La giovinezza del prete
...Un prete non può, non deve perdere mai la giovinezza del suo cuore e del suo ardore, anche se le forze le sente venir meno... "Verrò all'altare di Dio, al Dio della mia gioia, deI mio giubilo". Questa versione si addice al prete che, ogni mattina, si accosta all'altare e più ancora a chi come me celebra una messa giubilare.
Quando cinquant'anni fa, ripetevo quelle parole del salmo, davanti all'altare maggiore del magnifico Duomo di Lendinara, ero talmente confuso che non vedevo neppure, nella prima fila dei banchi, la mamma estasiata, il papà malato e la sorella.
Essere prete, dir messa: che c'è di più grande, di più sublime al mondo per una creatura umana?
«Noi siamo il dramma, siamo il fiume che va, siamo la messa - ebbe a dire don Mazzolari nel 1937, in occasione del 25° anno di ordinazione. La messa è più che qualche cosa della nostra anima: è la nostra anima.
Non finisce la messa. La nostra sacerdotalità è eterna come quella di Cristo. La messa è il calvario, cioè la montagna più alta del mondo. Le prime messe ne sono le pendici: facili, invitanti. Poi, man mano si sale, il monte si fa più brullo, sassoso, impervio, solo... E si va soli. Soli, senza un'illusione. Soli, tra tanta gente che ci preme sul cuore. Soli, nella sconfinata paternità dell'abbraccio.»
don Armando Ottoboni
|