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Galleria foto La chiesa di S.Felice in Felline risale ai secoli X-XI.
E' già citata in un documento dell' 883 come dono ai Benedettini di S.Massimo di Salerno da parte di Teoperga figlia di Emerisio, vedova del longobardo Ragenbrando. La località Felline in cui è ubicata (oggi sala Abbagnano) deve probabilmente la sua denominazione alla presenza in zona di cave d'argilla.

La chiesa è dedicata al presbitero e martire salernitano Felice.
Romualdo II Guarna, vescovo di Salerno dal 1166, nel suo "Breviarium" racconta, tra storia e leggenda, il martirio di San Felice. Il santo, vissuto nel III secolo, ai tempi dell'imperatore Diocleziano, fu condotto al Tempio di Diana, affinché venerasse gli dei pagani. Egli si rifiutò e, con un soffio, fece crollare le statue delle divinità. Dracco, prefetto della città, ordinò che fosse decapitato e dato in pasto ai cani e ai lupi. Felice fu torturato e, portato sul luogo scelto per il martirio, soffiò su una quercia secolare sradicandola e provocando anche il crollo di un altro tempio pagano, che sorgeva lì vicino. Il suo corpo, abbandonato alle bestie non venne, da queste, toccato. I fedeli decisero di seppellire il corpo del santo sul luogo del martirio e, molto probabilmente, edificarono un primo tempietto che successivamente fu trasformato nell'attuale chiesa.
Oggi le spoglie del santo si conservano in un'urna di alabastro nell'abside centrale della cripta della Cattedrale di Salerno.

Galleria foto Nel X secolo e nella prima metà dell' XI secolo l'insediamento nobiliare a Salerno è caratterizzato dalla chiesa privata presso l'abitazione o, come nel caso di S.Felice, nel luogo dove si concentravano le terre delle famiglie longobarde. Molte chiese erano, in quei secoli, fondate da nobili longobardi e trasmesse in eredità; esse dovevano fornire il servizio religioso per tutta la famiglia e, infine, anche le esequie. I nobili longobardi, però, spesso offrivano alla collettività le loro cappelle private. S.Felice sorse, dunque, come fondazione privata, col tempo poi fu donata all'episcopio. Ciò avviene intorno alla metà dell' XI secolo con il vescovo Alfano, in un momento storico particolarmente importante per i Longobardi di Salerno. Nel 1027, con il dominio di Guaimario V, penultimo principe longobardo, la città brillava per una corte grandiosa, simile a quella d'Oriente. In questo contesto, si può capire come i Longobardi, grandi protettori delle arti, riuscirono a creare le condizioni perché un architetto edificasse una chiesa così bella come S.Felice.

Galleria foto Nell'anno 1092 la chiesa viene donata all'Abate di Cava dal signore Gregorio di Capaccio e all'abbazia apparterrà, sicuramente fino al 1589. Nel 1263 il monaco Filippo del Monastero di Montevergine cede il terreno circostante la chiesa a Bartolomeo del Giudice. Nel novembre 1302 la chiesa, con terreno e oliveto, è concessa in rettorìa perpetua a Matteo, presbìtero e cappellano di S. Massimo di Salerno. Il 23 Aprile dell'anno 1532, il vescovo di Capri del Capitolo di Salerno, poiché la chiesa non veniva più frequentata come un tempo, concesse l'indulgenza a chi avesse ascoltato la messa e donato un'offerta alla chiesa di San Felice. Durante i secoli successivi, la chiesa subì un progressivo decadimento. L'incuria, nel corso dei secoli, lasciò la chiesa sempre più in disfacimento finché, il 15 Ottobre del 1811 fu ammessa alla parrocchia di Santa Croce. Ridotta a rudere, la chiesa con gli oltre 3000 mq di terreno circostante, venne acquistata nel 1958 da Diograzio Consulmagno, un italo-americano residente a Boston. Questi la donò alla Curia Arcivescovile di Salerno retta allora da S.E. Mons. Demetrio Moscato. Nel 1960 l'armatore salernitano Antonio D'amico provvide al suo completo restauro. Il 1 Aprile del 1961 la chiesa riottenne tutti i suoi paramenti sacri e la campana durante una manifestazione che la restituiva, come parrocchia, al culto dei cittadini... la suprema attenzione di don Luigi Zoccola e della comunità ha reso lo spazio una stella, come angolo di fede nel trentennale 1975-2005.



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