
| Dal discorso di inaugurazione del Cardinale Angelo Giuseppe Roncalli, Patriarca di Venezia |
«… O Maria dolcissima: Madre di Gesù e nostra. Questa è la casa che i tuoi figli hanno preparata al Figliol tuo benedetto: questa è la casa tua. O Madre, o Regina, per la virtù, per la tenerezza del tuo Cuore Immacolato, proteggi questi tuoi figlioli: salva e benedici questa eletta gente che tanto ti ama: il Vescovo venerando, il clero vigoroso, il popolo fedele».
«Miei cari fratelli del clero e del laicato, sono arrivato qui in due giornate solenni e significative. Ieri per mano del vostro pastore, soave e pia dedicazione al Cuore Immacolato di Maria di un tempio, che segna il punto di arrivo del cammino faticoso di tutto un popolo guidato dalla assistenza materna attraverso molte difficoltà della vita di questi anni. Oggi la intronizzazione di colei stessa, quale Madre e Regina, che quasi a portare le nostre pene e le nostre speranze si è qui preparata un punto di convegno delle energie cristiane di questa regione del Polesine, e di qua si prepara ad una diffusione di grazie celesti che sorreggono anime, famiglie e comunità tutta intera nella ricerca e nell'esercizio di quelle virtù individuali e sociali, che sono l'onore di una gente schietta e vigorosa, ispirantesi alla dottrina evangelica, vera garanzia di ordine e di pace. C'è dunque un passato che qui si arresta: c'è un avvenire che di qui si inizia...» «... Un sentimento di riconoscenza alla Madonna Pellegrina che accompagnò ed assistette il popolo suo: ed in ripresa una affermazione di fede cattolica, e di opere corrispondenti, che assicureranno la fermezza spirituale di tutto il Polesine nel senso dell'amore a Cristo, ed al suo insegnamento, ed alla devozione a Maria ed al suo Cuore Immacolato, fonte perenne di grazia e di benedizione. Per casuale incontro di due tempi liturgici, quello della prolungata Pentecoste, che è cessato ieri, e queste dell'Avvento, che oggi si inizia, un duplice fiore di pietà religiosa si dischiude sopra queste due giornate: un pubblico sentimento le ravviva. Il sentimento della riconoscenza per il passato diviene impegno ed esercizio di glorificazione per l'avvenire. Sono parole di sant'Agostino, che sembrano scritte per voi, ed in onore di questa solennità: "Hoc est glorificare Deum, gratias agere Deo: rendere grazie al Signore, questo è glorificare il Signore"». «... Lasciate che io mi compiaccia con voi, miei diletti figlioli della Commenda di Rovigo e del Polesine, attonito come sono al primo entrare qui, in questo Quartiere... Qui i nostri occhi godono questo bagliore di nuovi edifici dedicati al culto del Signore, ed alle opere del bene preparate per l'avvenire... Questa è la Civitas Dei, perenne richiamo di elevazione e di santa esaltazione verso l'esercizio delle opere della misericordia, le quali sono la più preziosa formulazione della religio immaculata, che è a sua volta il più perfetto ornamento della verace civiltà, che da Cristo prende nome e splendore». «... Infine vogliate ben cogliere l'invito caloroso che io vi trasmetto dalla voce di san Paolo, nella Messa odierna. Questo tempio nuovo, questo mirabile complesso di costruzioni adiacenti, sono un invito a tenervi sempre vigili e pronti al compimento del vostro dovere cristiano. La nostra salvezza è vicina: più vicina che quando noi cominciammo a credervi. Passata è la notte. Eccoci al giorno novello. Lontane da noi le opere delle tenebre: rivestiamoci delle armi della luce. Come in pieno giorno, camminiamo onestamente: non in crapule ed ubriacature: non in licenziosità: non in contese ed invidie. Ma rivestiamoci del Signore Gesù e non abbiamo cura della carne per non destarne le concupiscenze (Rom 22, 11-13). Che parole queste per voi, gente della Commenda: Induimini Dominum nostrum Jesum Christum! Avete la nuova e splendida casa del Signore a preclaro ornamento della vostra terra natale. Ma più ancora della casa vi sia caro il vestito di Cristo. Questa è la bellezza suprema dell'uomo: questa è la sua perfezione». Rovigo, 1 dicembre 1957 |