Index scritti di don Armando
Index scritti di don Armando


Questo è il testo dell’accoglienza e dell’omelia pronunciati da don Armando nella messa per il 5O° anniversario di nozze di Attilio e Ines De Stefani, due parrocchiani molto partecipi alla vita della comunità. Questo scritto è già stato pubblicato su “Ministerium Verbi”.

Il “grazie” si fa Eucaristia

Fedi nuziali

Accoglienza

La felice ricorrenza delle vostre nozze d'oro, carissimi Cav. Attilio e Signora Ines, vi hanno ricondotto ai piedi dell'altare per rivivere la gioia di quel giorno in cui fu benedetto e consacrato il vostro amore.
In qualche maniera si ripete oggi il rito di allora, richiamandone la memoria, ripercorrendo la lunga faticosa e gioiosa strada che in mezzo secolo avete assieme percorso.
Oltre e più che una rievocazione, diventa quella di stasera la conferma di un vincolo d'amore che ha legato in un sol nodo tanti anni della vostra vita e che perdura proiettandosi verso l'avvenire che vi auguriamo, con infinito affetto, sereno e felice.
Quel 29 ottobre del 1934, giorno in cui avviaste con il sigillo del sacramento il vostro cammino a due, il Signore si impegnò ad assistervi con il suo amore sempre paterno, con la sua Provvidenza sempre assidua.
E voi avete sperimentato questa amorosa assistenza del Padre. Anche in mezzo alle molteplici traversie, avete certamente notato una Presenza benefica, liberatrice.
Ringraziamo insieme il Datore di ogni bene per tutto quello che avete ricevuto, per il traguardo oggi raggiunto.
Il miglior modo per esprimere riconoscenza è quello di renderci tali che il Benefattore possa compiacersi dì noi, essere contento di noi.
Allora perché questo rito ci trovi cari e graditi al Signore, umilmente riconosciamo le nostre mancanze e chiediamo perdono.

Omelia

Ci sono nel Vangelo dei personaggi che fanno solo istantanea comparsa. Del resto, il Vangelo è così scarno che dobbiamo accontentarci di quello che ci fornisce, anche se la nostra curiosità di sapere di più talvolta resta a bocca asciutta. Bastano comunque allo scrittore sacro poche pennellate per tratteggiare una figura e presentare un tipo. Nel Vangelo nessuno è lì per niente. Anche le comparse secondarie hanno un ruolo.
Ecco due anziani che all'ombra del tempio consumavano in letizia e serenità gli anni della loro vecchiaia. Lodavano e servivano il Signore.
Alla loro costante, assidua presenza, animata da una fede profonda, è concessa una delle più grandi gioie che possano toccare a un uomo: vedere con gli occhi, portare in braccio, accarezzare soavemente colui che sarà la salvezza del mondo.
Solo Maria e Giuseppe capiranno il valore di quel canto che erompe dal loro cuore: canto tra i più ricchi del repertorio liturgico cristiano.
Per gli altri, per tutta la gente che transitava nel tempio, indaffarata, distratta, quei due vecchi non contavano niente: due ombre che camminavano e sostavano, perché sfaccendati, tra le mura della casa di Dio… invece sono entrati nel Vangelo, meglio nella Storia della Salvezza!
Mi pare che pur con le debite proporzioni di tempo, di situazioni, di esperienze, non sia errato accostare la coppia dì Attilio e Ines a questi due simpatici personaggi che ebbero lo sorte di incontrare la Sacra Famiglia al completo.
Quante sono le ore che, fuori dei tempi dei pasti e del riposo, Attilio passa qui in chiesa in un servizio premuroso che è preghiera, in una presenza che si fa accoglienza e vigilanza? E le mattinate di Ines, che magari ultima ad arrivare (non se ne abbia a male!), è però anche l'ultima a uscire, a lasciare la chiesa?

Il grazie, questa sera, viene ripetuto e si fa eucaristia per tutto quello che il Signore ha fatto per voi due, cui auguriamo tanti anni ancora felici fino a quando anche voi canterete il vostro gioioso “Nunc dimittis...”.

don Armando Ottoboni