo si parla di notte e una volta sola del mattino). Quelle notturne sono infatti le domande più enigmatiche, più provocatorie, che sovente intendono il contrario di ciò che esprimono.

3. Confortare, evangelizzare (Is 52,7-9)

Il terzo è un brano di gioia, il canto del ritorno del popolo dall'esilio a Gerusalemme. Le sentinelle guardano e vedono il popolo che sta per tornare, per cui gridano, si rallegrano, evangelizzano. È il vangelo di Isaia che proclama: "Il Signore ha consolato il suo popolo", esultiamo di gioia. Bisogna leggere le domande intravedendo dietro di esse l'agire del Signore che regna e salva. Non si tratta di annunci di sventura, non si tratta di moltiplicare le lamentazioni sterili sulla gioventù di oggi, bensì di capire il progetto positivo di Dio sulla nostra società. A voi chiedo di compiere quest'opera di lettura gioiosa, evangelizzante, che sa vedere il bene anche nel male, anche nelle realtà dolorose o amare. Si è tanto parlato, negli ultimi giorni, della bomba messa sul nostro Duomo: è certamente un fatto increscioso e però ci offre l'occasione di essere più uniti, più coraggiosi, più incisivi nell'educare alla pace, più forti nel contrastare la violenza, sapendo trarre, come fa Dio, il bene dal male.

4. Intercedere ( Is 62,6-7)

Il quarto verbo è intercedere, supplicare: "Sulle tue mura, Gerusalemme, ho posto sentinelle - dice il Signore - che per tutto il giorno e tutta la notte non taceranno mai. Voi, che rammentate le promesse al Signore, non prendetevi mai riposo e neppure a lui date riposo finché non abbia ristabilito Gerusalemme". È l'impegno a pregare per tutte le tentazioni che ci stanno intorno, per tutti i giovani fragili e demotivati, stanchi o esaltati o devianti che noi incontriamo. A voi chiedo quindi qualcosa di più di gesti esteriori: vi chiedo di essere intercessori per i vostri compagni e amici. Spesso ci lamentiamo di tanti comportamenti di cui siamo spettatori; ma preghiamo per queste persone, le prendiamo a cuore nella nostra supplica? Pregare, intercedere finché il Signore non abbia ristabilito Gerusalemme, cioè fino alla restituzione di ogni persona alla sua dignità.

5. Ammonire (Ez 33,7)

Il profeta Ezechiele ci propone il verbo avvertire, ammonire: "Ti ho costituito sentinella...ascolterai una parola dalla mia bocca e tu li avvertirai da parte mia". Il Signore ci dona la forza di pronunciare parole giuste, forti anche, anzitutto per la nostra comunità cristiana, affinché si svegli, e poi per la società, per tutti i giovani. Il Signore vi ispirerà queste parole nel corso del cammino, vi farà intravedere i pericoli che corrono oggi i vostri coetanei, i falsi sentieri, le pendici ghiacciate su cui non devono avventurarsi (pensiamo a chi ha perso la vita nei giorni scorsi proprio per il ghiaccio delle montagne: non sarebbe accaduto se qualcuno li avesse avvisati!), così che possiate ammonirli, avvertirli. È una grazia saper prevedere i pericoli.

6. Discernere (Ab 2,1-3)

L'ultimo oracolo, il sesto, è di Abacuc. Il profeta è di sentinella, spia per vedere che cosa dirà il Signore, cerca di intuire il futuro che verrà. Il verbo che sintetizza questo atteggiamento è "discernere". A voi chiedo di discernere il piano di Dio per il futuro, di cercare di comprendere quali sono le priorità per il futuro dei giovani, della nostra Chiesa; quali le vie da seguire, i cammini nuovi da tracciare. Il discernere è un dono dello Spirito santo, un atto di intelligenza spirituale e io mi aspetto anche da voi la capacità di discernere per aiutarmi a leggere il cammino ecclesiale da compiere.

Lasciatevi muovere dallo Spirito

Vi ho espresso le mie richieste e ora sento sorgere la domanda: come faremo? il Vescovo non ci sta chiedendo troppo? La mia risposta è semplicissima: ho fiducia in voi e nello Spirito santo che vi conduce, vivete il lavoro che vi viene suggerito con scioltezza e con gioia, quasi con leggerezza, lasciatevi muovere dallo Spirito, pregate intensamente, leggete il vangelo, e tutto sarà possibile.

Vi auguro con tutto il cuore lo spirito del Natale, spirito di pace, di serenità, di fiducia, di intimità. Che la forza di Dio venuta sul mondo nel Natale di duemila anni fa, vi riempia di gioia. Preghiamo insieme perché questa forza si manifesti anche là dove per la prima volta è risuonato il messaggio di Natale: a Betlemme, a Gerusalemme, nel Medio Oriente. Sono certo che la nostra preghiera e il nostro impegno conforteranno e aiuteranno tutti coloro che in quelle terre desiderano la pace.

 

                                            

 

 

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Aggiornato il: 01 marzo 2001